Proposta: l’antigiuridismo anarchico-amorale
Un frammento “primo” è stato posto nella decostruzione del processo penale, e dell’apparato complessivo del mostro-morale e secolare della giustizia e del “logico” uso del giudizio, in cui ci introduciamo nella “dissoluzione” di ogni legge borghese, che riflette e proietta la sua “ombra” di annullamento dell’individuo e consegna una risoluzione di specificazione dello spinoso e arduo sentiero dell’antigiuridismo. La strada è in salita.
Un secondo frammento andrà a toccate i cavilli burocratici usati in quelli che sono i diritti che si ottengono con le clausole procedurali firmate, per la “certezza” della pena, ma questo in un secondo momento.
Ora era tempo di uscire allo scoperto senza più la paura insita, nell’intromissione di “voci” che vogliono salvare, ma che hanno un effetto nell’inganno della redenzione o specificatamente nella “resipiscenza”.
L’essenza tramuta il “vivere” la repressione sotto una luce chiaroscura che rende la vista (con il “pensiero” che guarda), miope e dai contorni dal doppio effetto.
Dissimulare l’atto di una negazione sottintende a un cedere e franare ai ripetuti tentativi, dati dal mondo dei “normali, nel ritornare nelle insidiose mani della logica-compromesso.
In questo si estrinseca la valutazione degli effetti-segni di note distintive:
In una scelta che parte dall’individuo e torna all’individuo.
L’anarco-nichilismo/antisociale imprime forza alle mie parole che sono anche le mie “cattive passioni”.
La condivisione rifiuta ogni giudizio morale.
Il testo sono “me stesso” irriproducibile in quanto singolo, ma da fare “proprio” nella condivisione, in quanto “unione”.
Nel “mezzo”, che anche un “fine”: una “proposta” in una correlazione di testi che andranno a formare una pubblicazione in ambito antigiuridico che sarà editata dalle Ed.Cerbero.
“L’individuo in rivolta aspira a diventare senza legge.” (Max Stirner)
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