México – Destruye las prisiones No.1


Contenido:

-Editorial

-Contra el derecho penal

-Anarquistas pro carcelarios

-Situacion del compa eco anarquista Braulio Duran

-Carta de Braulio

-Traslado ilegal de Adarian magdaleno

-Carta de Adrian

-Noticias, comunicados y situacion de compas

-Caminar en Libertad

-Cronologia de la ofensiva solidaria

PDF listo para descargar, imprimir, fotocopiar y distribuir (FORMATO OFICIO DE PREFERENCIA):

 

http://destruyelasprisiones.files.wordpress.com/2011/05/destruye-chingon.pdf

Nota: imprimir en impresora lasser par que los margenes no se muevan.

 

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México – Reseña de actividad en solidaridad con lxs compas presxs en chile por el caso bombas.


* solidaridadmexicochile14a.wordpress.com

La actividad comenzó pasas las 6 de la tarde justo como se había previsto. Acto primero una compañera leyo una breve reseña sobre el como se había desarrollado el montaje del caso bombas, desde la muerte del compañero Mauri, el caso del compa Diego Ríos, el del llamado grillo y así sucesivamente acontecimientos que fueron marcando la línea de investigación, siguiéndolos hasta la toma del caso por el súper-policía-adivino del fiscal peña quien como buen profeta previo que en dos meses resolvería el caso y dicho y hecho. Después un compañero dio una reseña sobre la situación actual de lxs compañerxs la cual inicio desde la huelga de hambre hasta el abandono de esta misma y el arresto domiciliario de lagunas de ellos. Continua a leggere

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Grecia – Note sull’ultima udienza del processo a Simos Seisidis (5/5/2011)

* waronsociety.noblogs.org

# Cenere

In aula, un quadro di Gesù è appeso alle spalle dei cinque giudici che siedono dietro la loro cattedra sopraelevata. Due videocamere sono appese sopra i giudici, in direzione dell’angolo dove ogni testimone dovrà testimoniare di fronte alla Bibbia. Simos Seisidis è seduto su un piccolo podio, circondato da incappucciati poliziotti dell’antiterrorismo armati di mitra. Lui tamburella le dita sul banco dietro al quale siede, gioca con una bottiglietta, e smuove il microfono avanti e indietro, apparendo fondamentalmente annoiato mentre fissa il vuoto. Fuori dal tribunale continua a piovere mentre iniziano a parlare i testimoni. Questo sarà l’ultimo giorno del processo.

Sua madre ha detto alla corte che il figlio è innocente e che, da quando era molto piccolo, è stato sempre preso di mira da quelli che avevano più potere di lui. Un giornalista dice alla corte che Simos è stato punito abbastanza a causa della mutilazione della gamba e che un concerto organizzato per lui aveva mostrato una grande varietà di persone provenienti da ogni classe venute in suo sostegno. Mentre continuano le testimonianze, Simos sorride e scherza in aula con i suoi amici che non lo vedono da molto tempo.

Un’altra sua amica testimonia che, dopo la rapina in banca attribuita a Simos, è stata pedinata dalla polizia e infine da essa rapita. E’ stata condotta nella stazione di polizia, le è stato chiesto di riconoscere Simos nelle foto, e quando ha detto che non lo riconosceva, la polizia ha detto che avrebbero arrestato il suo ragazzo se non confermava che il ragazzo nella foto era Simos. Lei ha detto alla corte che ciò che è successo a lei è successo anche a tante altre persone. Dopo la testimonianza della ragazza, è iniziata quella di un vecchio comunista. Ha detto alla corte che ha sofferto la repressione durante la dittatura e che lo stesso tipo di repressione sta ancora avendo luogo nella nuova democrazia.

Durante questa testimonianza, Simos ha chiesto scherzosamente di andare in bagno. Ha afferrato le sue due stampelle ed è stato scortato al piano di sopra dai poliziotti dell’antiterrorismo. Quando è ritornato, stava testimoniando il marito di sua sorella, il quale diceva ai giudici che la polizia si è vendicata nei confronti del suo amico, che essa si è basata su testimonianze forzate, e che quando a Simos è stata amputata la gamba, la polizia non ha permesso a nessuno dei suoi familiari di visitarlo. La gente in aula ha iniziato a farsi sentire dopo queste parole, essendo ancora arrabbiata per ciò che lo stato ha fatto al loro amico.

E poi è arrivato per Simos il turno di parlare. Appena ha iniziato a parlare, molte persone hanno iniziato a piangere. Non posso tradurre tutto ciò che ha detto, ma sono sicuro che abbia detto questo alla corte che lo stava giudicando: “Non mi aspetto nulla dallo stato. Voi siete lo stato. Non ho altro da dire.” Con queste parole, Simos ha chiuso.

Dopo una breve pausa, una tra i giudici ha iniziato a elencare le prove contro Simos. Appena ha iniziato la sua filippica inquisitoria, il cielo si è fatto pesantemente grigio. Tutto ad un tratto, c’è stato un lampo, seguito da un tuono. Tutti nell’aula hanno iniziato a sorridere e ridere. Quando ha finito, la difesa ha detto alla corte i motivi che rendono Simos innocente. Fatto ciò, il cielo lentamente si è schiarito. Dopo ciò, i giudici si sono ritirati nelle loro camere e tutti hanno atteso. Quando sono tornati, il verdetto è stato annunciato: Innocente. Tutti hanno gioito e sorriso. Anche se Simos dovrà restare in cella, il pericolo più serio è ora passato. Tutti hanno poi lasciato l’aula. Ma la tempesta era già passata e gli amici di Simos sono potuti tornare a casa senza inzupparsi di pioggia.

 

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Grecia – Qualche parola dal padre di Giannis Skouloudis

* actforfreedomnow.wordpress.com

# cenere

(Terrorismo come azione di un innocente…) Da quando i ventenni vengono chiamati terroristi? Battezzati come cristiani a 2 anni e come terroristi a 22, lodati quando leggono anche libri non scolastici che poi vengono usati come prove a loro carico, indossano magliette bianche ai cortei e adesso bianchi giubbotti antiproiettile nei tribunali…”. Riflettiamo su questo…

Sono passati 7 mesi dal giorno in cui hanno arrestato mio figlio Giannis Skouloudis per l’incendio di alcuni veicoli della DEI (compagnia elettrica nazionale). Lui ha rivendicato l’azione subendo così la detenzione nella prigione di correzione giovanile di Avlona, così lo stato chiama questi moderni buchi infernali di anime.

Vedendo che la guerra si intensifica sempre di più, sento il bisogno di salutare, volendo dare forza e coraggio, tutti quelli che gli stanno vicino, quelli che resistono, che lottano e continuano a lottare dentro e fuori le prigioni contro questo marcio sistema che vuole renderci tutti schiavi. Contro la repressione, il baciare culi e arraffare tutto ciò che si può. Contro le buone maniere, il mito di una vita organizzata e il moderno stile di vita come ideale supremo di tranquillità, ordine e sicurezza.

Dalla mia posizione di genitore sono fiero di mio figlio e del suo comportamento ma anche di quello degli altri ragazzi che lottano per la libertà di pensiero e individuale.

E qualche parola per i genitori. Noi mettiamo i nostri ragazzi in questo mondo, li cresciamo ed arriva per noi il momento di permettere loro di condurci nel futuro. Noi cerchiamo di tenerli incatenati ancora al passato. Stiamogli vicino nelle barricate ed impariamo da loro.

Mando tutta la mia solidarietà a tutti i prigionieri politici ma anche a tutti quelli che fuori le prigioni continuano a lottare scegliendo il difficile cammino verso una libertà assoluta.

Giorgios Skouloudis

5 maggio

 

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Francia – Cipriani ottiene il rilascio condizionale

* thisisourjob.wordpress.com

# cenere

Georges Cipriani, ingiustamente imprigionato dal 15 aprile, è stato rilasciato dalla prigione di Ensisheim. Avrà finalmente la possibilità di tornare a lavorare e tornare a casa sua ogni notte come un uomo libero.

Dopo l’udienza della scorsa settimana, la corte d’appello di Parigi ha fondamentalmente confermato la decisione originaria della corte garantendo il rilascio condizionale, che era stato chiesto dal procuratore generale.

Quindi, il 4 maggio segna l’inizio della fase finale del percorso giudiziario di Cipriani: cinque anni di libertà soggetta a condizioni e severe restrizioni riguardo ai suoi movimenti.

Il collettivo Ne Laissons Pas Faire! saluta il coraggio e la forza mostrate da Cipriani durante il suo quarto di secolo in prigione. Come Joelle Aubron (morto di malattia cinque anni fa), Nathalie Menigon, e Jean Marc Rouillan, la resistenza di lungo termine del nostro compagno ha sconfitto il programma statale di annichilimento di questi prigionieri rivoluzionari.

Noi rimarremo vigili fino a quando i tre militanti di Action Directe non saranno completamente liberi. Menigon è nel suo terzo anno di rilascio condizionale, mentre il rilascio parziale di Rouillan dopo i suoi due anni di nuova prigionia inizierà il 19 maggio.

 

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(de) Razzia und Beschlagnahmungen in der Zelle von Gabriel Pombo da Silva


* abc-berlin.net

In der Zelle des in Aachen inhaftierten Anarchisten Gabriel Pombo da Silva wurde eine Razzia durchgeführt. Ihm wurden sämtliche CDs, DVDs und Postkarten mit politischen Sprüchen weggenommen. Des weiteren nahmen sie seine Hanteln (die genehmigt waren), wie auch die Schreibmaschine mit.

Darüber hinaus wurden persönliche Fotos von ihm zerrissen. Angaben von Gründen gab es nicht.
Sein Anwalt ist informiert.

Gabriel ist sehr wütend und möchte Unterstützung.

Schreibt ihm:
Gabriel Pombo da Silva
JVA Aachen
Krefelder Str. 251
52070 Aachen

 

 

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Nuevo sitio de Liberación Total


Contra toda forma de dominación!

Bienvenidxs al nuevo sitio

* http://liberaciontotal.lahaine.org/?p=3313

El cierre de entodaspartes.net, en agosto pasado, trajo consigo tambien el fin (momentaneo) de Liberacion Total, coincidiendo con el golpe represivo que se veia venir, el cual se concreto el 14 de Agosto de 2010, con cerca de 20 casas allanadas y alrededor de 30 personas detenidas de las cuales 14 (en un comienzo) quedaron en prisión. Una operación por parte del Poder que no solo pretendia buscar responsabilidad judicial tras los ataques explosivos e incendiarios a la hegemonía del Dominio, sino que también buscaba castigar a quienes forman parte de la lucha contra lo impuesto. Es en este contexto que quedamos sin sitio para continuar, por lo tanto las actualizaciones de acciones y reflexiones comenzaron a ser publicadas en una pequeña sección de lahaine.org.

Hace algunas semanas se pudo materializar un sitio donde alojar este proyecto, y desde aquí continuar firmemente con la difision y el apoyo de la praxis hacia el fin de toda forma de dominación. Con reflexiones, traducciones, reivindicaciones, publicaciones y todo tipo de aportes a la guerra difusa y multiforme librada alrededor del mundo.

Como parte de este apoyo es que saludamos a Silvia Guerini, Costantino Ragusa, Luca Bernasconi (Billy) y Marco Camenisch eco-anarquistas presxs en Suiza; a Braulio Duran y Adrian Magdaleno presos anticivilización en México; a lxs compañerxs anarquistas y antiautoritarixs encarceladxs en Grecia, que al ser cerca de 30 se nos hace dificil nombrarlxs a todxs; a lxs guerrerxs por la liberación animal y de la Tierra encarceladxs en EEUU, especialmente a Walter Bond; a los presos anarquistas encarcelados en Bielorrusia acusados de ataques incendiarios; a lxs guerrerxs por la liberación animal recientemente absueltxs en Austria y a lxs compañerxs acusadxs de asociacion ilícita terrorista en el “caso bombas” acá en $hile y que ahora se encuentran fuera de las jaulas. En este espacio el apoyo a lxs compañerxs presxs es uno motivos principales, donde la lucha se construye desde ambos lados del los muros de forma reciproca.

De igual forma un saludo de apoyo a quienes han decidido el digno y dificil camino de la fuga y que en este territorio bajo el golpe represivo llamado “caso bombas” compañerxs pasaron a la clandestinidad, lo cual no significa que por el hecho de estar siendo buscados por las policias no se pueden mencionar y hay que hacer como si nada a pasado, más aun cuando por medios de sus propias palabras han llamado a la reflexion. Saludamos Diego Ríos que desde el 24 de junio de 2009 esta con orden de detención, también a Gabriela Curilem que desde el 14 de agosto de 2010 esta con orden de detención acusada de financiamiento a la ficticia asociacion ilícita terrorista. Apoyo y fuerza para ustedes y todxs lxs compañerxs en busqueda y captura tanto en $hile como en Grecia donde hay varios compañerxs en la misma situación.

Compañerxs lxs invitamos a visitar el sitio y aportar medinte el mail (liberaciontotal[a]riseup.net) o a través del sitio en la “sección contactar“. Las entradas antiguas pueden presentar algunos errores los que se iran solucionando de a poco y también ahora las entradas iran con la debida autoria (cuando corresponda) antecedido con un “por (ej: anónimx)”. Este es un nuevo comienzo…

En memoria del compa Mauricio Morales a casi dos años de su muerte!

Por la liberación humana, animal y de la Tierra!

Contra toda forma de dominación!

Liberación Total
www.liberaciontotal.lahaine.org

 

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Carta de Hristos Tsakalos


Ya hace un par de semanas, los fiscales al caso de Células del Fuego citaron varios compañeros presos miembros de CCF como también a lxs 6 compañerxs detenidxs en la operación antiterrorista del 4 de diciembre de 2010 (K.Sakkas, G.Karagiannidis, A.Mitrousias, S.Adoniou, D.Mihail, H.Politis) para llamados “interrogatorios adicionales” en un intento de ver si se puede meter a todxs en el mismo “saco de las Células”. Algunas personas fueron llevadas por eso al Tribunal Supremo de Atenas (en ambos casos que ocurrió un pequeño grupo de solidarixs estaba presente fuera para saludarles gritando consignas), mientras que otras fueron trasladadas a la cárcel Koridallos de Atenas y ahí visitadas por los curiosos fiscales Baltas y Mokas, para recibir lo que se merecían: silencio y rechazo de colaboración. El 27 de abril trajeron el compañero Hristos Tsakalos a la cárcel Koridallos para una cita semejante, pero él se negó siquiera ver a sus caras. En vez de esto, publicó la siguiente carta:

Hoy, pues el miércoles 27 de abril, oficialmente notifico las autoridades judiciales: no me “molesten” otra vez con sus continuas y repetidas citaciones para presentarme en los procedimientos interrogatorios, porque si no, recibirán de mi parte la Negación directa y “vertical” en su cara y además un desprecio de hecho.
No voy a compartir ni un milésimo trozo de dialogo con mis jueces. Como ya repetidamente les he dicho, no reconozco a sus procedimientos y me niego legitimizarlas, sea ética o políticamente, tras mi presencia. Tengo la consciencia clara y no declaro nada ante los dignitarios del Estado. Los únicos que van a juzgar mis actos sean yo mismo, la gente rebelde que elije de implicarse en el “crimen” de la libertad y la historia misma.
Me niego de presentarme delante de ellos, esposado y acompañado por los encapuchados bravucones de EKAM y de la Antiterrorista, para tomar parte en la farsa que montaron.
Por lo tanto, no voy a llegar puntualmente a esas citas montadas por ellos.
Al contrario: la mafia judicial que se prepare para las citas que tendrá con su propio destino histórico. Porque estos son los tiempos en que para los funcionarios judiciales, aparte del dinero y las promociones a los cargos más altos que reciben, la recompensa puede ser también una fuerte lluvia de balazos o una potente bomba en sus coches. Y eso no es amenaza, se trata simplemente de una notificación sobre hechos que pueden pasar.
Aparte de todo eso, con la ocasión de mi negación publica de conversar con los dignitarios judiciales, quiero decir un par de cosas sobre la gangrena judicial que intenta, como una epidemia, atacar a los círculos antiautoritarios. Al observar el desarrollo de los interrogatorios llegaremos a una conclusión evidente: el poder judicial funciona para el Estado así como lo hizo la Santa Inquisición para la iglesia cristiana en la Edad Media.
No hay ya duda ninguna respecto a los juicios que vienen: no se trata simplemente de los juicios contra algunas organizaciones revolucionarias, como la Conspiración de Células del Fuego, sino de la persecución penal de toda una parte del corriente combativo del ámbito antiautoritario.
A estas persecuciones penales les está dictando la voluntad policial del Estado, frecuentemente fabricando unos montajes absurdos contra los anarquistas que luchan y como el objetivo teniendo la criminalización de elemento más activo de los círculos subversivos.
Es un proceso de intercepción de los elementos más combativos y peligrosos, para obstaculizar su permanente movilidad y su posible conexión/asociación con las imprevisibles situaciones que surgirán a la vista de la crisis económica-social.
Para lograr sus planteamientos, el Estado se ha esforzado de demostrar que existe una red armada anarquista que está relacionada o con O.R. Conspiración de Células del Fuego o formada por unas autónomas y “anónimas” organizaciones terroristas, sin que estas efectuaran acciones (el caso de los compañeros de Tesalónica: D.Dimitsiadis, M.Tsilianidis, F.Fessas y S.Tsifkas, el caso de los 6 compañeros detenidos el 4 de diciembre). Desde luego que las autoridades judiciales, llegando al apogeo de su prestación de servicios al Estado, no vacilaron de poner en cárcel preventiva al anarquista Dimitris Hadzivasiliadis por una simple posesión de armas ( fue detenido durante una control casual teniendo encima dos pistolas), “adivinando” que tenía la intención de utilizarlas para “ejecutar actos terroristas”. La aplastante verdad es que fue encarcelado por sus convicciones anarquistas, que desde su anterior detención ya estaban ahí, en los ficheros de la policía.
Sin embargo, la inmolación judicial no se acaba aquí. El actual síndrome fiscal que inspira a los funcionarios judiciales esta barriendo a todo un tejido social de los contactos entre unos “terroristas sospechosos” por pedido. Amigos y los que se relacionan con los acusados sean detenidos, señalados y finalmente también encarcelados (D.Mihail y S.Adoniou del caso de los de 4 de diciembre). Naturalmente, una suerte parecida espera a los amigos y conocidos de los miembros de organizaciones y individualidades anarquistas que asumieron la responsabilidad política por sus actos.
Esos últimos más y más a menudo ven como sus cercanos y conocidos que no tienen nada que ver con las acusaciones que se les adjudica, quedan detenidos, sus fotos decoran las primeras páginas de los diarios (como el K.P. durante las últimas detenciones de CCF o el K.S. por el caso del anarquista Rami Sirianos) y a veces acaban encarcelados (como el anarquista Panagiotis Masouras y otras personas en el primero caso de CCF, los anarquistas Hristoforos Kortesis, Sarandos Nikitopoulos y Vagelis Stathopoulos por el caso de Lucha Revolucionaria).
Como si eso no sería suficiente, el totalitarismo judicial hace un paso hasta más desvergonzado que la arbitrariedad policial. En ciertas ocasiones, si no haya siquiera relaciones de amistad se les está inventando (el caso del anarquista H.Politis), mientras que en otras la simple coincidencia de un apellido (caso de la anarquista F.Meyer) lleva a los contemporáneos detectives Clouseau a unas situaciones de confusión tragicómicas cuando mezclan a los imposibles guiones de la “conexión genealógica” con la organización revolucionaria RAF. Al mismo tiempo, cuando la mentira que rivaliza con la arbitrariedad no sea suficiente, llega la “vitrina” de la ciencia para confirmar la coartada del Estado (caso del anarquista A.Seirinidis que está en cárcel preventiva acusado de disparar sobre la lechera de antidisturbios, la prueba contra él siendo el ADN encontrado en una mascarilla quirúrgica recogida en la zona de Eksarhia).
Finalmente, tampoco se ha abandonado a “la vieja y conocida arte” de acusaciones prefabricadas y “hinchadas”, como en el caso de los compañeros hermanos Anastasiadis (el caso del ateneo “Nadir” en Tesalónica) o del ficticio guión de atraco (el caso de Psahna en isla de Evia, así el primer caso en que se arresta a una gente y les acusa del atraco sin que ellos tuviesen armas o dinero). Por supuesto que para la carga de ese persecutorio “golpe de estado” el terreno lo prepara la vanguardia de los periodísticos “juicios televisivos”. Si no hubiesen sido los medios de comunicación quién prepara el terreno, el sistema judicial no lograría de aplicar tan descaradamente su brutalidad, y quizás fuese obstaculizado por las “voces de protesta democráticas” de algunos “portadores progresistas”.
Es muy característico el caso del arresto de los 6 en diciembre pasado. Los funcionarios al servicio de la mentira se desenfrenaban delante de las cámaras y desde sus estudios de TV diciendo que los sospechosos (que para ellos son ya “culpables”) son miembros de O.R. Secta de los Revolucionarios. Si, el primer día no vacilan de “reconocer” a uno de los detenidos como él en busca y captura y con un precio puesto a su cabeza compañero G.Tsironis (el caso de los “atracadores de negro”, en que están acusados también Marios Seisidis y su hermano Simos, a quien los cerdos policiales dispararon por la espalda y luego, debido a su grave herida los médicos le amputaron una pierna. ¡Fuerza Compañero!)
Cuando todo eso resultó de ser un guión de ciencia-ficción, los periodistas dijeron “Ningún problema…” y sirvieron otra vez una nueva “verdad” sobre las conexiones con O.R.CCF. Una verdad puesta en escena que la sociedad de espectadores de TV se tragó (con la misma facilidad que las anteriores), dijo “Gracias” y se fue a dormir mas tranquilamente que el día anterior y siendo más obediente para el día siguiente.
Ahora ya, a lo que no puede ser condenado en términos reales sea condenado en la manera espectacular en el altar ritual de los medios de comunicación. Hoy en día, solamente en el generalizado clima del estado de excepción dirigido por los periodistas se puede montar tan cómodamente “el teatro de la justicia”.
Porque hoy en día, más que nunca, la persecución penal no busca a unas individualides “culpables”, sino esta cazando al imaginario general de lo Culpable colectivo, apuntando a los círculos antiautoritarios y subversivos. La confusión de los cargos, el ambiguo complejo legal que permite llevar a juicio unas meras “intenciones”, los encarcelamientos basados en “el certificado de la prudencia social” y los decretos vagos constituyen una fórmula que lo incluye todo. Parece que las autoridades judiciales dicen:”En cada caso, estás culpable…”
Yo mismo pues, siendo “conscientemente culpable” y al haber asumido mi pertenencia a la organización revolucionaria Conspiración de Células del Fuego, no he esperado nada otro de nuestros perseguidores. Estuvieron justo a la altura de los sueldos que reciben y de su dignidad.
Cuando nos hemos lanzado como CCF en una guerra sin límites contra el Poder y sus dignitarios, fue de esperar que nuestros enemigos nos carguen el castigo sin buscar otro pretexto.
Sin embargo, eso no me impide de hablar. Además, no me estoy dirigiendo a los pequeños dictadores de las autoridades fiscales ni a las encorbatadas panchas de los jefes, ni a los espiritualmente mutilados de los servicios policiales, ni siquiera a una sociedad que en lugar del corazón se ha puesto un manojo de llaves, llaves de coche, llaves de casa, llaves de valla, llave de intelecto, llaves de emoción, y cierra, cierra, cierra a sus propios miedos, silenciando a las pantallas y sonriendo a los escaparates.

Me estoy dirigiendo a los insumisos e indomables espíritus de nuestra época, a las pequeñas minorías que no se inclinan, a las personas que piensan libremente, a la gente rebelde, a los lobos que se salvaron de los cazadores. No podemos dejar que el viento se calme, porque dentro de nosotros miles de péquenos fuegos siguen incendiando a nuestra rebeldía.
Nuestros actos deben que hablar con todavía más fuerza, gritar más porque por sí solo “ningún verso movilizará a las masas, ningún verso derrumbará a los regímenes”. Se necesita la lucha, la lucha, la lucha.
Lucha que incluye gritos y consignas en las manifestaciones, lucha que incluye molotovs ardiendo, lucha que incluye piedras y pinturas, lucha que incluye armas, granadas de mano y bombas, lucha que incluye lápiz, bolígrafo y libros, lucha que incluye incendios y conspiraciones, lucha y siempre la lucha.
Acabando, voy a recordar a nuestros perseguidores que su justicia la tengo escrita por debajo de mis zapatos más viejos. Conozco las sentencias de los juicios que todavía no fueron realizados, conozco las decenas de años que nos van a cargar. Lo sé, pero no voy a agachar mi cabeza ante de ellos. Sean seguros que se tratará de unas batallas muy duras.
En lo que se refiere a la descripción de mi persona, tanto por los medios de comunicación como por los oficiales judiciales, como “dirigente ejecutivo” de la organización, les lo devuelvo en la cara. Justo porque ellos aprendieron de funcionar con superiores y subordinados, deben que aprender que la Conspiración de Células del Fuego no tiene ni jefes ni seguidores. Nuestra única autoridad, nuestro único principio es la nuestra consciencia.

El texto presente que sea considerado como una chispa mas para la dura y innegociable lucha que llevaremos a cabo para lograr a la convivencia política y la creación de los colectivos políticos dentro de las cárceles.
Llegamos a la conclusión que el totalitarismo democrático está lanzando algunos de sus ataques por encubierto, como un puño de hierro en guante de terciopelo. Ya, nosotros los miembros de CCF pero también otros compañeros vivimos el ennoblecido régimen del moderno “aislamiento político”, porque estamos esparcidos por todos los rincones de Grecia: Kerkyra, Komotini, Grevena, Malandrino, Domokos, Thiva, Trikala, Koridallos. A la mayoría de nosotros nos metieron en “módulos de protección” (ahí están acogidos los sujetos más miserables de la cárcel: chivatos y violadores), para de este modo hacernos perder cualquier contacto social, o sea cargarnos con castigos disciplinarios, cuando apaleamos a alguno de esa basura humana con cuales compartimos el modulo.
Naturalmente no estoy olvidando sobre la condición de aislamiento que sufren los miembros de Lucha Revolucionaria en el modulo ST de Koridallos y mi apoyo es obvio, a pesar y mas allá de los desacuerdos políticos que haya.
Esta lucha por romper con cada aislamiento y para montar unos colectivos políticos de convivencia es el primer paso en un camino largo hacia los indeterminables hoyos de la rebeldía.
Acabando, me “prestaré” un par de palabras: “Y los jueces, apenas aquel entró, se inclinaron y hablaron algo entre ellos. Y le preguntaron: ¿Sois muchos? Y él, quien sabe si por casualidad o quizás para responderles, les mostró el muchedumbre fuera, detrás de la ventana. Y los jueces gritaron: ¡¿Para qué necesitamos otros testigos?! Y entonces se recordaron, que una vez, hace muchos años, esas palabras ya han sido dichas. Y les pilló un miedo tremendo.”
Dedicado a mis hermanos, los compañeros de la Conspiración de Células del Fuego: G.Tsakalos, O.Ikonomidou, P.Argyrou, G.Polydoros, M.Nikolopoulos, H.Hadzimihelakis, G.Nikolopoulos y D.Bolano. Igualmente, mando mi saludo compañerista a los viejos compañeros de FAI y a los anarquistas mejicanos de FLT (ELF). Mis pensamientos están con los compañeros del “caso bombas” en Chile, que están en huelga de hambre.

Viva la o. r. Conspiración de Células del Fuego
Viva la Federación Anarquista Informal/Frente Revolucionario Internacional

Tsakalos Hristos
Miembro de CCF

 

 

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Gustavo Rodríguez – Jurasic Park: El imposible revival del especificismo

Crónicas de encuentros y desencuentros desde un (Primer) Congreso Anarquista en México

Lo enterraron, pero durante toda la noche fúnebre, desde las vitrinas iluminadas, sus libros, colocados de tres en tres, lo velaban como ángeles de alas desplegadas y semejaban, para el que ya no existía, el símbolo de su resurrección.

Marcel Proust

 

Más allá de la muerte se vive (…) y desde ultratumba los espíritus dominan nuestras vidas y eligen nuestro destino (…) son los fantasmas que moran entre nosotros (…)

Allan Kardec

Aclarémoslo con fuerza y desde el principio para evitar malentendidos: aquí, no pretendemos descalificar los esfuerzos organizativos del denominado Primer Congreso Anarquista de México ni atacar a sus organizadores, tampoco tratamos de desconocer las verdaderas motivaciones y objetivos que dieron lugar a tal evento, todavía menos se intenta obstruir el periplo que comienzan desde tan nebuloso puerto. Simple y llanamente se desea situar nuestra reflexión en el espacio insoslayable del debate.

No cabe duda que al viejo Marx le asistía la razón en aquella precisión que hacía de Hegel, afirmando que: cuando la historia se repite, transforma en comedia aquello que fue tragedia alguna vez. Sin embargo –ahora que traemos a colación esta meditación marxiana– no seríamos enteramente justos si no dejáramos constancia de que no tod@s l@s participantes en dicho Congreso apostaban a la repetición y, mucho menos, optaban por la comedia. La presencia de una miríada de jóvenes compañer@s, hart@s pero decidid@s, constatan lo anterior, en clara oposición a la visión regresionista –consciente o no–, al sentimiento nostálgico y a la vocación espiritista que emergía del ambiente.

Es claro que ha llegado la hora de discutir algunas nociones clave y la de “anarquismo organizado” seguramente es la principal, ya que de ella emana la complicada ramificación que hoy nos ocupa con sus respectivos rótulos de especificidad al interior del especifismo. Para quienes conocemos desde adentro el largo camino de desvirtuación del período de ideologización del anarquismo, es inevitable encontrar numerosos puntos de contacto con lo que está ocurriendo en nuestros días. Es por eso que toda esta moda en torno al “anarquismo organizado” –ya sea de “síntesis” o “especificista”– no es percibida como una operación teórica de elaboración original sino como una operación política de acercamiento con sectores del anarquismo “oficial” y del “anti-capitalismo” difuso. No fue casual la presencia de representantes de una que otra sigla, como actores estelares del conocido elenco de organizaciones ficticias.

 

Con todo, hay dos diferencias respecto a lo que ocurría hace medio siglo atrás. Habría una primera diferencia que hoy presenta rasgos más negativos y es que aquella debacle fue apenas un movimiento propio de repliegue y la rearticulación del anarquismo luego de la derrota del anarcosindicalismo español y, curiosamente, sin lograr ejercer irradiación alguna; mientras que hoy, estamos frente a un fenómeno que se ve en Argentina, en Chile, en Bolivia, en Brasil, en Ecuador, en Perú, etc. –Destacan por pomposos y ridículos, un par de ensayos recientes: resurrección de la FACA (Federación Anarco Comunista Argentina) y el delirio intergaláctico de la OPAR en contubernio con una escuela de samba protoleninista– Pero la segunda diferencia ya presenta rasgos a asumir de modo más optimista puesto que la intención es sencillamente caricaturesca: no existe realmente –con peso específico notorio– ese “anarquismo organizado” que aluden y lo único que se percibe en ese campo es un remedo penoso, esquemático y panfletario que no sabe a dónde ir y por lo tanto, se aventura a la comedia. Lo más triste es que esto, ni a comedia llega, es un culebrón de mal gusto y sin audiencia, que se elabora a manera de libreto alejado de la realidad concreta en el marco de la más ferviente tradición de las taranovelas de Televisa. Desde luego, como siempre pasa en el ámbito de la ficción, ya comienzan a hilar la trama del próximo capítulo. No es accidental la instalación del rústico e improvisado quirófano ni las estrambóticas estructuras a la espera del rayo del renacimiento que eche a andar al cadáver. Ergo: la resurrección de la FAM (Federación Anarquista de México).

No podemos decir que estamos decepcionados, ello implicaría cierta expectativa. Pero si hemos de confesar un profundo dolor. En lo más hondo. Hace largo rato habíamos abandonado la congresitis crónica, la reunionitis congénita; hace tiempo añejo decidimos huir hacia adelante donde no nos alcanzara el fétido olor a ideología, donde el número no comprometiera la propuesta, donde no se impusiera el anarquismo, donde se viviera la Anarquía. Por eso, nos causó un enorme pesar ver a compañer@s recurriendo a las mismas prácticas miserables que tanto han criticado en el pasado, echando mano de la tergiversación, de la inducción, del manoseo, para acomodar las relatorías y propuestas a un guión previamente elaborado. No hubo alternativa: cuando detectamos que el timón estaba amarrado nos lanzamos al agua. Justo antes que se abriera la plenaria –y tuviéramos que escuchar una danza pregrabada pero pretendidamente compuesta a partir de nuestros acordes– nos retiramos. De no ser así no quedaba más opción que recurrir de nueva cuenta a la nota discordante, al disparo ensordecedor en el concierto. Preferimos hacer mutis. De lo contrario se hubieran exacerbado más los ánimos y no, no vale la pena continuar contribuyendo a la leyenda negra. Definitivamente, fue tan enérgica la invocación que se apersonaron los espíritus. Sólo que ante este aluvión de ánimas fue imposible pasar revista para controlar “tendencias” y evitar agendas a todas luces contradictorias. Era la hora de los muertos. De repente escuchamos el eco de un bastón y la voz temblorosa de Fidel Miró ordenando alzar las anclas y emprender, una vez más, el viaje en círculo: la eterna y tortuosa travesía hacia ningún lugar.

Gustavo Rodríguez.

México, a cuatro de mayo de 2011.

 

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Buenos Aires – 14 de mayo, cena fraterna en apoyo a lxs compas de $hile

Cena Fraterna – Sábado 14 de Mayo [bs. as.]

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da firenze a bologna

firenze: scritte solidali

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(cat/es/it) Accions en resposta a l’asessinat de PATRICIA HERAS


http://barcelona.indymedia.org/newswire/display/419422/index.php
04 de mayo 2011
Que no paren las aciones!

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* CLOT:
http://barcelona.indymedia.org/newswire/display/419223/index.php
Mensaje anónimo enviado a
La Haine.
La nit del dijous 28 d’abril, vam atacar amb martells dues caixes al carrer Rogent. Ho vam fer per respondre a la mort d’una companya; per deixar brotar la nostra ràbia en compte d’anaestesiar-la; per a què aquells que se n’aprofiten de la nostra misèria també recollin les conseqüències. Desitjaríem poder venjar a Patricia atacant als policies, jutges i periodistes responsables del montatge del 4F, però de moment, tot i les nostres ganes, ens conformem en atacar a dues seus dels seus amos.
Patrici, no t’obliderem. Estès amb nosaltres. Continuarem lluitant contra el patriarcat, contra les presons i contra tota dominació fins que totes siguem lliures. Continua a leggere

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(es/it) Barcelona – Atacada zona rica

* barcelona.indymedia

En la madrugada del 3 de mayo atacamos con un artefacto incendiario un coche de lujo en la zona alta de Sarrià con el propósito de recordar a nuestros enemigos que la lucha contra la miseria continúa.En éste caso en memoria de Patricia Heras pero también como guiño cómplice a todos los que por enfrentarse a este orden son hoy perseguidos y hostigados,para que quede claro que no están solos,que nunca estarán solos y que seguimos en pie de guerra teniendo claro a nuestro enemigo.No necesitamos excusas para el ataque a lo que nos pretende esclavizar pero esta madrugada salimos a la calle para reivindicar y vengar a nuestros muertos,porque no olvidamos ni nos paralizamos frente a los golpes del poder.Un poder concreto,materializado en sus perros guardianes,políticos,empresarios,bancos,juzgados etc.Seguiremos apuntando a sus barrios, a sus casas,sus coches,a todo lo que los mantiene,sustenta y defiende.Si ellos son los responsables de nuestra miseria …¡que vivan con miedo!…Estamos en todos lados.La venganza está a la vuelta de sus esquinas…”we are getting closer…”

algunxs en guerra

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Barcellona – Attaccata una zona ricca

Nella notte del 3 maggio abbiamo attaccato con un ordigno incendiario un’auto da lusso nella zona alta di Sarrià con l’intento di ricordare ai nostri nemici che la lotta contro la miseria continua. In questo caso, in memoria di Patricia Heras, ma anche come complice ammiccamento a tutti quelli che per essersi scontrati con questo ordine sono oggi perseguitati ed osteggiati, in modo che resti chiaro che non sono soli, che mai saranno soli e che restiamo sul piede di guerra contro il nostro nemico. Non abbiamo bisogno di pretesti per l’attacco contro chi ha la pretesa di schiavizzarci, ma questa notte siamo scesi in strada per rivendicare e vendicare i nostri morti, perché noi non dimentichiamo e non ci paralizziamo dinanzi ai colpi del potere. Un potere concreto, materializzato nei suo cani da guardia, nei politici, negli imprenditori, nelle banche, nei tribunali, ecc. Continuare a puntare sui lori quartieri, sulle loro case, auto, e tutto quel che li sostiene, mantiene e difende. Se essi sono i responsabili della nostra miseria… che vivano con la paura! …siamo dappertutto. la vendetta è all’angolo… “we are getting closer…”

algunxs en guerra

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Altre azioni per Patricia

Da Indymedia Barcellona, trad. inglese di 325.nostate.net

#cenere

In risposta alla morte di Patricia Heras a Barcellona

Nella notte di Giovedì 28 Aprile abbiamo attaccato con dei martelli due banche in Rogent street. L’abbiamo fatto in risposta alla morte di una compagna; per permettere alla nostra rabbia di scoppiare più che di anestetizzarsi; cosicché quelli che approfittano della nostra miseria ne paghino le conseguenze. Vorremmo essere capaci di vendicare Patricia attaccando poliziotti,giudici e giornalisti responsabili della montatura 4F, ma al momento, oltre ai nostri desideri, ci limiteremo ad attaccare due sedi dei loro possessori.

Patricia, non ti dimenticheremo. Tu sei con noi. Continueremo a lottare contro il patriarcato, contro le prigioni e contro l’intero dominio fino a quando tutti saranno liberi.

(Dopo, nella notte del 2 Maggio, il municipio di Girona, un’altra città in Catalogna, è stato attaccato con dei sassi ed è stato scritto con la vernice “Noi non dimentichiamo Patricia, PSC (Partito Socialista, al governo al tempo della montatura 4F) assassini”)

Nella notte del 30 Aprile, Giornata Internazionale del Sabotaggio, Notte delle Streghe, sono state attaccate in tutta la città agenzie interinali, banche, istituzioni lavorative.

 

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Indonesia – Libertà per Tukijo – Sequestrato dalla polizia!

325.nostate.net

#cenere

Tukijo, uno dei contadini che combattono contro le miniere di ferro nel litorale di Kulon Progo, Indonesia, è stato ingannato e preso in custodia dalla polizia, all’interno di una mossa ben studiata a favore degli interessi industriali, il 1 maggio alle ore 23. Fino ad ora, Tukijo, che era stato preso dalla polizia con il pretesto dell’arresto, non è ritornato nel tempo indicato dalla Legge N. 8 del 1981 del Codice di procedura penale che è 24 ore (articolo 19).

Il rapimento non è stato per nulla menzionato così come l’arresto perché la polizia non ha adempito ai suoi obblighi come stabilito dal Codice di procedura penale, tra i quali:

1. Eseguire un mandato di arresto per supposti atti criminali basati su prove evidenti del fatto (Articolo 17).

2. Svolgimento dell’arresto. Condotto da ufficiali di polizia della Repubblica Indonesiana che devono mostrare il documento di assegnazione e dare ai sospettati il mandato d’arresto che conferma l’identità del sospettato e motivo le ragioni dell’arresto e una breve descrizione del caso criminale così come il luogo dove sarà esaminato (Articolo 18 paragrafo1).

Una copia del mandato d’arresto, in riferimento al paragrafo 1, dovrebbe essere data alla famiglia subito dopo che gli arresti vengono eseguiti (Articolo 18 paragrafo 3).

Tukijo è accusato di aver presto in ostaggio 7 persone della compagnia mineraria PT JMI – 7 impiegati anche se essi sono stati messi in guardia e avvisati in maniera non violenta dalle comunità costiere di provvedere alla propria sicurezza quando sono in strade o vie di trasporto utilizzate dalla PT JMI non precedentemente concordate dal momento che il territorio è vicino alle zone di lotta. Comunque, essi deliberatamente hanno violato più volte gli accordi, anche quando avvertiti di evitare disordini. Sembra che la PT JMI voglia conquistarsi l’opportunità per ridimensionare la libertà e i diritti umani delle comunità costiere attraverso le mani dell’apparato statale con disinformazione e rapimenti.

E’ giusto per Tukijo e per chiunque non chiunque non voglia collaborare alla propria trappola come sospettato o accusato per le azioni che non ha fatto, ed è giusto per Tukijo e per ogni persona essere libera dopo una detenzione di 24 ore senza prove o una valutazione lunga 21 giorni senza risultati. Ora, dopo il rapimento, la polizia, ha preso degli ostaggi per sequestrare Tukijo per conto della PT JMI, comportandosi in maniera non diversa dalla pirateria sulle vite della gente che gli da mangiare.

Libertà e scarcerazione di Tukjio per motivi di diritto e di sicurezza delle coste di Kulon Progo!

Coltivare o morire, contro la miniera di ferro!

3 maggio 2011

 

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Grecia – Aggiornamento sul processo a Simos Seisidis (5/5/2011)

* actforfreedomnow.wordpress.com

# cenere

Il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione per Simos, dicendo che non ci sono prove che lo colleghino con le rapine. I giudici ancora non hanno annunciato la loro decisione.

Aggiornamento

I giudici hanno deciso che lui è innocente per le rapine in banca e lo assolvono da tutte le accuse, ma rimane in prigione perché è ancora accusato di tentato omicidio del poliziotto che gli ha sparato alle spalle, causando l’amputazione della sua gamba!

CHI SONO I VERI RAPINATORI ED ASSASSINI?

SBIRRI, PORCI, ASSASSINI!

LIBERTA’ SUBITO PER L’ANARCHICO SIMOS SEISIDIS!

 

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(es/it) ¡FELIPE Y FRANCISCO ESTARAN EN SUS HOGARES!

* solidaridadporlxspresxs

Los dos últimos compañeros que permanecian secuestrados en la cárcel de alta seguridad han obtenido el cambio de medida cautelar por arresto domiciliario.

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Felipe a Francisco ai domiciliari!

Gli ultimi due compagni che restavano sequestrati nel carcere di alta sicurezza (C.A.S.)  hanno ottenuto il cambiamento delle misure cautelari con la concessione dell’arresto domiciliare.

 

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Traduzione fanzine cile caso bombas

vi scriviamo per dare diffusione alla traduzione del testo scritto dal compagno Felipe Guerra sequestrato dallo stato cileno in seguito al caso bombas. Abbiamo aggiunto alla traduzione un’introduzione alla situazione di repressione che si sta vivendo adesso in cile e una nota informativa sulla relazione repressiva tra italia e cile, sperando che questo possa contribuire alla diffusione ed alla sensibilizzazione di quello che sta succedendo.

Un saluto grande a tuttx e viva l’anarchia

semi neri

Per scaricare la fanzine in pdf: http://naax.org/text/le-case-pasano2.pdf

 

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Bristol – Bruciati tre furgoni dell’ufficio per la libertà vigilata

* actforfreedomnow.wordpress.com

# cenere

La scorsa notte abbiamo bruciato tre grandi furgoni dentro il “sicuro” cortile dell’ufficio della libertà vigilata a Saint Pauls – appena fuori Stoke’s Croft, Bristol. Consideriamo la libertà vigilata come l’ingranaggio morbido del lavoro dello stato. Schedandoti ed etichettandoti, cercando di calmarti, quando tutti secondo la tua visione sopportano la merda che ci fanno ingoiare. Loro non ti rompono la testa o indossano un’uniforme imbottita ma è sicuro come l’inferno che vivono sulla vita altrui, questi robot dei tribunali dovrebbero essere trattati con disprezzo ad ogni occasione. I difensori dell’ordine esistente – e di certo i suoi falsi critici – vogliono che Stoke’s croft e Saint Pauls ritorni alla “normalità” quasi-militarizzazione della pace capitalista. Per quelli che rompono questa gabbia e scelgono di iniziare la loro battaglia per la liberazione totale qui e ora nelle proprie zone, che scelgono la gioia feroce e qualche volta la passione impetuosa di una vita per scontrarsi contro le tensioni attraverso la propria esistenza, questa pace non può continuare ad esistere. NON VOGLIAMO RITORNARE ALLA LORO “NORMALITA’”, NE’ SENTIRE IL PESO DELLA MENZOGNA NEI NOSTRI CUORI.

Come abbiamo visto, questa tensione non è avvertita solo da noi…

Con vendetta e solidarietà per tutti gli arrestati negli scontri di Stoke’s croft e nello sgombero del Telepathic hights, per gli squatters di taunton, per i perquisiti a Londra, Brighton, Edimburgo, Bologna…ma soprattutto per noi stessi.

Mandiamo inoltre i nostri più calorosi saluti anarchici ai nostri sconosciuti compagni di fuoco a Nottingham, e salutiamo i recenti attacchi contro le banche a Birmingham. Ritorniamo il saluto alle dichiarazioni del 1 Maggio da Linz.

Fino alla prossima volta.

Informal anarchist

 

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Belgio – Bersagliate decine di automobili

* suieetcendres.blogspot.com

# cenere

1 Maggio

Ghlin – Il manager della concessionaria Daihatsu AD Motors non riesce a credere ai suoi occhi. Un incendio ha totalmente distrutto 11 veicoli nella notte di venerdì. Le macchine erano parcheggiate fuori, dietro la concessionaria. La polizia sospetta che ignoti abbiano gettato molotov oltre la recinzione alta circa 4 metri. Per loro è sicuro che l’incendio sa stato doloso. La scientifica è alla ricerca di impronte. “Io non capisco. Perché hanno fatto questo? Noi non abbiamo nemici, non sospettiamo di nessuno. Siamo commercianti seri!”. La concessionaria ha subito alcuni tentativi di furto in passato, ma l’allarme spesso non funziona.

Arlon – Ad Arlon sono stati tagliati i pneumatici di 61 automobili. Alcune hanno solo avuto buchi nei pneumatici, altre 2,3 o 4 gomme tagliate. Il sindaco così come la pubblica accusa dice di non aver indizi sugli esecutori del fatto né sulle motivazioni. Secondo alcuni ufficiali di polizia l’azione potrebbe essere il risultato di un controllo avvenuto precedentemente nella serata. L’azione poliziesca nei dintorni di un bar ha trovato la resistenza di un gruppo di giovani. Finita in scontri mentre proiettili venivano tirati contro i poliziotti. Qualcuno è stato arrestato e gli scontri sono continuati davanti alla stazione di polizia. Tutto ciò era ancora in corso quando i primi cittadini sono arrivati per stilare una denuncia a causa del taglio delle ruote.

 

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Firenze – Nessun arresto fermerà questa nuova primavera…

Associazione a delinquere”, dicono loro. Noi diciamo autonomia, conflitto, azione diretta. La definiscono “smantellata”. Noi ridiamo pensando alla loro illusione.

Che l’operazione sia il frutto dell’ennesima montatura giuridica è cosa ovvia, e non abbiamo nessuna voglia di sprecare parola in merito.
Non ci stupisce il fatto che a subire obblighi di firma e perquisizioni siano stati anche diversi compagni che non partecipano alle assemblee dello Spazio Liberato 400Colpi. Sono i compagni con cui abbiamo condiviso percorsi di lotta, sono le amicizie politiche che, aldilà dei confini geopolitici classici, ci siamo sempre proposti di coltivare. Dei legami che sono stati capaci di produrre conflitto e che ci hanno fatto respirare aria nuova in una Firenze pacificata.

Bliz contro gli anarchici”, dicono loro. Noi diciamo operazione anti-insurrezionale contro tutti quelli che hanno deciso di abbandonare il feticismo dell’identità per costruire una prospettiva rivoluzionare reale dell’oggi. Contro chi, al di là di parrocchie e liturgie, ha avuto il coraggio di abitare con determinazione quei piccoli spazi di conflitto che negli ultimi mesi hanno creato crepe all’interno del dispositivo metropolitano senza portarsi dietro bandiere nè dogmi, ma confrontandosi con umiltà con un reale da conoscere e sovvertire. Contro quel movimento reale che dai tempi dell’ “onda” ha iniziato ad emergere dalle sabbie mobili del rivendicazionismo studentista e della “protesta civile”, e fottendosene contemporaneamento di cristallizzare la propria identità all’interno di una delle “aree militanti”.

Giornali e TV potranno dipingerci quanto vogliono come una setta anarcoide isolata. Sappiamo che lì fuori, nelle scuole, nelle università, nei quartieri, ci sono tanti compagni che ci conoscono e riconoscono come compagni. Fratelli con cui abbiamo condiviso materialmente e non tutti gli episodi “delittuosi” di cui ci incolpano: dall’occupazione di scuole e facoltà, dai picchetti antisfratto ai blocchi dei flussi metropolitani passando per i cortei selvaggi. Siamo sicuri che queste amicizie politiche si dimostreranno più forti di ogni operazione sbirresca.

Lo sciopero irreversibile avanza, crea sempre più crepe, preoccupa il Partito dell’Ordine partendo dal ministero dell’interno fino ad arrivare al funzionario Digos locale. Una mobilitazione studentesca più piccante del solita, una Piazza del Popolo in rivolta, una insieme di piccoli gesti scioperanti e di nuovi legami. Il bisogno di espandere ed organizzare questo movimento reale a Firenze come in altre città ha già iniziato a farsi programma. Difficile, ambizioso, pericoloso, certo.

Ma nulla potrà fermare questa nuova primavera.

LIBERTA’ PER TUTTI I COMPAGNI
A TESTA ALTA PER IL CONFLITTO SOCIALE

Spazio Liberato 400Colpi
per l’autonomia diffusa

 

 

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Fanzine sobre la militarización en acto – ELLOS ESTÁN EN GUERRA Y NOSOTRXS?

En el informe “Urban Operations in the Year 2020” de la OTAN, y de los otros documentos relacionados con él, las cabezas pensantes de la Alianza Atlántica -y por su boca los dominadores de todo el mundo- nos declaran la guerra.

Sí, de nuevo. Otra vez más…

Pero las revueltas como aquellas recientes en Grecia o en las periferias francesas han sido solamente una degustación de lo que va a caer encima de las zonas urbanas…

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fanzine sobre la militarizacion en acto (dos pdf: texto + portada)

http://zinelibrary.info/ellos-estan-en-guerra-y-nosotrxs

 

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Booklet ellos_fanzine.pdf 70.31 KB
ellos_portada.pdf 2.15 MB

 

 

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Firenze – Blitz della Digos, 5 anarchici agli arresti domiciliari, 78 indagati

Firenze, 4 maggio 2011 – Sono 22 le misure cautelari emesse dalla procura nei confronti di esponenti dell’area anarchica. L’operazione è stata eseguita dalla Digos e coordinata dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos). Nello specifico, cinque persone sono finite ai domiciliari: le altre sono stati sottoposte ad obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.  I fatti contestati sarebbero stati compiuti in gran parte nello scorso autunno, anche in occasione delle manifestazioni universitarie contro la riforma Gelmini.

Nel complesso, l’indagine ha visto indagate 78 persone. La gran parte sarebbe incensurata e legata ad ambienti universitari. I soggetti interessati dalle misure cautelari – 19 toscani, 1 napoletano, 1 nuorese e 1 anconetano – la cui età oscilla tra i venti e trenta anni, sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla realizzazione istigazione a delinquere, occupazione abusiva di edifici pubblici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.

Tra questi fatti – sottolinea un comunicato della Polizia – si ricordano la serie di danneggiamenti ai bancomat di numerosi istituti di credito fiorentini e il sabotaggio dei sistemi di videosorveglianza cittadini, ripetuti episodi di danneggiamento di sedi di partito, sindacali e obiettivi istituzionali nazionali ed internazionali, occupazione abusiva di beni immobili comunali e di enti privati, episodi di violenza contro le Forze dell’Ordine impegnate nel garantire il regolare svolgimento di iniziative di opposti schieramenti politici, numerosi episodi di interruzione di pubblico servizio concretizzatisi nel blocco prolungato della circolazione ferroviaria e stradale, con gravi ripercussioni di carattere economico e sociale, e reati connessi alle innumerevoli manifestazioni pubbliche svoltesi nel periodo oggetto di indagine (travisamento, lancio di oggetti, accensioni pericolose, porto di oggetti atti ad offendere, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale).

All’indagine della polizia  hanno contribuito i servizi segreti interni (Aisi) che, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, avrebbero in particolare fornito il supporto informativo.

fonte: stampa toscana, 04.05.11

 

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Anarchici, a Firenze 22 misure cautelari

La polizia di Firenze sta eseguendo 22 misure cautelari nei confronti di persone tra i 20 e i 30 anni legate all’area anarchica e accusate di aver danneggiato bancomat e sedi di partiti, di sindacati e di enti istituzionali.

Lo ha detto la polizia fiorentina oggi in una nota precisando che i destinatari delle misure “gravitano tutti nella locale compagine anarcoide-studentesca denominata ‘Spazio Liberato 400 Colpi‘”.

Le accuse per i 22 — 19 toscani, un napoletano, un nuorese e un anconetano — sono tra l’altro occupazione abusiva di edifici pubblici, danneggiamento, deturpamento e imbrattamento di beni immobili, resistenza, violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.

Secondo la polizia, tra l’altro, avrebbero danneggiato bancomat di numerosi istituti di credito fiorentini e sabotato dei sistemi di videosorveglianza cittadini, ma anche danneggiato sedi di partito, sindacali e obiettivi istituzionali nazionali ed internazionali.

Inoltre sono accusati di occupazione abusiva di beni immobili comunali e di enti privati, di episodi di violenza contro le Forze dell’Ordine impegnate nel garantire il regolare svolgimento di iniziative di opposti schieramenti politici, di numerosi episodi di interruzione di pubblico servizio concretizzatisi nel blocco prolungato della circolazione ferroviaria e stradale, con gravi ripercussioni di carattere economico e sociale, e reati connessi alle innumerevoli manifestazioni pubbliche svoltesi nel periodo oggetto di indagine.

L’indagine, eseguita dalla Digos di Firenze, ha visto indagate 78 persone ed è stata costantemente coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Ucigos.

fonte: agenzia italiana, 04.05.11

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Uruguay – En solidaridad con las y los compañeras/os presas/os en Chile por el “Caso Bombas”.

* periodico anarquia

El 14 de Agosto del año pasado fueron allanados numerosas viviendas y centros sociales en Santiago en el marco de una investigación que el estado chileno venía realizando desde el 2005, resultando encarceladas/os 14 compañeras/os, para quienes la fiscalía pide concenas que van desde los 10 años a la cadena perpetua, ya que se les está juzgando bajo la ley antiterrorista.
Esta ley, con origen en la dictadura, se viene usando para amedentrar a los movimientos sociales en Chile hace años ya. En este caso, basándose en acusaciones y suposiciones, y principalmente en las ideas de las/os acusadas/os a falta de pruebas reales.
Las/os compañeras/os realizaron una huelga de hambre de dos meses y la solidaridad en la calle se ha hecho sentir, siendo todas las manifestaciones solidarias reprimidas brutalmente.

¡Presas/os a la calle!

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Video de la prensa:

http://periodicoanarquia.wordpress.com/2011/05/03/en-solidaridad-con-las-y-los-companerasos-presasos-en-chile-por-el-caso-bombas

 

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Tunisia – Fuga di massa da due prigioni

* sysiphus-angrynewsfromaroundtheworld.blogspot.com

# cenere

30/4/2011 – Tunisia

Più di 800 prigionieri sono riusciti a fuggire venerdì da due prigioni della Tunisia centro-occidentale, a quanto hanno riportato i media nella giornata di sabato, è la più grande fuga da una prigione negli ultimi anni.

La Tunis Afrique Presse (TAP) riporta che un totale di 522 prigionieri sono riusciti a scappare dalla prigione di Kasserine nella mattinata di venerdì dopo due diversi incendi scaturiti in due celle. Kasserine è la capitale del governatorato di Kasserine ed è situata sotto il monte Jebel ech Chambi nella parte centro-occidentale della Tunisia. Non si è subito saputo cosa ha causato i due incendi, entrambi sono stati spenti velocemente ma non prima che più di 500 prigionieri riuscissero a scappare dalla struttura. Negozi e altre attività nella regione hanno chiuso i battenti nella giornata di venerdì per paura di violenze, ha riportato la TAP.

Nel frattempo, un totale di 298 prigionieri è fuggito dalla prigione della città di Gafsa, capitale del governatorato di Gafsa, dopo un incendio divampato in una cella. La causa non si è saputa subito, ha riportato la TAP, e non si sa se ciò è da collegarsi alla fuga dalla prigione di Kasserine.

Sabato, la TAP ha riportato che le forze di sicurezza sono riuscite a catturare un totale di 125 prigionieri di entrambe le prigioni. Inoltre hanno presidiato entrate ed uscite di entrambe le città nel tentativo di catturare più fuggitivi. Gli incendi nelle due prigioni di Kasserine e Gafsa non hanno causato vittime.

 

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Publicación Todo Por Hacer (mayo 2011)

Ya está disponible el cuarto número de Todo Por Hacer (mayo 2011).

http://www.todoporhacer.org/ftp/Todo_por_Hacer_mayo2011.pdf

Si quieres saber dónde conseguir la publicación en papel, quieres distribuirlo o tienes alguna sugerencia, escribe a todoporhacer@riseup.net


También está disponible para descargar el especial sobre la reforma de las pensiones:
http://www.todoporhacer.org/ftp/Todo_por_Hacer_pensiones.pdf


Contenidos del cuarto número:
1. Noticias
– La oposición al Tren de Alta Velocidad prosigue en Navarra.
– Huelga indefinida de los/as trabajadores/as de AUSSA en Sevilla.
– Desalojo de varios espacios okupados en Madrid y A Coruña.
– Absolución del asesino de Carlo Giuliani y llamamiento a actuar contra el G8.
– Medio millón de personas salen a las calles de Londres para protestar contra los recortes
– Ataque explosivo a la Tesorería de la Seguridad Social en Madrid.
– La reforma del Reglamento Penitenciario legaliza el Régimen FIES.
– Creación de un semillero autoorganizado en el territorio del viejo
aeropuerto de Atenas
– Nueva investigación de Igualdad Animal sobre las granjas de visones de España
2. Artículos
– Sobre la instrumentalización del Derecho Penal para acabar con el maltrato animal.
– La Revuelta de Haymarket y el Primero de Mayo: una historia de revolución.
3. Herramientas.
– Primera vocal: un archivo en la red sobre Salud Mental y Revuelta
4. Novedades editoriales
– [Libro] Emma Goldman, anarquista de ambos mundos. José Peirats
– [Revista] Contrahistoria. Papeles contra el oficialismo y el pensamiento único. Nº 2
5. Recomendaciones.
– [Libro] Perspectivas antidesarrollistas. Miguel Amorós
– [Libro] Bienvenidos a la maquina. Ciencia, vigilancia, cultura del control. Derrick Jensen y George Draffan
6. Últimos programas de algunos proyectos radiofónicos.
7. Algunas convocatorias del mes de mayo en Madrid

www.todoporhacer.org

 

 

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Milano – Croce celtica appesa in commissariato

Una croce celtica spunta da una finestra del commissariato di polizia di Città Studi a Milano, in via Cadamosto. Alcuni passanti la vedono e la fotografano. Il simbolo fascista, bianco su sfondo nero, è appeso alla parete di una stanza al secondo piano, dove ha sede l’Uigos, l’ufficio politico del commissariato.

fonte: stampa italiana, 03.05.11

 

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Andrea, Omar y Mónica dormirán en sus casa hoy y simplifican investigación contra Cristian

* libertadalos14a.blogspot.com

Hoy, el tribunal revocó la prisión preventiva a 3 compañerxs más. El juez aceptó la petición de la defensa y aceptó el cambio de medida cautelar para Omar Hermosilla, Andrea Urzúa y Mónica Caballero.

Para Omar y Andrea, la Fiscalía no se opuso a su libertad condicional, mientras que sí se opusieron a la de Mónica, apelando a que, según ellxs, en ella se constituía el delito de colocación de artefactos explosivos. Sin embargo, el juez determinó que frente al beneficio de arresto domiciliario otorgado lxs compañerxs Rodolfo Y Pablo, 2 supuestos líderes de la asociación, también corresponde el cambio de cautelar para Mónica.

Aún quedan 2 compañeros en las mazmorras cumpliendo prisión preventiva, Felipe Guerra y Francisco Solar, cuyas solicitudes de cambio de cautelar se verá este miércoles en la Corte de Apelaciones.

Por otro lado, se decidió el sobreseimiento definitivo parcial para el comapñero Cristian Cancino, quien sería, según la fiscalía, colaborador de la organización ilícita.
El juez del 8vo juzgado de garantía, accedió a la petición de la defensa y acusó a la fiscalía de juzgar a una persona dos veces con el mismo hecho, existiendo duplicidad de investigaciones, ya que Cristian fue condenado por posesión de armas luego de que el año 2009 se le incautaran 475 gramos de pólvora (de cuya procedencia siempre se dudó, pero el compañero aceptó los cargos con el fin de obtener menor pena, lo que le siginifica estar cumpliendo desde el 2009, firma mensual por 3 años), prueba que era utilizada nuevamente por la fiscalía.
El magistrado retiró de la acusación la prueba referida a los gramos de pólvora, por lo que el compañero seguirá siendo investigado, pero solamente por lo referido a documentación e imágenes que tildan de “corte anarquista” encontradas cuando fue allanado.
“No se pueden enjuiciar dos veces el mismo hecho. Si el Ministerio Público tuvo una mala investigación en la causa anterior y lo condenó por ley de armas, no puede ahora volver a condenarlo por otro hecho”, dijo el juez y agregó que no era admisible, ya que “esa pólvora, esa evidencia ya fue enjuiciada con respecto a Cancino”.
Luego, el fiscal Francisco Rojas recusó al magistrado en la audiencia, instancia que fue rechazada por el juez, que agregó que “así de contundente es el derecho cuando se habla en serio, y no con estos argumentos de cuarta categoría de sociología barata, no alcanza ni para sicología jurídica. Esa era la investigación, estos eran los antecedentes, mira qué sencillo una regla de pregrado (de derecho). Qué regla de pregrado, de enseñaza básica”. Coloquialmente explicó “si la fiscalía falló al primer tiro, falló definitivamente. Eso es la cosa juzgada”.

HASTA QUE EL MONTAJE “CASO BOMBAS” LLEGUE A SU FIN

QUE LA SOLIDARIDAD NO SE DETENGA

¡PRESAS Y PRESOS A LA CALLE!

 

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Gustavo Rodríguez – Anarquismo en el Siglo XXI: La insoslayable necesidad de abandonar todo lo ajeno

Anarquismo en el Siglo XXI:

La insoslayable necesidad de abandonar todo lo ajeno (*)

Ponencia expuesta en el Primer Congreso Anarquista en México, en la improvisada mesa «Anarquismo y proyecto insurreccional».

Gustavo Rodríguez

 

(En memoria de Rafael Spósito/Daniel Barret.)

 

Desde la perspectiva de la liberación, no existen formas de lucha superiores: La revuelta necesita de todo: periódicos y libros; armas y explosivos; reflexiones y blasfemias; puñales e incendios. El único problema interesante es cómo mezclarlos.”

Ai ferri corti con l’esistente, i suoi defensori e i suoi falsi critici

 

En 1890 las estrofas de la Internacional tenían

todavía un sentido literal, mientras que a partir

de 1960 ya no era posible entonar ese himno

creyendo verdaderamente en lo que se cantaba.”

Eric Hobsbawm

 

A manera de introducción

Reflexionar sobre el pensamiento anarquista en pleno siglo XXI nos conduce inexorablemente al debate en torno al problema de la selección de los medios para la consecución de sus fines y la aplicación de métodos de organización concretos frente a las nuevas condiciones que imponen las estructuras de dominación contemporáneas.

Ante el resurgir de la contestación anárquica, nos corresponde reubicar el andamiaje teórico que la justifica y facilitar el desarrollo de la “tensión anárquica”; acción que reclama nuevos avatares que conciernan con su tiempo. Un tiempo que no parece recomendar −como nos aclara Daniel Barret− la repetición textual de nuestros viejos diagramas de organización y acción sino que exige de nosotros un enorme esfuerzo de re-elaboración en el campo de la teoría y de la práctica. Un tiempo también en el que, afortunadamente y sin lugar a dudas, nos vemos colocados ante un nuevo despertar de las tensiones e inquietudes libertarias al que América Latina no ha sido ajena; y que, por esa misma razón, se nos presenta como especialmente propicio para afrontar nuestras asignaturas pendientes, nuestras materias sin rendir, nuestras tareas postergadas, y ubicarlas en el contexto que ahora les corresponde.

Un tiempo que requiere nuevas formas de organización y nuevos modos de lucha conducentes a la destrucción del actual sistema de dominación. No obstante esta convicción, no es nuestra intención profundizar en las raíces mismas del asunto, pero sí rozarlas someramente en lo que tiene que ver con las relaciones teóricas y metodológicas del anarquismo con la lucha de clases en particular. Una lucha de clases que será abordada en lo que luego, en los tiempos del anarco-sindicalismo, sería su acepción clásica; es decir, como un antagonismo básico entre la burguesía y la clase obrera1: un tema absolutamente actual y extraordinariamente definitorio en términos de nuestros diagramas de organización y nuestras prácticas del momento presente. Una lucha de clases que tiene que ser abordada no para replicar textualmente y a modo de “actualización” aquella formulación original, sino, precisamente, para reubicarla y trascenderla.

¡Atención! No estamos declarando aquí el fin de la opresión y la explotación, mucho menos pretendemos extender un certificado de defunción al capitalismo. Como es completamente obvio: el capitalismo existe; es un sistema de explotación complejo, ampliamente extendido, que produce múltiples derivaciones sobre la organicidad, la vida y el futuro de la sociedad y es, además, el causante indiscutible de la devastación de la Tierra. No obstante, habrá que reconocer, en primer lugar, que el capitalismo hoy poco tiene que ver con lo que fue en el siglo XIX –no se pueden ignorar las nociones de infocapitalismo (Manuel Castells) o turbocapitalismo (Edward Lutwak) o capitalismo digital (Ulrich Beck). El capitalismo sí existe pero se halla en constante metamorfosis. No opera en el vacío, por lo que no es la única relación estructurada que valga la pena analizar y tampoco es el exclusivo y excluyente nodo de condicionamientos que sea posible localizar. En segundo término, no podemos negar que la burguesía también ha evolucionado en una nueva clase dominante que no puede ya definirse como la poseedora de los medios de producción y el dinero sino como la casta especializada en la gestión y la competitividad, radicando su actual poderío en un entramado tecnológico de dominación. Por último, de igual forma es indiscutible que la otrora clase obrera –gracias a las vanguardias “revolucionarias”, a los sindicatos, a los partidos, a las ONGs, a las campañas, a las alianzas multisectoriales e interclasistas, entre otras perlas de cultivo–, ha quedado diluida, junto a las denominadas sub clases en un impreciso amasijo listo para hacer tortillas: las masas.

Ante esta realidad, cualquier proceso de ruptura no puede agotar sus claves en la lógica de evolución del capital sino que ha de ser necesariamente ubicado en la trama específica de poder que lo aloja y en las condiciones históricas singulares –de un capitalismo sin capitalistas ni clase obrera– en que se desarrolla. De ahí la impostergable necesidad de actualizar la crítica para poder enfrentar el problema de la acción y liquidar el inmovilismo. Continua a leggere

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Atene – Perquisizioni e arresti in merito ai morti della Marfin Bank

* occupiedlondon.org

# cenere

29 aprile

Secondo i mass media, la polizia ha perquisito delle case nella zona di Exarchia e Kypseli e ha arrestato almeno tre persone, tutte in relazione alla morte dei tre impiegati nella filiale della Marfin Bank il 5 maggio 2010. Gli stessi media dicono che tutti questi arresti ancora non sono definitivi (gli arrestati non sono ancora stati accusati) e che l’investigazione è ancora in corso.

AGGIORNAMENTO, ore 22.27. Secondo un post su Indymedia Atene, i detenuti in relazione ai morti della Marfin Bank sono stati appena rilasciati. Saranno chiamati a testimoniare di nuovo il 5 maggio.

 

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