MAPUCHES DE LA C.A.M QUE SE ENCUENTRAN EN HUELGA DE HAMBRE BAJAN CONSIDERABLEMENTE SU PESO CORPORAL

Comunicado Público

A la opinión pública nacional e internacional los Presos Políticos Mapuche en huelga de hambre desde la cárcel de Angol informamos lo siguiente:

1. En relación a la huelga líquida que estamos llevando a cabo desde el 15 de marzo del presente año, esta ha sido permanentemente monitoreada por funcionarios de gendarmería de este Centro Penitenciario y la situación física es estable considerando los 30 días de ayuno.
2. Que la pérdida de peso de cada uno, es la que a continuación pasamos a detallar.
Jonathan Hullical Méndez 12,300 kg.
Ramón Llanquileo Pilquimán 11,900 kg.
Héctor Llaitul Carrillanca 12,200 kg.
José Huenuche Reimán 9,800 kg.
3. Que en cuanto a nuestras peticiones siguen siendo las mismas que anunciamos en un principio y que el avance en el logro de ellas dependerá de la voluntad del gobierno y del apoyo que se genere en el ámbito de las movilizaciones al interior del movimiento Mapuche, de los sectores sociales, de los organismos de Derechos Humanos y de la comunidad internacional.
Por último reiteramos el llamado a todo el movimiento Mapuche a seguir manifestándose de diversas formas, a seguir fortaleciendo el kimun, su rakiduam, y el newen Mapuche para la liberación nacional.
Territorio y Autonomía!!!
Justicia y Dignidad para nuestro pueblo!!!
Marrichiweu!!!


Presos Políticos Mapuche de la Cárcel de Angol

Angol, miercoles 13 de abril de 2011

 

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SIAMO TUTTI FUORILUOGO

In un mondo sempre e nuovamente in guerra, con colonnelli pazzi che bombardano città ribelli e sceriffi globali che sparano contro tutti
In un mondo nuclearizzato, dai mari radioattivi e dalle terre avvelenate, dove un terremoto è un affare per le iene che ridono e un tumore un cliente in più per le lobbies sanitarie
In un mondo ossessionato dalla “sicurezza” ma in cui la sorte diciascuno è affidata a dottor Stranamore e a ministri coglioni, e la salute è in mano alle multinazionali del farmaco e ai trafficanti di scorie
In un mondo di ospizi di lusso per vecchi ricchi e call center e prigioni per giovani poveri, di anni azzurri e anni di piombo, di lavoro che non c’è e, quando c’è, è una merda, di vite ipotecate per pagare un affitto e di consumatori per noia
In un mondo nel quale la crisi economica viene usata per serrarti le palle e l’ennesima “emergenza” per farti chinare la testa
In un mondo di uomini e donne in fuga dalla guerra e dalla miseria, di campi profughi e deportazioni di massa, di posti di blocco e confini elettrificati, di schiavi per fame e morti per mare
In questo mondo, il mondo di Hiroshima, di Nagasaki, di Chernobyl, di Fukushima, il mondo di Auschwitz, di Mauthausen, di Gaza, di Ceuta e Melilla, di Porto Palo, di Lampedusa, il mondo di Gradisca, di Pontegaleria, di via Corelli, di via Mattei, di Ventimiglia

In QUESTO mondo siamo TUTTI fuoriluogo
perché in questo mondo
la vita è bandita,
costretta fuori,
in luoghi e angoli di una storia
che vogliamo ridurre in macerie una volta per tutte,
per poter finalmente respirare
e dare luogo a nuove forme di vita

Sabato 16 aprile tutti/e a Bologna ore 15.00 piazza XX settembre corteo a sostegno delle rivolte del Mediterraneo, contro la guerra e i suoi complici, per continuare la lotta di chi è stato arrestato e per ribadire a gran voce che “in questo mondo siamo tutti Fuoriluogo”.

Sabato 23 aprile tutti/e a Caorso ore 15.00 in Piazza della Rocca in corteo contro il nucleare e il mondo che lo produce, perché il nucleare si fermi con Fukushima

Letto e sottoscritto per passaparola da:
villavegansquat, libreria calusca-city lights, circolo dei malfattori, bagnanti metropolitani, cascina torchiera senz’acqua (milano), telos(saronno), csa baraonda(segrate), associazione
culturale Alambrado (cassolnovo), mercato occupato bari, f.o.a boccaccio (monza), individualità anarchiche del ticino, spazio 400colpi (firenze), assemblea stop nocività (crema), Lab Mappa Dura (Roma tre) assemblea permanente una volta per tutte contro il nucleare(milano-saronno) Comitato di Lotta Quadraro (roma) …

* Il 6 aprile il circolo Fuoriluogo di Bologna è stato messo sotto sequestro durante un’operazione di polizia congiunta in 16 città al termine della quale si contano 60 perquisizioni, 5 arresti e 7 misure cautelari. L’accusa è quella di “associazione a delinquere”. La verità è che vogliono colpire chi da anni si oppone alla guerra e
al razzismo con ogni mezzo necessario.

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Nottingham – Attaccata compagnia di infrastrutture

* 325.nostate.net

# cenere

Nelle prime ore del giorno alcuni individui che scelgono di restare anonimi hanno attaccato due punti di questa società di infrastrutture, abbiamo usato differenti metodi ogni volta, ma mantenendo sempre la stessa qualità di amore e di odio. Sia a Bulwell che West Bridford i ripetitori T3 sono stati dati alle fiamme. Abbiamo usato pneumatici lasciati da noi giorni prima nelle vicinanze, stracci imbevuti di benzina e un accendino usa e getta. Poco dopo abbiamo preso i nostri coltelli, lo sverniciatore e la schiuma per agire su due veicoli e un furgone G4. Abbiamo scelto questi metodi a causa della vicinanza dei conducenti e della sorveglianza. I coltelli per tagliare le gomme, lo sverniciatore per la carrozzerie dei veicoli e la schiuma per distruggere le marmitte.

Queste azioni sono state realizzate perché sappiamo che al fine di essere liberi le infrastrutture della società dominante devono essere distrutte, comprendiamo che questa infrastruttura è culturale e sociale come anche fisica, e che per sopravvivere tutti gli aspetti devono essere sfidati. Comunque, queste azioni sono state realizzate perché non possiamo sempre aspettare, perché siamo arrabbiati e impazienti nella nostra ricerca di libertà, e ogni volta che agiamo contro la totalità di questa società con la nostra forza troviamo un po’ più di libertà dalla prigione sociale dove ci troviamo. Fondamentalmente esse sono state un FOTTETEVI a ogni aspetto dell’oppressione. Fottetevi, ci stiamo preparando. Fottetevi stiamo diventando meno spaventati giorno dopo giorno. Fottetevi le nostre vite saranno solo nostre.

Per noi queste azioni stanno fianco a fianco con tutte le azioni di individui che decidono di riprendere le loro vite nelle loro mani. Crediamo che quelle azioni possono prendere la forma di occupazione di banche, di informali collettivi educativi, di striscioni e cucine popolari. Possono prendere la forma di tutti i tipi di cose, e necessitano di realizzarsi se vogliamo distruggere tutte le forme di dominio.

Ma abbiamo scelto queste azioni perché esse ci rappresentano, esse sono la manifestazione della nostra furia e del nostro disgusto, sono una rappresentazione fisica del nostro rifiuto di obbedire all’infelice status quo.

Dedichiamo queste azioni agli amici che sappiamo essere imprigionati. Queste azioni sono in solidarietà con i nostri amici di Bologna Martino Trevisan, Robert Ferro, Roman Nicusor, Stefania Carolei e Anna Maria Pistolesi, imprigionati a causa del loro impegno per un liberato mondo anarchico. Questa azione è per tutti i compagni che lottano per un modo di uscire dalle fauci della società.

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Bristol – Dato alle fiamme un furgone di Mitie

* 325.nostate.net

# cenere

12 aprile

Che sia chiara una cosa: non stiamo chiedendo nulla. Il mondo libertario che desideriamo è qui, nei nostri cuori battenti e nei pugni stretti, non va trovato nelle concessioni dei nostri nemici, nell’obbedienza a questo o a quel partito/sindacato/”movimento sociale”. Non abbiamo di che dialogare con il mondo contro cui siamo in guerra, come esso lo è con noi. E non siamo da soli. Nel mondo gli attacchi si moltiplicano – alcuni rivendicati chiaramente dai compagni nella prospettiva di lotta contro lo Stato, Capitale e Gerarchia nelle diverse forme, molte, come sempre, un’espressione muta della rabbia delle vite rubate, dei cuori infranti, dei desideri calpestati. Anche ciò rende meravigliose le loro ribellioni.

Stiamo perdendo la paura delle nostre vite imposta dai poteri che diffondono conformità sociale e cieca tranquillità nel mondo occidentale e consumistica – la sottile patina di zucchero che riveste lo sfruttamento e il controllo che è la nostra esistenza. Sempre di più troviamo il coraggio di squarciare il velo, comprendiamo che gli strumenti del sistema che mediano la nostra schiavitù sono tutti intorno a noi e raggiungibili dalla attenta rabbia mirata. Giusto uno esempio di ciò è Mitie, solo una delle molte compagnie parassite che sfrutta senza fine la recessione e la miseria della moderna Inghilterra – giusto uno dei molti colpi a venire l’abbiamo fatto la scorsa notte a Staple Hill, Bristol, dove abbiamo bruciato un furgone Mitie incustodito.

Ai nostri amici sconosciuti prigionieri nel loro cammino di combattenti sociali – Luca Bernasconi, Silvia Guerini, Costa Ragusa, Giannis Dimitrakis, Alexei Gaskarov, Maxim Solopov; per le vittime dell’operazione poliziesca contro gli antiautoritari in Italia; per gli insorti in Indonesia.

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Conto per sostenere i compagni bolognesi

* informa-azione.info

Chi ha modo e voglia di sostenere economicamente i compagni colpiti dalla repressione a Bologna può versare il suo contributo sul seguente conto Postepay:

Anna Morena

4023 6006 0259 8221

 

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Appello dei membri prigionieri della CCF per il Corteo Panellenico del 16 Aprile

* actforfreedomnow

# cenere

Ogni mossa solidale costituisce un passo verso la libertà assoluta. La libertà con i nostri stessi termini, che significa una libertà senza termini.

Il vostro mondo non ci offre nulla che valga la pena avere. Nulla che noi vogliamo. Tramite le azioni e la nostra partecipazione alla nuova guerriglia urbana cerchiamo la sua totale distruzione.

Ecco perché decidiamo di porci noi stessi contro l’autorità ma anche contro le relazioni sociali che la riproducono quotidianamente rendendola accettabile. Attraverso la prima linea del conflitto contro di essa, ci ritroviamo catturati nelle mani del nemico e onoriamo le nostre scelte perché abbiamo tracciato una netta linea tra noi e i dominatori e abbiamo bene chiaro in testa che o li batteremo o che verremo battuti noi stessi. E visto che crediamo che voi è permesso di cadere ma che è obbligatorio alzarsi promettiamo di continuare senza sosta la lotta anche da dentro e che è certo che sarà spietata contro i nemici della libertà.

Dunque per quanto ci riguarda rispondiamo all’appello del Corteo Panellenico in solidarietà ai prigionieri politici

Sabato 16 Aprile

Pre raduno alle ore 12.00 a Kamara, Salonicco.

E ricordate che niente più che un muro ci separa.

Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Giorgos Nikolopoulos, Damiano Bolano, Panagiotis Argirou, Gerasimos Tsakalos, Mihalis Nikolopouos, Olga Ekonomidou, Christos Tsakalos, Giorgos Polidoros, Haris Hadjimihelakis

 

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Salonicco – 16 Aprile Corteo in solidarietà di tutti i prigionieri politici


* actforfreedomnow

# cenere

NESSUN COMBATTENTE OSTAGGIO NELLE PRIGIONI DELLA DEMOCRAZIA

Sempre più combattenti vanno nelle prime linee e attaccano i simboli dello stato e del capitale. Era previsto che il regime non si sarebbe arreso così facilmente, ecco perché nell’ultimo anno gli arresti di combattenti e soprattutto anarchici sono una routine. Volti di compagni appaiono sui teleschermi, l’ekam (forze speciali) li scorta nelle aule delle corti marziali e nei sotterranei delle prigioni, i cittadini rispettosi della legge sono chiamati a dare informazioni alle autorità…

Allo stesso tempo sempre più parti della società si radicalizzano e prendono posizioni di combattimento. Dal rifiuto di massa di pagare per i “beni pubblici” (caselli, trasporti, ospedali) allo scontro con gli ex e attuali ministri così come la guerra a Keratea.

Non desideriamo la cura della situazione socio-politica, cerchiamo di distruggerla. In un periodo dove lo stato intensifica i suoi attacchi alla società resistiamo contro la perpetuazione di questo mondo dal lato di quelli che lottano per la sua sovversione.

CORTEO PANELLENICO

IN SOLIDARIETA’ AI PRIGIONIERI POLITICI

SABATO 16 APRILE, ORE 12.00 KAMARA, SALONICCO

15 APRILE ORE 18.00 AL POLITECNICO DI SALONICCO

Dibattito informativo con gli avvocati circa il caso della Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Proiezione di un video riguardante i casi dei prigionieri politici

Proiezione di un documentario riguardante le azioni e la storia della O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Ci sarà inoltre un tavolo con volantini, opuscoli e comunicati

16 APRILE ORE 12.00 CORTEO

PRE RADUNO A KAMARA

ORE 21.00 CONCERTO LIVE

 

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$hile – Afilando la solidaridad: En Macul con Grecia se solidariza combatiendo en las calles

* ArdeMoyano Records – Jocker World Contrainformación

Cuando el Caso Bombas comienza a tomar su línea final, luego de años de brutal hostigamiento por parte del Estado/Capital hacia quienes poseen esas mentes inquietas que iluminan las calles con acciones emancipadoras, y la fiscalía cumpliendo de manera excepcional su rol de verdugo dentro del sistema jurídico burgues, la solidaridad aumenta y se intensifica.

Hace unos días, el payaso cocainómano entregó su delirante petición de condena para todos/as los/as compas secuestrados mediante su ilegal y farandulera operación salamandra, para luego renunciar a la fiscalía como un vil enano cobarde, típico de los violentistas de mujeres, a sabiendas del nefasto resultado con que este montaje culminará. Entre todo este ambiente, los actos de solidaridad se han multiplicado en todos los lugares del país, incluyendo fuera de este, aunque el aparato policial intente de forma incansable reprimirlos, los gritos, los deseos y los actos están con los/as compas.

El 12 de abril del presente año, y como un humilde aporte a la cadena solidaria tejida entre solidarios/as, un grupo aproximado de 40 encapuchados irrumpieron en el campus Juan Gomez Millas de la Universidad de Chile, ubicado en Macul con Grecia, para demostrar que el combate directo es el mejor homenaje. Armados/as de neumáticos y diferentes escombros, cortaron el tránsito de Av. Grecia con propaganda alusiva a la libertad de los/as compañeros/as en huelga de hambre quienes ya llevan más de 50 días en esa condición, para luego dar paso a un ataque frontal a los entes represores y fundamentales en la criminalización de la lucha proletaria utilizando bombas molotov y piedras, quienes no dudaron en atacar lanzando bombas lacrimógenas hacia los proletarios en guerra. El enfrentamiento duró aproximadamente 1 hora, y una vez que el material se agotó le dieron paso al repliegue al interior de la universidad; frente a esto la policía ingresó al campus lanzando bombas lacrimógenas a los estudiantes quienes los increparon para expulsarlos.

Esto fue una demostración más de que la sociedad carcelaria solo ayuda a reproducir las acciones solidarias de los proletarios en guerra, quienes no descansamos hasta acabar con todo lo que nos oprime… por el comunismo, por la anarquía.

Las imágenes son cortesía de OurWar: http://www.ourwar.org

13:15 hrs: http://www.youtube.com/watch?v=2BEt4uuEJmM

13:50 hrs: http://www.youtube.com/watch?v=irQqnnvy2jQ

Compilación: http://www.youtube.com/watch?v=X7UA80dixZo

 

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Grecia – Azioni solidali con Simos Seisidis

* actforfreedomnow

# cenere

Attaccate 2 banche nel centro di Atene

Poco dopo mezzogiorno di oggi, c’è stato un attacco con martelli, pietre ecc contro due banche, Alpha bank in H. Trikoupi street e Eurobank in Solonos street. L’area si è riempita di poliziotti, che hanno fatto una veloce passeggiata attraverso Exarchia giusto per farsi “vedere”. Poi si sono ritirati e l’area è tornata tranquilla.

***

Nel primo pomeriggio dell’8 aprile la Banca nazionale greca nella piazza di Exarchia, Atene, è stata danneggiata come segno di supporto per Simos Seisidis. Sono stati gettati volantini che dicevano “Libertà per Simos Seisidis” e “poliziotti e giudici ci troverete faccia a faccia”.

***

Come piccolo segno di solidarietà con il compagno Simos abbiamo attaccato i seguenti obiettivi nella notte tra il 5 e il 6 aprile ad Atene:

– Una moto privata di un poliziotto (DIAS) in Street Leandros a Ano Glyfada

– Un veicolo della Athens Guard Security in Street Atreus Petralona

– Un veicolo O.T.E. della National Telecommunications Company nella strada per Moraitinis

– Un bancomat di Bank Street in piazza Klathmonos Praxiteles

– Un bancomat di Alpha Bank in Santa Barbara Street a Paleo Faliro

– Un bancomat di Bank of Cyprusin street Chalcis a Ano Patissia

– Un bancomat di Savings Bank Street in Smyrna Ch Hymettus

Lotta con ogni mezzo – Per la Rivoluzione Subito.

IMMEDIATO RILASCIO DELL’ANARCHICO SIMOS SEISIDIS

SOLIDARIETA’ AI 3 LATITANTI RICERCATI MARIOS SEISIDIS GRIGORIS TSIRONIS E AL PRIGIONIERO ANARCHICO GIANNIS DIMITRAKIS

LIBERTA’ PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI!

 

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Grecia – Lettera dei 9 prigionieri membri della CCF in merito ai 13 arrestati fuori la casa di K. Baltas

* 325.nostate.net

# cenere

Il 4 aprile 2011 un gruppo di persone si è fermato fuori l’abitazione del procuratore d’appello speciale Konstantinos Baltas (che gestisce il caso della Cospirazione delle Cellule di Fuoco), nella periferia nord di Atene, ha urlato slogan e gettato volantini. 13 sono stati arrestati dopo la fine dell’incursione.

I giorni di questa società sono contati, i suoi diritti e il suo fascino sono separati in due parti delle quali si vuole la loro distruzione”

Martedì 5 aprile dietro le mura delle prigioni è arrivata la notizia che alcuni compagni hanno realizzato un intervento dinamico fuori la casa del procuratore d’appello speciale K. Baltas nella zona di Maroussi, il quale gioca il ruolo di inquisitore nei casi della guerriglia urbana. I compagni con questa azione ribaltano i termini del “gioco”. Se la mafia dei procuratori speciali e dei pubblici ministeri visto che si crede al sicuro per via dei suoi uffici sorvegliati pensa di poter imprigionare la libertà e l’audacia indomita di quelli che attaccano la democrazia degli amministratori e di dare anche fastidio ai loro parenti e amici, senza subire rappresaglie, si stanno prendendo in giro da soli. La “visita” dei compagni dimostra che gli inquisitori della legge, oltre a nomi, hanno anche case e indirizzi.

Comunque, proprio qui, per qualcuno vale la pena realizzare la libertà della democrazia, purché si stacchi per un po’ la presa televisiva, che loro hanno installato permanentemente nelle loro teste. Dopo l’incursione dei compagni i codardi porci della DIAS (che quando finiscono il turno si levano le mostrine per non essere riconosciuti) hanno arrestato 13 di loro. Le accuse riguardano la distribuzione di messaggi rivoluzionari e solidarietà. E’ facile per chiunque capire che lo psico-polizia non è un distante scenario fantascientifico.

Semplicemente, gli attestati di opinioni del periodo dopo la guerra civile trovano un nuovo nome negli anni del colpo di stato democratico.

Noi dall’interno delle prigioni inviamo con gioia i saluti più forti all’azione dei compagni ed esprimiamo loro la nostra illimitata solidarietà. Perché consideriamo la solidarietà come un processo di riconoscimento tra “colpa” in caso di libertà, come un continuo sviluppo e interazione, visto che ci ritroviamo anche se solo mentalmente in una comunità di idee, scelte e pratiche. Ciò non ha nulla a che fare con le definizioni politiche, ma con la posizione essenziale di battaglia contro il sistema. Il riconoscere che la lotta degli altri sia una ulteriore pugnalata ai fianchi dell’autorità.

SOLIDARIETA’ AI 13 ARRESTATI

O CON LO STATO, O CON LA RIVOLUZIONE

COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO

 

Olga Ekonomidou

Giorgos Polidoros

Damiano Bolano

Giorgos Nikolopoulos

Christos Tsakalos

Gerasimos Tsakalos

Panagiotis Argirou

Haris Hadjimihelakis

Mihalis Nikolopoulos

mercoledì 6 aprile 2011

 

 

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Atene – Lettera dei 13 arrestati fuori la casa di K. Baltas

* actforfreedomnow

# cenere

Il 4 aprile abbiamo partecipato al presidio fuori la casa del procuratore d’appello speciale Kostas Baltas. Questo specifico procuratore segue una serie di casi riguardanti il movimento anarchico.

Il caso di Lotta Rivoluzionaria, dove il procuratore Mokkas ha imprigionato i compagni S. Nikitopoulos, Ch. Kortesis e V. Stathopoulos criminalizzando le loro azioni politiche e le loro relazioni militanti con i membri di Lotta Rivoluzionaria. Dopo hanno convocato in massa per interrogare dozzine di anarchici in merito a questo caso cercando di terrorizzare una grande parte del movimento anarchico, hanno posto sotto sequestro giudiziario l’ambiente familiare includendo la moglie e il compare di K. Gournas nel corso del processo.

K. Baltas non ha esitato a fabbricare un’organizzazione armata nel caso degli arrestati del 4 dicembre e ad imprigionare 6 compagni, alcuni dei quali neanche si conoscono tra di loro. In più, si è preso questo caso, pieno di accuse prefabbricate e persecuzioni delle idee, e lo ha connesso penalmente al caso della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, che segue anche. E li ha costruito una ovvia fabbricazione, dove ha coinvolto nella maniera più vendicativa possibile i compagni della CCF che non hanno niente a che fare con essa, allargando le accuse per quelli che hanno rivendicato la propria appartenenza. L’esempio di H. Hadjimihelakis che viene accusato per la perpetrazione etica di azioni accadute mentre era in prigione è calzante.

Baltas, con il suo gruppo, come meccanismo di repressione governativa mira allo sterminio dei combattenti che agiscono contro il regime. Si vendica nel modo più duro contro i compagni che hanno rivendicato la propria responsabilità per le organizzazioni (Lotta Rivoluzionaria e Cospirazione delle Cellule di Fuoco), scandagliando tutte le loro cerchie di amici, compagni e occasionalmente parenti con accuse e detenzioni. Nel caso dei sei arrestati del 4 dicembre è riuscito a costruire l’organizzazione.

In questi giorni sono apparsi davanti il concilio, Ch. Kortesis, V. Stathopolus e S. Nikitopoulos per l’estensione o meno di altri 12 mesi di detenzione. Inoltre, Baltas ha visitato i prigionieri del 4 dicembre al fine di includerli nel processo della CCF mentre ovviamente il processo del cosiddetto covo di Halandri continua.

Dunque in situazioni come queste abbiamo scelto di riunirci fuori la casa di K. Baltas per il nostro intervento con manifesti, volantini e cori. Quando stavamo andando via due poliziotti di una volante hanno fermato un compagno. Quelli che l’hanno visto (alcuni erano già andati via) si sono fermati e sono tornati verso il punto dove il compagno era stato fermato. Lì, siamo stati circondati da dozzine di poliziotti della DIAS. Dopo abbiamo passato 24 ore nel GADA (stazione di polizia) e poi mandati presso una corte di un solo membro con due accuse, per le quali saremo processati il 13/4/2011.

Tutto ciò non è certo minimamente comparabile con ciò che stanno affrontando quelli che sono nelle prigioni della democrazia di tutti i Baltas.

Libertà per i membri di Lotta Rivoluzionaria e della Cospirazione delle Cellule di Fuoco.

Libertà immediata dei 6 arrestati del 4 Dicembre e di quelli che rifiutano le accuse nel caso di Halandri.

Nessuna accusa verso V. Stathopoulos, Ch. Kortesis e S. Nikitopoulos

P.s. I compagni V. Stathopoulos, Ch. Kortesis e S. Nikitopoulos, che sempre hanno negato il loro coinvolgimento in Lotta Rivoluzionaria, incarcerati durante la stessa ondata di “controterrorismo” del 10/4/2010, sono stati messi l’8/4/2011 in libertà condizionale.

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Grecia – Aggiornamenti sul processo a Simos Seisidis (12 aprile)

* actforfreedom.wordpress.com

# cenere

Il processo del combattente Simos Seisidis è ripreso oggi con l’esame dei testimoni (3 o 4 uomini inclusa la guardia di sicurezza della banca dove è avvenuta la rapina, un poliziotto e 2 donne) ma nessuno di loro ha riconosciuto Simos e le loro testimonianze sono state ridicole e non basate sulle loro testimonianze iniziali…molte contraddizioni hanno fatto arrabbiare anche l’accusa e i giudici…il processo continuerà il 18/4/2011. DOBBIAMO ESSERE LI! SIMOS TIENI DURO FINO ALLA LIBERTA’!

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Giornata internazionale di solidarietà con i prigionieri anarchici Marie Mason ed Eric McDavid

* 325.nostate.net

# cenere

www.june11.org

 

Appello per una giornata di azione internazionale per i compagni americani rivoluzionari ecoanarchici prigionieri di lungo termine sotto condizioni detentive severe e soggetti alla repressione della FBI e dell’autorità carceraria. La giornata viene anche indetta per tutti i prigionieri anarchici di lungo termine di tutto il mondo.

L’11 Giugno è diventata giornata internazionale di solidarietà con il prigioniero anarchico di lungo termine Jeff “Free” Luers (http://www.freejeffluers.org/) nel 2004. Al tempo, Jeff stava scontando più di 22 anni. Scosso a causa della devastazione ambientale che vedeva svilupparsi su scala globale, Free diede fuoco a tre suv e ad una rivendita di auto a Eugene, Oregon. La condanna impostagli significò un chiaro messaggio agli altri che si opponevano alla continua guerra tra il capitalismo e gli ecosistemi della Terra – e a quelli che volevano agire per fermarla. Free non è, dopo tutto, solo nelle sue convinzioni circa il cambiamento climatico, combustibili fossili, inquinamento e ogm.

Dopo anni di lotta, Jeff e il suo team legale ha ottenuto una riduzione della condanna, uscendo così di prigione nel Dicembre 2009. Ma negli anni tra l’arresto e il rilascio di Jeff, l’FBI ha condotto una serie di investigazioni e arresti nel tentativo di danneggiare le comunità ambientali radicali e anarchiche. Due delle persone catturate in questo vortice di repressione sono Eric McDavid e Marie Mason.

Eric McDavid è stato arrestato nel Gennaio del 2006 dopo essere stato fregato da un’informatrice governativa – “Anna” – ed è stato accusato di cospirazione. Eric – che non ha mai realizzato azioni e viene accusato di un “crimine d’opinione” – si è rifiutato di cooperare con lo stato ed è andato a processo. Dopo un processo pieno di errori, la giuria ha condannato Eric. Dopo è stato condannato a circa 20 anni di prigione. Maggiori informazioni sul caso di Eric su http://www.supporteric.org

Marie Mason è stata arrestata nel Marzo 2008 dopo il suo ex partner – Frank Ambrose – diventato informatore dell’FBI. Dovendo affrontare l’ergastolo se fosse andata a processo, Marie ha accettato un patteggiamento nel Settembre 2008, ammettendo il suo coinvolgimento nell’incendio di un ufficio connesso alla GMO research e nella distruzione di un pezzo di equipaggiamento. Alla sua condanna nel Febbraio dell’anno seguente, ha ricevuto una condanna di circa 22 anni. Maggiori informazioni sul caso di Marie su http://www.supportmariemason.org

Marie ed Eric adesso condividono la sfortunata sorte di avere le pene più lunghe di qualsiasi altro prigioniero ambientale negli Stati Uniti.

Unitevi a noi nella Giornata Internazionale di Solidarietà con i Prigionieri Anarchici di lungo termine Marie Mason ed Eric McDavid giorno 11 Giugno. Questo è il momento per ricordare i nostri amici in prigione – che continuano le loro lotte all’interno. Questo è il momento per continuare e rafforzare ciò per cui Eric e Marie stanno scontando così tanti anni – per lottare contro il capitalismo, la devastazione ecologica, e le molte altre forme diffuse di controllo in questa società galera.

Libertà per Marie ed Eric!

Libertà per tutti i prigionieri!

Due manifesti

http://www.june11.org/dayofaction1blackandwhite.pdf

http://www.june11.org/june11posterfull.pdf

 

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Russia – Rinat Sultanov condannato a 2 anni

* 325.nostate.net

# cenere

 

L’antifascista Rinat Sultanov è stato condannato ieri a due anni di prigionia a San Pietroburgo, per aver causato “gravi lesioni personali” a un nazi durante uno scontro, che è avvenuto il 4 novembre (“Giornata di unificazione nazionale”, giornata di maggiore assembramento dei nazi russi) di tre anni fa.

Rinat Sultanov è nato e ha trascorso la sua infanzia nella città di Labytnangi nel profondo nord della Siberia, dove ha terminato la scuola. Nel 2002 è entrato nella facoltà di telecomunicazioni con specialità di programmazione a San Pietroburgo. A causa dei problemi economici non ha potuto finire gli studi, ma è rimasto a San Pietroburgo, ha visitato i suoi parenti nel Nord della Siberia ogni anno, aiutandoli anche finanziariamente. Durante questo periodo Rinat ha cambiato il suo lavoro per qualche tempo, autoformandosi e imparando diversi mestieri.

Mentre era ancora a scuola, Rinat si è interessato allo stato di cose nel paese. Ha messo su il primo sito web della sua regione, “L’antifascismo dovrebbe essere radicale”, dove ha pubblicato volantini, musica e link di film.

Da una lettera di Rinat del novembre 2010:

Non penso che faccia differenza chi è chi, visto che noi tutti viviamo sotto un cielo e camminiamo su una terra, e quando il tempo arriverà e la natura attorno a noi sarà perduta, o se le persone reputano importante il colore della pelle e la visione globale

Nel 2006, Rinat si frequenta con anarchici e antifascisti di San Pietroburgo. Subito si unisce alla lotta contro lo stato, diffonde adesivi, volantini, graffiti e prende parte ad azioni antifasciste e cortei anarchici. Supporta Food Not Bombs, spesso frequenta i presidi settimanali contro la guerra in Cecenia, aiuta a organizzare le proteste contro il G8 del 2006 in città. Il 10 luglio di quell’anno, prima del summit, Rinat e tre attivisti tedeschi vengono arrestati in un appartamento di un attivista del gruppo di anarchici di San Pietroburgo.

I poliziotti abusano verbalmente di Rinat e lo picchiano, chiedendo informazioni senza un protocollo, comunque Rinat non dà alcun nome.

Alla fine Rinat subisce una condanna di 10 giorni con premeditate accuse minori. Rinat non si spaventa della repressione e resta attivo nel movimento.

Rinat è un vegetariano per motivi etici. Prende spesso parte alle azioni per i diritti animali, aiutando a organizzare “Una voce per gli animali” – festival a Petrozhavodsk nel 2009. Nel 2008 partecipa attivamente alla campagna contro la brutalità poliziesca. Nel 2009, frequenta alcuni squat a San Pietroburgo.

Uno stralcio da una lettera di Rinat di dicembre 2010:

Qui (in prigione) molta gente mi chiede perché non mangio carne. Molto pensano che i vegetariani non mangiano carne per motivi religiosi, ma io gli dico che altre sono le ragioni, ecologiche tra le altre. Ma eccetto me, nessuno ancora rifiuta un’alimentazione carnivora.

Rinat è stato arrestato dai poliziotti del Centro di Contrattacco all’Estremismo (“E-center”) nella notte tra il 3 e il 4 novembre 2010, prima del festival “Città contro il fascismo”. Durante il festival, i poliziotti dell’E-center hanno minacciato Rinat, chiedendogli informazioni a carico di altra gente e di confessare azioni che non aveva commesso. Rinat ha resistito con tenacia sotto pressione.

Nel giro di alcune settimane, Rinat verrà mandato in una prigione della sua regione natale per scontare il resto della condanna. Ma se gli si scrive subito, ci sono possibilità che le lettere gli arrivino:

 

Rinat Sultanov

FBU IZ-47/4

Ul. Lebedeva d. 39

195009 San Pietroburgo, Russia


Croce nera anarchica di Mosca http://avtonom.org/abc

P.O. Box 13 109028 Mosca, Russia

 

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Madrid – Attaccata ditta dell’energia nucleare

* madrid.indymedia

Questa notte, è stata presa a sassate la ditta ENUSA (http://www.enusa.es/ ) dedita all’energia nucleare. La comparsa del guardiano della sicurezza, rimasto attonito nel vedere quanto stava accadendo, ci ha impedito di causare maggiori danni. S’è lasciata la scritta “nucleare no!

Per la distruzione della civilizzazione!!

Né nucleare, né eolica, né solare… !!

A Billy, Silvia, Marco, Costa , ai prigionieri anarco-ecologisti rinchiusi dallo Stato del Messico. A chi lotta contro la dominazione.

 

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Cile – 12 aprile, giornata di udienze

* solidaridadporlxspresxs

– L’udienza di convalida dei 18 fermi avvenuti ieri, durante l’azione solidale per i 50 giorni di sciopero della fame, ha sancito l’illegalità di tale misura restrittiva. Ciò nonostante, diversi abusi sono stati commessi sui compagni e sulle compagne durante lo stato -illegale- di fermo.

– Nuovamente ratificata la decisione del tribunale di trasferire i compagni prigionieri dal modulo di punizione della massima sicurezza, in cui sono rinchiusi da 8 mesi, al modulo di alta sicurezza. Questo trasferimento dovrebbe avvenire entro le prossime 48 ore.

– Nell’udienza di revisione delle misure cautelari per Pablo Morales, Mónica Caballero e Andréa Urzua è stato deciso che continueranno a restare in carcerazione preventiva, per mancanza di novità sul piano processuale.

Reistenza per i compagni e le compagne che continuano ad essere in prigione e mantengono la decisione di lottare per la loro libertà attraverso lo sciopero della fame!

 

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Santiago – Barricate e scontri all’esterno della Universidad de $hile


* liberaciontotal

dalla stampa cilena…

Verso mezzogiorno di martedì 12 aprile circa 50 incappucciati hanno innalzato delle barricate all’esterno del Campus Juan Gómez Millas della Universidad de Chile, all’incrocio tra la calle Exequiel Fernández con Avenida Grecia, nel comune di Ñuñoa.

Giunte sul posto le Forze Speciali dei Carabineros, con gli idranti e gas lacrimogeni, hanno cercato di far cessare le proteste. Gli incappucciati hanno risposto con pietre e molotov; in seguito sono entrati nella facoltà dove gli scontri sono continuati.

A causa delle molotov un agente dei carabineros avrebbe riportato delle ustioni.

Sul posto sono stati spiegati striscioni in solidarietà con i prigionieri del “caso bombas” in Sciopero della Fame ed anche con volantini solidali agli scioperanti ed ai fratelli Eduardo e Rafael Vergara Toledo.

Una volta conclusi gli scontri, i Carabineros sono entrati nella facoltà trovando alcune molotov, ma senza riuscire ad arrestare nessuno degli attaccanti.

Video della stampa: 1 e 2.

Altre foto sugli scontro di martedì su OurWar.org: 51 días de Huelga de Hambre: Barricadas en Macul.

 

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Santiago – Comunicato sugli scontri dell’8 aprile all’esterno della Universidad de Cile

* liberaciontotal

Comunicato:

premettiamo che l’azione effettuata dai compagni la sera di venerdì, 8 aprile, presso la facoltà di filosofia della Universidad de Cile -senza l’intenzione di ripetere la stessa merda ciarlatana quasi spettacolare di tutti i comunicati- aveva come mezzo e come fine l’interruzione del transito delle auto e delle immagini proprie del capitalismo super-mercificato, per far conoscere la situazione dei compagni e delle compagne imprigionati/e per la montatura “caso bombas”, cercando allo stesso tempo (cosa che naturalmente s’è verificata) lo scontro con le forze di polizia. Ovviamente, la stampa borghese ha fatto il suo lavoro, disinformando, manipolando e mentendo sugli avvenimenti che adesso, in tutta risposta, ci interessa chiarire.

Smentiamo di esser stati protagonisti di un furto come hanno cercato di dimostrare le telecamere della stampa borghese, in cui attraverso un’immagine ed un commento si può creare qualsiasi realtà ed avere il potere di dichiararla come veritiera. Le immagini mostrate dalle telecamere corrispondono ad una lite con un cittadino, che ha cercato di togliere il cappuccio e di aggredire uno dei compagni presenti durante l’azione, ma in nessun modo si tratta di un furto. Il gruppo che si vede, mentre si slancia contro il soggetto, è solamente accorso in aiuto del compagno che veniva attaccato dal cittadino. Se per caso è stato tolto qualche indumento ciò è dovuto ai momenti concitati ma non ad un furto, visto che nessun compagno è rimasto con qualche indumento del tipo in questione.

Smentiamo anche l’attacco ai mezzi di soccorso, com’è il caso dei pompieri, che sono transitati nel mezzo della barricata e che non sono stati attaccati, perché non erano l’obiettivo del nostro attacco, né in maniera concreta, né simbolica.

Infine, nell’evidente tentativo di delegittimare la nostra azione s’è menzionato che non è stata riscontrata nessuna propaganda, questo con l’intento di farci passare come vandali senza alcuno scopo politico. Ma sono caduti in contraddizione nel menzionare che c’erano degli striscioni che alludevano al “caso bombas” ed allo sciopero della fame dei nostri compagni e compagne accusati per tale montatura, e che vengono continuamente dispiegati mentre si segue il processo.

Nessuna azione è isolata, o carente di appoggio. Per questo noi ci affratelliamo e solidarizziamo con i compagni e le compagne che questa mattina, sullo stesso luogo, hanno ripreso a scontrarsi con la polizia ed a divulgare sulla situazione dei compagni imprigionati.

51 GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME E NESSUN ALTRO GIORNO DI CARCERE!

PRIGIONIERI POLITICI IBERI ADESSO!

MORTE ALLO STATO, AL CAPITALE ED ALLE SUE CARCERI!

VIVA L’ANARCHIA!

Link del video della stampa borghese in cui sono stati manipolati i fatti, qui.

 

 

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Cile – Libertà immediata ai/alle sequestrati/e

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Santiago del Cile – 50 GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME


* libertadalos14a

Oggi, lunedì 11 aprile, i compagni e le compagne sequestrati/e il 14 agosto, per la montatura “caso bombas” e prossimi all’8° mese di carcerazione preventiva, sono giunti al loro 50° giorno di sciopero della fame. Essi stessi hanno comunicato che le condizioni in cui si trovano i loro corpi sono sempre più difficili e che stanno peggiorando giorno dopo giorno, avendo già perso tra gli 11 ed i 13 chili a testa. Oltre la mancanza del cibo, bisogna considerare la reclusione, lo stress psicologico e il trattamento che ricevono da parte dei carcerieri.

Oggi, un gruppo di compagni e compagni hanno fatto sapere che non sono soli/e e che la lotta che conducono all’interno si estende anche fuori. In un’azione-propaganda sono saluti su un tabellone stradale a diversi metri d’altezza su una delle principali arterie della città, con degli striscioni sullo sciopero della fame e si sono incatenati, fino a che sono stati fatti scendere degli schifosi agenti repressori dello stato.

Per strada, un altro gruppo di compagni ha scandito slogan ed ha diffuso volantini sulla situazione dei compagni e delle compagne prigionieri/e. Com’era da attendersi, i cani da guardia del capitale li hanno repressi, sequestrando 16 persone, compresi quelli che erano saliti in alto con gli striscioni. Avranno la convalida del fermo domani, alle 16, per questo trascorreranno la nottata e la mattinata in commissariato. L’accusa è quella di gravi disordini.

La solidarietà è adesso, ora, in tutte le sue forme, spazi ed in tutte le lingue, perché la società-carcere attenta contro la vita di tutti noi.

LIBERTA’ IMMEDIATA E SENZA CONDIZIONUI PER I/LE COMPAGNI/E SEQUESTRATI/E PER L MONTATURA “CASO BOMBAS”

ABBASSO LE MURA DELLE PRIGIONI!

 

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(en/it) CCTV Toll Gate Generator is Blown Up (Czech Republic)

* jailbreaking.noblogs.org

April 10, 2011

In the early morning of April 10 we blew up a generator which supplies power to a small toll gate on the D1 highway. As a result, CCTV stationed there was cut off. The state of constant control must not leave us dormant. They treat us like laboratory rats caged in a bleak maze. Due to the public’s resignation they are free to impose an atmosphere of fear as they please. Such an atmosphere of fear and enforcement is accompanied by a ubiquitous supervision carried out by various authorities to keep an eye on those who would feel like breaking free from the vicious circle.

We refuse to come to terms with the pre-packed and pre-designed life.

We refuse to go to work so that the rich can get richer while the poor are forced to live off the crumbs from a rich man’s table.

We refuse to obey and comply.

Solidarity to the imprisoned Chilean anarchists!
Honour to Lambros Foundas!
Smash the State and Capitalism!”

Revoluční boj (Revolutionary Struggle)

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Repubblica Ceca – Attentato contro generatore per un casello

# cenere

Nella prima mattinata del 10 aprile abbiamo fatto saltare un generatore che fornisce energia ad un piccolo casello sull’autostrada D1. Come risultato, le telecamere a circuito chiuso sono state tranciate. Lo stato di controllo continuo non deve renderci dormienti. Loro ci trattano come cavie da laboratorio prigioniere di un labirinto cupo. Grazie alla rassegnazione collettiva sono liberi di imporre un’atmosfera di terrore a loro piacimento. L’atmosfera di paura e il rafforzamento vengono accompagnati da un controllo onnipresente reso possibile dalle diverse autorità che tengono un occhio su quelli che vogliono sentirsi liberi dal circolo vizioso.

Ci rifiutiamo di scendere a patti con una vita prefabbricata e prestabilita.

Ci rifiutiamo di andare a lavorare cosicché i ricchi possano diventare più ricchi mentre i poveri sono costretti a vivere delle briciole che cadono dal tavolo di un ricco.

Ci rifiutiamo di obbedire e assecondare.

Solidarietà agli anarchici cileni prigionieri!

Onore a Lambros Foundas

Morte allo Stato e al Capitale!

 

Revoluční boj (Lotta Rivoluzionaria)

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Uruguay – Acto Anarquista / 1ro de Mayo.

http://periodicoanarquia.wordpress.com

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Felipe Guerra – De Numerología y desvarío (Anti) Terrorista

 

* libertadalos14a

A la hora de sacar algunas cuentas, los números inevitablemente se toman la palabra…

1 Acusación solicitando 25 años de prisión

2 Acusaciones solicitando 13 años de prisión

2 Acusaciones solicitando cadena perpetua simple

2 Veces al día te recuerdan que eres un número en aquel ritual penitenciario llamadocuenta”

3×2. 3 pasos a lo largo y 2 a lo ancho conforman el circuito carcelario de la celda

3 Acusaciones solicitando 20 años de prisión

3-0 Unanimidad en la corte de apelaciones para salir a la calle. La ensangrentada mano militar y de otros arquitectos de la dictadura incluyeron en su constitución las eternas restricciones al enemigo interno, “Los terroristas”

3 “Ventanas” en forma de barrotes

4 testigos sin rostro, exclusivo beneplácito de la histeria antiterrorista

5 Acusaciones solicitando 10 años de prisión

5 Años de acecho, seguimiento, interceptaciones, vigilancia, persecución, hostigamiento de los persecutores de siempre

7 y medio meses de castigo preventivo

9 Años de okupación y actividades públicas del C.S.O. y Biblioteca Sacco y Vanzetti rebautizado como “centro de poder” con la exquisita ironía que solo el ministerio público puede desarrollar

10 prisionerxs sin comer para volver a las calles

10 kilos menos y restando

29 atentados explosivos adjudicados a la fantasmagórica célula terrorista, aun cuando algunos de estos han sido reivindicados por distintos grupos… poco importan para los delirios

45 días en que el cuerpo se transforma en un pequeño gran campo de batalla llamado huelga de hambre

50 y más carpetas investigativas atestadas de supuestos sobre supuestos, delirios sobre mentiras y pesadillas terroristas sobre amistades

150 minutos a la semana por rechazar el vidrio para abrazar a lxs míos, el resto del tiempo solo el ritmo carcelario.

212 Años de prisión se le pide al “grupo antisistema”, dice la prensa festinando el linchamiento jurídico.

221 Peritos solicitan los acusadores para el teatro jurídico

794 Testigos que indiscutible e inevitablemente no pudieron ver una “organización” que no existe.

6744 Evidencias que evidencian que este es un juicio político.

18314 Ley que determina conductas terroristas y fija su penalidad

INCONTABLES gestos de apoyo, rebeldía y solidaridad que se expanden y multiplican por todos lados

INFINITOS deseos de volver a pisar las calles nuevamente

ETERNA voluntad de revuelta

FELIPE GUERRA. PRISIONERO POLITICO ANTIAUTORITARIO.

Abril. S.M.S- U.E.A.S (Sección de máxima seguridad-Unidad especial de alta seguridad)

*a la fecha, el compañero aún no ha sido trasladado, pero se espera que hoy lunes 11 de abril, durante el día, sea trasladado a algún modulo del CAS. Sin embargo, mantenemos su ubicación al momento de sacar este comunicado.

 

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Albano Laziale – Sabotate macchine cantiere discarica


* informa-azione – Riceviamo e diffondiamo:

6 APRILE 2011 – ALBANO LAZIALE (ROMA)

SABOTATE MACCHINE CANTIERE DISCARICA

Oltre alla discarica già presente e dopo il tentativo, per ora bloccato da un ricorso al TAR del Lazio, di costruirgli accanto un inceneritore, gli affaristi dei rifiuti vogliono creare un 7° invaso di rifiuti. Una buca di circa 40m di profondità grande più di un campo da calcio.
Nonostante i Metronotte e alcuni dipendenti della discarica, ci siamo potuti avvicinare, tra un odore nauseante, ai mezzi parcheggiati a circa 20 m dalla struttura principale e a pochi metri dai gabbiotti di servizio.
SABOTATI E RESI INUTILIZZABILI:
2 escavatori
1 autocarro
1 rullo compressore
Tagliati e staccati gruppi contatti elettrici, tubi idraulici e avviamento. Sabbia nel serbatoio di uno dei mezzi.
Rubati documenti di servizio cantiere, planimetria e foto dei lavori in cantiere.
Prima della fuga lasciato uno striscione “Azione diretta in difesa della Terra” con una A cerchiata e una stella nero-verde

 

 

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$hile – Semana de difusión de la idea antiautoritaria y de acción-propaganda desde el 18 al 24 de abril

18 – 19 de Abril  //  Talleres Prácticos

La idea de los talleres es entregar/compartir las herramientas y técnicas necesarias para realizar distintos materiales gráficos y/ó visuales para la difusión de la idea antiautoritaria. Alentando además la proliferación de publicaciones y propaganda.
Con conocimiento y creatividad las limitaciones no existen.

Los Talleres serán:
Taller de Serigrafía: Trae tu prenda o diseño para estampar
Taller de Diseño: Photoshop, Ilustraitor, Indesing, etc.
Taller de Empaste y Stencil
Taller de Computación: Cómo proteger tus archivos

20 de Abril  //  Cicletada Solidaria

Lleva tu propaganda. Atentxs a la ruta (por confirmar)

21 de Abril  //  Conversatorios

Sobre la importancia de la propaganda”
El escenario actual sobre la difusión y propagación de las ideas contrarias al estado y la autoridad ha sido perseguido y represaliado, por lo que se vuelve de vital importancia compartir perspectivas de nuestras formas de accionar con respecto a la propaganda.
Los conversatorios se nutrirán además de experiencias e iniciativas que llevan a cabo distintas individualidades en cuanto a la acción-propaganda.

23 de Abril  //  Feria de Difusión y Mural Colectivo

Habrá:
Jornada callejera de difusión en el Parque “Los Reyes” (Av. Balmaceda a la altura de Libertad)
Muestra de material político/artístico de lxs compañerxs presxs del 14-A.
Dossier Informativo sobre el montaje jurídico-político-policial “caso bombas”
Taller de stencil y pintura para niñxs
Sorteo de rifa

Premios Rifa:
Pack Publicaciones
Pack Hazlo tu mismx
Pack Bicicleta
Pack Vegana

Se invita a todxs que quieran participar enviando una propuesta para el mural al mail:
b-l-semillasdelibertad@riseup.net (Las propuestas se recibirán hasta el día jueves 21).

Flayer de la Semana:  Aqui

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Los montos recaudados irán destinados a beneficio de lxs compañerxs presxs del 14-A

Más Info en:  http://bibliotecasemillasdelibertad.wordpress.com/

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Un piccolo contributo dai membri prigionieri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco sulla Solidarietà

testo originale, in greco, pubblicato il 6 aprile: athens.indymedia.org

Fino a che giunga il giorno, restiamo con la testa in alto…

1. La solidarietà è la nostra arma
Molto s’è scritto e detto sulla solidarietà. Spesso quando s’è parlato tanto e quando sono circolati molti testi su un tema, esso diviene banale, prevedibile e non eccessivamente interessante. Sembra come se il suo contenuto si sia svuotato, continuando a ripetersi.
Noi consideriamo che non ci sono pratiche che siano banali, ma v’è che i ragionamenti sono banali. In modo particolare adesso, in questi tempi sospetti in cui stiamo vivendo quando ci sono decine di guerriglieri urbani e di anarchici in carcere, dobbiamo affilare la lama della solidarietà ed allontanarla dai reiterati stereotipi che la racchiudono in un marcio circolo della “solidarietà con tale o talaltro compagno”.
In questa maniera alcuni nomi cambiano e si aggiungono, mentre altri vengono dimenticati e la solidarietà entra in una fase di stanca e spesso diviene un privilegio di relazioni, cioè di amicizie personali o “pubbliche”.
Ma nel momento in cui i nomi dei lottatori imprigionati ed i loro casi personali vengono leggiucchiati come quando si sbircia un volantino pubblicitario, il Potere guadagnerà un’importante scommessa: quella dell’annientamento etico dei suoi rivali politici. Riuscirà a stabilire il carcere dentro di noi come se si trattasse di una naturale accettazione.

 

2. Dalla difesa all’attacco
Comunque, non possiamo parlare di solidarietà senza riferirci prima alla repressione. E’ indiscutibile che la repressione si sta ristrutturando e sta alzando il tiro a livello militare (per esempio, con il nuovo corpo di sbirri come il DIAS), tecnico-scientifico (banca dati del DNA), propagandistico (scenari di terrore da parte dei media) e legale (nuove clausole della legge antiterrorista). Il nemico cerca in questa maniera di interiorizzare la paura come una condizione che si sente tra i circoli che lottano contro il regime e non solo essi.
Ma prima di addentrarci nell’analisi della difesa contro la carica repressiva, dobbiamo vedere quel che è accaduto precedentemente. Perché solo la la nostra conoscenza e la nostra memoria che tesaurizza i dati possono vincere la paura.
Da alcuni anni, assieme ai momenti esplosivi del dicembre 2008, la guerriglia urbana già anarchica nel suo carattere manifesta una continua presenza che ha portato a delle morti da ambo i lati di questa guerra. Lo fa in seguito ai coordinati attacchi incendiari, alle infrastrutture organizzate del sabotaggio e l’articolazione di un discorso sovversivo che cerca la rivoluzione qui ed ora.
Dal lato opposto abbiamo la repressione che è in permanente posizione di guerra contro le forze della sovversione. La loro ristrutturazione offensiva non è sorta come un’iniziativa dello Stato che scaturisce di colpo in un periodo neutrale, bensì come una risposta al crescente sviluppo della nuova guerriglia urbana e naturalmente come uno scudo di difesa contro le impetuose opposizioni dell’automatismo sociale (crisi economica, disoccupazione, scioperi… ).
Focalizzando l’attenzione sulle nostre stesse opzioni della nuova guerriglia urbana possiamo dire con certezza che la repressione funziona seguendo la conseguenza logica del fenomeno azione/reazione. Pertanto, noi stessi non ci vediamo come in una posizione difensiva.
Anche adesso che siamo nella condizione di prigionia scegliamo di rovesciare i termini di una capitolazione o di una sconfitta, al contrario ci assumiamo con orgoglio la responsabilità della nostra azione, difendendo le posizioni ed i valori della
Cospirazione delle Cellule di Fuoco alle quale apparteniamo, pianificando nuovi progetti della sovversione, attacchi e sabotaggi.
Pertanto, la repressione non è un fantasma che si eleva sopra di noi, ma la risposta dello Stato alla guerra che gli abbiamo dichiarato. Per questo consideriamo che i nuovi compagni e collaboratori latitanti non devono affrontare il Potere come un nemico onnipotente che sa tutto, piuttosto come una sfida contro la quale si possono lanciare delle nuove ed ancor più dure battaglie. Inoltre, i successi del nemico hanno spesso a che vedere con i nostri stessi errori, ma questo è già un altro discorso e lo lasciamo per il futuro.
In questa maniera la nostra posizione è ben lungi dai complessi della difesa e della paura, la nostra posizione è quella dell’attacco permanente. Ed a quelli che si precipitano a parlare della sconfitta, tenendo a mente i numerosi arresti avvenuti recentemente, noi rispondiamo che il risultato di un avvenimento non può mettere in discussione il contenuto di una scelta. Inoltre, il vero valore della libertà non sta nel conservarla ad ogni costo, ma nel metterla in gioco cercando il meglio, lottando per una vita genuina che è fuori dalle leggi.

 

3. Che la libertà sia la lima che permetta di fuggire da entrambi i lati del muro
La solidarietà rivoluzionaria è una mappa viva sui cui si registrano i fatti e le opinioni che l’idioma del Dominio vuole metodicamente cancellare dalla memoria, eliminare dalla coscienza ed annullare come se non fossero mai esistiti.
Pur tuttavia, al contempo la solidarietà è una sempre valida proposta delle condotte, delle relazioni e della progettazione dei valori della rivoluzione qui ed ora.
E’ un modo d’esistere collettivo contro la società della solitudine e delle separazioni.

La solidarietà costituisce una larva ardente che fluisce nelle vene di tutti quelli che, ciascuno alla sua maniera, sono contro la propria epoca e contro l’ordine delle cose esistenti. In seguito al suo impeto, diviene evidente un fatto indiscutibile: colui che combatte il Potere non dev’essere un nostro amico, ma si guadagna, naturalmente non la nostra illimitata accettazione, ma certo il nostro cordiale appoggio. Questo ragionamento ispira tutti i nostri attacchi e tutte le azioni che noi che facciamo parte della Cospirazione delle Cellule di Fuoco realizziamo come individualità autonome.
Comunque, è molto importante renderci conto che la solidarietà rivoluzionaria espressa in seguito alla scelta dell’attacco permanente non è nata dall’immaginario di una presunta identificazione con certe idee e pratiche. E questo perché frequentemente la solidarietà resta mal interpretata e viene percepita come un accordo totale tra i prigionieri ed i solidali per quel che concerne la teoria e l’azione.
Al contrario. E’ nata come una risposta ad un permanente dilemma della nostra epoca: o stai con lo Stato o stai con la rivoluzione. Il fatto di riconoscere questo dato di fatto, non significa che nasconderemo le armi della critica o ridimensioniamo il nostro discorso, per divenire più gradevoli a quelli con i quali abbiamo delle discrepanze. La solidarietà senza critica è come una rivoluzione senza azione. Con la critica approfondiamo l’essenza della causa. In questa maniera riconosciamo alcuni punti che abbiamo in comune, ma anche i diversi punti di riferimento che ognuno di noi ha. Ci siamo evoluti nel nostro pensiero, nella nostra pratica e stiamo attenti alle caratteristiche peculiari delle diverse tendenze che costituiscono l’ambito che lotta contro il regime. Anche questa è la bellezza della rivoluzione: non c’è nessuna verità unica, di una sola facciata, nemmeno una tradizione ortodossa che dica quel che è corretto e quel che non lo è.
Al contrario. L’ambito antiautoritario è un mosaico delle negazioni che si connettono, s’intrecciano, entrano in rivalità e si completano l’una con l’altra, ma sempre all’insegna della dialettica. Si tratta della dialettica della solidarietà che non dimentica mai chi è il nemico, chi sono quelli che devastano la nostra esistenza, chi sono quelli che vogliono liberarsi di noi “seppellendoci” nelle tombe del cemento carcerario.

 

4. Le armi della critica e la critica della “critica”
Dopo questo prisma in diversi periodi ci siamo avvalsi dell’esercizio della critica, in taluni casi anche abbastanza dura, contro i progetti, le altre organizzazioni, le case occupate, certe pratiche e tradizioni di lotta. Tuttavia, sappiamo sempre dove guardiamo con ostilità e verso quale obiettivo rivolgiamo le nostre armi. Non abbiamo mai dimenticato che tra i rivoluzionari ed il nemico c’è una linea divisoria molto netta, precisa e determinata. Continuiamo a credere che all’interno dell’ambito antiautoritario, malgrado i nostri disaccordi, contraddizioni, differenze e tensioni, sono molte più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono. Basta apprendere che la dialettica si basa sulla reciprocità e sull’onestà delle intenzioni e delle motivazioni per la promulgazione della guerra rivoluzionaria, e non in alcune sciocche ambizioni di ascesa personale all’interno delle gerarchie informali dei circoli sovversivi. In questi casi l’unica cosa che ci si merita è la nostra violenta avversione.
A partire da questo punto, noi ci consideriamo parte della tendenza anarco-individualista e nichilista della corrente antiautoritaria, e puntiamo al carattere polimorfico della rivoluzione anarchica. Agendo in pubblico, o con le nostre strutture clandestine, sia come membri prigionieri della Cospirazione, abbiamo l’obiettivo sia d’esercitare la critica che di accettarla. Non abbiamo mai sostenuto di possedere una verità esclusiva ed assoluta sulla rivoluzione, e nemmeno che vogliamo conservarla per noi stessi. Siamo convinti che la genuina espressione dell’autocritica e della critica da parte di una solidarietà rivoluzionaria non possa che contribuire alla causa sovversiva. Le verità dogmatiche “si fanno scendere dalla croce”, si configurano nuovi concetti, si trasferiscono esperienze, si formulano questioni e problemi, si aprono comunicazioni, si arricchiscono accordi e disaccordi, e si compone una nuova prospettiva per ciascuno di noi, nella comunità dei rivoluzionari.

 

5. Momenti di lotta contro il vento
In questo modo, la solidarietà con ogni sua espressione può essere la ragione per un terreno fertile della dialettica e del dialogo tra i solidali ed i prigionieri. Ma può anche essere la scintilla affinché si ottenga qualcosa in più; in modo che si riesca a trovare una nuova via d’uscita per le azioni coordinate che non si limitino esclusivamente al tema della reclusione. Questione sulla quale torneremo con una nostra successiva presa di posizione.

Seguendo le tracce delle esperienze storiche del passato, c’imbattiamo in alcuni dei più salienti momenti di lotta. Quando i solidali ed i prigionieri hanno appreso gli uni dagli altri, si sono organizzati ed insieme hanno dato il via a dei piani sovversivi contro la reclusione ed il patto del Potere. La solidarietà è un insieme di tutti questi momenti (Uruguay, Inghilterra/Irlanda, Germania, Italia, Spagna, ecc.) in cui i guerriglieri urbani incarcerati e molti altri degni prigionieri, nonostante tutte le loro differenze ed i loro conflitti, si sono collegati ed uniti nel mosaico -pieno di diverse tendenze- di una corrente che lotta contro il regime. Dalle esecuzioni dei rappresentanti del regime e dai sequestri di politici e di imprenditori alle assemblee solidali, e dalle mostre di controinformazione e dagli slogan dipinti sulle mura agli attacchi incendiari e dinamitardi… sono state effettuate decine di evasioni, sul serio e simboliche.
Ed anche oggi una bomba o un ordigno incendiario, con le macerie che ne seguono, sono accompagnati da un messaggio di solidarietà o uno striscione di sostegno, un presidio davanti ad un carcere o una lettera o un testo. I solidali si trasformano così in quei pochi “amici” fedeli che un prigioniero ha al suo fianco nella sua battaglia contro la reclusione.
Queste azioni sono la miglior risposta alla democrazia dei dirigenti, che c’è stata costruita addosso con delle tombe di sbarre e cemento armato. E’ la solidarietà che ci mantiene liberi, anche se imprigionati. L’oblio, al contrario, è una forma di morte per il prigioniero, visto che i giorni non trascorrono come dovrebbero, ma s’impoveriscono, divengono più piccoli e si svuotano di qualsiasi contenuto.
In questo modo, una dimensione critica della solidarietà cessa di essere un processo ripetitivo e poco produttivo, e certamente s’allontana molto dall’umanesimo cristiano che dinanzi al nemico parla il linguaggio della supplica.

E’ da anni che la parte incendiaria dell’anarchia per la gran parte s’è racchiusa in se stessa all’insegna d’una solidarietà auto-referenziale, che dopo le rivendicazioni degli attacchi fatte con una chiamata telefonica ripassava nuovamente lo stereotipo della “libertà per tale compagno”. In questa maniera ciascun caso si personalizza, ed in maniera ineludibile la significativa connessione dell’opzione (incendio, assalto, vandalismo durante un corteo) per cui era stato processato il compagno si separa dalla portata di qualsiasi altra personalità autonoma che voleva scoprire i significati che avrebbe potuto avere in comune con quell’opzione. In questa maniera la solidarietà si trasforma in una causa che ha a che vedere solo con alcuni amici più vicini al prigioniero e funziona secondo “il barometro della simpatia” di cui questo gode.
Consideriamo che durante gli ultimi anni il passaggio dalle opportune azioni offensive alla creazione dei gruppi d’azione diretta e delle infrastrutture organizzate ha liberato la solidarietà incendiaria dai suoi stereotipi ed ha iniziato a produrre un insieme di un discorso con i comunicati, le analisi ed i testi che presentano ciascuna pratica rivoluzionaria clandestina come una proposta aperta a chiunque la voglia conoscere, sia per adattarla, per ripudiarla o soprattutto svilupparla.
Lo stesso accade con alcuni determinati processi assembleari che senza offrire ad ogni compagno prigioniero “il diritto d’asilo” d’un equivocato eroismo, gli offrono la possibilità di parlare egli stesso, sia con delle pubblicazioni o con delle conversazioni telefoniche, permettendo di creare una spazio vivo di dialogo, accordi e differenze.
Perché la scommessa non è quella di creare un vasto movimento di solidarietà che “corra dietro” ai casi di ciascun prigioniero, ma quella di costruire un autentico canale di comunicazione che in termini di significato demolirà le mura che ci separano.
Allo stesso tempo vediamo molto importante aprire la solidarietà ad un livello globale. La proposta aperta di dar vita alla Federazione Anarchica Informale / Fronte Anarchico Internazionale contribuisce proprio a questa prospettiva. E’ una maniera di rompere nella prassi il silenzio e la disinformazione su quel che accade in una lontana “altra parte” e collettivizzare tutti quei momenti d’ogni luogo del mondo che dicono “No” al Potere, che non chinano la testa dinanzi allo Stato, che camminano contro il vento della nostra epoca e progettano tutti quei terreni utopici della terra liberata in cui la guerra rivoluzionaria è cosi necessaria come lo è il sole per la vita…


Viva la Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale
Nulla meno che il tutto
Lotta armata per la rivoluzione

Cospirazione delle Cellule di Fuoco


Olga Ikonomidou
Panagiotis Argyrou
Haris Hadzimihelakis
Giorgos Nikolopoulos
Giorgos Polydoros
Hristos Tsakalos
Gerasimos Tsakalos
Damianos Bolano
Mihalis Nikolopoulos

 

 

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Cile – Comunicato dei compagni in sciopero della fame dalla sezione di massima sicurezza

* solidaridadporlxspresxs

Se ne va il p.m. commediante…

Jalandro Peña (jalandro, gergale cileno dato dalla combinazione tra jalar=sniffare e Alejandro, nome del p.m. noto per esser un cocainomane – ndt), il piccolo e velenoso p.m. con precedenti di denunce per comportamenti antisindacali, tossico-dipendenza, misoginia e violenza familiare, rinuncia alla procura per ricoprire un incarico nel ministero degli Interni e di Sicurezza Pubblica. Si presume che andrà a far parte di una equipe tecnica della quale non si conoscono ancora le funzioni, indubbiamente sarà una importante pedina dell’escalation repressiva che aumenta giorno per giorno.

Con la rinuncia di Peña alla procura e la sua immediata incorporazione nel ministero degli Interni si svela la COLLUSIONE ed il legame tra il nano senz’anima e questo ministero, e ci fa venire in mente il dubbio sui temi che sostenevano queste due parti nelle tante riunioni tra Hinzpeter ed il pool della Fiscalía Metropolitana Sur.

Ci sarà stata una qualche offerta politica al procuratore capo per entrare a far parte del ministero? O, forse, gli hanno assicurato un posto nella segreteria del futuro gabinetto della sicurezza interna? Un posto che a Peña casca a fagiolo, ricordiamo che è stato Hinzpeter che ha fatto pressione alla procura nazionale per porre Peña (l’unico che offriva risultati con la vacuità delle prove che aveva a disposizione) alla testa del “caso bombas”, ed è quel che ha fatto. Il magistrato ha promesso risultati in 2 mesi e proprio 2 mesi dopo aver ricevuto l’incarico, con giochini e trappole giudiziarie, fa arrestare 14 persone ed adesso come frutto delle suo discusso modo d’agire entra a far parte del ministero degli Interni.

Con questa situazione si riafferma la collusione tra i diversi poteri dello stato, quelli che mantengono una separazione solo virtuale, influenzandosi costantemente tra essi per mantenere e proteggere in maniera più efficace l’ordine stabilito del capitale.

Abbiamo visto come Jalandro ha mantenuto un ruolo sempre vicino alla spettacolarizzazione, più che altro per lavare la sua immagine e restare nella mente della cittadinanza, come un buon cane da guardia. Sempre alla ricerca di nuovi casi difficili, mediatici ed emblematici (non è una caso che nella sua procura lavorino 3 giornalisti), tra i quali annoveriamo gli 81 morti del carcere di San Miguel, il gonfiato “caso bombas”, quello del pachistano (falsamente accusato di essere un attentatore – ndt), in modo da aumentare le sue possibilità di far parte del ministero degli Interni, dando l’avvio alla sua carriere nel politicume.

Sappiamo che, con o senza Peña, per noi la montatura continua. Dal momento in cui la sua rinuncia diviene effettiva, sappiamo che consiglierà di esser sostituito dai suoi discepoli: Rojas, Emilfork, Nuñez e Barros; tutto con lo stesso stile appreso dal mentore, che eserciterà una “leadership morale” dalla sua nuova posizione nel potere molto più favorevole e privilegiata per continuare a mantenere la “sicurezza” dei ricchi sulla base di repressione e montature.

PRESOS A LA KALLE!!!!

Prigionieri della montatura “caso bombas”, Sezione di Massima Sicurezza, 8 aprile 2011

 

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Chernobyl day 2011: CORTEO A CAORSO‏

CORTEO CONTRO IL NUCLEARE

SABATO 23 APRILE 2011, ORE 15 – PIAZZA DELLA ROCCA – CAORSO (PC)

Il governo italiano ha deciso di riportare l’Italia dentro l’incubo nucleare che inizierà da Caorso.

Accettare il nucleare significa scegliere di:

· compromettere irreversibilmente la nostra salute e quella delle prossime 6.000 generazioni;

· vivere respirando continuamente le emissioni radioattive del normale funzionamento delle centrali;

· vivere quotidianamente nel grave e contingente pericolo di un incidente nucleare;

· inquinare ulteriormente l’acqua dei nostri fiumi e dei nostri mari.

· vivere sotto il continuo controllo militare necessario a proteggere gli impianti;

· accettare, ed esserne complici, che anche l’Italia  diventi una potenza militare munita di armi nucleari e di distruzione di massa (le stesse aziende implicate nell’affare nucleare sono produttrici di armi atomiche);

CAORSO È CENTRALE PER IL PROGETTO NUCLEARE ITALIANO, che venga riattivata la vecchia centrale, costruita una nuova vicino al vecchio sito, o che diventi uno dei centri di stoccaggio delle scorie radioattive. Perciò è da Caorso che vogliono far partire la follia nucleare italiana, in cambio di una manciata di spiccioli chiamati “compensazioni” con cui il governo pensa di comprare i cittadini.

E’ QUINDI DA CAORSO CHE DEVE PARTIRE UN CHIARO E NETTO NO AL NUCLEARE. Nel 25⁰ anniversario della catastrofe di Chernobyl, che tanta distruzione e morte ha portato e continua a portare, scendiamo  in strada per dimostrare che la nostra vita e quella delle future generazioni non è in vendita! Nessun Referendum ci garantirà ciò che la lotta in prima persona può fare. Ogni Referendum  recupera, e affossa, le lotte e le contraddizioni esistenti nella società.

Scendiamo in piazza per dimostrare che 25 anni di negazionismo della catastrofe, di menzogne sulle conseguenze che sta avendo l’inquinamento radioattivo, di “progetti umanitari” per migliorare la qualità della vita delle popolazioni colpite non hanno raggiunto il loro obiettivo, perchè il “popolo di Chernobyl” sta morendo (tra tumori e malformazioni). Chernobyl non appartiene al passato, Chernobyl è adesso!

SCENDEREMO IN PIAZZA SENZA SIMBOLI E BANDIERE DI PARTITO (che comunque non saranno gradite, così come non tollereremo la presenza di fascisti e xenofobi) perché scegliamo di non delegare la salute, il nostro futuro e delle future generazioni a nessun altro se non a noi stessi!

Non c’è più tempo da perdere, uniamoci per un netto

NO AL NUCLEARE Né A CAORSO Né ALTROVE

 

Coordinamento Una volta per tutte contro il nucleare

Per seguire le moltissime iniziative informative contro il nucleare e la presentazione del corteo di Caorso: www.autistici.org/controilnucleare

 

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Un pequeño aporte de los encarcelados miembros de Conspiración de Células del Fuego al respecto de la Solidaridad

texto original en griego, publicado el 6 de abril: athens.indymedia.org


Hasta que llegue el día, permanezcamos con cabeza en alto…

1. La solidaridad es nuestra arma
Mucho se ha escrito y dicho sobre la solidaridad. A menudo, cuando se ha hablado tanto y cuando han circulado tantos textos sobre una cuestión, esa se queda como algo banal, previsible y no particularmente interesante. Parece como si su contenido hubiese sido agotado y continuamente se va repitiendo.
Nosotros estimamos que no hay prácticas que son banales, lo que hay son sólo banales razonamientos. Particularmente hoy en día, en estos tiempos sospechosos en que vivimos cuando hay decenas de guerrilleros urbanos y anarquistas en la cárcel, tenemos que afilar la hoja de la solidaridad y alejarla de sus reiterativos estereotipos que la encierran en un podrido circulo de “solidaridad con compañero tal y cual”.
Porque así algunos nombres se van cambiando y añadiendo mientras que otros se van olvidando, y la solidaridad se queda estancada y frecuentemente siendo un privilegio de las relaciones, sea de amistad, personales o “publicas”.
Pero en el momento en que a los nombres de los luchadores encarcelados y sus casos particulares se les irá ojeando como a las páginas de un folleto de publicidad, el Poder ganará una apuesta importante: la de aniquilación ética de sus rivales políticos. Logrará establecer la cárcel dentro de nosotros como una aceptación natural.

 

2. De la defensa al ataque
Sin embargo, no podemos hablar de solidaridad sin referirnos primero a la represión. Es indiscutible que la represión se está reestructurando y subiendo el grado en nivel militar (por ejemplo nuevos cuerpos de maderos como DIAS), científico-técnico (banco de ADN), propagandístico (guiones de terror de los medios de comunicación), y legal (nuevas clausulas de ley antiterrorista). El enemigo intenta de esta manera internalizar el miedo como una condición que se siente entre los círculos que luchan contra el régimen y no sólo ellos.
Pero antes de enredarnos en un complejo de la defensa contra la carga represiva, tenemos que ver lo que pasó anteriormente. Porque solamente nuestro saber y el tesorero de la memoria pueden vencer el miedo.
Desde algunos años, junto a los momentos explosivos del Diciembre de 2008, ya anarquista en su carácter guerrilla urbana, manifiesta su continua presencia que ha llevado a unos muertos y heridos de los ambos bandos de esa guerra, lo hace tras los coordinados ataques incendiarios, las infraestructuras organizadas del sabotaje y la articulación de un discurso subversivo que busca la revolución en aquí y ahora.
En la orilla opuesta tenemos la represión que está en una permanente posición de guerra contra las fuerzas de la subversión. Por esto, creemos que su reestructurización ofensiva no ha surgido como una iniciativa del Estado que surge de golpe en un tiempo neutral, sino como la respuesta al creciente desarrollo de la nueva guerrilla urbana y naturalmente como un escudo de defensa contra las impetuosas oposiciones del automatismo social (crisis económica, desempleo, huelgas…).
Enfocándonos en nuestras propias opciones de la nueva guerrilla urbana podemos decir con certeza que la represión funciona siguiendo la consecuencia lógica del fenómeno acción/reacción. Por tanto, a nosotros mismos no nos vemos como en una posición defensiva.
Hasta siendo bajo la condición de cautiverio elegimos de poner al revés los términos de una capitulación derrotista y en vez de eso orgullosamente asumimos la responsabilidad por nuestra acción, defendiendo las posiciones y valores de la Conspiración de Células del Fuego a cual pertenecemos, y planteando nuevos proyectos de la subversión, ataque y sabotaje.
Por lo tanto, la represión no es una fantasma que se eleva sobre nosotros, sino la respuesta del Estado a la guerra que le hemos declarado. Por esto consideramos que los nuevos compañeros y colaboradores en la rebeldía no tienen porqué afrontar el Poder como a un enemigo omnipotente que lo sabe todo, sino más bien como a un desafío contra quién se puede para lanzar unas nuevas, aun más duras batallas. Además, los éxitos del enemigo frecuentemente tienen que ver con nuestras propias errores, pero eso es ya un otro debate y lo dejamos para el futuro.
De este modo nos posicionamos lejos de los complejos de la defensa y del miedo, en la posición del permanente ataque. Y a los que se precipitan de hablar sobre la derrota teniendo en mente bastantes arrestos que tuvieron lugar recién, nosotros respondimos que el resultado de una movida no es capaz de valorar al contenido de una opción. Además, el verdadero valor de la libertad no está en guardarla a cada costo, sino en arriesgarla buscando lo mejor, luchando por una vida genuina que está fuera de las leyes.

 

3. Qué la libertad sea la lima que permite fugarse de los ambos lados del muro
La solidaridad revolucionaria es un mapa vivo en la cual se graban los hechos y opiniones que el idioma del Dominio quiere metódicamente borrar de la memoria, eliminar de la consciencia y anular como si nunca hubiesen existido.
No obstante, al mismo tiempo la solidaridad es una siempre valida propuesta de las conductas, relaciones y de la proyectualización de los valores de la revolución en aquí y ahora.
Es un modo de existir colectivamente contra la sociedad de la soledad y separaciones.
La solidaridad constituye una lava ardiente que fluye en las venas de todos los que, cada uno a su manera, están en contra de su época y en contra del orden de cosas existente. Tras su ímpetu se hace claro un hecho indiscutible: el que combate el Poder no tiene que ser nuestro amigo, pero se gana, naturalmente no a nuestra ilimitada aceptación, pero sí que a nuestro cordial apoyo. Este razonamiento inspira a todos nuestros ataques y a todas las movidas que los que formamos parte de la Conspiración de Células del Fuego llevamos a cabo como individualidades autónomas.
Sin embargo es muy importante darnos cuenta que la solidaridad revolucionaria expresada tras la opción del ataque permanente no surgió en lo imaginario de una supuesta identificación con ciertas ideas y prácticas. Y eso porque frecuentemente la solidaridad queda malinterpretada y resulta percibida como un acuerdo total entre los presos y los solidarios en lo que se refiere a la teoría y acción.
Al contrario. Nació como respuesta a un permanente dilema de nuestra época: o estás con el Estado, o estás con la revolución. El hecho de reconocer a esa tesorería por cierto no significa que vamos a esconder las armas de la crítica o rebajar nuestro discurso, y así volvernos más agradables para los con cuales tenemos discrepancias. Solidaridad sin crítica es como revolución sin acción. Con la crítica profundizamos la esencia de la causa. De esta manera reconocemos unos puntos que tenemos en común, pero también las diferentes puntos de referencia que tenemos cada uno de nosotros. Evolucionamos nuestro pensamiento, nuestra práctica y estamos atentos a las particulares características de las diferentes tendencias que constituyen el ámbito que lucha contra el régimen. Esa es también la belleza de la revolución: no hay ninguna verdad única, de una sola pieza, ni tampoco una tradición ortodoxa que dicta qué es lo correcto y qué lo erróneo.
Algo al contrario. El ámbito antiautoritario es un mosaico de las negaciones que se conectan, entrelazan, rivalizan y suplementan una a otra, pero siempre en marco de una dialéctica. Se trata de la dialéctica de solidaridad que no olvida nunca quién es el enemigo, quiénes son los que saquean nuestra existencia, quiénes son los que quieren librarse de nosotros “sepultándonos” en las tumbas del cimiento carcelarias.

 

4. Las armas de la crítica y la crítica de “la crítica”
Tras ese prisma en varios periodos hemos ejercido la crítica, y si que algunas veces bastante dura, contra los proyectos, otras organizaciones, casas ocupadas, ciertas prácticas y tradiciones de lucha. Sin embargo, siempre sabemos hacia donde miramos con hostilidad y hacia qué blanco dirigimos nuestras armas. Nunca olvidamos que entre los revolucionarios y el enemigo hay una línea divisoria muy clara, precisa y determinada. Seguimos creyendo que dentro del ámbito antiautoritario, a pesar de nuestros desacuerdos, contradicciones, diferencias y tensiones, las cosas que nos unen son muchas más que ls que nos dividen. Basta de aprender que la dialéctica se basa en la reciprocidad y en la honestidad de intenciones y motivaciones para la promulgación de la guerra revolucionaria, y no en unas necias ambiciones del ascenso personal dentro de las jerarquías informales de los círculos subversivos. En tales casos lo único que les corresponde es nuestro violento aborrecimiento.
A partir de ahí, nos vemos como parte de la tendencia anarco-individualista y nihilista del corriente antiautoriario, y apostamos por el carácter polimórfico de la revolución anarquista. Accionando en público, sea tras nuestras estructuras clandestinas, sea como encarcelados miembros de la Conspiración, tenemos como objetivo tanto ejercer la crítica como aceptarla. Nunca hemos sostenido de poseer una verdad exclusiva y absoluta sobre la revolución, ni tampoco que la queremos guardar para nosotros mismos. Estamos convencidos que la genuina expresión de la autocrítica y de la crítica tras una solidaridad revolucionaria no puede sino contribuir a la causa subversiva. A las verdades dogmaticas las “desciende de su cruz”, configura nuevos conceptos, trasfiera experiencias, formula cuestiones y problemas, abre comunicaciones, enriquece acuerdos y desacuerdos, y compone una nueva perspectiva para cada uno de nosotros, en la comunidad de los revolucionarios.

 

5. Momentos de lucha contra el viento
De este modo, la solidaridad con cada su expresión puede ser el motivo para un terreno fértil de la dialéctica y del dialogo entre los solidarios y los presos. Pero también puede ser la chispa para que se lograse algo más. Para que se logre de montar un nuevo punto de salida para las acciones coordinadas que no se limitasen exclusivamente al tema del encierro. Cuestión a cual nos vamos a referir en nuestro posicionamiento posterior.
Siguiendo el rastro de las experiencias históricas del pasado, nos encontramos con algunos de los más destacados momentos de lucha, ahí donde los solidarios y los prisioneros aprenden uno del otro, se organizan y juntos montan unos planes subversivos en contra del encierro y del pacto del Poder. La solidaridad es un conjunto de todos esos momentos (Uruguay, Inglaterra/Irlanda, Alemania, Italia, España, etc.) en que los encarcelados guerrilleros urbanos y muchos otros presos dignos, a pesar de todos sus diferencias y conflictos, se conectaron y juntaron con el mosaico de un, lleno de varias tendencias, corriente que lucha contra el régimen. De las ejecuciones de los representantes del régimen y los secuestros de políticos y empresarios a las asambleas de solidaridad, y de los carteles de contrainformación y los eslóganes pintados sobre las paredes a los ataques incendiarios y con bombas…se llevaron a cabo decenas de fugas de la cárcel, reales y simbólicas.
Porque también hasta hoy en día una bomba o un artefacto incendiario con los pedazos rotos que deja detrás suyo trae además un mensaje de solidaridad o un cartel de apoyo, una concentración en frente de la cárcel o una carta o un texto, y ellos se convierten en esos pocos “amigos” fieles que un preso tiene a su lado en la batalla contra el cautiverio.
Estas movidas son la mejor respuesta a la democracia de los dirigentes que nos han construido con sus tumbas de hormigón, cimiento y rejas. Es la solidaridad que nos mantiene libres, aunque siendo encarcelados. El olvido es al contrario una forma de muerte para el preso, puesto que los días no pasan como deberían, sino se empobrecen, se hacen más pequeñas y se vacían del cada contenido.
Así, tras una dimensión critica de la solidaridad, ella misma deja de ser un proceso repetitivo y poco productivo, y seguramente se aleja mucho del humanismo cristiano que en frente del enemigo habla el idioma de la súplica.
Hace años la parte incendiaria de la anarquía en su mayor parte se ha limitado a si misma dentro del marco de una solidaridad auto-referente, que tras las reivindicaciones de los ataques asumidas con una llamada telefónica repasaba cada vez de nuevo el estereotipo de “libertad al compañero tal”. De este modo cada caso se iba personalizando, así ineludiblemente la conexión significativa de la opción (incendio, atraco, vandalismos durante una marcha) por cual ha estado procesado el compañero preso se cortaba del alcance de cada otra personalidad autónoma que quería descubrir a los significados que podría tener en común con esa opción. De esta manera la solidaridad se convierte en una causa que tiene que ver sólo con unos amigos más cercanos del preso y funciona según “el barómetro de la simpatía” que éste goza.
Consideramos que durante los últimos años el paso de las oportunas acciones ofensivas a la creación de los grupos de acción directa y infraestructuras organizadas ha librado la solidaridad incendiaria de sus estereotipos y ha empezado de producir un conjunto de discurso con los comunicados, análisis, y textos que presentan a cada practica revolucionaria clandestina como una propuesta abierta a cada uno que quiera conocerla y, sea adaptarla también, sea rechazarla o sea lo más fundamental: desarrollarla.
Lo mismo sucede también con unos determinados procesos asambleístas, que sin ofrecer a cada compañero preso “el derecho de asilo” de una equivocada heroización, le dan la posibilidad de hablar él mismo, sea por medio de publicaciones o conversaciones telefónicas, y así permiten crear un vivo espacio de dialogo, acuerdos y diferencias.
Porque la apuesta no es crear una amplio movimiento de solidaridad que “corre detrás” de los casos de cada preso, sino construir un autentico canal de comunicación que en nivel de significado derrumbará los muros que nos separan.
Al mismo tiempo vemos como muy importante abrir la solidaridad a un nivel global. La propuesta abierta de montar la Federación Anarquista Informal/Frente Revolucionario Internacional contribuye justo a esa perspectiva. Es una manera de romper en praxis el silencio y la desinformación sobre lo que sucede en una lejana “otra parte” y colectivizar todos aquellos momentos de cada lugar del mundo que dicen “No” al Poder, que no agachen la cabeza ante el Estado, que caminan contra el viento de nuestra época y plantean aquellos terrenos utópicos de la tierra liberada donde la guerra revolucionaria es tan necesaria como el sol para la vida…


Viva la Federación Anarquista Informal/Frente Revolucionario Internacional
Nada menos que el todo
Lucha armada por la revolución

Conspiración de Células del Fuego


Olga Ikonomidou
Panagiotis Argyrou
Hasris Hadzimihelakis
Giorgos Nikolopoulos
Giorgos Polydoros
Hristos Tsakalos
Gerasimos Tsakalos
Damianos Bolano
Mihalis Nikolopoulos

 

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Santiago del Cile – Barricate solidali all’università

* liberta14a.noblogs.org

Una trentina di incappucciati hanno innalzato barricate fuori dalla Facoltà di Filosofia dell’Universidad de Chile, protestando contro il denominato “Caso Bombas”

La manifestazione è durata una mezzora in av.da Grecia, dove sono stati incendiati pneumatici e lanciate bombe molotov, bloccando il traffico.

Le rivendicazioni rinvenute erano in appoggio ai giovani detenuti per il caso che segue la procura per la serie di ordigni esplosivi che sono esplosi negli ultimi anni nella capitale.

Gli incappucciati si sono rifugiati nel recinto dell’università dopo l’arrivo dei Carabineros

fonte: biobio.cl

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