Bristol – Dato alle fiamme un furgone di Mitie

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# cenere

12 aprile

Che sia chiara una cosa: non stiamo chiedendo nulla. Il mondo libertario che desideriamo è qui, nei nostri cuori battenti e nei pugni stretti, non va trovato nelle concessioni dei nostri nemici, nell’obbedienza a questo o a quel partito/sindacato/”movimento sociale”. Non abbiamo di che dialogare con il mondo contro cui siamo in guerra, come esso lo è con noi. E non siamo da soli. Nel mondo gli attacchi si moltiplicano – alcuni rivendicati chiaramente dai compagni nella prospettiva di lotta contro lo Stato, Capitale e Gerarchia nelle diverse forme, molte, come sempre, un’espressione muta della rabbia delle vite rubate, dei cuori infranti, dei desideri calpestati. Anche ciò rende meravigliose le loro ribellioni.

Stiamo perdendo la paura delle nostre vite imposta dai poteri che diffondono conformità sociale e cieca tranquillità nel mondo occidentale e consumistica – la sottile patina di zucchero che riveste lo sfruttamento e il controllo che è la nostra esistenza. Sempre di più troviamo il coraggio di squarciare il velo, comprendiamo che gli strumenti del sistema che mediano la nostra schiavitù sono tutti intorno a noi e raggiungibili dalla attenta rabbia mirata. Giusto uno esempio di ciò è Mitie, solo una delle molte compagnie parassite che sfrutta senza fine la recessione e la miseria della moderna Inghilterra – giusto uno dei molti colpi a venire l’abbiamo fatto la scorsa notte a Staple Hill, Bristol, dove abbiamo bruciato un furgone Mitie incustodito.

Ai nostri amici sconosciuti prigionieri nel loro cammino di combattenti sociali – Luca Bernasconi, Silvia Guerini, Costa Ragusa, Giannis Dimitrakis, Alexei Gaskarov, Maxim Solopov; per le vittime dell’operazione poliziesca contro gli antiautoritari in Italia; per gli insorti in Indonesia.

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