Uruguay – ¡Periódico Anarquía Nº14 en las calles!


* http://periodicoanarquia.wordpress.com

Les contamos que ya estamos difundiendo el último número de nuestro periódico. Vecinos, compas, sale un número nuevo del periódico, en esta Villa española tan cascoteada, en esta Unión declarada zona roja, en este Malvín Norte y esta Curva tan y tan divididos. Entendemos que la cosa sigue jodida, en el incendio de Corrales fueron muchos los robos a los vecinos que desesperadamente sacaban las cosas de sus casas. Pero la solidaridad también se hizo presente en otros que dieron sus manos para ayudar. A una fuerza autoritaria que refleja la insolidaridad y el oportunismo se le opone otra, la de la solidaridad, la de los que están dispuestos a ayudar, a dar una mano. Continua a leggere

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(en/it) G4S van set on fire Nottingham (u.k.)

* actforfreedomnow

19/4

In the early hours of this morning a G4S vehicle was set on fire in North Nottingham. A container of petrol was poured on the bonnet and a match was tossed. As we fled the scene we remembered our friends who have been detained, deported, tortured and murdered by Group 4.

This was not an act of bravery, nor was it enough to avenge all those who have who have been tormented by the prison machine. It was however a sign of our intent. A sign that we will not accept this society as the way things have to be.

The struggle against social control is something we must participate in, and to do that we must attack those that participate in the maintenance of society. Whether these attacks are large or small they are what we must do to stay true to ourselves and our desire for a society without domination.

G4S have profited, and will continue to profit from the a prison society which is an attack on the marginalised, the working class, the “non-white”, in fact on all of us who are not part of the elite. So Fuck G4S, fuck all those who seek to, or profit from the imprisonment of our friends, the oppression of our families and the attempt to control us. We will not be controlled, we will attack again and again, because we are filled with love, compassion and pure unadulterated rage.

This action was in solidarity with the 14 Chiliean Anarchists who were arrested on the 14th of August last year, because solidarity is our weapon.

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Nottingham – Dato alle fiamme furgone G4S

# cenere

Nelle prime ore di oggi un veicolo G4S è stato dato alle fiamme a North Nottingham. E’ stato versato un recipiente di benzina sul cofano e vi è stato lanciato un fiammifero. Lasciando la scena ci siamo ricordati dei nostri amici detenuti, deportati, torturati e uccisi dal Group 4.

Questa non è stata una prodezza, ne è sufficiente per vendicare tutti quelli che sono stati vessati dalla macchina della prigione. E’ stato comunque un segno del nostro intento. Un segno che dimostra che non accetteremo questa società e lo stato delle cose.

La lotta contro il controllo sociale è qualcosa a cui dobbiamo prendere parte, e per farlo dobbiamo attaccare quelli che contribuiscono al mantenimento della società. Che siano attacchi grandi o piccoli, essi sono ciò che dobbiamo fare per essere coerenti con noi stessi e con il nostro desiderio per una società senza dominio.

G4S ha tratto profitto e continuerà a farlo da una società prigione a scapito degli emarginati, la classe operaia, i “non bianchi”, a scapito di tutti quelli che sono parte di una élite. Fottiti G4S, vaffanculo a tutti quelli che cercano di trarre profitto dalla prigionia dei nostri amici, dall’oppressione delle nostre famiglie e dal tentativo di controllarci. Non ci faremo controllare, attaccheremo ancora e ancora, perché siamo pieni d’amore, compassione e di una rabbia pura e sincera.

Questa azione è stata fatta in solidarietà con i 14 anarchici cileni arrestati il 14 Agosto, perché la solidarietà è la nostra arma.

 

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Cagliari – Liberati i compagni arrestati

* informa-azione

Riceviamo e diffondiamo:

LUNEDI’ 18 APRILE, Andrea e Carlo, i compagni arrestati a Cagliari sabato 16 aprile per resistenza ed oltraggio sono stati scarcerati e rinviati al processo il 3 NOVEMBRE.
I carabinieri hanno dimostrato le loro contraddizioni nell’operato e durante gli arresti.
Le forze del (dis)ordine hanno giustificato l’intervento che aveva portato agli arresti con il disturbo creato da alcune auto in mezzo alla carreggiata, peccato che la suddetta auto fosse quella dell’avvocato arrivato in loco due ore dopo i fatti, cosa dimostrata durante il dibattimento con lo stupore dei militi. Dopo questa ed altre contraddizioni i compagni sono stati scarcerati ed i carabinieri hanno dimostrato ancora una volta le loro scarse qualità investigative.
Durante l’udienza una ventina di compagne e compagni e di solidali hanno sostenuto gli imputati sia dentro che fuori il tribunale distribuendo il volantino con il comunicato sull’arresto e rimarcando l’abuso da parte dei carabinieri.
Ringraziamo tutte e tutti per il supporto.

AMICHE ED AMICI, COMPAGNE E COMPAGNI SARDI

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Bologna – Contributo di Martino dal carcere della Dozza

* informa-azione

Terrorista è chi rinchiude e bombarda non chi tutto ciò combatte!

Mi chiamo Martino, sono uno degli anarchici arrestati a Bologna lo scorso 6 aprile a seguito dell’ennesima ondata repressiva orchestrata dallo stato: operazione che ha portato all’arresto di 5 tra compagni e compagne, all’allontanamento di altri/e 7, ad un gran numero di perquisizioni (effettuate, peraltro, contemporaneamente in più città) e, addirittura, al sequestro dello spazio di documentazione Fuoriluogo (che passa dall’essere una sede con distribuzione di testi di critica radicale che organizza iniziative aperte settimanalmente, all’essere un inespugnabile fortino di terroristi) un’inchiesta a cui la procura lavorava da tempo e a cui, a seguito di alcuni attacchi anonimi avvenuti in città nel giro di una settimana ai danni di IBM, ENI, Emilbanca e Lega Nord, ha deciso fosse il momento di dare un seguito (nonostante nel riassunto delle carte che ci è stato consegnato al momento del nostro  arresto, non ci sia alcun riferimento a questi fatti, con buona pace per i giornalisti forcaioli).
In un clima di linciaggio mediatico volto ad intimidire le tante persone che si avvicinano alle lotte in cui gli anarchici sono impegnati facendo terra bruciata attorno a loro (con Maroni che annunciava la sua funesta calata in città) arrestare qualcuno era necessario.
Perché la polizia c’è, la polizia fa. È tutto sotto controllo.
Siamo alle solite: ogni manifestazione di dissenso non recuperabile deve essere distorta, circoscritta ad una “guerra privata” tra il potere ed i suoi nemici dichiarati per disinnescarne la portata sociale e vanificarne il potenziale.
Come se, tolti gli anarchici, in questo mondo di merci non rimanessero che docili sudditi persuasi di vivere nel migliore dei mondi possibili.
Eppure per accorgersi di come sia il mondo in cui viviamo non c’è bisogno di essere dei sovversivi: dalla minaccia nucleare che incombe alla guerra d’occupazione in Libia, sul fronte esterno; dalla militarizzazione imperante alla reclusione dei migranti sul fronte interno… la quotidiana catastrofe della società del profitto viene subita da tutti.
In tempi in cui la buia rassegnazione che, troppo spesso aleggia sulle coste nord del Mediterraneo, viene illuminata dalle insurrezioni che infiammano il sud delle sue coste.
In tempi in cui la N.A.T.O. stende un rapporto (Urban Operation in the Year 2020) in cui i suoi analisti immaginano per il 2020 scenari in cui l’esercito dovrà essere massicciamente impiegato per soffocare le rivolte dei poveri nelle periferie delle grandi città occidentali.
In tempi di crisi non può stupire se la diffusione dell’ideale anarchico (soprattutto se propugnato da individui che non aspettano, con le mani in mano la futura venuta di un’umanità libera e federata ma che, al contrario, lottano qui ed ora mettendo in gioco se stessi) turbi i sogni di chi ci comanda.
In realtà, a ben vedere, in una società  come questa quello del nemico interno è l’unico “ruolo” eticamente accettabile:
–    non voglio essere complice di una società che devasta il pianeta che la ospita
–    non voglio essere complice di un’economia che per sopravvivere necessita di continue guerre e di ridurre intere popolazioni alla fame
–    non voglio essere complice delle guardie che stuprano nelle caserme e nei C.I.E. ed uccidono nelle questure e nelle carceri
–    non voglio essere complice di una società che sviluppa nanotecnologie e modificazioni genetiche al fine di controllare e piegare il vivente alle proprie esigenze di profitto
–    non voglio essere complice del razzismo della caccia all’immigrato, della reclusione che attende chi non si piega alle leggi di un paese in cui i governi passano ma le telecamere, i manganelli ed i fili spinati restano
–    non voglio essere complice di un’ipocrisia religiosa o del turismo sessuale che spesso ne costituisce il contraltare
–    non voglio essere complice del massacro continuo di milioni di animali allevati e gonfiati o per alimentare i fatturati dell’industria zootecnica che intossica e affama o per testare ed immettere nei mercati nuovi prodotti (anche a costo di inventare nuove patologie per brevettare nuovi farmaci).
Al contrario saluto e abbraccio chi lotta contro tutto questo: solidarietà ai compagni in carcere in Italia, Svizzera, Germania, Francia, Grecia, Spagna, Cile, Argentina, Messico e Stati Uniti; ai Mapuche in lotta per le loro terre; ai “Freedom Fighters” del Delta del Niger, agli insorti del Maghreb e a tutte quelle situazioni di lotta che non conosco o non ho nominato.
Grazie per la grande solidarietà dimostrata nei confronti di me e degli altri/e arrestati/e.
Ancora dalla parte di chi, schiacciato da un cielo plumbeo, sceglie di procurar tempesta!
Ancora più lucido! Ancora più incazzato! Sempre a testa alta! Sempre presi bene raga!
Per l’anarchia

Martino

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en/es/it – Bombs Case prisioners radicalize their hunger strike


ENGLISH:

Today -tuesday, april 19th- the prisioners of the Bombs Case, in their day #58 of strike, has been decided RADICALIZE THEIR HUNGER STRIKE in the following way:

-Don’t drink liquids or isotonic sports drinks.

-Only drink water.

 

Their actually demands are:

-Freedom now.

-End to the Antiterrorist Law process.

-End to the remand.

-End to the Antiterrorist Law and to the without face witness.

-Anticarcelaries rights grievances.

 

The comrades demands change the Antiterrorist Law in the follwing way:

-End to the undercover witness.

-End to the unanimous vote -in the Appellate Court- for have parole.

-End to the triplicate sentences capacity.

 

How mediation method, the 14-A prisioners demands:

-Visit of the Santiago’s Archbishop, Ricardo Ezzati, in the Cárcel de Alta Seguridad (High Security Prison) and in the Centro Penitenciario Femenino (Female Penitentiary Center).

-Conformation of a working team for change the Antiterrorist Law with results, at the latest, on wednesday April 27th.

 

If, in that date (April 27), the Santiago’s Archbishop don’t go to the prisons, the comrades will begin a DRY HUNGER STRIKE (don’t eat or drink ANYTHING).

 

Flayers:

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PLEASE, SPREAD THIS NWES.

OUR PARTNERS HAS BEEN RADICALIZE THEIR FIGHT!

WHAT ARE WE WAITING FOR?

 

* * *

 

ESPAÑOL:

Durante el día de hoy, martes 19 de abril, lxs presxs del montaje político “Caso Bombas” -en su día 58 de movilización- han decidico RADICALIZAR SU HUELGA DE HAMBRE de la isguiente manera:

-No consumir líguidos ni sales rehidratantes.

-Sólo consumir agua.

 

Sus exigencias actuales son:

-Libertad inmediata.

-No al procesamiento de la Ley Antiterrorista.

-Fin a la prisión preventiva.

-Fin a la Ley Antiterrorista y a lxs testigos sin rostro.

-Reivindicación de derechos anticarcelarios.

 

Lxs compas exigen modificar la Ley Antiterrorista de la siguiente manera:

-Fin a lxs testigos encubiertxs

-Fin al voto unánime -de la Corte de Apelaciones- para conseguir la libertad condicional.

-Fin a la capacidad de triplicar las condenas.

 

Como método de mediación, lxs presxs del 14-A exigen:

-Presencia inmediata del Arsobizpo de Santiago, Ricardo Ezzati, en los penales en donde se encuentran secuestradxs.

-Conformación de una mesa de trabajo para la modificación de la Ley Antiterrorista con resultados hasta el próximo miércoles (27 de abril).

 

Si hasta ese día no se hace presencia, lxs compas asumirán una HUELGA DE HAMBRE SECA (no comer ni beber NADA).

 

Afiches:

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ROGAMOS DIFUNDIR Y APOYAR

¡LXS COMPAÑERXS HAN RADICALIZADO SU LUCHA!

¿QUE ESTAMOS EPERANDO?

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ITALIANO:

Oggi, martedì 19 aprile, i prigionieri e le prigioniere della montatura politica “Caso Bombas” – giunti al 58° giorno della loro mobilitazione- hanno deciso di RADICALIZZARE lo SCIOPERO della FAME nel seguente modo:

– Non consumare liquidi né sali reidratanti.

– Consumare solo acqua.

 

Le loro attuali richieste sono:

– Libertà immediata.

– No al processo con la Ley Antiterrorista.

– Fine alla carcerazione preventiva.

– Fin alla Ley Antiterrorista ed ai testimoni senza volto.

– Rivendicazione di diritti anticarcerari.

 

I compagni e le compagne esigono la modifica della Ley Antiterrorista nel seguente modo:

– Fine dei testimoni protetti.

– Fine del voto unanime -della corte d’appello- per ottenere la libertà condizionale.

– Fine della facoltà di triplicare le condanne.

 

Quale metodo di mediazione, i/le prigionieri/e del 14-A esigono:

– L’immediata presenza dell’arcivescovo di Santiago, Ricardo Ezzati, nelle carceri in cui si trovano sequestrati/e.

– Costituzione di una tavolo di dialogo per la modifica della Ley Antiterrorista con esiti fino al prossimo mercoledì (27 aprile).

 

Se giunti a tale giorno non vengono considerate queste due richieste, i compagni e le compagne inizieranno uno SCIOPERO DELLA SETE, oltre a quello della FAME.

 

manifesto:

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SI PREGA DI DIFFONDERE E DI APPOGGIARE

I COMPAGNI E LE COMPAGNE HANNO RADICALIZZATO LA LOTTA!

COSA ASPETTIAMO?

 

 

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Cile – Compagni/e sequestrati/e radicalizzano lo sciopero della fame

* liberta14a.noblogs.org

testo originale: solidaridadporlxspresxs.blogspot.com

Oggi 19 aprile, i prigionieri della montatura politica “Caso Bombas” giunti al 58° giorno di mobilitazione hanno deciso di RADICALIZZARE lo SCIOPERO della FAME, escludendo dalla propria dieta tutti i tipi di liquidi e sali idratanti ad eccezione dell’acqua, fino al compimento delle loro richieste:

– libertà immediata
– No al processo attraverso la Legge Antiterrorista (n.d.t. – eredità della dittatura di Pinochet)
– Cambio delle misure cautelari per i compagni (fine della prigione preventiva)
– Fine della legge antiterrorista con i suoi testimoni “Senza Volto” (testimoni anonimi e non attendibili)
– Fine dell’articolo 7 inciso 18 della Costituzione (voto unanime per ottenere la libertà condizionale)
– Rivendicazione dei diritti carcerari

All’interno della stessa hanno precisato e richiesto:

– Presentazione di un Progetto di Modifica alla legge Antiterrorista 18.340 che influisca direttamente sul loro processo e che includa i seguenti punti:
* fine dei testimoni coperti
* modifica dell’art. 7 Inciso 19 della Costituzione riferita al voto unanime della Corte d’Appello per conseguir il cambio delle misure cautelari dalla prigione preventiva alla libertà condizionale
* Capacità di triplicare le pene

Allo stesso tempo esigono la presenza immediata dell’arcivescovo di Santiago Ricardo Ezzati nelle carceri dove si trovano sequestrati, la creazione di un tavolo di lavoro per la modifica della legge Antiterrorista che dia risultati entro il 27 aprile, giorno nel quale, se non si dovesse arrivare a un accordo, si intraprenderebbe uno SCIOPERO DELLA FAME SECCO (ovvero uno sciopero della sete, aggiunto a quello della fame).

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Viejo Loco – La passione per la Libertà è più forte di qualunque prigione

* liberta14a.noblogs.org

testo originale: libertadalos14a.blogspot.com

(…) Si tratta di quello spirito combattivo
senza il quale perfino gli anarchici si lasciano addomesticare
e vanno a parare, in questa o quell’altra maniera nel pantano del legalismo…
È stupido, per avere salva la vita, distruggere le ragioni per vivere”
Errico Malatesta, “L’Agitazione” 1901

In questo “Caso Bombas” l’obiettivo è annichilirci, ciò che si persegue non è una filosofia pietrificata nel passato, perché le idee senza la pratica non sono pericolose, quello che il potere cerca di giudicare è una certa forma di affrontare la vita, e senza voler sembrare pretenzioso, oggi come secoli fa, quello che lo stato pretende giudicare è la potenziale minaccia dell’Anarchia, questo è uno degli inevitabili scontri tra due forze opposte.

Questa lettera è un appello a combattere il letargo delle parole, a non sottomettersi alle decisioni delle devote e obbedienti pecore, questo è un appello ad ascoltare i propri istinti, a che risorgano in forme immense le proprie convinzioni, perché ogni colpo rafforzi il tempio di rabbia e la inestinguibile volontà ribelle si faccia carne e fuoco.
I vostri gesti solidali annientano i muri, aprono le sbarre, le vostra grida anonime si fanno sentire come tuoni strepitosi.

In questa settimana di “Agitacion y Propaganda” (del 14 al 21 aprile) desidero inviare i miei rispetti a tutti i prigionieri in guerra del pianeta, a loro che comprendono che le celle non sono grotte di congelamento rivoluzionario, bensì un altro posto dove scontrarsi con l’autorità.

Che il mio ghigno complice arrivi a tutti gli irriducibili nemici del potere.

Che i fratelli e le sorelle che volano liberi sappiano che non li dimentico, che le loro ali si aprano lontano dalle prigioni.

coraggio compagni/e

Fuerza a todas y todos.
Por la Anarquía Viva, seguiré gritando; ¡Que Viva La Anarquía!

 

Viejo Loco, Rebelde Anárquico en Huelga de Hambre.
dalle Radici Indomite del Sudamerica.

13 de Abril 2011

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Santiago del Cile – Comunicato del Centro Sociale Cueto con Andes

* liberta14a.noblogs.org

testo originale: * solidaridadporlxspresxs.blogspot.com

PERSECUZIONE IDEOLOGICA, MONTATURA E REPRESSIONE

Realizziamo questo comunicato a partire dalla necessità di denunciare i fatti successi intorno alla casa-centro sociale e le persone che la vivono, partecipano nel posto o che lo visitano.

Tutto questo nel quadro di una operazione repressiva scatenata dallo Stato contro persone, collettivi e spazi schierati e attivi contro il sistema capitalista e le sue logiche coercitive, che poco meno di un anno fa ha mostrato la sua vera faccia con il mediatico e teatrale “Caso Bombas”, ma che in realtà si va sviluppando sistematicamente già da alcuni anni contro il mondo libertario, anarchico e antiautoritario

Il 14 agosto 2010, in un’operazione poliziesca-televisiva denominata “Operazione Salamandra”, con un dispiegamento simultaneo a Santiago del Cile e a Valparaiso, risultarono incarcerati/e 14 compagni/e accusati di fare parte di una associazione illecita terrorista che mette bombe, secondo la fiscalìa (pubblica accusa), capeggiata da Alejandro Peña; questa sarebbe un’organizzazione gerarchizzata, che avrebbe leader determinati, ma che – paradossalmente – funzionerebbe come un sistema ‘democratico’ dove sotto questi supposti leader starebbero tutti gli altri accusati ordinati in maniera orizzontale, tesi che contrasta fortemente con quella delle autorità incaricate del caso, per le quali c’era l’impossibilità di ottenere risultati giacché, secondo le stesse autorità, i gruppi ‘ipoteticamente’ responsabili, sono gruppi senza gerarchia, capi ne struttura organica determinata.

Applicando la legge antiterrorista, eredità della dittatura militare di Pinochet, lo stato e la Fiscalìa possono fare uso di figure come la ‘presunzione’, dichiarazioni di ‘testimoni senza volto’ (n.d.t. – testimoni che rimangono anonimi nel processo, non solamente nell’udienza, privi quindi di qualsiasi attendibilità), intromissione nella privacy delle persone investigate (intercettazioni telefoniche, monitoraggio mail) e sollecitare l’arresto preventivo degli accusati per il periodo che duri l’investigazione.

In questo caso, dopo oltre 4 anni di indagini, gli unici risultati raggiunti sono stati la detenzione di 10 dei 14 compagni, senza rispettare il principio d’innocenza e senza prove per processarli, ragione questa per la quale la Fiscalià ha sollecitato 6 mesi aggiuntivi di indagini, che ad oggi si sono tradotti in quasi già 8 mesi di prigione preventiva e, solo poche settimane fa, con i nostri fratelli e sorelle in sciopero della fame da oltre un mese, se ne è ottenuta la fine (n.d.t. – del tempo investigativo, il tribunale ha cioè imposto alla pubblica accusa di venire al dunque e formulare le accuse).

Le prove con le quali contano sono, a dir il meno, deboli e inconsistenti: intercettazioni telefoniche triviali, foto di amici camminando per la strada, letteratura politica, poster, opuscoli, supposte ‘prove scientifiche’ o ‘tracce’. La Fiscalìa e i giudici considerano che queste sarebbero prove sufficienti per mantenere in prigione preventiva e in condizioni estreme la prigionia di 10 degli accusati e per di più, il Fiscal Peña minaccia, attraverso la stampa ufficiale, che presenterà 794 testimoni (dei quali 4 sono ‘testimoni senza volto’), 221 periti e 6.744 fatti materiali evidenti, documenti e resoconti periziali.

Se sommiamo a tutto questo il profilo costruito e stereotipato dalla stampa; canali televisivi come Megavision, Canal 13 e giornali come La Tercera ed el Mercurio criminalizzano persone che vivono o frequentano case occupate e centri sociali/controculturali, che vestono in certi modi, che ascoltano certi stili di musica, che partecipano in collettivi anticapitalisti, che si autodefiniscono come anarchici o antiautoritari, etc … e se a tutto questo aggiungiamo la diretta relazione rimasta allo scoperto, tra il Ministero dell’Interno, e il Fiscal Peña (il p.m., dopo la presentazione delle ‘prove’ e la fine del periodo investigativo ha rassegnato le dimissioni ed è entrato nell’equipe del ministero dell’interno, parte in causa nel processo ‘Caso Bombas’ – giusto per evidenziare la connessione diretta e l’indipendenza della magistratura dal potere politico) le polizie e i mezzi di comunicazione, abbiamo come risultato una persecuzione da parte dello Stato, quasi nell’insieme dei suoi dispositivi, contro gruppi e individualità ribelli e critiche, attive, mobilizzate e che fanno della propria vita una lotta per la libertà.

Crediamo che tutto questo inferno mediatico, giuridico e poliziesco sia parte di una montatura creata dal potere per perseguire e terrorizzare chi decide di dirigere la sua vita con una posizione antagonista, chiunque alzi la voce e persegua con la costruzione e l’intercambio di idee e azioni critiche nel camino della decostruzione dei valori e della morale che la cultura egemonica ha imposto sopra i nostri corpi.

Denunciamo la persecuzione poliziesca che viviamo quotidianamente nell’uscire dalla nostra casa, con vigilanza nascosta – però non invisibile – con controlli d’identità costanti ai compagni e compagne che abitano la casa e/o visitano lo spazio. Essendo già quasi ormai prassi che all’arrivo o all’uscita ti fermino prepotentemente i Carabineros de Chile e ti obblighino a identificarti, ti facciano domande e, se gli viene la voglia, ti portino via senza ragioni per realizzare il controllo al commissariato.

Il Centro Social Autónomo Cueto con Andes è uno spazio comunitario aperto dove convergono differenti organizzazioni e individualità per svolgere iniziative di carattere sociale, politico, artistico, educativo e d’autogestione, sempre con obiettivo la diffusione della critica al sistema capitalista e alle relazioni sociali d’autorità e potere che in questo si promuovono.

In questa casa si svolgono differenti attività, tutte senza fine di lucro; si tengono laboratori gratuiti, funziona la biblioteca comunitaria e di quartiere ‘Punky Mauri’, il Canale di quartiere 3, si creano reti con media indipendenti, con collettivi Hip-Hop, con organizzazioni delle poblaciones, studentesche, con compagnie di danza, teatro, musicisti, artisti visuali, etc E contemporaneamente è uno spazio abitativo dove risiedono persone con idee diverse, che svolgono diverse attività e lavori e che mantengono lo spazio in maniera collettiva e indipendente. Siamo individui critici con i modelli usati dalle istituzioni per raccontare quella che chiamano la Storia, dove solo raccontano la verità dei potenti, mentre silenziano o omettono la resistenza, la lotta contro l’oppressione, che copre i crimini commessi dallo Stato e mantiene le persone nell’ignoranza circa come si sono sviluppati i fatti nel tempo, gli interessi che ci sono dietro la politica e della sottomissione della vita alle necessità del sistema economico.

Per questo prendiamo la parola e ci pronunciamo per denunciare una persecuzione ideologica-politica che, con la disinformazione e il silenzio dell’opinione pubblica, sequestra in carcere 10 persone coscienti e attive e, nello stesso momento, minacciano i loro affetti cercando di terrorizzarli e annullare qualunque segno di solidarietà.

Vogliamo lasciare memoria a tutti e a tutte che abbiano accesso a questo documento che, negli ultimi mesi, siamo stati testimoni e protagonisti di un costante clima di vigilanza, inseguimenti e minacce da parte di funzionari di polizia intorno al Centro Sociale; ci accorgiamo di come ci osservano i poliziotti in borghese (gli stessi vicini del quartiere sono stati testimoni e sono venuti da noi a denunciarlo) e ci seguono quotidianamente. Abbiamo visto inoltre, che in alcune attività di lavoro sociale che facciamo nel quartiere, come la Feria del Baratto in Piazza Yungay, i Carabineros siano arrivati violentemente e ci abbiano obbligato a terminare l’attività, tagliandoci la luce della piazza, e minacciando di far arrivare le Forze Speciali (n.d.t. – contingenti antisommossa) per disperdere i vicini, i compagni e i bambini che partecipavano alla giornata.

Oltre tutto questo, è successo un altro fatto che ha richiamato la nostra attenzione e crediamo necessario menzionare. Alcuni mesi fa, fu lasciato fuori dalla casa, giusto davanti la porta, una borsa strana dentro la quale i compagni hanno incontrato due estintori. Per fortuna in quel momento comparve il personaggio che l’aveva lasciato lì: un personaggio vestito da mendicante, che nessuno ricordava aver visto nel settore al quale fu intimato di portare via la borsa dall’ingresso della casa.

Facendo questo comunicato non pretendiamo vittimizzarci ne’, in qualche maniera, reclamare o chiedere qualcosa alle autorità. Vediamo chiaramente le intenzioni coercitive di queste pratiche e comprendiamo che questo è parte di uno scontro permanente e esplicito con i guardiani dell’ordine dei ricchi e noi che non accettiamo queste condizioni di dominazione e ci ribelliamo da differenti punti di azione, creazione e propaganda.

Siamo uno spazio solidale con i compagni e le compagne prigionieri/e politici/che imprigionati/e e accusati di far parti di una inesistente associazione illecita terrorista e crediamo fermamente che tutto questo è parte della montatura organizzata da Rodrigo Hinzpetere (Ministro dell’Interno) e Alejandro Peña, in complicità con le polizie e i mezzi di informazione di massa.

BASTA CON LA PERSECUZIONE POLIZIESCA
LIBERTÀ AI PRIGIONIERI DELLA MONTATURA ‘CASO BOMBAS’
IN SCIOPERO DELLA FAME DAL 21 FEBBRAIO 2011

FINE ALLE LEGGE ANTITERRORISTA!

Centro Social Autónomo Cueto con Andes aprile 2011

Pubblicato in 14 de agosto | Contrassegnato | Commenti disabilitati su Santiago del Cile – Comunicato del Centro Sociale Cueto con Andes

$hile – Sobre las detenciones durante la cicletada anticarcelaria del pasado 15 de abril.

* solidaridadporlxspresxs

A eso de las 16:30 la cicletada partió desde plaza Brasil, lxs manifestantes mientras pedaleábamos gritábamos consignas por la libertad de lxs secuestradxs en huelga de hambre y algunxs repartían propaganda. La cicletada logró obstruir el transito en las calles por donde pasó, causando molestia en la mayoría de los automovilistas y también en las fuerzas publicas quienes intentaban evitar que se cortara el transito, para esto dos policías motorizados no dudaban en abalanzar sus motos contra lxs ciclistas solidarixs en distintas ocasiones. Al llegar a la Av.Vicuña mackena ya contábamos con un reten móvil en la cola de la cicletada mas los dos policías motorizados que seguían intentando reestablecer el transito hasta que uno de ellxs ( de apellido Macias) atropelló la rueda trasera de un compañero dejándola inutilizable, en ese momento otro ciclista que se encontraba cerca solidarizó con el compañero increpando a Macias, solo ese gesto bastó para que los demás agentes se bajaran del reten móvil con prepotencia para detener a los dos ciclistas, obviamente los compañeros se resistieron al arresto y recibieron puñetazos en sus caras, fueron ahorcados, tirados del pelo y reducidos, incluso uno de ellos fue agredido en sus genitales. En ese momento solo cuatro ciclistas más intentaron evitar la detención de los compañeros quienes también sufrieron pequeñas agresiones.

Ya en el reten móvil los secuestrados siguieron recibiendo golpes mientras eran grabados con un celular, cuadras mas adelante un tercer compañero es detenido (integrante del canal Victor Jara).

Los 3 fueron llevados a la 3ª comisaría donde siguieron las torturas por parte de Macias principalmente, Rojas, Muñoz y una cuarta policía (mujer) que los compañeros recuerdan con especial “cariño” por su prepotencia. Fueron obligados a desnudarse a punta de golpes, también fueron grabados por el cabo Araneda con un celular. Macias se llevó a uno de los ciclistas a otra celda, escupió en el suelo y botó al compañero, por suerte este no calló sobre el escupo de Macias pero igual fue obligado a desnudarse

En las horas de encierro los compañeros lograron escribir y dibujar con un pequeño alambre consignas por la libertad en las paredes de las celdas

Afuera compañerxs solidarixs intentaban dar con el paradero de los secuestrados pero en la 3º comisaría negaron la presencia de los ciclistas en todo momento, quienes recién a eso de las 24:00 pudieron recibir algo de alimento y abrigo. Al momento de firmar los derechos de detención (luego de 18 horas de encierro) a uno de los ciclistas no se le permitió hacerlo sin un motivo aparente, en total se encontraron encerrados 19 horas aproximadamente y dejados en “libertad” (sin pasar a Fiscalía) alrededor de las 12:00 del 16 de Abril a pesar de que se les inculpaba por la supuesta agresión de un agente que resultó herido durante la detención y el destrozo del parabrisas del reten móvil, obviamente los compañeros no podrían haber sido ya que se encontraban reducidos y eran golpeados en ese momento. Una vez mas las acusaciones caen por su propio peso.

 

Pubblicato in 14 de agosto, azioni dirette | Contrassegnato | Commenti disabilitati su $hile – Sobre las detenciones durante la cicletada anticarcelaria del pasado 15 de abril.

Sobre la acción solidaria en Valparaíso

* solidaridadporlxspresxs

El viernes 15 a las 12 del dia un grupo de compas solidarixs, se manifestaron frente a tribunales en Valparaiso, la acción consistía en que 4 de los compas se encadenaron a la estatua de la justicia sin venda ni balanaza que se encuentra junto a las escalinatas de la entrada a los tribunales, a la vez que otro grupo desplegaba un lienzo en la escalinata misma, la accion era en muestra de solidaridad con los compañerxs secuestradxs desde el 14 de agosto,en huelga de hambre de mas de 54 dias y dentro del marco de la semana de agitacion y propaganda, luego de estar aproximadamente por una hora gritando y explicando el motivo de la accion a quienes circulaban y a uno que otro medio de prensa, hace aparicion las fuerzas policiales, quienes sin mediar ningun tipo de negociacion, pasan a la accion represiva de inmediato cortando la cadena que, de manera simbolica, mantenia sujeto a los compas a la estatua y procediendo a llevarselos detenidos, a la vez que tb detenian a quienes portaban el lienzo, sin justificacion alguna, siendo un total de 9 los detenidos, quienes luego de constatar lesiones son trasladados a la Octava comisaria de valparaiso, donde son informados que el fiscal ha determinado mantenerlos hasta el otro dia para la audiencia de detencion, al dia siguiente en la audiencia se determino que la detencion era ilegal, pero aun asi se dejo citados a lxs compas para una nueva audiencia pues la fiscalia esta pidiendo 180 dias de presido para ellxs por desordenes.

agradecer las innumerables muestras de apoyo, compañerismo y solidaridad, que recibimos de nuestrxs compas las 24 horas que estuvimos ahi, y dedicarle esta y muchas mas acciones a lxs cabrxs que mantienen firmes sus convicicones con la huelga de hambre.

Abajo la ley antiterrorista

libertad a lxs compañerxs en huelga de hambre

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$hile – Manifestación solidaria x lxs presxs en guerra-Curicó


Nos reunimos un pekeño grupo de solidarios a meter un poko de ruido por lxs cabrxs sekuestrados por el estado terrorista, en la farsa del caso bombas y por lxs presxs de la cam ya ke ambos se encuentran hoy en huelga de hambre, y procesados por la ley antiterrorista (que paradoja), nos hacemos parte de la gran gama de expresiones de fuerza hacia lxs cabrxs ke hoy dentro de la kana, se erigen orgullosamente defendiendo su posicion, nada facil cuando el agobio del encierro, pone en desafio la pasion indomita a la libertad. Tambien recordamos a kienes kayeron kombatiendo.

Nadie esta ajeno en este sorteo de montajes y falsas judiciales, pero kien decide jugar en este terreno, debe ser consciente de lo ke implica, por eso enviamos nuestras fuerzas a todo korazon inkieto en buskeda de revuelta, kualkier expresion de atake a su moralidad social, mantiene su valor por la esencia…

 

SEKUESTRADXS POR EL FALSO “CASO BOMBAS” EN HUELGA DE HAMBRE

PRESXS DE LA CAM EN HUELGA DE HAMBRE

PRESXS EN GUERRA DE TODO EL MUNDO

A LA KALLE AHORA

ABAJO LA SOCIEDAD CARCELARIA

Y KE WA

SE ADJUNTA UN ENLACE DEL VIDEO

ACA:

http://www.youtube.com/watch?v=7ANwUkKx7zg

 

 

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Robert – Lettera aperta dal carcere della Dozza

* mondosenzagalere.blogspot.com

La Lettera aperta che qui pubblichiamo è stata redatta dietro le sbarre da Robert, uno dei cinque compagn* bolognesi sequestrati dallo Stato lo scorso 6 aprile con la farsesca accusa di “associazione a delinquere” aggravata da “finalità eversive”. A lui e a tutt* gli arrestati e gli indagati va la nostra piena solidarietà.

Liber* tutt*!

Lettera aperta dal carcere della Dozza

 

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Cagliari – Due arresti per resistenza aggravata e oltraggio

informa-azione.info

riceviamo e diffondiamo:

La situazione che stiamo per descrivere ha del surreale.
Durante un pranzo fra amici ed amiche in un terreno privato, recintato e con tanto di cancello d’ingresso, una gazzella dei carabinieri ha fatto irruzione. Gli agenti hanno preteso l’identificazione dei presenti senza mandato e senza motivi dichiarati. I proprietari hanno fornito i documenti ed hanno preteso che gli agenti uscissero dal loro terreno. Pochi minuti dopo sono arrivate altre due gazzelle; a quel punto i carabinieri, ormai in nove, hanno fatto nuovamente irruzione con fare più arrogante e provocatorio di prima. Hanno infatti colpito, ammanettato e caricato sulla macchina un compagno. Nel frattempo il comandante dei Carabinieri di Monserrato continuava a minacciare, spintonare ed insultare chi si trovava di fronte, operando un altro fermo. In caserma ai due compagni vengono confermati gli arresti per RESISTENZA AGGRAVATA ED OLTRAGGIO A PUBBLICO UFFICIALE.
Il processo per direttissima è fissato per LUNEDI’ 18 aprile alle ore 9:00; fino ad allora i compagni resteranno in cella di sicurezza nonostante l’istanza di scarcerazione dell’avvocato. L’ingresso non supportato da alcun mandato, l’ostentazione dell’autorità con l’arroganza e le minacce, anche davanti a bambini e bambine (spettatori terrorizzati di questa situazione) sono le derive autoritarie a cui cercano di abituarci quotidianamente.
Non contenti del tentativo di controllo capillare del territorio che mira a limitare gli spazi di agibilità pubblica, ora vorrebbero impedire e controllare anche i momenti di socialità all’interno delle proprietà private, che siano case o terreni.
PER LA SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI ARRESTATI TROVIAMOCI DAVANTI AL TRIBUNALE DI CAGLIARI, PIAZZA REPUBBLICA DALLE H:9:00 LUNEDI’ 18 APRILE.
PERCHE’ NON PASSI L’IDEA CHE LA DIVISA SIA UN’AUTOMATICA AUTORIZZAZIONE ALLA PREVARICAZIONE E ALL’ABUSO.

AMICI ED AMICHE, COMPAGNE E COMPAGNI PRESENTI AI FATTI

 

 

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El Surco nº24, Marzo de 2011 (Región chilena)


Amigos y amigas:

Tenemos el agrado, una vez más, de hacer circular un nuevo número de El Surco. Esta vez, el 25, correspondiente al mes de abril de 2011. Como es de común conocimiento, la situación actual es por diversas razones complicada, comenzando con la delicada realidad de los compañeros y compañeras presas por el montaje “Caso Bombas”. En Huelga de Hambre desde el 21 de Febrero. Hoy estamos en la necesidad, nuevamente y de forma urgente, de maximizar las redes y campañas y gestos y acciones de solidaridad con lxs presxs. No esperar de los otros lo que con un poco de imaginación y buena voluntad podemos hacer por nuestra cuenta, cuando las manos parecen faltar. Cada hecho por mínimo que parezca, se proyecta incontrolable y necesaria en esta difícil hora. La Solidaridad es una cuestión permanente, intermitente, no por ello uniforme, es algo que debemos vivir y difundir. No como una moda pasajera, sino como una expresión sincera de nuestras ideas y de nuestra cotidianeidad. Saludamos con este nuevo número, a lxs compas presxs, y a los anónimos que por el Mundo generan hoy la solidaridad y agitan por el fin del caso bombas, del montaje, de la Ley Antiterrorista y de todas las leyes en general.

 

En esta edición, El Surco, aporta al debate y la difusión con:

– Editorial: De la libre iniciativa individual y la gestión autónoma de nuestras vidas.

– ¡Huelga de Hambre!, poema anarquista de 1934

– Teatro y anarquismo.

– Las revueltas sociales en Medio Oriente

– Todo Ejército es un crimen contra la humanidad.

– Entrevista al Proyecto Educativo libertario Wenuleufü de Niebla

– Teodoro Brown y Víctor Garrido: Historia de dos peluqueros anarquistas

– Ubicación y Condenas solicitadas a lxs compxs del 14 A – Reseña: Anarquismo y cárceles de Rodolfo Montes de Oca

– Caricaturas y más

Puedes descargar este número y los anteriores en http://srhostil.org/elsurco/

Si puedes, prefiere la edición en papel, para ayudarnos a continuar el proyecto.

Abrazos fraternos.

Grupo Anarquista El Surco Santiago, Región chilena

Abril de 2011

elsurcoanarquista@gmail.com

 

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cat – Cinc detingudes a Manresa en un fals desallotjament del ZTA Banzai


El divendres 15 d’abril a la tarda, 5 companyes de la Zona Temporalment Alliberada Banzai es van trobar per fer arranjaments del sistema elèctric que uns desconeguts havien trinxat de molt mala manera uns dies abans. Als 40 minuts de ser allà, van aparèixer 4 patrulles dels Mossos d’Esquadra dient que s’estava okupant aquell edifici i que venien a desallotjar. De seguida les habitants que es trobaven en el lloc en aquell moment van respondre dient que aquell edifici estava alliberat des de feia 4 anys i ja hi havia un procés civil obert per aquella causa i per tant no hi havia possibilitat d’una nova acusació. En poca estona va arribar una furgoneta amb antiavalots que de mala manera van procedir a desallotjar l’habitatge i detenir-ne les ocupants. Les 5 persones van ser traslladades a la Comissaria dels Mossos d’Esquadra de Manresa. Entre les detingudes hi havia una companya embarassada de 6 mesos per la qual cosa va ser deixada anar a la nit del mateix dia. Immediatament després va haver d’anar a l’hospital per ser atesa a urgències pel cop que li havia donat un mosso a l’obrir la porta i l’estrès que havia patit.

Les altres 4 companyes van seguir detingudes a la comissaria durant tota la nit i el matí del dia següent fins que van passar a disposició judicial per declarar davant del jutge cap a les 14h. Després d’haver pres declaració cadascuna d’elles i individualment les van deixar anar cap a quarts de quatre de la tarda. Les 5 han estat acusades d’usurpació però tenint en compte les estranyes circumstàncies de tot plegat, haurem d’estar atentes als futurs esdeveniments.

Des del moment de la detenció fins a la sortida en llibertat, hi ha hagut un grup important de persones de diversos col·lectius de Manresa i individualitats de diversos llocs fent presència i donant suport a les companyes detingudes. Al llarg de tot el procés hi ha hagut una forta presència policial amb uniforme i sense, sobretot al davant dels jutjats on es concentrava un grup important de companyes que donaven suport a les detingudes a la seva arribada. Cap a les 12 del migdia, més d’una hora abans de l’arribada de les detingudes, van aparèixer els antiavalots que van estar fent moure la gent a empentes i de mala manera limitant els moviments de les que estaven concentrades allà. En aquell moment també es van identificar 8 persones. Cal destacar que de tot el dispositiu només 1 dels agents antiavalots anava amb el número d’identificació i un mínim de 3 portaven la funda de la pistola deslligada, amb el risc que això comporta. El caporal del dispositiu era el nº9124.

Malgrat la seva prepotència i intent d’intimidació, continuarem atentes i presents, perquè si toquen a una, ens toquen a totes.

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Santiago del Cile – Biciclettata solidale

* liberta14a.noblogs.org

Alle 16.30 di venerdì 15 è partita la biciclettata solidale con i sequestrati della montatura “caso bombas”. Il punto di incontro è stato in piazza Brazil. Ingente presenza poliziesca sin dal principio.

Durante il tragitto si sono aggiunte varie pattuglie, cellulari e moto fino all’elicottero

ALLE 6 SI REGISTRAVANO TRE FERMI TRA QUESTI UN INTEGRANTE DEL CANALE TELEVISIVO VICTOR JARA TV (ndt: una televisione dell’ass. culturale Victor Jara) CHE FILMAVA LA BICICLETTATA .

La colonna di ciclisti è riuscita poi a raggiungere varie prigioni della capitale dove si sono fatti sentire con il loro rumore.

Arrivati alla población La Victoria (dove gli sbirri non hanno provato ad entrare) è stato realizzato un mural.

Saludamos a las individualidades solidarias y sus bicicletas

Agradecemos cualquier aporte sobre esta y otras actividades, como la intervención realizada en los tribunales de Valparaíso

¡SOLIDARIDAD AHORA EN LA SEMANA DE AGITACIÓN Y PROPAGANDA Y HASTA QUE TOD@S L@S SECUESTRAD@S DEL MONTAJE “caso bombas” CAMINEN JUNTO A NOSOTR@S EN LAS CALLES!

 

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(it) 07-05-2011 – Manifest-occupazione contro l’aeroporto a Notre-Dame-des-Landes

Versione Italiana

traduit de version francais:

http://lutteaeroportnddl.wordpress.com/2011/04/06/manif-occupation-7-mai-2011-notre-dame-des-landes/

English version on the website:

Version Española en la web:

https://reclaimthezad.potager.org/

 

7 magggio 2011

Manifest-occupazione a Notre-Dame-des-Landes!

Per l’accesso alla terra, contro l’aeroporto ed il suo mondo!

Vi invitiamo il 7 maggio ad un momento di azione collettiva, di incontro e di festa e vi proponiamo di fermarvi nei giorni successivi.

Questa iniziativa di manifestazione-occupazione è il frutto dell’incontro tra Reclaim The Fields, rete europea di contadinx e senza-terra, e le/gli occupanti della ZAD (Zone d’Aménagement Différé, detta anche Zone À Défendre – Zona Da Difendere). Si rivolge a tuttx quellx che lottano per il futuro dell’agricoltura, contro la cementificazione e per la condivisione delle terre, e a quellx che fanno vivere da tempo la resistenza locale contro il progetto dell’aeroporto e non intendono rassegnarsi. Tuttx quellx che vogliono aggiungersi alla lotta sono i/le benvenutx.

La manifest-azione del 7 maggio mira all’installazione collettiva di un progetto agricolo su terreni incolti per difendere queste terre, viverci e contribuire all’alimentazione degli/delle abitanti della ZAD e dintorni. Quest’azione costituisce anche una tappa per la nascita di un movimento più largo di liberazione della terra.

Portate i vostri attrezzi per bonificare!

Per maggiori informazioni su quest’azione, vedi il testo dell’appello alla manifestazione-occupazione più in basso.

Se vuoi diffondere l’iniziativa, puoi downloadare la locandina in versione stampabile e i flyer colori/BN che annunciano l’azione, per stamparlo e farlo circolare. Trovi tutti i file alla pagina:

https://reclaimthezad.potager.org/

L’AEROPORTO NON PASSERA’ – NON LO LASCEREMO INSTALLARE!

A presto! Continua a leggere

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Bologna, 16 aprile – Siamo tutti Fuoriluogo!

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Atene – Per le operazioni repressive del 6 Aprile 2011 dello Stato italiano contro gli Anarchici

All’alba del 6 Aprile 2011, trecento sbirri (Digos e Ucigos) dello Stato italiano – dopo il mandato della procura della Repubblica di Bologna- hanno perquisito 60 case e spazi di anarchici in 17 citta’ di tutto il paese ( Bologna, Ferrara, Modena, Roma, Padova, Trento, Reggio Calabria, Ancona, Torino, Lecce, Napoli, Trieste, Genova, Teramo, Forli, Ravenna e Milano).

26 compagni e compagne sono accusati per “associazione a delinquere con finalita’ eversive”. Sei di loro (4 compagni e 2 compagne), i quali sono stati disegnati dalla logica autoritaria dello stato e dai media del regime come “capi’ di una “organizzazione a delinquere” imprecisata, sono stati incarcerati in fretta e senza prove mentre in altri 7 sono state imposte misure restrittive. La maggior parte degli incarcerati erano attivi allo spazio di documentazione anarchica Fuoriluogo, aperto a Bologna dal 2006 il quale e’ stato perquisito, devastato e sigillato dagli “anti”terroristi della Repubblica italiana. Le accuse riguardano sia azioni di controinformazione ed edizioni sia azioni di attacco –realizzate nella regione di Bologna dal 2009 fino ad oggi- contro strutture del dominio statale-capitalistico, come il campo di concentramento per migranti e gli uffici della banca Unicredit, dell’ azienda petrolifera Eni, del partito razzista della Lega Nord e della multinazionale Ibm. Le perquisizioni realizzate nella altre citta’ riguardavano soprattutto l’ edizione e la distribuzione del giornale anarchico Invece.

In tempi come quelli di oggi, dove la crisi capitalistica mondiale condanna alla miseria, alla fame e a morte milioni di esclusi e proletari di tutto il pianeta, le campagne militari neocoloniali vengono battezzate “interventi umanitari” e le inquisizioni contro i nemici della “normalita’” democratica vengono chiamate “operazioni antiterroristiche”. Niente di nuovo. La mano invisibile del libero mercato capitalistico va sempre insieme con il pugno di ferro della repressione di Stato.

Se c’ e’ qualcosa che sembra esaurito, questo e’ il consenso e la sottomissione agli ordini dei padroni e dei loro Stati. Da Roma a Londra, da Benghazi a Cairo, da Atene a Parigi, dallo Yemen a Tunisia, i fuochi della rivolta mandano ai dannati di tutto il mondo i loro splendidi segnali e illuminano l’ orizzonte della Lotta per il Comunismo e l’ Anarchia.

Libertà per gli incarcerati

Solidarietà a tutti i compagni inquisiti

Compagni e Compagne d’ Atene (Grecia)

10 Aprile 2011

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(es/it) Santiago de $hile – Barricadas en San Miguel por lxs compas secuestradxs el 14-A

* hommodolars.org

La noche de este jueves 14 de abril, hemos aprovechado la oscuridad , unos cuantos litros de bencina, escombros y un montón de neumáticos, para de esta forma montar una barricada en la esquina que intersecta las avenidas Santa Rosa y Departamental, en solidaridad con los presos del montaje politico-judicial “caso bombas”, quienes se encuentran hoy en huelga de hambre desde el 21 de febrero. Esta acción fue llevada acabo en no mas de 1 minuto, desapareciendo del lugar instantáneamente, dejando el fuego ardiendo y panfletos, que gritan por la vuelta de los compañeros a la calle. Que las acciones de solidaridad se multipliquen en todos lados y de todas las formas.

Presxs políticxs secuestradxs en las cárceles del capital en huelga de hambre a la calle!!

Combatientes del Odio y la Desesperanza

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Santiago del Cile – Barricate a San Miguel per i compagni sequestrati il 14 agosto

La notte di questo giovedì, 14 aprile, abbiamo approfittato dell’oscurità, di alcuni litri di benzina, delle macerie e di un sacco di pneumatici per innalzare un barricata all’angolo tra le avenidas Santa Rosa e Departamental, in solidarietà con i prigionieri della montatura politico-giudiziaria “caso bombas”, in sciopero della fame dal 21 febbraio. Quest’azione è durata non più di 1 minuto, siamo subito scomparsi dal posto, lasciando il fuoco accesso ed i volantini che gridano per il ritorno dei compagni nelle strade. Che le azioni di solidarietà si moltiplichino in tutti i lati ed in tutte le forme.

Prigionieri/e politici/che nella carceri del capitale ed in sciopero della fame, liberi!!!

Combatientes del Odio y la Desesperanza

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Lettera politica alla società – Lotta Rivoluzionaria

A suo tempo, Bioclasta, aveva pubblicato la traduzione automatica dal greco all’italiano del comunicato dei 3 membri di Lotta Rivoluzionaria:

http://bioclasta.blogspot.com/2010/04/lettera-alla-societa-civile-rupia-paula.html

Ringraziamo i compagni e le compagne di it.contrainfo.espiv.net per averci fornito la traduzione decente dello stesso:

http://it.contrainfo.espiv.net/2011/03/24/lettera-politica-alla-societa/

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Pola Roupa, Nikos Maziotis, Kostas Gournas

29 Aprile 2010

Assumiamo la responsabilità politica per la partecipazione a Lotta Rivoluzionaria (Epanastatikos Agonas). Dichiariamo che il compagno Lambros Foundas, morto a Dafni il 10 Marzo 2010, a seguito di uno scontro con le forze dell’ordine, partecipò anch’egli a Lotta Rivoluzionaria. Lo scontro con la polizia è stato parte di un progetto sovversivo deciso collettivamente da Lotta Rivoluzionaria. Una battaglia per la rivoluzione e per la libertà.

Dichiariamo inoltre che siamo molto fieri dell’organizzazione Lotta Rivoluzionaria, siamo fieri della nostra storia e di ogni momento della nostra azione politica. Siamo fieri del nostro compagno, che onoriamo e sempre onoreremo.

E se i meccanismi repressivi credono che incarcerandoci si sbarazzeranno politicamente di noi, si sbagliano. Che sia dentro o fuori la carcere, per noi la lotta è una questione di onore e dignità, e così continuerà ad esserlo.

E se i terroristi Papandreou (Premier) e Chrysohoidis (Ministro della Difesa) ridono – in vano – dei nostri arresti, se credono così di essersi garantiti la necessaria sicurezza per il loro partito social-fascista per continuare facilmente ad imporre i loro progetti criminali alla società, scodinzolando le loro code per piacere ai loro capetti americani, se stanno sperando di aver eliminato una seria minaccia al loro regime, noi qui li assicuriamo che non sarà facile sbarazzarsi di noi.

Fino a quando avremo vita e respiro, noi continueremo a fare ogni cosa possibile per causare problemi ai loro progetti criminali e antisociali.

E se i nostri persecutori e le istituzioni politiche di questo paese credono di avere l’intera società al loro fianco, se credono che la maggior parte delle persone ci consideri una “minaccia sociale”, si sbagliano.

La minaccia sociale per la maggior parte della popolazione è il governo, che impone, pacchetto dopo pacchetto, misure che vanno contro la società, sotto la guida degli avvoltoi del Capitale, che “ungono” la macchina per far sì che funzioni più fluidamente. Terrorismo è la politica neoliberale imposta da anni dai partiti al potere e supportati o tollerati dai partiti di minoranza. Terrorismo è l’applicazione del Patto di Stabilità, che ha portato la maggior parte della popolazione ad osservare, fino ad ora paralizzata per la paura, un’offensiva senza precedenti lanciata contro di lei, un’offensiva ancora in fase di svolgimento. Terrorismo è non avere il necessario per la sopravvivenza, è vedersi tagliare il salario o la pensione, è la tua casa confiscata da una banca, vivendo in un inquinamento che uccide. Terrorismo è vivere ogni giorno con la paura per la sopravvivenza. Continua a leggere

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Spunti di riflessione controemergenziali

* cenere.noblogs.org

È inutile negarlo, gli italiani accettano di trascorrere la loro vita passando da un’emergenza ad un’altra, mettendo di buon grado la propria autonomia nelle mani delle oligarchie politico-finanziarie. Allo stesso tempo essi non si risparmiano dall’esportare libertà in altri paesi, quando nel proprio, senza neanche troppo esagerare, quella poca che è rimasta riguarda solo a quale personaggio della televisione destinare il televoto. L’emergenza prodotta dalle rivolte nordafricane sembra svelare, come se bucasse solo per la prima volta una densa cortina di omertà, e ammettere che per decenni un manipolo di dittatori ha flagellato i propri paesi, considerando questi come semplici bacini di risorse per un bieco arricchimento personale, trovando preziosi e altrettanto incommentabili partner in occidente (vedasi ad esempio ENI e Finmeccanica). Grazie alle emergenze ci si rende conto che Gheddafi, da migliore amico dell’Italia, è invece un nazista in salsa araba, o che l’energia nucleare può realmente mettere a rischio la salvaguardia della vita sulla terra. Solo a causa di un terremoto, come quello dell’Aquila, si è iniziato a capire, con difficoltà e molto a rilento, il graduale processo di militarizzazione del territorio, un piano che invece sembra essere perfettamente allineato con i nuovi fronti di guerra interni che si vengono a creare sempre più frequentemente.

Ipocrita, a dir poco, è credere che prima di un’emergenza non esistano già i motivi da essa messi in evidenza. Da anni Gheddafi, ad esempio, ricopre il ruolo di boia per migliaia di africani, i quali hanno subìto le torture dei suoi carcerieri, ligi controllori delle sponde libiche. E di certo queste nefandezze non hanno neanche lontanamente minato alcun accordo economico o politico tra Italia e Libia, visto che non sono mancati, ahinoi, numerosi balletti mediatici da una sponda all’altra del Mediterraneo.

Dinnanzi all’emergenza in corso, l’ultima in ordine di tempo, giornali, pagine web e schermi televisivi si riempiono di incitamenti xenofobi, risoluzioni belliche e proposte di stampo fortemente autoritario. Ad esempio mettere delle taglie sulla testa dei tunisini, che poi è la traduzione, privata della maschera giornalistica, delle migliaia di euro promesse per ogni rimpatrio di un cittadino tunisino. Continua a leggere

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(fr) Action de solidarité avec les camarades italien-ne-s en lutte – Bordeaux, avril 2011

VU À BORDEAUX – VICE CONSULAT D’ITALIE

En solidarité avec tou-te-s les femmes et hommes qui luttent, en Italie et ailleurs, pour un monde sans frontières, sans États, sans polices et tout le cortège de merde qui va avec.

juralibertaire.over-blog.com

 

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México – Libertad para Abraham Ramirez Vasquez!

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(es/it) Madrid – Ataque explosivo a Tesorería de la Seguridad Social

* madrid.indymedia

La noche del 13 al 14 de Abril se ha atacaso con un artefacto explosivo casero la tesoreria de la Seguridad Social de Barrio del Pilar.

En la actual situación en la que nos econtramos que no es otra que una vuelta de tuerca mas de este sistema, creemos que tenemos la obligación de tomar parte y concienciarnos de la realidad en la que vivimos.

El sistema capitalista y demócrata con su crisis, inherente a él, ha dado pasos agigantados en los ultimos años en contra de la clase trabajadora , pero sobretodo en los ultimos meses con la reforma laboral y los recortes sociales. A pesar de todas estas agresiones contra todo lo que nuestrxs compañerxs lucharon en el pasado y contra lxs que estamos luchando ahora, parece que aquí no pasa nada, nada cambia y nada se mueve. Está toda Europa levantada luchando y creando revueltas mietras que aquí nos resignamos y esperamos a que pase el chaparron.

Hemos pasado a la accion porque si no somos nosotrxs mismxs quienes lo hagamos, nadie lo hara en nuestro lugar.

Hemos atacado la Tesorería de la Seguridad Social por ser un simbolo claramente del Estado, de lo que nos roban a lxs trabajadorxs y no trabajadorxs. Porque es un símbolo más del capital y de la opresion a la que estamos sometidxs cada día.

Pretendemos animar a todo el mundo a que se organice y tome la iniciativa de destruir todo lo que nos oprime y de crear alternativas.

También queremos recordar a nuestrxs compañerxs Chilenxs que se encuentran secuestradxs por el “Caso Bombas”

¡¡LA LUCHA ES EL UNICO CAMINO!!

Madrid, Abril de 2011

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Madrid – Attacco esplosivo contro la Tesorería de la Seguridad Social

La notte tra il 13 ed il 14 aprile con un ordigno esplosivo di fabbricazione artigianale è stata attaccata la Tesoreria de la Seguridad Social, del barrio del Pilar.

Nell’attuale situazione in cui ci troviamo, che non è che un ulteriore giro di vite di questo sistema, crediamo di avere l’obbligo di prender parte e coscienza della realtà in cui viviamo. Il sistema capitalista e democratico con la sua crisi, insita al suo interno, ha fatto passi da gigante negli ultimi anni contro la classe lavoratrice, ma soprattutto negli ultimi mesi con la riforma lavorativa ed i tagli sociali. Malgrado tutte queste aggressioni contro tutto quel per cui i nostri compagni del passato hanno lottato e noi continuiamo a lottare adesso, sembra come se non sia accaduto nulla, nulla cambia e nulla si muove. Tutta l’Europa si sta sollevando lottando e creando rivolte, mentre qui ci rassegniamo ed aspettiamo che passi la tempesta.

Siamo passati all’azione perché se non siamo noi stessi a farlo, nessuno lo farà al nostro posto.

Abbiamo attaccato la Tesorería de la Seguridad Social perché è un evidente simbolo dello Stato, di quello che ci rubano a noi lavoratori e non lavoratori. Perché è un ulteriore simbolo del capitale e dell’oppressione alla quale siamo sottomessi ogni giorno.

Pretendiamo incoraggiare tutti affinché si organizzino e prendano l’iniziativa di distruggere tutto quel che ci opprime e di creare alternative.

Vogliamo anche ricordare i nostri compagni e compagne Cileni/e sequestrati/e per il “Caso Bombas”

LA LOTTA E’ L’UNICO CAMMINO!!

Madrid, aprile 2011


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Stefi e Anna – A tutti i delinquenti solidali

* fonte: http://emiliaromagna.indymedia.org/node/10654

(Comunicato di Stefi e Anna dal carcere)

A tutti i delinquenti solidali

La solidarietà è arrivata forte e copiosa con lettere, telegrammi che per il numero hanno mandato in tilt le guardie e persino raccomandate per assicurarsi che arrivassero.

Fa molto bene al cuore.

L’accusa per i presi, per chi ha avuto altri provvedimenti restrittivi e per tutti gli indagati, è di Associazione a delinquere.

Sperimentata contro i compagni leccesi come formula più adatta, rispetto all’associazione sovversiva, per colpire gli anarchici e riproposta in altri procedimenti come nel caso di Torino, ora anche la banda della digos di Bologna la tira fuori dal cilindro per fare il colpaccio contro il loro incubo in città. Ma ci mette un po’ del suo e aggiunge “con finalità eversive”.

Dopo aver descritto il Fuoriluogo come una sede in cui si organizzano numerosi iniziative interne ed estere e il legame tra noi come forte e intenso, elencano una lunga serie di “illegalità” commesse insieme o separatamente che per altro non sono che il susseguirsi di procedimenti penali in corso ben noti, per i quali o siamo già stati processati pagandone (in particolare alcuni di noi) pesantemente il prezzo o lo saremo. Si tratta di resistenze, danneggiamenti, violenza privata, presidi non autorizzati, ecc ecc. I soliti capi d’imputazione che gravano sulle spalle di chiunque porti avanti lotte che disturbano.

Da qui all’accusa di Associazione a delinquere il “ragionamento” si fa oscuro, si sente il rumore dello scricchiolio sugli specchi. Ma tant’è. Una volta costruita la struttura, per quanto infondata e assurda sia, toccherà a noi smontarla. Così fanno e così è.

Poi, ancora con capi, sottocapi e soldatini. Ci provano sempre perché è il modo per colpire e perché non entra loro in testa che ci si possa rapportare diversamente. Si “dimostra” che una è la capa perché si impegna molto nella raccolta di dati da riportare su volantini e nella riuscita delle iniziative. In una telefonata con un compagno in difficoltà economiche che gli impedivano di essere presente a un presidio o a un corteo lo incoraggiava ad andare dicendo. “Ma dai che li troviamo, qualcuno li tirerà fuori” – certo, con il suo solito tono che è da molti conosciuto.

Insomma, una serie di episodi noti e stranoti e di intercettazioni del tenore di quella riportata sopra costituiscono la trama dell’intreccio digossino avallato da una pm con dei sassolini nelle scarpe.

Noi due, dal reparto femminile, stiamo bene. Siamo ancora separate e in isolamento. La posta arriva ma forse non tutta.

Vi abbracciamo forte e continuiamo a lottare insieme a voi per un mondo senza recinti materiali o generati da paure indotte e da meschinità. Senza servi né padroni con le loro nefandezze e nocività.

Ci ritroveremo presto ma, come qualcuno ha scritto in un telegramma, se vi raggiungiamo noi è meglio.

Stefi e Anna

 

 

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(es/it) $hile – Comunicado del Circulo Informal Renzo Novatore

Comienza la semana de agitación y propaganda por la libertad de los imputadxs en el “caso bombas”

* lahaine.org

Hoy 14 de abril, alrededor de la 11:40 am nos acercamos a la comisaria ubicada en el metro Baquedano e instalamos un supuesto artefacto explosivo en una bolsa, adentro un papel tenia escrito: “te quedan minutos de vida, presxs en huelga de hambre a la calle, (A), Circulo informal Renzo Novatore

Dos latas de desodorante ambiental vacias, un reloj despertador chino, cables y un poco de cinta adhesiva bastaron para desfigurar la cara del policía de turno que encontró el paquete, sudor frío y despliegue policial torpe para una acción que busca infundir el miedo en quienes a diario usan su autoridad como método de control.

Cuántas veces no hemos visto el miedo en la cara de un(a) estudiante perseguido por la policía, o los sollozos de un inmigrante golpeado en una comisaria mientras estallan morbosas risas… Hoy les tocó a ellxs, mientras algunxs (los irreductibles de siempre) estallamos en cómplices carcajadas

Ni un minuto de silencio, toda una vida de combate. Presxs a la calle

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Cile – Comunicato del Circulo Informal Renzo Novatore

Inizia la settimana di agitazione e di propaganda per la libertà degli imputati per il “caso bombas”

Oggi, 14 aprile, verso le 11.40 ci siamo avvicinati al commissariato presso la stazione Baquedano della metro ed abbiamo collocato un presunto ordigno esplosivo, all’interno di una borsa, ed un foglietto con il seguente avviso: “ti restano pochi minuti di vita, prigionieri/e in sciopero della fame liberi, (A), Circulo informal Renzo Novatore

Due bombolette vuote di deodorante ambientale, una sveglia cinese, dei fili ed un po’ di nastro adesivo sono stati sufficienti per far sfigurare il volto del poliziotto di turno che ha trovano il pacchetto: sudore freddo ed un ridicolo dispiegamento di forze dell’ordine per un’azione che cerca d’infondere la paura tra quelli che quotidianamente usano l’autorità come metodo di controllo.

Quante volte abbiamo visto la paura sul volto di uno studente perseguitato dalla polizia, o ascoltato i singhiozzi di un immigrante pestato in un commissariato mentre scoppiano delle morbose risate… Oggi, è toccato ad essi, mentre noialtri (gli irriducibili di sempre) siamo scoppiati in un complici risate.

Né un minuto di silenzio, tutta una vita di combattimento. Presxs a la calle

 

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México – Conspiración Ácrata # 10. Publicación anarquista insurreccional.


*Editorial.

*El proyecto revolucionario: Alfredo María Bonanno.

*Acción Anti-carcelaria en México.

*¿Qué hacer? Panfleto distribuido por el grupo Acción Revolucionaria en Italia 1978.

*La única iglesia que ilumina es la que arde: comunicado de la quema de una iglesia en Barcelona.

*México-Chile: la conexión Anarco-insurreccionalisa. Articulo de la revista Proceso, México.

*Articulo de opinión política por: Iconoclasta Anónimo.

*Apropósito de Japón: Comunicado de la quema de una Nissan en Toluca, México.

*Hacia el primer congreso anarquista en México y un par de anotaciones mas.

*Abrazando el Caos #1. Publicación anarquista.

link: http://www.mediafire.com/?io3hrgo97z1vaal

Pd: la portada esta en los datos.

 

 

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Comunicato dei compagni in sciopero della fame. Riflessioni sullo sciopero e sul trasferimento


* solidaridadporlxspresxs

Ad oltre 50 giorni di sciopero della fame avvertiamo il bisogno di esser chiari sullo sviluppo di alcuni aspetti durante questa mobilitazione.

L’immensa gamma di posizioni politiche, rivoluzionarie e di lotta tra noi che ci troviamo reclusi, oltre a metter in evidenza l’assurdità e la fantasiosità dell’accusa di associazione illecita terrorista, si traduce in una difficoltà ed impossibilità ad elaborare riflessioni o analisi politiche più compiute. L’imprecisione politica in alcuni dei nostri comunicati collettivi e la difficoltà nell’elaborarli sono il riflesso di tale diversità di posizioni ed una netta dimostrazione delle deliranti accuse contro di noi.

Nonostante tali divergenze, siamo stati sottoposti in maniera forzata ad un processo politico/giuridico/poliziesco e mediatico in cui, come abbiamo reiterato, molti tra di noi si sono conosciuti per la prima volta solo sul banco degli accusati. Perciò i nostri “pensieri collettivi” sono da collocarsi sull’unico tema che ci unisce: il processo giuridico che in maniera indistinta pesa su tutti noi.

Pertanto, informiamo che i comunicati e la stessa mobilitazione che stiamo portando avanti dal 21 febbraio si collocano fondamentalmente su temi legali o fatti puntuali che colpiscono noi imprigionati per il “Caso bombas” e temi del genere. Le definizioni politiche, analisi, riflessioni, posizioni e proiezioni che non vengono condivise sono proprie di ogni soggetto che vuole esprimerle. Oggi ci unisce il nostro desiderio di tornare ad esser liberi.

Giovedì 7 aprile s’è tenuta un’udienza riguardante il nostro cambiamento di modulo, nello specifico il trasferimento dalla sezione di massima sicurezza al carcere di alta sicurezza, denunciando il brutale regime d’isolamento, la mancanza di comunicazione, la segregazione e la punizione cui siamo stati sottoposti per quasi 8 mesi, condizioni che deve sopportare qualsiasi detenuto che sopravvive in isolamento estremo.

Le confuse argomentazioni dell’avvocato della gendarmeria non hanno fornito una risposta coerente sul nostro ingresso al C.A.S. Alla fine l’8° tribunale di garanzia ha accettato il nostro trasferimento, che è avvenuto la notte di martedì 12 aprile. Adesso siamo così suddivisi nelle diverse sezioni del C.A.S.:

H Nord: Carlos Riveros si trova sullo stesso piano di Vinicio Aguilera (3°)

H Sud: Rodolfo Retamales e Omar Hermosilla si trovano insieme nel 3° piano, mentre Pablo Morales resta nel 2°.

Modulo J: nel 3° piano ci sono Felipe Guerra e Francisco Solar.

Camilo Pérez: resta ancora nel sezione di massima sicurezza perché s’è rifiutato da farsi sottomettere alla perquisizione corporea. La gendarmeria ha chiesto al tribunale affinché decida sul suo trasferimento.

Fino ad ora abbiamo ottenuto la risposta a due nostre richieste: fine della fase delle indagini ed infine il cambiamento del modulo, ma noi continuiamo con lo sciopero a tempo indeterminato mantenendo le richieste della libertà, il cambiamento delle misure cautelari, la non applicazione della ley antiterrorista ed i suoi testimoni senza volto, la fine di detta legge ed il cambiamento delle restrizioni costituzionali per i reati “terroristici” e nel caso dei compagni in carcere, la permanenza nel 2° piano della S.E.A.S.

La mobilitazione che accompagna il nostro sciopero della fame sta subendo l’incremento della violenza della polizia, con una speciale brutalità da parte delle forze repressive che si sono lanciate alla caccia ed hanno teso imboscate alla manifestazione del 6 aprile, pestando e fermando una serie di compagni solidali per poi continuare con la repressione contro chiunque si trovasse all’esterno del 1° commissariato per sapere qualcosa sui fermati.

Ma anche così, in maniera insistente ed intransigente, sia i cortei del mercoledì che le diverse espressioni solidali continuano…

Salutiamo anche il blocco stradale dell’8 aprile, a Ñuñoa. Un saluto a tutti quelli che con il fuoco abbracciano il nostro convincimento.

Salutiamo con forza tutti quelli che, da qualsiasi territorio, non sono stati indifferenti rispetto alla nostra prigionia come anche alla mobilitazione che portiamo avanti per la nostra prossima liberazione.

Fine alla ley antiterrorista: creata nella dittatura e perfezionata nella democrazia!

Le pene dell’inferno con le quali ci minacciano, confermano le punizioni esemplari che pretendono imporre contro coloro che mettono in discussione l’ordine imperante!

PRIGIONIERI DEL CASO BOMBAS IN SCIOPERO DELLA FAME CAS. APRILE 2011

 

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Grecia – Los juicios y cartas de presxs de CCF


Pequeña resumen de la última semana.

El juicio contra CCF y otros juicios
Últimas fechas del juicio fueron viernes el 8 y lunes el 11 de abril, pero por primera vez desde el principio de este juicio ninguna información ha aparecido en la prensa. Lo único que sabemos viene de lxs abogadxs de defensa: ambas sesiones duraron muy poco, la abogada de Nina Karakatsani presentó varias quejas, pidió de nuevo que se grabe los procedimientos, además declararon los testigos de defensa del acusado Errikos Rallis. El juicio seguirá lunes, 18 de abril y si el “bloqueo mediático” (si se trata de algo así) va a continuar, intentaremos de encontrar otra manera de obtener algún resumen de los procedimientos.
Martes, el 12 de abril tuvo lugar la segunda sesión del juicio contra el compañero Simos Seisidis acusado de 6 en total atracos a bancos. Lxs testigxs de acusación, pues lxs casi 40 empleadxs de 5 diferentes bancos que fueron robados en Atenas en el periodo 2003-2005 y los robos de los cuales fueron atribuidos a la llamada “banda de atracadores de negro” declararon de modo muy corto, puesto que no tenían nada que decir, no recordaban detalles y lo más importante: nadie reconoció al Simos. Además, sus testimonios hicieron caer todo ese montaje mediático-policial sobre “banda de anarco-atracadores de negro”, puesto que sus descripciones de los “malhechores” diferían un montón una del otra: las capuchas para ojos del uno eran de azul oscuro, para otro “el jefe tenia chaqueta amarilla”, alguien hasta dijo que…!todos 5 atracadores fueron vestidos de verde! Recordamos que Giannis Dimitrakis, que fue acusado de los mismos atracos por ser, según la Policía, el integrante de la misma “banda” inventada por autoridades, fue ya hace 4 años absuelto por esos 5 atracos en particular. Luego declararon los testigos de acusación por el atraco en la calle Solonos realizado el 16 de enero de 2006, durante la cual fue detenido, herido de gravedad, Gannis Dimitrakis. Tanto los policías que tomaron parte en el tiroteo, como el “heroico” guardia del banco (y ex-policía) que persiguiendo a los atracadores recibió entonces un par de balazos, no pudieron reconocer a Simos y no tienen ninguna prueba que le conectase a ese atraco. Además, las únicas personas que entonces declararon de reconocer a Simos fueran dos mujeres empleadas en la zona, las cuales la Policía “convenció” que se trata de Simos. Hoy, después de 5 años, casi negaron sus testimonios, sus declaraciones fueran llenas de vaguedades e incoherencias en tal grado que hasta enfurecieron a la fiscal y admitieron que fue la Policía que les insinuó de reconocer a Simos. En la sala fueron presentes unxs 30 solidarixs. El juicio continuará lunes, 18 de abril.
Hace una semana dos compañeros acusados por atraco al banco en localidad de Psahna y encarcelados desde septiembre del año pasado, Mihalis Traikakis y Aleksandros Kossivas, presentaron con presencia de sus abogadxs, peticiones de excarcelación a la vista de que pasaron 6 meses desde su arresto. Hubo una concentración de 20 compañeros solidarios en frente de Tribunal Supremo de Atenas. A cabo de dos días su petición fue rechazada.
Hoy, 14 de abril fue llevada al mismo Tribunal la Konstantina Karakatsani presentando también la petición de excarcelación, debido que pasó casi un año desde su arresto. Hubo una pequeña concentración solidaria, la decisión será anunciada dentro de algunos días.
Juicio de Aris Seirinidis continuará mañana, 15 de abril.

 

Texto de los encarcelados miembros de de CCF al respecto de las detenciones ocurridas después de la intervención delante de la casa de Baltas
Los días de esa sociedad están contados, las justicias y sus alegrías se han dividido en dos partes, una de las cuales desea a su destrucción.
El martes 5 de abril, aquí detrás de los muros de las cárceles llegó la noticia que algunos compañeros realizaron una dinámica intervención en frente de la ubicada en Maroussi casa del juez especial de instrucción del tribunal de apelaciones K. Baltas, que asumió el papel de inquisidor en los casos de la guerrilla urbana. Con esta acción los compañeros pusieron las reglas del “juego” al revés. Si la mafia de los jueces especiales de instrucción y fiscales se piensa que desde la seguridad de sus despachos bien vigilados puede encarcelar a la libertad e intrepidez insumisa de los que atacan a la democracia de los dirigentes y puede molestar a su entorno de familiares y amigos, se han engañado. La “visita” que hicieron los compañeros demuestra que también los inquisidores de la ley, aparte de los nombres, tienen casas y direcciones.
Sin embargo justo en este punto, valdría la pena si cada uno y una comprobase la libertad democrática, basta sólo con sacarse, aunque sea por un momento, el enchufe de la televisor, que tienen montado como fijo en sus cabezas. Después de la intervención de compañeros, los fanfarrones cerdos de la brigada DIAS (los que al acabar el servicio sacan sus insignias para que no se pudiera reconocerles) detuvieron 13 personas. Los cargos que tienen es el contenido mismo de la difusión del discurso revolucionario y de la solidaridad. Como cada uno y una pueden fácilmente verificar, la policía del pensamiento no es un escenario lejano propio de la ciencia ficción. Simplemente, los “certificados de parecer” de la época después de la guerra civil encontraron un nombre nuevo en esos años del golpe de estado democrático.
Nosotros desde la cárcel mandamos con toda nuestra alma los más fuertes saludos a la acción de los compañeros y expresamos nuestra completa solidaridad con ellos. Y eso porque pensamos que la solidaridad es un proceso de reconocimiento mutuo entre los “culpables” por la causa de la libertad, un proceso que está en permanente desarrollo y interacción, puesto que encontramos uno al otro, aunque sea en nivel imaginario, en una comunidad de ideas, opciones y prácticas. No tiene que ver con la identificación política, sino con una esencial posición combativa en contra del sistema. Que reconoces la lucha de otra persona como a un cuchillo más, clavado en el costado del enemigo.
SOLIDARIDAD CON 13 DETENIDOS
O CON EL ESTADO, O CON LA REVOLUCION

Conspiración de Células del Fuego
Ikonomidou Olga
Polydoros Giorgos
Bolano Damianos
Nikolopoulos Giorgos
Tsakalos Hristos
Tsakalos Gerasimos
Argyrou Panagiotis
Hadzimihelakis Haris
Nikolopoulos Mihalis

Miércoles, 6 de abril de 2011

 

Llamamiento de CCF a la manifestación nacional en solidaridad con todos los presos políticos

Cada gesto solidario es un paso hacia la libertad absoluta. Libertad según nuestros propios términos, la que supone libertad sin términos, reglas ni condiciones. Vuestro mundo no nos ofrece nada que vale la pena tener. Nada de lo que queremos. Tras nuestra acción y participación en la nueva guerrilla urbana aspiramos a su total destrucción. Por esto hemos decidido de tomar la posición en contra del Poder pero también en contra de las relaciones sociales, las cuales cotidianamente están reproduciendo el Poder y haciéndola algo aceptable. Desde la primera línea del enfrentamiento con ellos, hemos llegado a ser capturados por las manos del enemigo, y nos hemos atrevido a honrar nuestras opciones porque marcamos una muy clara línea divisoria entre nosotros y los que tienen el poder, caminamos teniendo en cuenta que o seamos nosotros que les reventarán o sean ellos que nos aplastarán. Y puesto que creemos que aunque está admisible que te caes tienes el deber de levantarte, nos comprometemos de seguir sin parar la lucha desde aquí dentro y ella por cierto será despiadada hacia los enemigos de la libertad.
De este modo también nosotros por nuestra parte llamamos a la demostración nacional de solidaridad con los presos políticos que tendrá lugar el sábado 16 de abril en Tesalónica y empezará con una concentración en plaza Kamara a las 12 del mediodía.
Y no olvidemos que lo que nos separa no es nada más que un muro.
Conspiración de Células del Fuego
Giorgos Nikolopoulos, Damianos Bolano, Panagiotis Argyrou, Gerasimos Tsakalos, Mihalis Nikolopoulos,Olga Ikonomidou, Hristos Tsakalos, Giorgos Polydoros, Haris Hadzimihelakis

 

Carta de Giorgos Karagiannidis
El miércoles 13 de abril, Giorgos Karagiannidis (que estaba desde el octubre de 2009 en busca y captura por pertenecer a CCF y fue detenido, junto a otrxs 5 compañerxs, durante la operación antiterrorista de 4 de diciembre de 2010) publicó esta carta en que explica porqué sigue ausente del juicio contra CCF. Recordamos que aparte de Giorgos ausentes siguen también otros dos acusados, Haris Hadzimhelakis y Panagiotis Argyrou, ambos siendo miembros de CCF.

Los hechos son más o menos conocidos: el 17 de enero de 2011 empezó el juicio de algunas de las personas acusadas de pertenecer a la Organización Revolucionaria Conspiración de Células del Fuego. Desde el inicio fue evidente que la democracia está decidida de imponer sus términos, utilizando la presencia de los compañeros como oportunidad para golpear en dos campos a la vez: en primer lugar para romper el vínculo de los acusados con los solidarios que asistían a la audiencia, eso como un intento de vaciar del significado y despolitizar a ese juicio, y en segundo lugar para enriquecer los archivos de DAEEB (Dirección de Afrontamiento de Especiales Delitos de Violencia) con nombres y fotos, que sean usados en futuro. La reacción inmediata de los acusados, pues el hecho de abandonar la sala,-la reacción que fue tanto espontanea como firme-, mostró que no éramos dispuestos de aceptar el totalitarismo democrático.
Aunque esa movida nuestra, como también las siguientes que hicimos, provocaron al principio cierta perplejidad y bloquearon el desarrollo de los procedimientos, también la colaboración entre nosotros, los acusados, debido a las diferencias llegó a sus límites, puesto que tenemos diferentes posiciones, opiniones y hasta personalidades cada uno. Seguramente que eso en ningún caso anula a la importancia de la batalla que ha sido dada, puesto que esa era la primera vez que, en una sala de juzgados se intentó de responder, directamente y esencialmente, a los chantajes de la democracia.
Cuánto indiscutible y históricamente significativa sea la presencia y la defensa política en un juicio, tanto indiscutible es también el hecho que esa no es la única propuesta política que haya, porque cada praxis-considerando también la historicidad de los juicios políticos- tiene su propio y particular peso e importancia. El discurso revolucionario no se limite a las salas de juzgados, sino tiene lugar sobre todo en las discusiones de los que son sus exponentes.
A pesar de todos sus errores y debilidades, esa lucha constituyó una experiencia valiosa como resistencia contra las condiciones arrasadoras que se impone en los juicios políticos. Una experiencia que se tiene que acumular, desde luego a la vista de la multitud de los casos que sean procesados en el periodo que viene, con el objetivo de subvertir el clima que reina en semejantes tribunales excepcionales. Teniendo en cuenta todo esto, pienso que se entiende por si mismo porqué sigo firme en mi decisión de estar ausente del juicio, a pesar de que las “pruebas” de mi involucramiento en el dicho caso se han derrumbado ya desde las primeras sesiones. Considero que el eje de la solidaridad de los “dentro” con los “fuera” es la punta de lanza de nuestro contraataque. Por cierto que esa decisión mía se refiere al juicio que tiene lugar ahora y no necesariamente a los otros juicios que todavía me están esperando,- aunque no excluyo tal posibilidad,- mientras que cada decisión futura la tomaré según los hechos dados que habrá entonces.
Postdata. Saludos calurosos a todos los que a pesar de la presión de los tiempos que hay elijen de expresar su solidaridad con cada manera, así llenando esa palabra con el significado.
Giorgos Karagiannidis
Modulo A, cárcel de Koridallos

 

 

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