Fecha para el juicio contra lxs compañerxs Silvia, Costa y Billy en Suiza

El juicio contra Silvia, Costa y Billy esta fijado para los días entre el 18 y 22 de julio de 2011, el presidente del tribunal que los juzgará restringio aun más el flujo de correspondencia, reduciendo a 2 cartas por semana que pueden recibir y a 2 cartas por semana que pueden enviar (antes eran 3 y 3 por semana). La proximidad del comienzo del juicio y la limitación de la correspondencia son un paso más hacia el objetivo de la fiscalia y que nunca a logrado en más de un año de dificultar la comunicación y la colaboración entre el interior y exterior, y entre ellxs, para aislarlxs y bloquear su participación en la lucha

En vista de las audiencias el imperativo de los inquisidores es obstaculizar la organización de eventos y la comunicación entre lxs co-acusadxs, para que el proceso se lleve a cabo en un marco pacífico y democrático.

Queremos reiterar lo importante que es hacer sentir nuestra solidaridad con Silvia, Costa y Billy, porque este juicio no pasa como si nada hubiera sucedido, porque recordamos fuertemente que cuando golpean a unx de nosotrxs, nos golpean a todxs.

Sacado de www.SilviaBillyCostaLiberi.tk

 

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Actualizaciones sobre presxs anarquistas en Grecia (31 de mayo 2011)

Un pequeño resumen.

Juicio contra CCF

Juicio sigue con unos ritmos bastante lentos (audiencias tienen lugar una o dos veces en la semana, duran poco debido a la ausencia de algunxs de lxs abogadxs de la defensa, etc.). De momento, y desde ya varias semanas, sigue la parte más formal del procedimiento: lxs jueces leen en voz alta todo el sumario que forma parte de la acusación, pues centenares de páginas. Varias veces la defensa había presentado quejas puesto que entre todo ese material escrito se encuentran también algunos DVD’s, los cuales contienen centenares de fotos de la vida privada de acusadxs (fotos tomadas en conciertos hiphop y punk en casas ocupadas, en fiestas, vacaciones, con la familia, etc.) robados por la policía durante los registros de casas. La defensa intenta bloquear la presentación de esas fotos en el juicio argumentando con “derecho a la privacidad” y diciendo que “no presentan prueba alguna”.
De todos modos, después de esa parte habrá: declaraciones de lxs últimos testigos de la defensa, declaraciones de todxs lxs acusadxs, disertaciones de la defensa y luego el veredicto por parte de lxs jueces. Se estima que el juicio durará unas semanas más, seguiremos informando si surge cualquier novedad.
Hace algunos días miembro de CCF Mihalis Nikolopoulos arrestado en finales de enero pasado publicó una carta bastante larga, que vamos a traducir lo más rápido posible. Lunes, 30 de mayo lxs miembros encarceladxs de CCF publicaron un folleto de 24 páginas llamado “El sol seguirá amaneciendo”. La primera parte contiene la cronología de los ataques realizados por el grupo (recordamos que todas las reivindicaciones de CCF,- menos la ultima, la del paquete incendiario enviado al ministro de la justicia Kastanidis en enero de 2011 y que era publicada en varias páginas de Internet-, en castellano se encuentran en libro “Reventando lo existente”) y la segunda el texto en cuestión, en que lxs compañerxs hacen un repaso de sus actividades y desarrollan unas (muy interesantes) perspectivas sobre la ampliación y internacionalización del concepto de la Conspiración de Células del Fuego. Además señalan que en el futuro sacarán un manual de los ataques basado en sus propias experiencias. Pues, dentro de algunos días intentaremos de traducir el dicho texto, el original con el Fénix en la tapa esta aquí:
http://athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=1297265 Continua a leggere

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Grecia – Lettera del prigioniero anarchico Dimitris Hadjivasiliadis

* 325.nostate.net

# cenere

Dimitris è un anarchico arrestato ad Atene dopo essere stato fermato e perquisito dalla polizia, la quale gli ha trovato una pistola.

A tutti quelli che hanno considerato la mia cattura come una dimostrazione di terrorismo governativo, a tutti quelli che hanno considerato la mia cattura come un momento in grado di promuovere nuove resistenze, a tutti quelli che hanno percepito la mia cattura come un punto di partenza della promozione della lotta insurrezionale.

Dal 2 febbraio sono ostaggio in una prigione dello stato. Questo perché sono stato casualmente trovato, dal meccanismo poliziesco-terrorista, armato. La polizia ha usato questa coincidenza e ha deciso la mia detenzione, perché sono un anarchico. La mia prigionia è un altro tentativo di deterioramento della lotta sociale insurrezionale, un tentativo di annullamento di un altro combattente e un’intimidazione verso quelli che si oppongono alla brutalità governativa – capitalistica.

Io difendo io il mio diritto naturale, morale e politico, il diritto di ogni persona, di aver cura della difesa. Per la mia coscienza storica e sociale la legge è il centro del discorso terrorizzante dello stato, la giustificazione istituzionale della sua violenza letale e il pretesto ideologico della perpetuazione della proprietà e dello sfruttamento. Comunque non lascio ai meccanismi terroristi la possibilità socialmente non giustificare di usare le loro leggi contro i combattenti e contro me stesso, come gli fa comodo.

Non riconosco alcuna onnipotenza allo stato, nemmeno gli riconosco la possibilità intoccabile di comandare e dirigere, come neanche di imprigionarmi. Noi abbiamo ogni motivo per voler cambiare le contraddizioni del sistema di sovranità in momenti di conflitto, in momenti di lotta diretta. Con questi termini non tollero la mia detenzione come se fosse una ferita irreversibile, un prodotto di un attacco invulnerabile.

Tutte le persone sono sovralimentate contro la cultura dell’autorità. Tutti quelli che lottano, dentro e fuori le prigioni, con i loro comportamenti nutrono i rami della solidarietà. Tutti i prigionieri combattenti sono equamente difendibili nei confronti della repressione governativa e meritano quella solidarietà sociale e tra compagni che essi, con le loro azioni, hanno (o no) offerto.

Il mio obiettivo da dentro la prigione è di continuare a contribuire alla lotta insurrezionalista, all’autorganizzazione contro lo stato e i padroni in prospettiva di una rivoluzione sociale. Il mio obiettivo è anche quello di contribuire alla creazione di un fronte politico contro le prigioni dentro le prigioni e di far forza ai legami tra anarchici e altri prigionieri, sulla base della lotta insurrezionale e della solidarietà tra oppressi. E ovviamente, il mio obiettivo è anche il mio rilascio, così come quello degli altri combattenti dalle loro condizioni di ostaggi.

Chiunque senta il bisogno per me di essere un punto di riferimento nell’espressione della loro solidarietà, ha tutte le ragioni per farlo. Chiunque senta la mia cattura come un altro motivo di rivolta, ha tutte le regioni per opporsi praticamente al terrorismo dei padroni anche con questo motivo. Chiunque senta la mia cattura come un altro momento di resistenza contro la repressione e chiunque la sente come punto di partenza di promozione della lotta insurrezionalista mi ha già vicino.

Fin dai primi minuti della mia prigionia ho reso nota la mia opinione che la costituzione di un comitato interessato esclusivamente al mio caso sarebbe uno spreco di forze. Io ritengo che la creazione di iniziative in riferimento alla mia cattura o alla mia prigionia abbiano valore solo se alcuni compagni pensano che esse possano essere un punto di partenza della promozione della lotta insurrezionalista. La solidarietà ha un significato chiaro, quando essa sfocia nella dialettica pratica dello scontro con l’autorità. Pensandola così, supporto ogni mossa che cerchi di dar forza alla lotta sociale insurrezionalista, che essa si riferisca a me o no. Sulla linea di un dialogo tra compagni sono disposto a prendere iniziative da dove mi trovo.

Il minimo delle possibilità che un anarchico imprigionato ha, le mie parole scritte, sono a disposizione di chiunque si sente di dar significato ad un’esperienza comune, storica o sperimentale, e ad una prospettiva comune, immediata e storica.

LOTTA CONTINUA, AUTORGANIZZAZIONE, SOLIDARIETA’

4/5/2011

Dimitris Hadjivasiliadis

1° braccio della prigione di Koridallos

 

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Grecia – Lettera dei fratelli Anastasiadis sulla situazione del compagno I. Gugov

* actforfreedomnow

# cenere

Lettera di Panos e Stelios Anastasiadis sulla continuazione della detenzione di Ivan Gugov (caso Nadir).

Il 25 maggio sono state accettate le nostre richieste di rilascio così come quelle di Ivan Gugov per il caso Nadir. Questo automaticamente significava la fine della nostra detenzione, cosa che non è successa nel caso del nostro compagno. Ivan, dopo aver firmato i documenti del rilascio, è stato nuovamente ammanettato, trasportato all’Immigrazione e dopo alle celle di trasferimento a Diavata dove è ancora oggi dove deve affrontare una serie di comportamenti vendicativi e fascisti con conseguente minaccia d’espulsione, mentre inizialmente lui era detenuto con la spiegazione che per loro era un “sospettato di fuga”.

Nonostante Ivan abbia le stesse accuse degli altri compagni arrestati il 4 dicembre nello squat, tutti sono stati rilasciati con misure restrittive.

Lo stato, imprigionando e dividendo i combattenti trasferendoli in tutte le prigioni della Grecia, ora minaccia con misure fasciste la deportazione di un compagno perché ha la cittadinanza bulgara.

Chiediamo l’immediato rilascio del compagno.

Lui vive qui, lotta qui e deve rimanere qui.

Invitiamo tutti i compagni-combattenti a presentarsi in solidarietà fuori dal dipartimento dei trasferimenti a Diavata.

Pre-presidio Domenica alle 17 fuori dal Politecnico (il trasporto sarà in autobus).

Perché nessun combattente è da solo.

Perché la solidarietà ci riguarda tutti.

Rilascio immediato di Ivan Gugov, ora e subito!

Fratelli Anastasiadis

 

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Belgio – Incendi, arresti, evasioni e scontri con i cani da guardia del potere (Maggio 2011)

* suieetcendres.blogspot.com

# cenere

12 Maggio

Liegi – Mercoledì alle ore 19, un magazzino contenente una grande quantità di merce è andato a fuoco. Tutto è stato distrutto.

Affligem – Giovedì pomeriggio l’edificio dove c’era l’ICT congress è stato evacuato dalla polizia a causa di una mail mandata agli organizzatori che annunciava la presenza di due potenti bombe che sarebbero esplose sul posto. Il congresso era organizzato per i governatori locali al fine di insegnargli come usare meglio ICT (Information and Communication Technology). Il giorno prima il ministro Geert Bourgeois era stato ospite al congresso. Alla fine nessuna bomba è esplosa o stata ritrovata.

 

13 Maggio

Arlon – Lo scorso giovedì, all’1, una macchina, che era parcheggiata fuori dal tribunale di Arlon, è stata totalmente distrutta dal fuoco. La macchina apparteneva ad Andrè Jordan, procuratore. Prima, la polizia ha detto che è stato un incidente, dopo hanno comunicato di aver trovato tracce di liquido infiammabile.

 

16 Maggio

Molenbeek – Giovani hanno distrutto per la quarta volta l’interno di un cantiere di un progetto urbanistico. Due giovani sono stati arrestati, sono accusati di aver cercato di dare fuoco ad esso e di aver danneggiato circa una trentina di veicoli in una concessionaria vicina. Tutto nella stessa notte.

 

17 Maggio

Leuven – Sabato notte dei vandali hanno dato fuoco ad immondizia e carta vicino ad una banca. Le vetrine sono state rotte dal calore e le colonne della pensilina sono state annerite dal fuoco. (Ad Uccle, tre giorni prima, immondizia in fiamme era stata posta vicina alla scuola francese, senza troppi danni.)

Anderlecht – Nella notte tra sabato e domenica, due veicoli sono stati dati alle fiamme ad Anderlecht. Sono stati gravemente danneggiati. Tre bottiglie, una contenente benzina, sono state trovate vicino una macchina. Un’ora dopo un’altra macchina ha preso fuoco.

Gand – Un furgone appartenente alla compagnia ISS Cleaning e un altro veicolo sono stati bruciati durante la notte. Due mesi fa, dice un abitante della zona, un altro furgone della ISS era stato distrutto dal fuoco durante la notte. La polizia parla di “incendi accidentali” causati da batterie malfunzionanti. In continuazione, ovviamente…

Ancora una volta, sottolineiamo che la ISS Cleaning è una compagnia che trae profitto dal mantenimento e dai contratti di pulizia nel centro di detenzione per immigrati.

 

20 Maggio

Le Roeulx – Nella notte tra mercoledì e giovedì, alcuni hanno forzato l’ingresso di tre locali di Fluxys. Hanno svuotato gli estintori senza rubare nulla. Fuxys è un operatore nell’erogazione e immagazzinamento di gas naturale e di strutture.

 

24 Maggio

Mons – Domenica sera, la polizia ha arrestato tre persone che stavano rompendo una distributore di biglietti con un cacciavite e uno scalpello. Sono anche accusati di aver danneggiato una telecamera di sorveglianza e alcuni finestrini di veicoli. Sono stati portati davanti alla corte di Mons ieri mattina.

 

25 Maggio

Leuven – Nella notte tra martedì e mercoledì due stazioni di polizia a Wilsele e Heverlee sono state attaccate con bombe di vernice. Lampadine vuote e vasetti di vetro con vernice sono stati lanciati contro i muri.

 

27 Maggio

Liegi – Stamattina, un prigioniero, il 28enne Mohamed El Jabbari è scappato dalla prigione di Latin, considerata una prigione di massima sicurezza. Quattro complici dell’ex prigioniero hanno messo una scala sul muro, vi sono saliti e hanno gettato giù una scala di corda. Hanno tenuto lontane le guardie sparando in aria con delle mitragliatrici. Mohamed ha raggiunto la scala di corda, vi è salito ed è scomparso con i suoi complici. Le macchine probabilmente usate per la fuga sono state trovate il giorno dopo, distrutte dal fuoco.

Mohamed era stato condannato ad alcuni anni di prigione per una serie di rapine a mano armata.

 

28 Maggio

Charleroi – A Erquielinnes, ignoti hanno forzato l’accesso della technical high school. Hanno dato fuoco a diversi contenitori, giornali, immondizia ecc. I pompieri sono intervenuti abbastanza presto evitando grandi danni, sebbene il fuoco si fosse propagato in sei punti diversi.

Bruxelles – Nella notte tra venerdì e sabato, sconosciuti hanno bruciato cinque macchine parcheggiate nello spiazzo dinnanzi la prigione appartenenti alle guardie della prigione di Ittre. Sono andate completamente distrutte.

Nel pomeriggio, le guardie hanno scioperato per alcune ore, protestando contro questo violento atto di vendetta, dicendo che il clima sta peggiorando giorno dopo giorno.

In un’intervista con un portavoce del Ministro della Giustizia e del sindacato delle guardie, dicevano di subire sempre più proteste da parte di prigionieri, ex prigionieri, amici e familiari dei prigionieri. Dicono che capita molto frequentemente quando una guardia viene riconosciuta e non è in servizio, allora viene insultata e anche picchiata. Vengono spesso minacciati, e davanti alle loro case ci sono rappresaglie. Il sindacato dice che “una molotov contro la casa di una guardia non è più un’eccezione” e il ministro denuncia l’incremento di intimidazioni e minacce contro le guardie e lo staff della prigione, “ guardie,dottori, direttori e assistenti sociali lavorano nel modulo di isolamento della prigione di Bruges e vengono insultati quando lasciano la prigione, molestati e sistematicamente fotografati.”

 

30 Maggio

Ronse – Dopo un intervento della polizia nella notte di sabato, un gruppo di giovani si è rivoltato contro i poliziotti e li ha attaccati. Gli agenti hanno lasciato la zona con un arrestato, ma sono stati seguiti fino alla centrale da un gruppo di rivoltosi. Lì, i rivoltosi hanno iniziato ad attaccare la stazione di polizia e a cercare di forzare l’entrata, combattendo faccia a faccia con i poliziotti. Un poliziotto è rimasto ferito, alcuni giovani hanno riportato ferite minori. Il giovane arrestato è stato rilasciato senza accuse dopo l’attacco.

 

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Atene – Yiannis Kafkas dimesso dall’ospedale


* occupiedlondon.org/blog

# cenere

Yiannis Kafkag, il dimostrante gravemente ferito durante gli scontri con la polizia al corteo dello sciopero generale dell’11 Maggio, ha lasciato l’ospedale lunedì. Yiannis è stato in terapia intensiva e lì si è temuto per la sua vita. Fuori dall’ospedale, un gruppo di solidali gli ha dato il benvenuto – lo striscione dice ” La solidarietà è la nostra forza – Yiannis, alla tua salute!”

 

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Dijon – Danneggiata sede di un sindacato universitario di destra

* cettesemaine

# cenere

24 Maggio

Saccheggiata una sede universitaria, gli studenti parlano di atto “oltraggioso”

Nella notte tra domenica e lunedì, la locale sede del sindacato degli studenti (UNI) è stata visitata. In una dichiarazione, l’UNI di Dijon, ha spiegato che la sede era stata “saccheggiata”. Una delle finestre della sede UNI era stata rotta e documenti cartacei, presenti all’interno, erano stati bruciati.

E’ stato rubato un computer e sui muri esterni della sede, che si trova nel campus dell’università della Borgogna, sono state lasciate scritte ingiuriose contro i simpatizzanti dell’UNI. “Queste azioni non sono degne delle battaglie politiche”, dice il sindacato, conosciuto per le sue posizioni marcatamente di destra. Secondo il sindacato si tratta di un’azione premeditata visto che “gli autori indossavano dei guanti” e che “la sede era stata più volte bersaglio di danneggiamenti esterni”.

L’UNI di Dijon, che “condanna il saccheggio” ha sporto denuncia. L’UNI si sorprende, tuttavia, perché “non ha ricevuto solidarietà dal rettore dell’università in merito ad atti di tale violenza”.

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Grecia – Parole di quattro compagni detenuti per T. Mavropoulos

* 325.nostate.net

# cenere

Qualche parola dai compagni greci imprigionati S. Tzifkas, G. Skouloudis, D. Dimtsiadis e B. Tsilianidis per Theofilos Mavropoulos, ferito durante una sparatoria e arrestato dalla polizia dopo che un altro compagno è riuscito a scappare rubando un’auto della polizia. Forza e coraggio a tutti quelli che lottano e non si arrendono mai. Lunga vita alla nuova generazione di guerriglieri urbani rivoluzionari – Lunga vita all’insurrezione. Vinceremo … Il nostro giorno verrà …

So che ci sono infinite sponde e alberi dentro il mare.

E che l’amore è una cosa importante.

Solo quando avevamo deciso di cambiare il mondo.

E questo non succede nel paese. Abbiamo detto questo.

Abbiamo cercato di trovare le armi.

Sappiamo che tutti moriremo, ma ci sono morti che gravano perché essi hanno scelto il modo.

E noi abbiamo deciso:

MORTE ALLA MORTE PERCHE’ NOI AMIAMO MOLTO LA VITA”

Questo è un momento dove nessuna parola può degnamente incorniciare un’azione. Al limite non dalle nostre bocche. Ci consentiamo solo di esprimere un profondo sentimento tra compagni, un caldo abbraccio rivoluzionario, per un nobile rivoluzionario con sogni selvaggi, Theofilos Mavropoulos che si è rifiutato di arrendersi alle volontà dello stato e insieme agli alania (ragazzi di strada) che continuano il viaggio iniziato con lui.

Ogni goccia di sangue che si riversa dai corpi dei rivoluzionari irrora il fiore della libertà nel deserto di un mondo schiavizzato.

Forza all’anarchico rivoluzionario Theofilos Mavropoulos.

Buona continuazione ai suoi compagni e a quelli che in ogni momento della loro vita sono pronti a dare TUTTO PER LA LOTTA.

 

Socrates Tzifkas

Giannis Skouloudis

Dimitris Dimtsiadis

Babis Tsilianidis

 

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Grecia – Contro la paura, il terrorismo di stato, l’impoverimento e il cannibalismo sociale


* en.contrainfo.espiv.net

# cenere

Lotte comuni di locali e immigrati per la vita, l’uguaglianza e la libertà

Povertà – Impoverimento – Oppressione – Sfruttamento: queste quattro parole caratterizzano il presente e il futuro che la classe dominante promette e rafforza con ogni mezzo nei confronti della società. Sopravvivere diventa sempre più difficile, quelli di sopra – i dominatori – propongono come unica soluzione per la gente di attaccarsi l’uno con l’altro, di trasformare chiunque in un presunto facile nemico, di vivere nella paura, di accettare gli ordini economici e politici “per amor di patria”, invece di guardare la realtà dritta negli occhi.

Per completare i loro piani, le élite economiche, politiche e religiose si alleano con quelli che condividono differenti interessi come gli accoltellatori fascisti, i mass media, i poliziotti, i residenti razzisti e i negozianti nelle regioni povere.

Tutte queste persone sentono l’odore della paura e del sangue umano, ed escono dai loro buchi come un branco che punta il prossimo come nemico, i poveri, gli immigrati, i senza casa, i più deboli.

Questo è accaduto dopo l’atroce assassinio del 44enne Manolis Kantaris che è stato accoltellato fatalmente per una videocamera. Nei giorni a seguire, nell’area intorno al punto dove è morto fino ad Omonia Square, è iniziata una caccia selvaggia: gruppi di estremisti di destra con coltelli, caschi e bastoni accoltellavano e picchiavano indiscriminatamente immigrati, danneggiavano alcuni negozi e abitazioni. I poliziotti erano presenti in tutti questi attacchi e davano il loro aiuto mentre patrioti e fascisti tramite la televisione e la loro presenza negli angoli dove avevano luogo i pogrom, applaudivano gli attacchi in ogni modo, presentando gli immigrati come nemici della “patria”, dell’economia e della cultura, servendo così la politica di immigrazione dello stato.

Nello stesso tempo i fascisti con l’aiuto dei poliziotti attaccavano gli squat Skaramaga e Villa Amalias che sono vicini al sito dell’assassinio di M. Kantaris. Questi squat anarchici sono stati solidali in molte occasioni con le lotte degli immigrati; così la gente di questi squat ha cercato ancora una volta di prevenire questi attacchi, e ha ricacciato indietro i tirapiedi neonazisti di “golden dawn”.

Quelli che non sono complici, che si rifiutano di vivere nell’oppressione e nello sfruttamento, e scelgono di resistere collettivamente, senza mediazione di partiti e leader, si sono scontrati con gang fasciste o di poliziotti, come nel caso dello sciopero generale dell’11 Maggio.

Dagli attacchi furiosi della polizia (MAT) un dimostrante ha perso la milza mentre Yannis K. È stato ferito molto gravemente e trasferito al General Hospital di Nikaia con seri rischi per la sua vita a causa di un’emorragia cerebrale; subito è stato sottoposto ad intervento chirurgico ed è rimasto alcuni giorni in terapia intensiva. Dopo, uno dei dimostranti arrestati, Fotis D. è stato tenuto in detenzione pre-processo a causa di false accuse dei poliziotti che lo hanno intrappolato con una borsa piena di molotov.

Sappiamo che ciò è difficile per i poveri e gli oppressi che vivono pacificamente nei quartieri degradati di Atene. I problemi stanno crescendo a causa dell’attività Mafiosa – con l’assistenza dello stato essa rappresenta una delle corporazioni del capitalismo più inumane e allo stesso tempo più redditizie. Quelli che dominano non vogliono che noi capiamo che la causa dei nostri problemi non riguarda i più disagiati o “l’altro” ma bensì lo stato e i padroni locali e non.

Non troveremo soluzione ai nostri problemi con l’obbedire e il servire la classe dominante. Le soluzioni sono da trovarsi quando insieme riprendiamo le nostre vite nelle nostre mani, senza leader, con rispetto reciproco, tolleranza e umanità. Quando comunichiamo i nostri problemi e cerchiamo soluzioni nelle assemblee di quartiere, nelle unioni di base, negli spazi auto-organizzati di resistenza, nell’alimentazione collettiva e nei movimenti di mutuo appoggio. Quando arriviamo a conoscere l’altro e lottare alla pari contro gli interessi di quelli in alto; quando immigrati e locali rappresentano una classe comune e costruiscono lotte sociali contro lo stato e il capitale, per una società senza repressione e sfruttamento, per la rivoluzione sociale e la liberazione.

Assemblea anarchica per l’autodeterminazione sociale

sinelefanachikon@gmail.com

 

 

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Marino Laziale – Attaccato distributore eni agip

* informa-azione.info

__________________________

Riceviamo da mail anonima:


MARINO LAZIALE (ROMA) – 25-05-2011

SABOTATO E INCENDIATO DISTRIBUTORE ENI AGIP
– tagliate e portate via sei pistole dalle pompe
– sigillata con metallo liquido cabina self service
– incendiato con due taniche da cinque litri di napalm artigianale il punto vendite del distributore
– lasciato striscione “ENI – da guerre e disastri ambientali, i loro profitti (A)”


Solidarietà agli anarchici colpiti dalla recente ondata repressiva dello Stato.
A Silvia, Costa, Billy e Marco.


Lunga vita al Fronte di Liberazione della Terra!

 

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Catania – Attaccate due auto dei vigili urbani

* informa-azione.info

riceviamo da mail anonima:
“NEL POMERIGGIO DI GIORNO 18 MAGGIO DANNEGGIATE DUE AUTO DEI VIGILI URBANI NEL CENTRO STORICO E MILITARIZZATO DI CATANIA.LA MUNICIPALE,SUL LIBRO PAGA DEL MAFIOSO SINDACO STANCANELLI,REPRIME E SGOMBERA COME NEL CASO DEGLI ABITANTI DI LIBRINO,LASCIATI SENZA CASA DAL COMUNE. CONTRO LA REPRESSIONE AZIONE DIRETTA,SOLIDARIETA AGLI ABITANTI SGOMBERATI DAL PALAZZO DI CEMENTO”

 

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Brighton – Attaccata fabbrica d’armi

* actforfreedomnow.wordpress.com

# cenere

Un gruppo di folletti ha attaccato a Brighton la fabbrica di armi EDO MBM nelle prime ore di venerdì 27 maggio. EDO MBM fabbrica le armi che sono state usate in Iraq, Afghanistan, Gaza, Libia e altrove. Nella notte tra giovedì e venerdì un monito di indesiderabilità gli è stato consegnato alla loro fabbrica a Brighton. Sono state gettate bombe di vernice e sparati dei proiettili contro l’edificio sito in Home Farm Rd, prima che i folletti dispettosi sparissero della notte. Anche se meno letali delle munizioni che EDO aiuta a fornire contro i civili in tutto il mondo, questo è un altro avviso che questa fabbrica quì non è benvenuta.

Mentre i danni a EDO sono stati precedentemente dimostrati essere legali (si vede il commissariamento di EDO) la polizia di Sussex non si fermerà nella protezione degli assassini e nella persecuzione dei dimostranti.

Tutte le azioni contro le industrie belliche, responsabili e non, vanno supportate e incoraggiate.

Folletti

 

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New Basford (UK) – Danneggiata industria di sorveglienza

* 325.nostate.net

# cenere

La scorsa notte sono state rotte le vetrate di Inside Out Security a Nwe Brasford.

Abbiamo fatto ciò perché essi sono responsabili di fornire equipaggiamento di sorveglianza a chi ci guarda ovunque andiamo. Sono specificatamente responsabili per il grande numero di telecamere nelle scuole e in giro per Nottingham. Quelle nelle scuole stigmatizzano e terrorizzano i ragazzi, considerandoli pericolosi gli uni per gli altri, abituandoli all’essere osservati, controllando i loro comportamenti e privandoli della loro libertà. Al posto di incoraggiarli ad amare e a vivere con passione selvaggia questa società che li tiene in gabbia – forzandoli in vite che non hanno scelto.

Noi vogliamo distruggere queste compagnie che traggono profitto dalla malattia della sorveglianza sociale a nome del capitalismo e dello stato.

L’abbiamo fatto anche in solidarietà con chi resisterà al G8 e al G20 in Francia questa settimana. Mentre i leader governativi di tutto il mondo discutono dei modi per tenere il loro potere, noi combatteremo i loro sistemi di oppressione che ci circondano.

La loro sorveglianza è qui per proteggerci? Vaffanculo. Le loro telecamere esistono per farci vivere nelle paure, per farci fare quello che dicono, per renderci alienati e spaventati l’uno con l’altro. Il sistema di sorveglianza è qui per servire gli interessi dei ricchi e per proteggere le loro proprietà, potere e capitale.

Vediamo qualcosa che distrugge la nostra libertà, le nostre relazioni reciproche e desideriamo attaccarlo con i mezzi che abbiamo a disposizione. Anche se questo è stato un piccolo atto di sfida, velocemente risolto in parte dalla loro assicurazione, abbiamo realizzato ciò a causa della nostra ricerca della libertà da tutte le forme di controllo sociale. Ogni volta che vediamo simili atti di ribellione, dal tirare pietre ai poliziotti al bruciare di una prigione, un sorriso nasce sui nostri volti e significa che l’attacco contro questa società di dominazione va avanti. Continueremo la nostra partecipazione a questo attacco, perché è la nostra passione – accontentarsi di una vita di subordinazione insensata non è un’opzione per noi, non quando intorno a noi ci sono i nostri amici, le nostre famiglie e noi stessi continuamente repressi dal capitalismo rampante in collusione con lo stato.

Dobbiamo guardarci gli uni con gli altri con amore e solidarietà.

Dobbiamo distruggere ciò che ci separa della rabbia.

Contro la società galera.

Per la libertà totale.

 

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Calgary – Sabotati tre bagni

* waronsociety.noblogs.org

# cenere

Il 24 maggio un gruppo di anarchici ha attaccato tre posti: Un Macdonalds, KFC e Subway, sabotando i loro bagni usando cemento in polvere. Queste azioni si spiegano da sole, ci troviamo in guerra con le esistenti condizioni sociali, e circondati da reazionari e da un conservatorismo sociale. Dall’altro lato, un esercito di noiosi attivisti delle ONG è pronto a bloccare lo spirito rivoluzionario con appunti di riunioni infinite e slogan idioti.

Alcuni anarchici

 

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Berlino – Attaccati Ente del turismo greco e consolato

* anarchistnews.org

# cenere

Nelle prime ore del 27 maggio c’è stato un attacco contro l’ufficio dell’EOT (Ente del turismo greco) e del consolato greco a Berlino. L’attacco è avvenuto intorno alle 3 del mattino ad opera di una quindicina di individui mascherati che hanno causato seri danni. Essi hanno distrutto completamente le vetrate dell’entrata dell’EOT, situata al piano terra dell’edificio, in Wittenbergplatz Square e hanno danneggiato anche il resto delle vetrate. Hanno anche gettato vernice nera sulle pareti e bottiglie che hanno raggiunto la balconata del terzo piano, dove c’è il consolato greco.

[…]

Hanno lasciato un volantino anonimo con contenuti anticapitalisti, specificando che la loro azione è un segno di solidarietà verso quelli che recentemente si sono scontrati con il terrorismo di stato.

[…]

 

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Montreal – Attaccate due auto della polizia

* actforfreedomnow

# cenere

26 maggio 2011

“Montreal, Quebec. Nella notte del 26 maggio, le auto della polizia parcheggiate in rue Dollard sono state attaccate con la vernice. Ci rifiutiamo di essere complici della miseria che ci circonda. La polizia è un esercito d’occupazione nelle nostre strade e ogni atto per allontanarli dalle nostre vite ci riscalda il cuore. Tanto amore a Theofilos Mavropoulos e ai prigionieri ovunque, dentro e fuori, in lotta per la libertà.

Avanti con la lotta.”

Alcuni anarchici

 

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Fotos actividad en conmemoracion del compañero Mauricio Morales, a dos años de su muerte.

Fotos actividad en conmemoracion del compañero Mauricio Morales. El domingo 22 de mayo del 2011, al cumplirse dos años de la partida del mauri se realizaron diversas actividades.

Se rayaron las calles cercanas al lugar donde murio el mauri, mientra que en el barrio yungay, con un pasacalles se llego hasta el C.S.O Sacco y Vanzetti donde se realizo una intervencion para luego terminar en el Centro cultural cueto con andes, donde se realizo una actividad conmemorativa.

A dos años de la partida del compañero mauricio. !Seguimos recordando a los caidos en la lucha contra el poder!

Mayo 2011.

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Lettera di Madda da Rebibbia

Carissime e carissimi,

Vi informo che da oggi, lunedì 23 fino a mercoledì 25 maggio, la sezione di alta sicurezza A1 e A2, inizierà uno sciopero del carrello e della spesa in solidarietà alle altre carceri italiane che già lo hanno iniziato da un po’ per denunciare il sovraffollamento e la situazione interna a cui le carceri devono far fronte ogni giorno.
Questa richiesta è venuta dal partito politico dei radicali, che, come ogni partito politico, non ha di certo reale interesse a mettere in evidenza il problema del carcere in sé, come struttura e istituzione, ma cerca come tutti di ammortizzare la situazione esplosiva interna, frutto di un sistema sociale malato.
Sapete già il mio punto di vista riguardo questa mobilitazione… di certo non credo che uno sciopero, partito poi da un gruppo di politicanti di merda come quello dei radicali, possa risolvere i problemi interni al carcere (essendo la struttura e ciò che la mantiene il problema), semmai ci vorrebbe, a mio parere, un tipo di lotta differente, più incisivo e dannoso alla struttura, una lotta, poi, che dovrebbe nascere dai/dalle detenuti/e stessi/e.
Comunque la sezione ha voluto dare il suo contributo, in maniera simbolica con questi 3 giorni, ad un metodo che ancora lega varie carceri italiane, che fa da filo conduttore tra reclusi e recluse.
In ogni caso, sappiate che le detenute della sezione comuni hanno apprezzato assai la vostra presenza sotto questo fottutissimo penitenziario! Quelle urla di supporto morale (mi è giunta voce) hanno scaldato il cuore e gli animi, rafforzando la mobilitazione partita oggi.
Peccato invece che in questo bunker di cemento in cui stiamo noi della massima sicurezza non sia arrivato il suono della vostra voce! Dio cane, mannaggia a loro! Poco o niente… a me ieri mi è parso di sentire qualche cosa subito sfumato nell’idea fosse la tv di qualche ragazza… vabbuò fa piacerissimo lo stesso sapere che ci siete stati e soprattuto che si continui quotidianamente con la lotta esterna.
Queste sezioni sono veramente la riproduzione del modello attuale di controllo che c’è fuori. Pur essendoci lasciato “campo libero” per via delle celle aperte dalle 8 alle 20, con spazi come la saletta per la socialità, la biblioteca (ben fornita grazie alla gestione di una compagna), la palestra (che comunque non ha strumenti funzionanti) e l’aria decorata con giardino e alberi, vige un elevatissimo studio e controllo di ogni nostro movimento! Ci stanno telecamere ad ogni angolo dei bracci, in ogni sala almeno 2, solo all’aria se ne contano 7! Ogni cazzo di nostra abitudine, spostamento è monitorato da questo occhio elettronico, non c’è un minimo angolo d’intimità: o sei guardata, o sei ascoltata (nelle celle, almeno quelle delle A2, sicuro ci sono i microfoni)… certo il carcere è questo, sei nella tana del lupo.
D’altronde il motivo è chiaro, come fuori, anche dentro si cerca e si vuole prevenire ogni forma di ribellione e/o “disagio interno”… diciamo che questo è proprio l’esempio più vicino e lampante (rispetto le detenzioni passate) del sistema sociale che c’è fuori attualmente. Ognuna diviene controllore di se stessa, sapendo di essere controllata ad ogni minima mossa, il tutto poi rafforzato dal fatto che ti concedono certe “comodità” come contentino per zittire ed evitare che possa nascere anche un barlume di ribellione interna. Il capo posto, dalla sua minchia di saletta monitor osserva in tempo reale ogni spostamento e abitudine d’ognuna. Per questo le sbirre in sezione non si vedono quasi mai, la loro presenza serve poco o niente (anzi con il fatto che non le vedi, aiuta ad evitare possibili conflitti con “il nemico più vicino”).
Inizialmente vedendo le celle aperte mi sentivo più “libera”, (non mi era mai capitato!), ma dopo soli due giorni ti rendi conto del motivo di tutto questo. Il gioco non vale la candela. I pochi metri in cui ti concedono di circolare stufano subito! Questo è un carcere dentro il carcere. Per chi conosce i penitenziari sa bene che le sale in comune: quella dell’avvocato, quella dei colloqui, matricola e via discorrendo, per raggiungerle se tu detenuto/a a doverti spostare; qua invece no, avvocati, colloqui, infermeria sono tutte all’interno di queste due piccole sezioni (in tutto le celle sono 8 contando pure le nostre 3 dell’A2) da questo spazio non ti muovi! Pure la matricola se deve notificare qualche cosa viene da te e non tu al suo cazzo di ufficio! Insomma veramente un mini carcere dentro al carcere.
La sezione spesso viene mostrata a consiglieri regionali e minchioni vari, presentata da sbirri e giornali come esempio di inserimento e integrazione del detenuto; come sezione modello per il fatto che dimostra come il carcere serva e funzioni, appunto, a reinserire… perché in effetti è quello che fa, farti tornare un buon ingranaggio (grazie proprio all’accettazione conscia o inconscia della routine carceraria).
Vabbè ragà quello che volevo fare era descrivere la sezione della massima qua a Rebibbia date che io, come molte altre persone fuori, ne sapeva ben poco.
Per il momento vi saluto.
Vi abbraccio con il cuore sempre per la completa libertà!
Saluto tutti/e i/le miei/e compagni/e, sia quelli/e con obblighi imposti e indagati/e a piede libero, sia quelli/e trasferiti/e ultimamente in altre carceri del nord.
Al di là della distanza, quello che ci lega è molto più forte!
Abbraccio i compagni e la compagna detenuti in Svizzera e chiunque fuori continua la lotta contro uno stato di mega controllo sociale, che è appunto lo stato capitalista.
Forte nell’animo e nel core!
Con i detenuti e le detenute in lotta!


Madda,
Rebibbia 23 maggio 2011

 

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En memoria de un guerrero salvaje a dos años de su muerte

Texto de Liberación Total a dos años de la muerte de Mauri

El infortunio aquella noche te asesto una mordida, una ultima mordida que nos alejo de ti para siempre.

No solo esa noche, sino durante mucho tiempo tus decisiones fueron tomando distintas formas de oponerse al mundo impuesto, ya no bastaba la aburrida teoría o las ideologías que prometían sociedades perfectas. La civilización oprime a la naturaleza salvaje y por concecuencia a toda vida, eso lo sabías y con tus convicciones lo enfrentaste de diferentes formas.

Pero desde hace dos años ya no estas por estas calles, conociéndote o no ya no eres parte de quienes afrontan la miserable época de sumisión que nos ha tocado vivir. Pero la naturaleza sigue su curso, a veces rompe los cimientos, oxida el acero y aunque traten de controlarla e intervenirla no puede ser sometida a los canones. Siempre hay algo que se les escapa, algo que no esta bajo el control de los que ilusamente creen tener todo dominado.

Porque nos nutrimos en parte por nuestras experiencias, decisiones y por supuesto nuestras proyecciones. Cada guerrerx anónimx, por distintos lugares toma parte para recordar a lxs nuestrxs, los idiomas y las fronteras dejan de tener sentido cuando hablamos el lenguaje del rechazo y creamos relaciones y realidades libres.

La muerte es un obstáculo insuperable, pero a diferencia el olvido y la pasividad son muros que sabemos romper. No solo en relación con el compañero Mauri sino con todo espíritu insurrecto que tiene que vivir las circunstancias más duras de los caminos que elegimos en la vida. Hoy lo recordamos a él, pero al unísono, a todxs lxs guerrerxs caídxs, lxs presxs en guerra y por supuesto a quienes tienen que andar lejos de los caminos que habían decidido recorrer para no ser cazadxs.

Por que no narraremos pomposas hazañas, sino el más sencillo deseo de libertad y rechazo, deseo que esta presente en cada animal enjaulado, en la naturaleza salvaje que irrumpe intempestivamente por sobre el control y en cada mirada que se atreve a oponerse aun con los costos que esto conlleva.

No recordamos solo aquella circunstancia particular de la partida del compañero, sino su vida como tal. Recordamos y saludamos la vida de combate del compañero y la de tantxs más, porque es esta la que nos hace continuar aun con todas las artimañas del Poder y todos los dolorosos costos. Asi también defenderemos con fiereza su honor.

Seguimos como la naturaleza salvaje sigue a pesar del avance de la tecnología y el dominio, y al igual que la naturaleza, nos alimentamos y nutrimos con nuestrxs muertxs, nuestro pasado y nuestra historia.

En memoria del salvaje Mauricio Morales!
Por la destrucción de toda forma de dominación!

Liberación Total
liberaciontotal[a]riseup.net
Mayo 2011.

 

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Germania – Rivendicazione di un attacco contro un nodo ferroviario

* sysiphus-angrynewsfromaroundtheworld.blogspot.com/

# cenere

24 Maggio

Noi colpiamo!

Oggi abbiamo sabotato una parte del nodo ferroviario a Ostkreuz, un nodo centrale di trasporto per il capitale tedesco: abbiamo divelto le inferriate delle porte e abbiamo dato fuoco ad un centinaio di segnali, cavi elettrici e di comunicazione. Abbiamo evitato danni alle persone.

La nostra azione è un segnale di stop. Siamo stufi! Berlino è la capitale di uno degli esportatori leader di armi, Berlino è la capitale dello stato più potente nell’Unione Europea. A Berlino, la “lenta soppressione” dell’uso di energia nucleare è stata decisa dopo un lungo periodo di maturazione […]

Chiunque ha responsabilità per ciò che succede. Tutti hanno la possibilità di dire: Stop! Non con noi. Abbiamo sferrato un colpo contro questa normalità dolorosa e omicida. Qualcosa deve cambiare. Alle fondamenta. La mobilità assicura il regolare svolgimento della perpetuazione di questa normalità. Interrompere ciò, anche se solo su scala modesta, è il nostro intento. Il tipo di mobilità non ha nulla a che fare con la libertà o la libertà di movimento. Essa non esiste per tutte le persone di questo pianeta. Ai profughi fuori dai confini dell’Unione Europea non è garantita. Dopo tutti i disastri noi ne abbiamo abbastanza. Sull’attuale lenta soppressione della tecnologia nucleare, non c’è nulla da negoziare. Abbiamo smesso di giocare.

Le immagini di Fukushima, gli ingegneri inermi, il coprire la fusione, lo sgombero forzato delle vittime delle radiazioni e l’impiego di lavoratori temporanei nelle rovine atomiche sono chiare. Questa tecnologia è fatta da quelli che non vogliono sacrificare il profitto delle compagnie energetiche. Subito.

Esperti, Commissioni etiche, Commissione della sicurezza nucleare – solo dei cambi di nome: abbandono del nucleare subito! Nessuno dovrebbe affidare la sua vita ai politici schiavi dell’economia. La tutela e il controllo delle persone è la catastrofe definitiva della storia umana. Nessun governo ci va bene. Sui binari della Deutsche Bahn vengono trasportate tecnologie e rifiuti nucleari. Entrambi garantiscono l’operato dei reattori. Entrambi sono garantiti dalle lobby nucleari e da altri interessi industriali.

Fin dalla nascita del movimento antinucleare, la regolamentazione nucleare è stata rafforzata con violenza, spesso contro la volontà della popolazione.

Anche se il prossimo Castor raggiungesse il suo obiettivo – non è più politicamente fattibile. Perché non ci può essere aiuto dai poliziotti. O dai militari. Questo condurrebbe ad un’insurrezione!

La ferrovia tedesca AG di proprietà statale trasporta armi tedesche ai porti e agli aeroporti dove poi sono inviate sui fronti di guerra di tutto il mondo. I sistemi di dominio sono protetti con queste armi in Egitto, Tunisia e Libia ed altrove. Per allontanare i flussi dei profughi, elicotteri, armi e tecnologie di sorveglianza sono state mandate recentemente in Libia. La Germania è uno dei leader nel trasporto d’armi nel mondo. La Germania trae grandi guadagni da questo business. Ed essa incoraggia la guerra, quando conviene ai suoi interessi. Per esempio nel caso delle risorse energetiche. Berlino è la capitale della militarista Germania. Queste relazioni sociali non possono essere tollerate. Esse vanno cambiate. Subito. Da tutti quelli che di noi si sono stufati. Senza rottura della normalità, senza allontanamento della classe dominante, non c’è una società pacifica. L’impotenza delle proteste è ovvia. Perché non interferire con il lavoro delle compagnie energetiche? Bloccare le strade d’accesso. Occupare i posti di lavoro. Colpire la normalità del lavoro, del consumo, della precarietà, del profitto e della rassegnazione! Il sabotaggio è una forma di sciopero. E’ una forma di rifiuto che manda fuori giro i giorni di merda. Dove delle cose non sono più attive come sempre, altre cose sono possibili. Se l’impiegato sta ancora aspettando noi…

Una società senza dominio è possibile!

Entriamo in sciopero e sabotiamo la distruttiva routine quotidiana!

Fermiamo i reattori nucleari – subito e per sempre!

Nel mondo!

Distruggiamo le compagnie energetiche e le industrie belliche, distruggiamo le armi e le loro vie di trasporto!

Frontiere aperte per tutti i profughi!

 

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Aggiornamento su Luca

* cenere

Luca è detenuto nel carcere di Cuneo, di Guido ancora non si hanno notizie confermate, neanche sull’effettivo arresto.

Per scrivere ed inviare telegrammi a Luca:

Luca Ghezzi

C.C. via Roncata 75

12100 Cuneo

 

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Santiago de $hile – Ataque a Basilica de la Merced a dos años de la muerte de Mauri

por Celula Anticlerical Hortensia Quinio

El pasado viernes 20 del presente mes con motivo del llamado a la solidaridad internacional por lxs presxs en guerra y tambien en el marco de la conmemoracion del segundo año de la muerte en accion de Mauricio Morales decidimos atacar una de los simbolos de autoridad representado por la primera iglesia de santiago y de chile ( Basilica de la Merced), lugar cargado historicamente por la memoria de los poderosos.

Aprovechando que paralelamente se desarrollaba la manifestacion contra hidroaysen, lo que hacia mas propicia la instancia ya planificada, ya que la represion policial enfocada en la masa. Lamentablemente el artefacto fue descubierto y desactivado antes de sus detonacion, hecho que no fue dado a conocer a la luz publica, ya que los medios masivos de comunicacion se encontraban centrados en los disturbios que tenian lugar en la capital como tambien los que le seguirian en la ciudad de valparaiso al dia siguiente.

Nuestra Intencion era acabar con las tumbas de horacio de quiroz mateo de toro y zambrano, ines de suarez y los restos de sus asquerosos y chupasangres familiares, objetivo que no se cumplio; aun asi nos sentimos felices ya que advertimos en sus caras sumisas, devotas y guardianes el estremecimiento por el acto que atenta las logicas del sistema en los cuales se sustentan todas las formas asquerosas de relaciones sociales que dominan el mundo.

Que sepan somos constantes mentes en busca de la subversion de toda forma de dominacion y envolveremos en llamas su paz.

Celula Anticlerical Hortensia Quinio.

Posdata: Hortensia Quinio, mujer anarquista apresada y torturada por el estado chileno, en una razzia represiva que se dejo sentir en santiago durante el mes de mayo del año 1915, cuando el estado se encontraba en busqueda de los responsables de los ataques dinamiteros en contra de conventos religiosos en la capital.

 

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Piemonte – Perquisizioni ed arresti in merito agli scontri con Casapound a Cuneo

*informa-azione.info

Nelle prime ore della mattina di venerdì 27 maggio, le forze della repressione agli ordini della questura di Cuneo hanno arrestato due compagni e somministrato diverse misure cautelari, tra arresti domiciliari e obblighi di dimora a diversi compagni e compagne.
L’operazione e le perquisizioni hanno riguardato Cuneo, Torino e diverse abitazioni tra Canavese e Astigiano.
Le indagini riguardano gli scontri avvenuti a Cuneo il 26 febbraio scorso, contro l’apertura di una sede di Casapound.
Le informazioni diffuse sono per il momento frammentarie, ma sappiamo che
Guido e Luca sono stati tratti in arresto (non è ancora certo se a Cuneo o alle Vallette di Torino), mentre Fabio e altri quattro compagni sono ai domiciliari.
Seguiranno maggiori dettagli e comunicati, nel frattempo rimandiamo alle dirette di Radio Blackout [streaming] e a indymedia piemonte.
GUIDO LUCA E FABIO LIBERI!!!
SOLIDARIETA’ E COMPLICITA’ CON TUTTI GLI INQUISITI!

informa-azione

 

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Bologna – A proposito di repressione e solidarietà (Martino dalla Dozza)

*informa-azione.info

Dozza, 7/5/2011

Qualche considerazione dallo zoo
Ci risiamo, prima, i nostri arresti a Bologna, dopo, lo stesso copione con gli arresti a Firenze.
Ai compagni colpiti dall’ennesima inchiesta della procura fiorentina va tutta la mia solidarietà.
Tutto questo suscita rabbia ed indignazione ma non stupisce.
Non stupisce perché la repressione “anti – anarchica” e contro quei compagni e quelle situazioni di lotta che si pongono in una prospettiva rivoluzionaria, non si è mai placata.
Non stupisce perché per chi comanda non esistono- e non potrebbero esistere- né “una gestione accettabile della crisi”, né, tantomeno, un’uscita da essa.
Difficile pensare a una supina accettazione del costante peggioramento delle condizioni di vita di tutti e dell’irreversibile rovina del pianeta. Non può quindi stupire che il potere, temendo le rivolte dei sudditi, giochi d’anticipo accanendosi con ogni mezzo contro le situazioni di dissenso che, di volta in volta, reputa particolarmente scomode.
Comunque va detto, quello che spaventa non è la “forza” del movimento anarchico, con buona pace di quei compagni che in qualche proclamo, tra uno slogan truculento e l’altro, se ne fregiano. Quello che turba i sogni di politici, padroni e sbirri è ciò a cui le idee e soprattutto le pratiche degli anarchici alludono, il loro potenziale, la loro diffusione tra arrabbiati ed esclusi: l’universale linguaggio della rivolta di cui in Italia si è avuto un assaggio il 14 dicembre a Roma.
Spaventano l’ostilità e il rifiuto di riconoscere- e farsi riconoscere- dalle istituzioni, la conflittualità permanente.
Spaventano l’autogestione e l’orizzontalità che caratterizzano le nostre lotte e l’informalità che caratterizza i nostri rapporti.
Spaventa il fatto che vengano riportate le notizie di quegli attacchi al dominio che, coscienti o meno che siano, suscitano simpatia in molti, ma di cui solo in pochi parlano pubblicamente. Pubblicazioni di articoli di giornale che, per qualche alchimia poliziesca, diventerebbe acrobaticamente una “prova” del coinvolgimento nei fatti riportati, poco importa se, ad un più attento esame la cosa finisca per non stare palesemente più in piedi anche per i professionisti del sospetto.
Del resto a vacillare è l’imputazione stessa che ci colpisce qui come a Firenze (e prima a Lecce e a Torino): l’associazione a delinquere strutturata ( con tanto di capi, luogotenenti e soldati semplici), rigida, con spazi aperti che diventano covi clandestini “perché solo i gestori ne hanno le chiavi” (per logica potrebbe derivare, allora, che per essere davvero pubbliche biblioteche e scuole dovrebbero distribuire le chiavi a tutti), ed il cui scopo sarebbe “compiere reati”.
Anche qui, purtroppo, non c’è da stupirsi. Leggendo alcuni articoli di Malatesta ( sì, qui ho tempo…), ho trovato un passaggio in cui già lui faceva considerazioni sull’uso dell’associazione a delinquere per reprimere gli anarchici: evidentemente non è una trovata innovativa.
Mentre scrivo queste righe apprendo dal telegiornale locale (purtroppo in carcere la televisione è sempre accesa) dell’ennesimo danneggiamento della sede bolognese della lega. Di ieri la notizia dell’imbrattamento della sede della UIL nel quartiere di San Donato. Per fortuna che ci dipingono una città pacificata in cui l’unica “voce fuori luogo è quella degli anarchici insurrezionalisti”…
Eppure poco importa agli inquirenti se inchieste come questa finiscono in un nulla di fatto, poiché il loro vero scopo è soprattutto fiaccare i compagni con custodie cautelari, divieti ed obblighi di dimora, intimidire chi si avvicina agli anarchici, stringendo al contempo sempre più la morsa, provando a cercare dei precedenti per schiacciare ogni forma di dissenso un domani.
Credo che quest’ultimo aspetto meriti particolare attenzione essendo di portata generale per chiunque porti avanti dei percorsi di lotta.
Questi tentativi non vanno lasciati passare sotto silenzio.
Di fronte ad attacchi di questo tipo, più ci si lascia spaventare, più si arretra, più il nemico avanza e guadagna terreno.
Credo che la scelta migliore di fronte all’incalzare della repressione sia quella di rilanciare le lotte ed allargare la solidarietà.
Da questo punto di vista, rispetto all’operazione “outlaw” (fà troppo ridere sto nome per non citarlo almeno una volta) non ci si può certo lamentare. Ringrazio con tutto il cuore per le lettere, l’affetto e soprattutto la solidarietà che arrivano da Bologna, dall’Italia e da oltre i confini di questo maledetto paese.


A testa alta a dispetto di tutto
Per l’anarchia

xMartinOx

 

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Costa Silvia Billy – Fissata data del processo e inasprimento censura

*informa-azione.info

Il processo per Silvia, Costa e Billy è stato fissato nei giorni dal 18 al 22 luglio 2011, il presidente del tribunale che li giudicherà ha inasprito ulteriormente la censura sulla corrispondenza riducendo a 2 il numero di lettere a settimana in entrata e 2 in uscita. La prossimità dell’inizio del processo e la limitazione della possibilità di corrispondere sono un’ulteriore passo della procura verso l’obiettivo mai raggiunto in più di un anno di ostacolare il confronto e la collaborazione tra dentro e fuori e tra di loro, di isolarli e bloccare la loro partecipazione alle lotte. A maggior ragione in vista delle udienze l’imperativo degli inquisitori è ostacolare l’organizzazione di iniziative e il confronto fra i coimputati, affinché il processo si svolga in un contesto democraticamente pacificato.
Vogliamo ribadire quanto sia importante far sentire la nostra solidarietà a Silvia, Costa e Billy, perché questo processo non passi come se niente fosse, perché torni forte quel sentire che ci fa pensare e dire che quando colpiscono uno di noi intendono colpire tutti.

A breve divulgheremo le iniziative previste per quei giorni.

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Traslado del preso de CCF Gerasimos Tsakalos


Texto de la CCF y del Gerasimos respecto a su traslado a la infame cárcel de Korinthos. Un mensaje de solidaridad con Theofilos Mavropoulos por parte de Ilias Karadouman, preso social encarcelado en Domokos. Se debe añadir que unxs 50 compañeros realizaron el martes 24 de mayo, una concentración solidaria con el dicho compañero frente a la hospital “Erythros Stavros” (Cruz Roja) en Atenas. La fuerte presencia de antidisturbios (sin contar otras especies de los maderos) no permitió entrar en el recinto, pero se grito consignas en frente y detrás del hospital. Consignas fueron, entre otras:”Los Estados son los únicos terroristas, solidaridad con guerrilleros armados”, “En Pefki dos maderos tumbaste al suelo, Theofilos recuerda, estamos juntos en la lucha”, etc.

Traslado especial de miembro de CCF, Gerasimos Tsakalos a la cárcel de Korinthos
Ayer, 20 de mayo se realizó el traslado especial del miembro de CCF, Gerasimos Tsakalos a la cárcel de Korinthos. El traslado se hizo con tanta prisa, que sus bienes personales están todavía en la cárcel de Malandrino. Los órganos directivos del ministerio de la justicia siguen intensificando un particular régimen de encierro y nos aíslan políticamente. Después de dispersarnos en ocho cárceles diferentes (Grevena, Kerkyra, Komotini, Domokos, Thiva, Koridallos, Malandrino) y “instalar” la mayoría de nosotros en las llamadas “alas de protección” (alas destinadas para chivatos y violadores), ahora viene además el traslado a Korinthos.
La cárcel de Korinthos es sobre todo una “cárcel de criados”, en que la mayoría de los presos mantiene excelentes relaciones de colaboración con los carceleros. Esta táctica del doble encarcelamiento pretende de declarar una permanente guerra de nervios que por cierto no se quedará sin respuesta. Ya desde el primer momento de la llegada de Gerasimos surgieron unas tensiones. Los funcionarios penitenciarios haciendo el chequeo corporal pidieron el compañero de “bajar sus calzoncillos”. Naturalmente como respuesta recibieron su negación general e innegociable. Ese tipo de chequeo tiene como objetivo humillar al preso y no es más que una demostración de poder por parte de los carceleros. Gerasimos negándose a obedecerles les dejo bien claro que sus amenazas y cerraduras no son capaces de aprisionar a nuestra dignidad. El resultado fue que le llevaron al aislamiento para dos horas, y luego el alcaide y los funcionarios, evidentemente reflexionando sobre las consecuencias, le colocaron como quinta persona en una celda, lo que significa que su “estancia” sea en el suelo.
Esas técnicas penitenciarias no nos harán que olvidaremos ni que nos relajaremos. Permanezcamos para siempre unos amotinados y en pie de guerra lanzando nuevos desafíos contra el Poder.
El compañero Gerasimos Tsakalos no está solo
Nada ha acabado, todo sigue
Postdata. En este momento el compañero Theofilos Mavropoulos se encuentra hospitalizado bajo vigilancia después del enfrentamiento con los maderos en Pefki. Todos conocemos bien el “cuidado” especial que demuestran los cerdos a los compañeros heridos. Lo mínimo que podemos hacer es señalar necesidad de no dejarle solo. No dejaremos que su caso y su inaudita osadía y atrevimiento sean regaladas al silencio. Es la realista percepción de la fuerza de cada persona rebelde que toma el paso de la desobediencia al ataque.
21/5/2011
O.R. Conspiración de Células del Fuego

 

Texto sobre el traslado especial de mi persona a la cárcel de Korinthos
Hasta siendo preso permanezco libre…
El sábado 21 de mayo, después de ser, hace unos pocos días, trasladado de la cárcel Malandrino a Koridallos, debido a la formalidad del típico examen judicial que se realizó puesto que pasaron seis meses desde mi encarcelamiento, me llamen para trasladarme de vuelta.
Sin embargo, la inspirada por Hollywood escolta (EKAM, coches patrullas, especial lechera de traslados) en vez de dirigirse a Malandrino, va hacia Korinthos. Para los que no lo saben: en el mundo carcelario, el centro penitenciario de Korinthos está considerado como un modelo de la cárcel bien controlada, en que la aplastante mayoría de los presos mantiene unas relaciones casi “familiares” con los carceleros.
Los motivos de ese traslado especial son evidentes. La gestión especial que ha reservado la Comisión Central de Traslados (subordinada al Ministerio de la Justicia) para todos los miembros de la Conspiración de Células del Fuego, pues el hecho de dispersarnos por 8 diferentes cárceles, todavía no ha completado su rabia vengativa contra nosotros.
Con mi llegada al Korinthos, me fue claro que por nada más que razones de dignidad,- porque la cuestión no es que quiero elegir mi cárcel,- me niego de quedarme en esa institución penitenciaria, en que a menudo no puedes ni saber quién es el carcelero y quién es el preso.
Por lo tanto, durante el chequeo corporal directamente me niegue de colaborar con las humillantes prácticas de los funcionarios, ignorándoles ostentosamente. Por esa indisciplina me llevaron al aislamiento para unas 2 horas y luego, cuando decidieron de bajar los tonos, me “establecieron” en una celda con 4 otros presos, así obligándome a quedarme sin cama y dormir en el suelo.
Desde el primer momento de mi cautiverio he elegido de no ser “chico bueno” ni tampoco “un ideólogo” en la cárcel. Lo que quiero, tanto yo como cada preso digno, no es “cumplir tranquilamente nuestras condenas”. Lo de “cumplo tranquilamente mi condena” es como dejar que nos encerrasen la vida misma para tantos años cuantos nos tiren en la cara los jueces, esos chulos del sistema. Es como si nos convertíamos en unas sombras de personas, que sean olvidadas por los otros y por fin se iban olvidando de sí mismos. Es como si internalizaríamos las infinitas rondas de nuestros pasos mecánicos en los patios, pasos destinados a ninguna parte.
Pero el lobo dentro de nosotros aun está despierto. Nunca he aceptado de ser una persona encerrada y sé muy bien que el primer paso hacia la libertad ahora y siempre sea conquistado tras la concientización que ignora las prohibiciones, tanto las de la sociedad como las de la cárcel.
Por esto el lunes 23 de mayo me niegue de entrar en mi celda y fui llevado a la celda del castigo disciplinario. Mi decisión es definitiva e irrevocable. Demando que me alejen inmediatamente de la cárcel de Korinthos. Y sé que esa pequeña insubordinación mía sea registrada entre decenas de otras “anónimas” insubordinaciones que fueron grabadas sobre las paredes de las celdas disciplinarias y de aislamiento por unos presos dignos, los nombres de cuales no sabremos nunca.
Esos actos pueden ser un punto de encuentro para todos aquellos que no están pasivamente contando los días que les queden de su condena, sino se enfrentan a diario con el mecanismo carcelario, permaneciendo libres a pesar de ser presos.
Que saben los responsables y sobretodo los competentes del ministerio de la justicia y de la Comisión Central de Traslados que, como fui escrito, “Nuestro día vendrá…”
Después de todo esto, hoy, el martes 24 de mayo, se decidió mi traslado disciplinario. Era lo que pretendí.
Tsakalos Gerasimos
Miembro de la O.R. Conspiración de Células del Fuego
Celda disciplinaria de la cárcel de Korinthos

Postdata. Mis pensamientos se fugan de las paredes de la celda disciplinaria, viajan y llegan al hospital “Cruz Roja” donde está internado el compañero Theofilos Mavropoulos después de su enfrentamiento con los maderos en Pefki. ¡Que seas fuerte compañero!
Hoy a las 6 de la tarde, como me informaron, la gente solidaria realizará una concentración en frente del hospital “Cruz Roja”. Tales movidas muestran que NINGUNO ESTA NI SE QUEDARA SOLO

 

Texto de Ilias Karadouman
Día Miércoles
Hora Cero
En Pefki 2 anarquistas revolucionarios se encontraron frente a frente con los jodidos cerdos de la podrida maquina estatal. A continuación resultó un enfrentamiento que dejó heridos a dos cerdos y al anarquista revolucionario Theofilos Mavropoulos, mientras que su compañero, bajo un fuego continuo logró, con abundante valor, puño y fuerza, de escapar con el coche policial, además arrastrando consigo uno de los cerdos por algunos metros.
SOLIDARIDAD al anarquista revolucionario Theofilos Mavropoulos y unos saludos compañeristas a sus compañeros
La pasión por la Libertad es más fuerte que todas las celdas…
Cárcel de Domokos
Ilias Karadouman
21/5/2011

 

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(es/it) Comuneros mapuche en huelga de hambre fueron trasladados a Hospital de Victoria

fuente: werkenkvrvf.blogspot.com

Hasta el Hospital San José de Victoria fueron trasladados 4 comuneros mapuches que llevan 72 días en huelga de hambre en el penal de Angol.

Recordemos que ellos están a la espera de fallo de la Corte Suprema que podría anular juicio que los condenó a más de 20 años de cárcel por el ataque a Fiscal.

Se trata de Héctor Llaitul, Ramón Llanquileo, Jonathan Huillical y José Huenuche.

La esposa de Huenuchel dijo que los 4 huelguistas serán sometidos a una revisión con un especialista médico que chequeará su estado de salud.

Todo ello, custodiado por un fuerte operativo de Gendarmería, lo que ha generado molestia en los usuarios del centro asistencial.

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I 4 prigionieri mapuche in sciopero della fame trasferiti nell’ospedale di Victoria

Sono stati trasferiti presso l’ospedale San José de Victoria i 4 mapuche che portano avanti da 72 giorni uno sciopero della fame nel carcere di Angol.

Ricordiamo che sono in attesa della decisione della Corte Suprema che potrebbe annullare la sentenza che li ha condannati a 20 anni di carcere per l’attacco ad un p.m.

Si tratta di Héctor Llaitul, Ramón Llanquileo, Jonathan Huillical e José Huenuche.

La moglie di Huenuchel ha detto che i 4 scioperanti saranno sottoposti a una visita specialistica per monitorare il loro stato di salute.

 

Pubblicato in presxs | Contrassegnato | Commenti disabilitati su (es/it) Comuneros mapuche en huelga de hambre fueron trasladados a Hospital de Victoria

CCF – Lettera di Gerasimos Tsakalos


* actforfreedomnow

# cenere

Io rimango libero anche se prigioniero…

Sabato 21 maggio, mentre ero stato trasferito qualche giorno prima dalla prigione di Malandrino a quella di Koridallos per l’esame formale dei 6 mesi di detenzione, mi hanno convocato per un altro trasferimento.

Comunque Hollywood ha ispirato la compagnia (forze speciali, volanti, un furgone speciale per il trasferimento) a Malandrino, fino alla prigione di Corinto. Per quelli che non lo sanno, nel mondo della detenzione, il negozio correzionale di Corinto è considerato come un modello di prigione controllata dove la maggior parte dei prigionieri mantiene relazioni “familiari” con le guardie.

Le motivazioni del mio trasferimento sono ovvie. Il trattamento speciale riservato dal Comitato Centrale dei Trasferimenti che è subordinato al ministro della giustizia, a tutti i membri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, con i nostri trasferimenti in otto prigioni diverse, non ha ancora finito la sua furia vendicativa contro di noi.

Appena arrivato a Corinto, ho reso esplicito che per motivi di dignità, visto che la questione non è che io voglio scegliere le prigioni, che mi rifiuto di stare in questo negozio correzionale dove spesso non distingui chi è la guardia e chi il prigioniero.

Io mi sono rifiutato anche di assecondare le pratiche umilianti dei collaboratori durante la perquisizione, ignorandoli totalmente. Per la mia disobbedienza mi hanno spedito in isolamento per 2 ore e poi mi hanno “collocato” in cella con altri 4 prigionieri, senza un letto il che significa dormire per terra.

Dal primo momento della mia prigionia ho scelto di non essere il “bravo ragazzo”, né l’”ideologo” della prigione. La questione, per me così come per ogni prigioniero dignitoso, non è “trascorrere pacificamente la condanna”, è come se permettiamo che le nostre vite vengano chiuse per diversi anni quanti lanciati dai giudizi-papponi. Come se diventassimo ombre di persone dimenticate dagli altri fino a quando vengono dimenticate anche da se stessi. Come se diventassimo una sola cosa con l’infinito andare e venire dei nostri passi meccanici nelle aule, andando da nessuna parte.

In ogni caso il lupo è ancora sveglio dentro di noi. Non ho mai accettato di essere una individualità rinchiusa e sono molto bene che il primo passo verso la libertà adesso e sempre è conquistato tramite la consapevolezza che ignora le proibizioni della società e della prigione.

Ecco perché oggi 23 maggio mi sono rifiutato di entrare in cella e sono stato condotto nella stanza disciplinare. La mia decisione è definitiva e irrevocabile. Richiedo il mio immediato trasferimento dalla prigione di Corinto. E so che la mia piccola insubordinazione viene registrata tra le dozzine di altre “anonime” insubordinazioni, di prigionieri dignitosi dei quali non abbiamo mai saputo i nomi, incise nelle pareti delle stanze disciplinari e di isolamento.

Queste azioni possono costituire un luogo comune di incontro con tutti quelli che non scontano passivamente i giorni rimasti della loro condanna, e che invece si scontrano giornalmente con il meccanismo della prigione, restando liberi anche da prigionieri.

Le persone responsabili e soprattutto quelli del Ministero della Giustizia e del Comitato centrale dei trasferimenti devono sapere che, come è stato scritto, “Il nostro giorno verrà…”

Dopo tutto ciò oggi, 24 maggio, il mio trasferimento disciplinare è stato deciso. Era quello che cercavo.

Gerasimos Tsakalos

Membro della O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco

Stanza disciplinare della prigione di Corinto.

PS. Il mio pensiero viaggia ed evade dalle mura della stanza disciplinare e raggiunge l’ospedale Erithros Stavros dove il compagno Theofilos Mavropoulos è ricoverato dopo lo scontro con i poliziotti a Pefki.

Compagno tieni duro.

Oggi, come mi hanno detto alle ore 18, ci sarà un presidio solidale fuori l’ospedale.

Queste azioni dimostrano che NESSUNO E’ DA SOLO E MAI LO RESTERA’.

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Parole dei membri della CCF sul trasferimento di G. Tsakalos


*actforfreedomnow

# cenere

Ieri, 20 maggio, l’improvviso trasferimento di Gerasimos Tsakalos, membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, alla prigione di Corinto. Il trasferimento è stato fatto con tale fretta che la roba di Gerasimos è ancora nella prigione di Malandrino. Gli ordini del ministro della giustizia continuano ad intensificare il particolare regime speciale della nostra detenzione e del nostro isolamento politico. Dopo i nostri trasferimenti in otto prigioni diverse (Grevena, Corfù, Komotini, Domokos, Tebe, Koridallos, Malandrino) e il “collocamento” di molti di noi nei bracci protetti (dedicati a spie e stupratori) adesso si aggiunge anche il trasferimento a Corinto.

Le prigioni di Corinto sono soprattutto “prigioni ufficiali” dove molti prigionieri mantengono una meravigliosa relazione di collaborazione con le guardie. Questa tattica di una doppia prigione mira ad una permanente guerra di nervi che sicuramente non rimarrà senza risposta. Già dai primi momenti dall’arrivo di Gerasimos ci sono state ripercussioni. I secondini durante la perquisizione hanno chiesto al nostro compagno di “levarsi le mutande”. Ovviamente hanno ricevuto il suo totale e non negoziabile rifiuto.

Il tipo di perquisizione mira all’umiliazione di ogni prigioniero e costituisce una dimostrazione di potere da parte delle guardie.

Gerasimos, con il suo rifiuto, ha reso chiaro a loro che le loro minacce non avranno la sua dignità. Tutto ciò gli è costato due ore di isolamento e poi agenti ed impiegati, ponderando ovviamente le conseguenze, lo hanno messo in una cella insieme ad altri quattro, il che significa “stare” per terra.

Queste tecniche di punizione non ci fanno dimenticare, né ci fanno dimenticare noi stessi. Noi resteremo per sempre ammutinati e impegnati nella lotta contro l’autorità.

IL COMPAGNO GERASIMOS TSAKALOS NON E’ DA SOLO

NULLA E’ FINITO, TUTTO CONTINUA

P.S. Nello stesso momento il compagno Theofilos Mavropoulos è ricoverato e sorvegliato in ospedale dopo gli scontri con i poliziotti a Pefki. Sappiamo tutti le “cure” speciali che i porci riservano ai compagni feriti.

Il massimo che possiamo fare è di sottolineare che lui non va lasciato solo. Il suo caso e la sua rara audacia nemmeno, non permetteremo che nulla passi sotto silenzio.

E’ la realistica stima di forza di ogni persona che si ribella e che passa dalla disobbedienza all’attacco.

21 maggio 2011

Organizzazione Rivoluzionaria Cospirazione delle Cellule di Fuoco

 

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Atene – Resoconto del presidio solidale con Theofilos

* actforfreedomnow

# cenere

Circa 80 compagni si sono riuniti fuori l’ospedale Erithros Stavros dove il compagno, ferito dai poliziotti, è ricoverato.

Il presidio è stato intenso e deciso nonostante la presenza di due unità in antisommossa (MAT) e altri cani da guardia. Sono stati a lungo urlati cori ad entrambi gli ingressi dell’ospedale e poi siamo andati via tutti insieme

Speriamo che Theofilos ci abbia sentito e abbia preso coraggio per rimettersi presto e senza problemi.

Tra i cori urlati:

THEOFILOS TIENI DURO, FINO ALLA LIBERTA’

PEFKI E GIZI, VI RICORDANO QUALCOSA (ai poliziotti)

A PEFKI HAI MESSO GIU’ DUE POLIZIOTTI, THEOFILOS RICORDATI CHE SIAMO CON TE NELLA LOTTA

Un impegno di coloro che si sono riuniti, per dimostrare ai boia della libertà, che la solidarietà è un valore fondamentale della nostra esistenza e che viene dimostrato con forza ora e sempre.

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