Messico: dichiarazione dei gruppi anarchici insurrezionalisti ed eco-anarchici

testo orginale in spagnolo: culmine.noblogs.org

trad. tomo

Dichiarazione dei gruppi anarco-insurrezionalisti ed eco-anarchici del Messico

Ai compagni anarchici del Messico e del mondo, ai compagni incendiari e antagonisti affini di tutto il pianeta: salute ai compagni imprigionati in Messico, Germania, Argentina, Cile, Spagna, Stati Uniti, Grecia, Italia, Inghilterra, Svizzera e nel mondo! Salve a tutti coloro che lottano per la Liberazione Totale!

 

Sono molto rare le occasioni in cui ci siamo visti obbligati ad emettere dichiarazioni o comunicati assieme e le rare volte che l’abbiamo fatto è stato come un giro interno per socializzare e discutere temi di interesse o elaborare la critica a partire dalla nostra esperienza di lotta o per soddisfare o risolvere le discrepanze e per concretizzare la coordinazione informale delle nostre azioni.

Allo stesso modo, da un po’ di tempo a questa parte, abbiamo preferito evitare le manifestazioni e le rivendicazioni generiche che possono segnalare o incriminare compagni che dall’anarchismo sviluppano altre metodologie di lotta e svolgono compiti differenti in maniera aperta, lontani dal confronto diretto che noi abbiamo assunto. Comunque, le eccezioni si hanno quando si impostano condizioni specifiche e situazioni particolari, questioni e problematiche che richiedono una dichiarazione pubblica, un comunicato, un richiamo. Questa è una di quelle eccezioni e quello che facciamo ora è giustamente una appello.

 

Anno dopo anno, dall’approccio insurrezionalista ed eco anarchico e dalla coordinazione delle azioni, abbiamo chiesto di superare strategie anchilosate che contribuiscono unicamente all’immobilismo e fomentano lo spettacolo manipolato dai mezzi di alienazione di massa.

 

Siamo stati forti critici (conseguenti ai nostri approcci teorico-pratici) del deplorevole simulacro al quale si riducono la lotta che insiste nelle marce innocue e le proteste rosa travestite di nero.

 

Riteniamo che la lotta, la guerra sociale contro il sistema di dominio, contro i suoi difensori, i suoi rappresentanti e lacchè, richieda la creatività antagonista e la ricerca costante di nuove forme di confronto.

 

Ogni 2 ottobre, insistiamo nel fatto che sia un giorno che commemoriamo (lottando) per gli studenti caduti nel massacro di Plaza de Tlatelolco ma anche che sia un giorno in più nel calendario di conti da rivendicare nella lotta quotidiana, nella conflittualità permanente, nel combattimento quotidiano della guerra sociale.

 

Riconosciamo la lotta delle strade come una delle tante forme creative del confronto ma quando parliamo di lotta di strada non possiamo ricorrere a questo riduzionismo che si fa del termine equiparandolo alle marce, permesse e vigilate, dove le si assegna anticipatamente il percorso e le si esige il buon comportamento imposto dagli stessi “compagni” di marcia, da questa polizia “rivoluzionaria” disposta ad accusarci in quanto “provocatori” e “teppisti” con l’insignificante intento di uscire dal copione.

 

Per lotta di strada intendiamo quella che portano avanti i compagni in Cile e in Grecia o le rivolte iraconde scoppiate in Albania, Egitto, Inghilterra e Siria, dove si registra uno sbalzo della lotta totalmente irrecuperabile dalle forze istitutive del potere, eccedendo dalla protesta cittadina ed espropriando le armerie dei commissariati, attaccando i corpi repressivi, distruggendo i simboli del capitale e dello Stato e incendiando tutto quello che incontrano sul loro sentiero.

 

Questa è la lotta di strada e sempre che ci sia l’opportunità noi anarchici dobbiamo essere presenti estendendo la rivolta, accrescendo la rabbia contro il dominio e trasformandola in insurrezione generalizzata. L’anarchia si realizza in ogni attacco contro il dominio. Comunque, davanti a questa evidenza gli immobilisti argomentano sempre le carenze, la mancanza di “maturazione rivoluzionaria”, la assenza di “condizioni oggettive e soggettive” per continuare con lo spettacolo e il simulacro che gli permette di alimentare il ruolo di “rivoluzionario” caricando sui social network foto con bandiere nere, innalzando la bandiera o condividendo il respiro faccia a faccia con i maiali. Per caso era maturo il movimento antagonista sotto un regime totalitario come quello che regnava in Siria? Era maturo in Albania? In Egitto? Erano date le condizioni “oggettive e soggettive” nell’ordinata e ben vigilata città di Londra? Per caso sono date in Cile? No compagni.

 

Sono state decisamente la collera, individuale e collettiva, la volontà di contestazione, la vocazione antagonista che hanno fatto la differenza. In più occasioni abbiamo chiamato, da differenti convocazioni, ad abbandonare i cortei, le proteste e i presidi per dare spazio a altre forme di lotta, per intensificare l’attacco, per incrementare l’antagonismo ed estendere la guerra sociale, dimostrano che è possibile, qui e ora, passare all’offensiva insurrezionale.

 

L’abbiamo fatto né dalla posizione di avanguardia né dall’organizzazione unica né dall’unica tattica; l’abbiamo fatto dalla coordinazione informale delle lotte, dall’autonomia assoluta dei gruppi, dall’individualità combattiva, animando la formazione di nuclei, cellule, collettivi, gruppi di affinità, coordinazioni, alleanze, configurazioni multiformi e diverse, che propugnano dalle proprie strutture o dall’individualità in conflitto permanente, il confronto diretto, la guerra sociale, il confronto diretto senza quartiere e senza tregua.

 

Comunque, oggi non chiamiamo ad abbandonare i cortei per la stessa ragione di sempre, sebbene non abbiamo cambiato la lettura delle lotte. Oggi chiediamo di non partecipare al corteo del prossimo 2 ottobre perché si prepara la più brutale delle repressioni contro il movimento anarchico messicano.

 

Chiediamo di non partecipare perché in questi stessi momenti in cui riadattiamo il richiamo si forgia la più grossa montatura contro l’anarchismo di cui teniamo memoria. E questo bieco servizio si forgia nell’area della logistica della Secretaría de Seguridad Pública del Distrito Federal e nelle officine di “collegamento” del Gobierno del Distrito Federal in complicità con i leader del movimento studentesco e del cosiddetto movimento popolare, oggi al servizio della “sinistra democratica e progressista” che ruba, reprime e incarcera sotto il motto “prima i poveri”, mentre costruisce il governo della “speranza”. A questo stratagemma repressivo si sommano (come sempre) gli stalinisti e si arruolano per “ripulire le strade dagli anarchici” e “spazzarli via dal campo”, tramite lo sgombero di spazi conquistati durante lotte prolungate.

 

Sappiamo che hanno nomi e indirizzi di compagni che non hanno la minima connessione con le nostre azioni né hanno relazioni con le nostre configurazioni organiche, comunque, nelle loro menti e nelle loro concezioni verticali, li identificano come “leader” dell’anarchismo. Per coloro di noi che scelgono, da salde convinzioni anarchiche, il sentiero dell’attacco e della lotta frontale, questa nuova montatura non ci coglie di sorpresa.

 

L’abbiamo aspettato per gli ultimi due anni. Studiamo e seguiamo con attenzione le montature e le operazioni orchestrate, con strategie similari, in Cile e in Grecia, contro i nostri compagni in causa. Leggiamo attentamente e analizziamo tutti i contributi delle loro lotte e prendiamo nota della loro esperienza. E impariamo dalle lotte. Come i compagni del Collettivo Hommodolars del Cile hanno sottolineato, per quelli che combattono per la distruzione del sistema di dominio e per la liberazione totale, non solo sono nostri nemici Stato e capitale, ma “sono anche coloro che cercano di neutralizzare coloro che mirano a chi si presenta come la “linea” da seguire”. E ci avvisano “diffidate dagli sbirri (maiali) in rosso, la loro gioventù e le linee che vorrebbero imporre sulle forze che combattono oggi.” Nello stesso articolo, riproducono un comunicato di un’organizzazione politica con cui ovviamente né i compagni di Hommodolars né noi stessi ci identifichiamo, con le loro posizioni populiste e sinistrorse, ciononostante, in questo denunciano l’aggressione subita per mano degli stalinisti apertamente al servizio dell’oligarchia governativa: “gli studenti e le persone hanno fatto irruzione nella sede del cosiddetto partito comunista del Cile con l’obiettivo di tenere un incontro con il suo direttivo ed esigere scuse pubbliche per le sue dichiarazioni, per le sue osservazioni fatte riguardo alla nostra occupazione del MINEDUC e dell’UDI, in cui hanno insinuato che fossimo pagati dal governo per portare avanti queste azioni.” E continuano ”per il fatto che non ci permettevano di entrare, abbiamo fatto irruzione, trovando circa 70 “maiali rossi” armati con bastoni, coltelli e tirapugni. Hanno provato a buttarci fuori a calci dalla loro sede assaltandoci brutalmente… ma come abbiamo fatto ogni volta che i cani da guardia dei ricchi hanno assaltato il Popolo in lotta, ci siamo difesi dalla repressione, questa volta dai cani da guardia dei ricchi che dicono di rappresentare il Popolo. Potremmo fare una lista dei feriti o denunciare la brutalità esercitata contro di noi, ma non lo faremo perché non siamo vittime e rivendichiamo ogni colpo che riceviamo, siamo tornati e torneremo in nostra difesa e in difesa della Lotta…” (hommodolars).

 

Questo fatto ci obbliga a sintonizzarci sulla frequenza dei recenti attacchi e calunnie dirette contro i compagni anarchici accusati da conosciuti atteggiamenti “rossi” di essere “pagati”, con il fine di creare dubbi all’interno del movimento, di incrementare le differenze tra le distinte tendenze della lotta anarchica e di mettere compagni conosciuti sotto il riflettore, danneggiando l’anarchismo prima del prossimo attacco. Sappiamo che non con tutti noi che ci definiamo anarchici (sfortunatamente) condividiamo gli stessi metodi né operiamo negli stessi tempi, ma ci sembra indispensabile fermarci un attimo e riflettere insieme a fronte di ciò che si avvicina.

 

Dobbiamo essere consapevoli che coloro che sono catturati dalle forze repressive ed identificati come anarchici saranno soggetti alle più brutali torture fisiche e psicologiche in cerca di informazioni. Vorranno che questi gli forniscano i nomi dei compagni presumibilmente coinvolti in azioni dirette ed atti di propaganda col fatto. Quelli che scelgono, a loro costo e rischio, di partecipare al corteo dovranno farlo in maniera responsabile, senza portare nei loro zaini alcun tipo di propaganda che li identifichi come anarchici, non devono portare armi né oggetti che possano essere associati a materiali per la costruzione di esplosivi o artefatti incendiari. Né dovrebbero portarsi agende, numeri telefonici o cellulari e se lo fanno, devono prendere precauzioni per pulire l’elenco e la memoria o, preferibilmente, comprare un nuovo chip e lasciare l’altro al sicuro.

 

Nelle presenti circostanze è altamente raccomandato leggere un altro testo fatto da un gruppo autonomo libertario cileno con certe affinità insurrezionali, allo stesso modo su Hommodolars (hommodolars) anche disponibile sulla pagina Reflexión/Revuelta (reflexionrevuelta)

 

Questo testo, intitolato “Riflessioni e consigli di solidarietà per la sicurezza dell’azione rivoluzionaria”, raccoglie (al di là di qualunque discrepanza ideologica) un manuale su come minimizzare le possibilità di cadere nelle mani del nemico e di come massimizzare la nostra capacità di azione in maniera sicura e responsabile. In questo documento c’è una sezione specifica che illustra minuziosamente il processo di infiltrazione degli apparati ti intelligence e di contro-intelligence e come questi operano nelle università, negli squat, nei centri di incontro alternativi, nelle organizzazioni, ecc. e spiega il vecchio metodo dell’infiltrazione per ponte, “in cui uno spazio, gruppo o oggettivo di minor interesse è infiltrato per raggiungerne un altro di maggior interesse che può essere più complesso da infiltrare. Alcuni infiltrati possono addirittura “fare carriera” in uno spazio o gruppo di interesse, com’è successo in Cile tra le organizzazioni armate”. Come regola generale, gli spazi alternativi aperti che non richiedono processi di riferimento e contro-riferimento per partecipare o incorporarsi all’iniziativa in questione (squat, centri sociali, gruppi per il supporto dei prigionieri, mezzi di comunicazione, laboratori, giardini comunitari, associazioni di quartiere, campagne di ampliamento di piattaforme di solidarietà o coordinamenti multisettoriali) sono suscettibili a questo tipo di infiltrazione, per “fare una carriera” ed “attraversare il ponte” verso l’oggettivo finale. Compagni: se insistete nel voler scendere per le strade questo 2 ottobre, lasciatecelo fare in maniera coordinata, mostrando i nostri denti e sguinzagliando la lotta nelle strade favorendo il confronto e distruggendo tutti i simboli del dominio. Andiamo, dunque, preparati ad un combattimento frontale senza precedenti. Prepariamo tutto il necessario per assicurare una risposta certa.

Però, anche con ogni preparazione, avremo tutta la macchina repressiva ad aspettarci e nella retroguardia noi saremo alla mercé dei sicari stalinisti. Siamo quindi creativi, lasciamo volare la nostra immaginazione ed intraprendiamo la lotta frontale contro il sistema di dominio con un minimo di rischio e provocando il massimo di danno. Non dobbiamo limitarci a partecipare al corteo, assicurando al nemico una vittoria in anticipo.

Riprendiamoci la notte e facciamola nostra complice. Lasciamo ruggire la polvere, ardere la benzina, bruciare i centri del potere, incendiamo tutto l’infiammabile, distruggiamo i simboli della dominazione, demoliamo le torri d’avorio, abbattiamo ogni muro.

 

Forza, compagni imprigionati per il “Caso bombas”!

Forza, compagni imprigionati della Cospirazione delle Cellule di Fuoco!

Forza, compagno Tortuga!

Forza, compagna Tamara! Forza, compagno Gabriel!

Contro il sistema tecnologico di dominazione!

Per la demolizione delle prigioni!

Per la distruzione di tutto ciò che ci domina!

Per la Liberazione Totale!

Per un coordinamento anarchico internazionale!

Per l’Anarchia!

Che si illumini la notte!

*Acción Anarquista Anónima/Federación Anarquista Informal (AAA/FAI)

*Brigadas de Acción Revolucionaria por la Propaganda por el Hecho y la Acción Armada Simón Radowitzky (BARPHAA-SR)

*Células Autonomas de la Revolución Inmediata – Praxedis Guerrero/Federación Anarquista Informal (CARI-PG/FAI)

* Célula Revolucionaria Informal Anarquista/Federación Anarquista Informal (CRIA/FAI)

*Columna Terrorista de lxs Revolucionarixs de Negro (CTRN) *Ex integrantes de la Célula Eco-anarquista por el Ataque Directo (CEAD)

*Federación Anarquista Informal-DF (FAI-DF)

*Frente de Liberación de la Tierra (FLT)

* Individuxs Libres, Peligrosos, Salvajes e Incendiarixs por la Peste Negra (ILPSIPN)

*Luddistas contra la Domesticación de la Naturaleza Salvaje (LDNS)

Messico, Pianeta Terra. 25 settembre 2011

 

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