NE’ UN MILLIMETRO INDIETRO,
NOVE MILLIMETRI NELLE TESTE DEGLI SBIRRI
fonte: es.contrainfo.espiv.net
Alcuni giorni fa abbiamo ricevuto, nelle prigioni in cui siamo rinchiusi, delle notifiche da parte dell’unità antiterrorista sull’avvio di una indagine preliminare. Quest’indagine si riferisce alla nostra possibile imputazione in base a quanto sostenuto dall’articolo 184 del Codice Penane, secondo il quale: “Chi, in qualsiasi maniera provoca o eccita in pubblico un reato maggiore o minore, viene punito con una pena fino a 3 anni di carcere.” L’indagine si riferisce al testo in solidarietà allo squat anarchico Nadir, che abbiamo pubblicato.
La persecuzione poliziesca degli scritti non è una novità nei circoli dell’anarchismo insurrezionale. Al contrario, ci sono dei precedenti relativi a casi di persecuzioni simili in paesi come l’Italia, il Cile, ecc., in cui è forte la presenza di compagni che promuovono l’azione diretta.
L’obiettivo comune della moderna internazionale della polizia del pensiero è la prevenzione della propaganda anarchica del fatto e la diffusione delle nostre idee.
E’ così che in questi casi non esitano a togliersi la borghese maschera democratica che teoricamente permette il “libero flusso dell’espressione e delle idee”.
In questa maniera sfumano le ultime illusioni che alcuni possono mantenere. Le cose sono chiare: l’azione o il discorso anarchico saranno illegali e basta!
In questo momento il piano pilota della nuova polizia del pensiero si applica contro di noi che siamo imprigionati come membri della organizzazione rivoluzionaria anarchica Cospirazione delle Cellule di Fuoco e contro il compagno Theofilos Mavropoulos.
E’ certo che nel futuro questa strategia di repressione preventiva e persecuzione degli scritti si applicherà anche contro gli atenei anarchici ed i progetti auto-organizzati che difendono e diffondono i principi anarchici.
Allo stesso tempo, questa nuova persecuzione è un ultimo saggio della nuova legge antiterrorista che vuole implementare lo Stato.
La nuova legge antiterrorista è in realtà un aggiornamento repressivo dell’articolo 184 per instaurare la repressione preventiva dell’espressione sovversiva. Secondo tali disposizioni, la pubblicazione e la distribuzione di manuali pratici di azione o di testi che promuovono la guerriglia anarchica saranno trattati come “atti terroristici” e saranno puniti con anni di carcere.
Il Potere, in questa maniera, pretende valutare le reazioni ed i silenzi.
Tuttavia, non è la prima volta che ci scontriamo con i poliziotti ed i giudici del pensiero. Alcuni mesi da s’è scatenata una nuova persecuzione contro i nostri fratelli Olga Ikonomidou e Giorgos Polydoros, che avevano firmato quali membri della CCF l’opuscolo internazionale Il sole sorge ancora . Questa firma è stata l’unica prova contro di essi. In questa maniera i loro nomi sono stati aggiunti nel fascicolo relativo all’invio dei 14 pacchi incendiari alle ambasciate ed alle organizzazioni internazionali della polizia-magistratura, fatto che la nostra organizzazione aveva rivendicato.
Tutto ciò dà vita a nuove trame nel nodo gordiano-giurdico che stanno preparando attorno alla CCF. Gli agenti dell’unità antiterrorista in cooperazione con gli investigatori speciali della procura incaricati ad indagare su di noi, stanno imbastendo nuove accuse. E’ evidente che non è casuale la nuova imputazione che si sono inventati contro il nostro compagno Haris Hadzimihelakis, accusato di essere l’istigatore del caso dei pacchi incendiari (senza alcuna “prova”, come le intercettazioni telefoniche), giusto poco prima della sua prevista liberazione, quand’era giunto al limite dei 18 mesi di carcerazione preventiva.
Parallelamente, lo Stato ha già -fino ad ora- avviato 4 procedimenti penali contro la CCF, che esiteranno in altrettanti processi.
L’avvio di questa campagna giudiziaria contro di noi è scattato con il processo per le tre esplosioni (nella casa del viceministro degli Interni Hinofotis, nel ministero della Macedonia-Tracia e nella casa di Louka Katseli) ed anche per il possesso di un ordigno esplosivo nella casa di Halandri. Adesso, c’è il processo contro altri 4 compagni che erano ricercati durante lo svolgimento del primo processo. La data d’inizio è stata fissata al 14 dicembre.
La gran parte dei membri della CCF sarà processata anche per il caso dei 6 di dicembre (arresto di 6 anarchici per possesso di armi ed esplosivi). In questo processo, 3 dei membri della CCF saranno giudicati per “ruolo di leader nell’organizzazione”.
Inoltre, c’è il processo su pacchi incendiari, che considereremo come il processo centrale contro la nostra organizzazione, perché per la prima volta saranno processati tutti i 9 membri della CCF. C’è un altro procedimento giudiziario contro i 5 membri arrestati nella città di Volos. In questo stesso fascicolo è stato incluso il caso della sparatoria con la polizia nella zona di Pefki, e quindi saremo processati assieme al nostro fratello Theofilos Mavropoulos.
Allo stesso tempo, due compagni dell’organizzazione (Christos Tsakalos, Giorgos Nikolopoulos) hanno un procedimento giudiziario avviato in Italia, per il caso del pacco-incendiario-a-berlusconi-dalla-grecia.
Naturalmente, ci sono ancora decine di indagini sugli attacchi della CCF, ancora negli uffici degli inquirenti.
E’ certo che negli ultimi due anni, nomi di arrestati per delle azioni anarchici fanno la loro comparsa uno dopo l’altro, in una velocità simile a quando si sfoglia un giornale di cronaca nera.
I fermi, le persecuzioni, gli arresti e le condanne sono un qualcosa di relativamente ordinario, per la loro frequenza.
Lo Stato ha implementato una strategia di scontro, cercando di creare una realtà accettabile in cui nessuno mette in discussione nulla e nessuno si sorprende di fronte a quel che accade. Immaginatevi come sarebbe stata la persecuzione di prigionieri anarchici alcuni anni fa. Oggi, il Potere sta cercando di stabilire un deserto concettuale e pratico nelle metropoli e nelle sue periferie.
Ma noi insistiamo nel voler parlare ed agire. Sappiamo che i nostri scritti spesso non sono rivolti a molti, ma sappiamo che ci sono ancora nuovi compagni ai quali non piace la comodità, né piace attendere fino alla prossima manifestazione per attaccare, lasciando un intervallo di tempo di attesa ed inattività.
In fin dei conti, l’azione della guerriglia anarchica non ha una data di inizio ed una di fine, anzi essa irrompe 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno.
Cerchiamo questi lupi, che rendono più interessanti le notti delle metropoli, che portano con sé vapori di benzina e rabbia. Sono i nuovi nichilisti, gli anarco-individualisti, i compagni della nuova ondata insurrezionale, quelli della tendenza dell’antisocialismo (antikinonismo) Queste nostre parole che evadono dalla prigione, cercano di rompere il muro di carta degli scritti per trasformarsi in azioni. Si tratta di un modo di comunicare con i nostri fratelli, non solo in Grecia, ma anche a livello internazionale, per appoggiare e promuovere la Federazione Anarchica Informale (FAI) ed il Fronte Rivoluzionário Internazionale (FRI).
E’ per questo che, all’interno della tempesta giudiziaria che s’è scatenata contro di noi, la nuova indagine preliminare dell’unità antiterrorista che ha il fine di una nuova persecuzione in seguito al nostro comunicato in solidarietà con l’ateneo NADIR, ci provoca gioia e ci fa sentire più forti.
Da quel che pare, siamo tenuti in conto anche da dentro il carcere e si preoccupano per la diffusione delle nostre parole. Sinceramente, vogliamo verificare le loro preoccupazioni.
Per questo facciamo tutto il possibile.
Inoltre, la persecuzione per questo testo di solidarietà conferma l’originale sostanza delle parole.
Perché il discorso anarchico è l’essenza della vita che si definisce con le nostre azioni. Così, lo ripetiamo ancora una volta, in modo che non vi siano dubbi:
NE’ UN MILLIMETRO INDIETRO,
NOVE MILLIMETRI NELLE TESTE DEGLI SBIRRI.
Prendete queste nostre parole alla lettera.
Le persecuzioni, gli interrogatori, le visite dell’unità antiterrorista nelle prigioni in cui siamo rinchiusi, i nostri costanti trasferimenti, le punizioni disciplinari, non ci toccheranno mai.
Questo siamo, nulla di più e nulla di meno.
VIVA LA CCF — FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE (FAI) —
FRONTE RIVOLUZIONÁRIO INFORMALE (FRI)
I membri prigionieri della CCF
e l”anarchico rivoluzionario Theofilos Mavropoulos
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testo in greco: athens.indymedia.org
VIVA LA CCF — FEDERAZIONE ANARCHICA INFORMALE (FAI) —
FRONTE RIVOLUZIONÁRIO *INTERNAZIONALE* (FRI)
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