da actforfree
trad. cenere(at)inventati.org
IL LAVORO LIBERA?
Il lavoro penetra e determina la nostra intera esistenza. Il tempo scorre implacabile al suo ritmo mentre noi oscilliamo in un identico e deprimente circondario con un ritmo sempre crescente.
Orario di lavoro…tempo di produzione…tempo libero… Ogni singola nostra attività cade all’interno del suo contesto: acquisire conoscenza viene considerato un investimento per una carriera futura, la gioia viene trasformata in intrattenimento e deriva in un’orgia di consumo, la nostra creatività viene distrutta dentro i vincoli della produttività, le nostre relazioni – anche i nostri incontri d’amore – parlano il linguaggio della performance e dell’utilizzabilità… La nostra perversione è diventata tale dal far sì che noi cerchiamo qualsiasi forma di lavoro, anche volontaria, al fine di riempire il nostro vuoto esistenziale, per “fare qualcosa”.
Esistiamo per lavorare, lavoriamo per esistere.
L’identificazione del lavoro con l’attività umana, la creatività e la completa dominazione della dottrina del lavoro come destino naturale degli esseri umani è penetrata nelle nostre coscienze cosi in profondità che il rifiuto di questa condizione forzata, di questa coercizione sociale, sembra sacrilego verso il vero concetto di umanità.
Quindi qualsiasi lavoro è meglio di non averne uno. Questo è il messaggio diffuso dagli evangelisti dell’esistente, emettendo il calcio d’inizio per una competizione sempre più frenetica tra gli sfruttati per qualche briciola dal tavolo dei padroni; per la strumentalizzazione e il completo livellamento delle relazioni sociali in cambio di qualche lavoro miserabile nelle galere della sopravvivenza. Non sono solo, comunque, i termini e le condizioni di lavoro che creano un vicolo cieco. E’ il lavoro come totalità, come processo di commercializzazione dell’attività umana che riduce gli esseri umani a vivere come componenti di una macchina che consuma immagini e prodotti. E’ il lavoro come condizione universale sotto la quale le relazioni e le coscienze vengono formate, come spina dorsale che mantiene e riproduce la società basata sulla gerarchia, sullo sfruttamento e sull’oppressione. E come tale, il lavoro deve essere distrutto.
Quindi non vogliamo diventare solamente schiavi contenti o migliori manager di miseria. Possiamo ridare significato all’obiettivo e all’essenza dell’attività umana e della creatività agendo insieme, con vicinanza e solidarietà. Per una liberazione individuale e collettiva…
LIBERIAMOCI DAL LAVORO
LIBERTA’ PER L’ANARCHICO RAMI SIRIANOS
accusato di aver espropriato alcuni beni rubati da ODDY
SOLIDARIETA’ CON IL COMPAGNO KLEOMENIS SAVANIDIS
accusato per lo stesso caso senza alcuna prova
Data del processo: 18 gennaio 2012, Salonicco (rinviata al 26/3/2012)
Collaborazione Solidale Atene-Salonicco