da actforfree
trad. cenere(at)inventati.org
Dal 17/1/2011 al 19/7/2011 ha avuto luogo il primo processo alla O.R. Cospirazione delle Cellule di Fuoco nella prigione di Korydallos. E’ stato un processo “pilota” le cui caratteristiche hanno mostrato le fondamenta per il successivo processo della stessa organizzazione come per quello di Lotta Rivoluzionaria. Questo processo rievoca le memorie delle corti marziali durante i primi anni del dopoguerra, essendo caratterizzato da: assenza di giuria, trattenimento dei documenti dei presenti al processo con l’obiettivo di schedarli, mancata registrazione dell’udienza (mossa prettamente politica visto che mira a privare gli accusati della possiblità di lasciare una “testimonianza”) e infine l’autonomina degli avvocati quando i compagni rigettano i propri.
Oltre comunque al fascismo di una sede urbana, un processo politico è formato soprattutto dai rivoluzionari che prendono parte ad esso con le proprie parole e azioni. Il processo prende un carattere chiaramente politico e aggressivo dall’attitudine dei compagni che è stata emblematica cosi come l’iniziale supporto dei solidali in aula e delle azioni solidali realizzate contro il processo. Richiedendo l’abolizione della misura della corte marziale menzionata poco prima, i compagni hanno attaccato verbalmente i giudici, visto il rifiuto della richiesta, abbandonando le udienze e rigettando gli avvocati. La loro assenza dal processo è continuata con l’inizio di uno sciopero della fame fino all’accettazione delle richieste.
Comunque, la lotta dei compagni non ha funzionato visto che uno degli accusati non ha tenuto un atteggiamento compatto e si è presentato da solo in aula, rendendo di fatto futile lo sciopero della fame. In questo modo è iniziato un misero processo, visto che gli unici a partecipare alle udienze erano i giudici.
Dal processo, che è continuato senza alcuna accettazione delle richieste, nessuno di noi ha dimenticato la carrellata in stile orwelliano di momenti personali dei compagni. Promettiamo di ritornargli in faccia questa volgarità. La fine del primo processo arriva con gli inquisitori che condanno i nostri compagni a 103 anni di prigione. Qualcosa che mostra quanto pericolosi siano per l’ordine sociale, ma inoltre sottolinea l’incapacità di azioni solidali durature da parte del movimento anarchico.
Il 14 e 20 dicembre inizia il nuovo processo riguardo all’invio dei plichi esplosivi, rinviato poi al 7 gennaio. Esso riceve lo stesso trattamento dello stato – esso cerca di sconfiggerli con l’isolamento. Su questa base vengono fatti i trasferimenti speciali dei compagni, spargendoli tutti fuori dall’Attica e privandoli della comunicazione tra di loro ma anche con gli avvocati.
Non dobbiamo dire molto visto che siamo certi che i membri guerriglieri della CCF saranno intolleranti e rivolteranno i termini di questo processo.
Uno dei propositi (che saranno analizzati in seguito) di questa iniziativa è di piazzare e vincere la scommessa della controinformazione e della solidarietà pratica nei casi di anarchici sotto processo, senza essere parziali quando si tratta dei mezzi.
Supportando i nostri compagni della CCF con i mezzi che abbiamo a nostra disposizione, abbiamo bruciato 3 bancomat. Uno della Geniki bank in una traversa di Alexandras av, uno della Agrotiki bank in Ippokratous av e uno della Pereus bank in Kannigos street.
Con la pubblicazione dell’opuscolo “Handbook of reintroduction” vogliamo dire agli autori:
Compagni, NULLA è ancora iniziato,
abbiamo ancora molto da distruggere
abbiamo ancora molto da bruciare,
abiamo un intero mondo da costruire sulle fiamme
che sono il nostro materiale fondamentale.
Coraggio ai compagni clandestini
Coraggio a tutti i prigionieri dignitosi
Cellula di Solidarietà
“In Carcere et vinculis”