Atene – Rivendicazione di due attacchi incendiari contro uffici delle tasse

da actforfree.nostate.net

trad. cenere(at)inventati.org

E io chiedo agli economisti, ai politici e ai moralizzatori : ma questi hanno mai calcolato il numero di persone che forzatamente sono costrette al degrato, al lavoro iniquo, alla povertà, all’ignoranza corrotta, all’infelicità ineliminabile, all’assoluta privazione al fine di produrre una persona ricca? “ Almeida Garrett

Rivendichiamo gli incendi, nelle prime ore di Sabato 26/11 e Martedì 29/11, degli :

Ufficio delle Tasse di Pagrati, a Damareos street

Ufficio delle Tasse di Glifada, Gounari street

Abbiamo piazzato meccanismi incendiari dentro gli edifici mirando al più grande danno possibile.

La trasformazione del sistema globale economico-politico testa le sue possibilità totalitarie. Stiamo vivendo la fine dello “stato sociale” con il passaggio in un capitalismo ancora più meschino senza limiti e regole. La crisi sistemica generalizzata non è un evento accidentale, ma una situazione del capitalismo stesso. Il modo con cui il capitale è stato investito negli anni precedenti, con i cosiddetti prodotti monetari (bond, CDS ecc) si è dimostrato precario. Questo fatto era inevitabile, visto che il prestito crea denaro, che non corrisponde allo sviluppo della base economica, vale a dire, la produzione di prodotto proporzionale, alla quale dovrebbe corrispondere il denaro. Dunque, i manager dei grandi capitale sono nella posizione non invidiabile di aver riposto larga parte dei propri averi non in beni materiali, ma in promesse di denaro. Cercando di assicurarsi il proprio benessere, hanno ricattato ed eliminato i diritti dominanti e il patrimonio statale, arrivando ad attaccare anche i capitali privati dei cittadini.

Nella Grecia del 2011 i ripetuti memorandum e gli accordi di prestito hanno rappresentato la pietra bom ufficiale di ogni conquista sociale e lavorativa, l’abolizione di ogni significato e pretesto dello “stato welfare”. Infatti arriva la fine della prosperità fasulla e dello “sviluppo frenetico” del dogma della modernizzazione degli anni ’90 e dell’inizio dei ’00.

I festeggiamenti dell’edificante “ideale nazionale” delle Olimpiadi e la visione di una “Grecia potente” hanno portato via la paura di proletarizzazione, col capitalismo, sotto il peso dei suoi vicoli ciechi, portando via le sue briciole. Con i meccanismi di guida, come sempre, in piena funzione. Il relax negli stadi e il consumo dell’economico (o costoso) stile di vita. Con la riduzione dell’interesse personale a beni sociali, con le relazioni clientelari e il prendi-e-dai con l’autorità politica, è stata conservata l’invenzione di una costruita classe media fiorente. Una apatica identica formazione sociale dove la maggior parte di essa non vede o non vuole vedere l’evidenza. Con l’informale “omertà” con il sistema, che la sfrutta, viaggia su fondamenta vuote e prese in prestito. Gli anni scorsi, andando per le strade della città si notava una società, che nella sua maggioranza guardava consapevolmente il suo venir prosciugata come un cannibalismo imposto. Sia il taglio di stipendi e pensioni, che le tasse aggiunte, formeranno un quotidiano sempre più asfissiante per chiunque. L’istinto di autoconservazione viene attivato e la rabbia sociale adesso sta aumentando, creando fragili ponti tra il lamento fatalista e la reale espressione di disobbedienza. Lo scorrere della crisi sistemica sulle nostre spalle costringe ogni persona davanti alle responsabilità della proprio dignità. Il finale non è per niente predestinato. Le nubi aleggiano all’ombra delle controversie sul sistema politico.

Il regime di democrazia cittadina vede lentamente e costantemente incresparsi il contratto della pace sociale e il soggiogamento, ricorrendo a scelte predeterminate di un governo di cooperazione e complicità. Sperando che esso funzioni come valvola di decompressione, per l’ottenimento di un consenso interclasse attraverso i richiamo all’unità nazionale e ai ricatti multipli. Il diritto al guadagno dell’autorità è per tutte le tradizionali forze politiche tradizionali che vogliono completamente armonizzare gli ordini dell’élite economica globale. Il modello di colpo di stato di un governo tecnico denota la “fine della storia”, con l’allontanamento delle ideologie, riunendo sotto il suo ombrello dai falsi democratici ai fascisti de LAOS (partito populista ortodosso). In realtà i fini ora sono chiari e senza il pretesto dell’aumento di capitale per un coordinatore legislativo.

Gli interessi congiunti della classe cittadina e dei suoi espressori passano per la giunta economica dell’onnipotenza delle banche, la spremitura della possibilità produttiva individuale, l’annichilimento economico dei non privilegiati, la riduzione delle libertà e il rinforzamento legale e militare nel contesto oppressivo. La dignità dell’esistenza viene espressa con fratture violente, resistenza nei posti di lavoro, barricate durante gli scioperi, da parte del rigetto dell’attuale stato di cose e dal contrasto dell’etica dominante.

La violenza rivoluzionaria è il carro della liberazione sociale e la coscienza rivoluzionaria è la forza che lo muoverà. La crisi è per il sistema “un’opportunità per riformarsi” o un proiettile, che mira in avanti finché un capace soggetto collettivo si trova a premere il grilletto. Le condizioni oggettive del quotidiano mettono subito in discussione il tema della ricerca e accelerazione dei mezzi per lo sradicamento delle relazioni autoritarie-sfruttatrici, mirando alla costruzione di relazioni di solidarietà-uguaglianza di domani, l’emergere di un fronte anticapitalista non mediato dalla base che si proietti nell’attacco multiforme. E’ fondamentale che creiamo strutture e dinamiche orizzontali, che accompagneranno le pratiche promotrici della rivoluzione. Al momento che lo stato arriverà ad imporre le misure antisociali dei suoi padroni locali e internazionali, si schianteranno sul muro della solidarietà degli oppressi. Con assemblee popolare, scioperi selvaggi, lotta antifascista, raid notturni, sabotaggi, lotta armata, un fronte radicale organizzato che miri alla distruzione del moderno totalitarismo imposto alle nostre vite.

L’unica soluzione per passare ad una società di uguaglianza dove non ci sarà sfruttamento dell’uomo sull’uomo è la RIVOLUZIONE SOCIALE.

Dedichiamo i nostri attacchi ai compagni anarchici P. Roupa, N. Maziotis, K. Gournas che hanno rivendicato la responsabilità politica per la O.R. Lotta Rivoluzionaria e ai compagni anarchici S. Nikitopoulos, Ch. Kortesis, V. Stathopoulos, K. Katsenos e M. Beraha processati per lo stesso caso.

ONORE ETERNO A LAMBROUS FOUNDAS

Siamo vicini a tutti i compagni che resistono con dignità e continuano a lottare dentro le prigioni.

Revolutionary Countas attack

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