trad. cenere
Il primo processo alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco termina con pesanti condanne. Atene 19/7/2011
Il 25 Settembre 2009 viene spiccato un mandato d’arresto per K. Karakatsani con l’accusa di appartenere alla Cospirazione delle Cellule di Fuoco, lei venne arrestata in seguito il 22 Aprile 2011. Lei nega di essere membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco, ma è stata comunque processata nel cosiddetto “caso Halandri” (per tre specifici attacchi della Cospirazione delle Cellule di Fuoco) e condannata a 11 anni.
7 Dicembre : Udienza alla Corte Suprema di Atene per esaminare la richiesta di sospensione della pena per Konstantina Karakatsani.
Apologia di Nina Karakatsani
Prima di tutto rigetto le accuse. Non sento la necessità di chiedere scusa a qualcuno in particolare in un procedimento giuridico-istituzionale che non riconosco valido. Solo per il fatto che io sono qui e voi inizierete a farmi domande come : chi conosci, chi non conosci, con chi hai passato le vacanze, tutte queste cose mi irritano perché ciò è sproporzionato con la mia prigionia e la mia detenzione durante tutto questo tempo e io non lo accetto. Sarebeb differente se mi diceste che voi sapete qualcosa, che avete elementi importanti, dirci perché avete fatto questo o quello; ma secondo il fascidolo del caso, sento che non ci sono fatti sui quali io possa riferire.
E visto che non ci sono, inverto la parola “fatti” dandogli il senso di qualche altra cosa che io ritengo sia la vera causa della mia eprsecuzione. Se cerchiamo di fare un flashback nel 2009 riguardo al caso Halandri, ci ritroveremo in un periodo pre-elettorale, quando il regime di Nea Demokratia era totalmente confuso riguardo alle elezioni vicine, e questa confusione affrettò la costruzione di questa operazione “antiterrorista”. A causa della necessità del governo di presentare un presunto progetto, l’operazione è stata fatta con veloci e convulsi movimenti dal dipartimento antiterrorismo, e come risultato siamo arrivati in questo tribunale e la verità non importa a nessuno, e noi siamo in prigione senza alcuna prova.
La situazione generale socio-politica del tempo era data. Lo stato riapplicava un piano repressivo contro le parti sovversive della società. Il caso Halandri è stato il primo di una serie di attacchi organizzati in accordo con esso. Molti attacchi sono seguiti in sedi e abitazioni, un intero esercito di polizia antisommossa era ad Exarchia notte e giorno arrestando anche le mosche che entravano nella zona. Le operazioni sono state fatte; la gente è stata arrestata; sia attuali membri di organizzazioni rivoluzionarie, sia compagni anarchici o altre persone hanno casi giudiziari con accuse sulle loro spalle. Alcuni di questi casi sono grandi macchinazioni come il caso del compagno A. Seirinidis, che dopo aver passato un anno in prigione, è stato assolto. Questa è una clamorosa montatura, come altre di recente.
Questi eventi sono venuti fuori in un particolare contesto socio-politico nel quale va inserita anche la nostra prsecuzioni e quelle di altri combattenti, quando i prigionieri politici soon diventati circa trenta nel 2010. Questo fatto rivela il grande bisogno dello Stato di armarsi contro le future esplosioni sociali. Sia rilasciando attacchi contro tutto, sia rafforzando il proprio arsenale legale modificando le leggi antiterrorismo cosicché chiunque partecipi ad un corteo venga processato con le misure “antiterrorismo”, visto che hanno osato sfidare e andare per le strade.
Io voglio rovesciare il sistema esistente. Perché solo quando il potere sarà sconfitto noi avremo una reale giusizia, ed esso verrà scnfitto quando tutti lo attaccheremo. Ecco perché prendo posizione inserendomi nell’ampio movimento di disessenso. Questa è una posizione che non ho mai negato dal primo periodo della persecuzione fino ad ora. Io penso che la responsabilità delle persone coinvolte nelle organizzazioni rivoluzionaria sia un gesto degno di onore, anche se ciò può comportare anni di prigione. Io per quanto mi riguarda ho riconosciuto quanto avevo da assumere e ciò non è altro che la mia identità politica. Non sono mai stata in dubbio se supportarla o no. E’ un qualcosa di mio, e non mi offrirò davanti alla legge e ai suoi meccanismi avendo un comportamento neutrale. I motivi per i quali mi tiro fuori da questo processo sono puramente legali, per esempio basati su elementi costituenti delle presunte prove e sulla creazione di un falso profilo che volete affibbiarmi. Ecco anche perché non ho fornito i documenti riguardo ai miei studi come sempre. Non intendo dare credenziali a nessuno.
Un’altra cosa che voglio aggiungere è stando in prigione finora ho imparato bene che la legge, per quelli considerati disobbedienti, concede solo un comportamento : quello da spia, quello da chi si lagna e quello da vittima. E’ incredibile quante donne ho visto essere rilasciate dopo essere state arrestate con infinite quantità di droga; giusto perché hanno “parlato”, consegnando persone alle autorità… E’ uno degli esempi che mostra che lo Stato concede anche la libertà a vigilanti e spie, invece delle persone dignitose. Il potere svaluta la dignità e costantemente cerca di distruggerla.
Tornando al caso Halandri, l’unica verità è che in quella casa è stata trovata una pentola a pressione. Dopo, il mmodo in cui polizia e media hanno gestito ciò è una distorsione della realtà. Sono stati spiccati mandati d’arresto per molta gente ma nessuno è stato invitato a fare una dichiarazione, con l’unica scusa che alcune persone entrano in una casa presentata dai media come un covo di terroristi. I motivi sono ovvi, non ripetiamoli.
Halandri come altri casi è parte del piano menzionato prima, finalizzato a intimidire la gente che rappresenta le parti pià dinamiche di questa società e che gioca sempre un ruolo chiave nella scena socio-politica con l’attiva partecipazione alle lotte in generale. Per tutto il tempo lo stato cerca di neutralizzare queste persone e non solo loro, l’intera retesociale e chiunque si ritenga abbia un qualche tipo di azione sovversiva. Perché non c’è solo un modo, ce ne sono molti.
Credo che possiamo tutti capire, mi preme farvi pensare, come oggi siamo in questa situazione dove un’organizzazione rivoluzionaria viene processata senza che un solo membro sia presente in aula. Apparentemente, la fretta del dipartimento antiterrorismo ci ha condotti in un’aula piena di persone irrilevanti. Quindi pensate un attimo a cosa significhi esattamente la parola “terrorismo”. Io riconosco la parola, ma la classifico come appartenente allo stato e ai suoi piani criminali, non a qualcos’altro.
Ora, circa i mandati di arresti e il mio non presentarmi alle autorità…così una mattina ho sentito alla tv che ero ricercata. Vedendo i media e lo sviluppo di situazioni dove la gente entra in prigione senza prove, disgustata da ciò, sono andata via. Per due motivi : Primo, per non essere presa in custodia, visto che ero sicura di ciò che sarebbe successo. Secondo, posso difficilmente accettare il fatto che mi cerchino per diventare loro preda, è come se lo stato ti dicesse “sei stata scelta, voglio usarti, non mi importa, tu sei mia nemica. Ti imprigiono e ti rilscerò se voglio, sennò rimani dentro”. Comunque, non potevo tollerarlo, ecco perché sono andata via affermando nella lettera pubblica che ci sareis tata al processo. Perché non è facile da un giorno all’altro lasciare la tua vita, la tua famiglia e la tua vita quotidiana.
Sono stata arrestata una volta in passato dopo un solito pogrom della polizia nelle case di Exarchia, dove catturare le persone era spesso un arricchimento del database poliziesco. Durante l’arresto mi presero le impronte digitali cosi ero disponibile in ogni momento nelle mani della polizia e ciò è diventato chiaro con la mia attuale persecuzione e prigionia. Se non fosse stato per le mie impronte, io ora sarei tra quelli che sono passati nella casa di Halandri, ma che non sono mai stati accusati.
Ora, riguardo al processo dal giorno in cui sono stata arrestata, ho passato il primo giorno nell’ufficio investigativo di Baltas dove ci sono volute 6 ore per decidere che il 21 Settembre io fossi nella casa ad Halandri e anche che quel giorno fosse stata decisa la montatura. Era chiaro che anche il capo della sorveglianza Chinopoulos presentato come testimone dell’accusa non potesse supportare le accuse false. Il procuratore Asprogerakas dopo aver accordato la mia detenzione pre processo poi ha stabilito dove finalmente spiegato perché la mia custodia non era attribuibile e per quali motivi. Quindi, in accordo all’opinione dell’uomo che può cambiarla in ogni momento, io oggi sono qui; dopo 14 mesi consecutivi di detenzione, dopo molti incontri e appelli, dopo tutti meccanismi criminali che determinano la libertà e, per estensione, la vita, visto che uno o due voti di una o due persone conducono a molti anni di prigionia.
Terroristi siete voi tre che la legge autorizza a decidere la sorte degli accusati in quest’aula. Questo è terrorismo. Esprimo la mia solidarietà ai trenta prigionieir politici, un numero cosi alto che non si vedeva in Grecia dalla Guerra Civile. Nel contesto in cui viviamo, da qualche parte io colloco il carattere della mia accusa e della mia prigionia. Non ho altro da dire.
Domande
PM : Dopo molte cose sono state trovate come maschere, occhiali, guanti e materiale nero. Questi, li ha mai visti?
NK : Non ho visto nulla di strano in questa casa e siccome ricordo l’immagine della casa data dai media, questa cosa, questo gran disordine che avete creato era facilmente visibile…Non sono mai stata in una situazione simile, e visitavo spesso la casa e non ricordo sembrasse cosi, quindi è ovvio che quell’immagine era creata dall’antiterrorismo al fine di trasformare la casa in un “covo”.
PM : Quindi queste cose non erano nella casa?
NK : Non so se erano dentro la casa…sicuramente non erano in posti visibili, quindi non le ho viste.
PM : Indossava dei guanti quando entrava in casa?
NK : Tenga in mente quante delle mie impronte sono state trovate li; non uso i guanti giornalmente.
PM : E’ un dato però che alcune cose siano state trovate li?
NK : Guardi, secondo me nulla in questo mondo è una cospirazione. Quando si ha la responsabilità, come posso dirle che ciò non è vero? Adesso, come si è evoluto il caso è un altro discorso. Si è evoluto in un modo sproporzionato che è lontano dalla realtà.
PM : E’ vero che le esplosioni sono avvenute=
NK : Io non contesto che ci siano state azioni, ovviamente c’è la guerriglia.