Anarco-insurrezionalisti pronti a uccidere – ESCLUSIVO!?!

Culmine pubblica integralmente l’ultima perla dell’idiozia mediatica nostrana. Viene spacciato per scoop il copia-incolla dell’ultimo comunicato della Federazione Anarchica Informale, in rete e tradotto in varie lingue da alcuni mesi.

Anarco-insurrezionalisti pronti ad uccidere“? Che paura!!!

Ma quando mai noi anarchici abbiamo ripudiato -quale metodo di lotta- la violenza rivoluzionaria individuale o collettiva!?!

L’ignoranza che trasuda da questo falso scoop si presenta da sé. Buona lettura…

* * *

fonte: scribacchino di merda, 21 ottobre 2011

Gli anarco-insurrezionalisti (i Black bloc per antonomasia) che, in Italia, negli ultimi dieci anni hanno spedito un’infinità di pacchi bomba e sono sempre in prima linea negli scontri di piazza (da Genova a Roma alla Val di Susa, dove sono attesi domenica 23 ottobre), sarebbero pronti a uccidere. La nuova linea è annunciata all’interno di un importante documento programmatico diffuso recentemente su Internet sui siti d’area più duri come Informa-azione e Culmine. Nel documento si legge: «L’azione diretta distruttiva può andare dal lancio di una molotov all’assassinio, senza alcuna gerarchia di importanza, ogni gruppo o individuo deciderà come meglio vorrà, nel rispetto della propria etica rivoluzionaria che sicuramente mai dovrà acconsentire a colpire nel mucchio». Il proclama, che preoccupa non poco gli uomini del nostro Antiterrorismo, è firmato dalla Federazione anarchica informale (Fai) impegnata nel gettare le basi ideologiche del nascente Fronte rivoluzionario internazionale, una sorta di federazione di 35 sigle insurrezionaliste presenti in 9 paesi: Italia (12 gruppi), Grecia (dove imperversa la «Cospirazione delle cellule di fuoco») e Messico (8), Cile (2), Gran Bretagna, Olanda, Russia, Perù e Indonesia (1 a testa). Ma se uccidere non sembra essere più un tabù, i terroristi spiegano pure che gli attacchi non avverranno più solo attraverso i pacchi bomba o altri singoli attentati. Infatti nel lungo testo si legge: «Noi della Fai italiana continuiamo a percorrere tutte le strade che possano affluire nel fiume rivoluzionario. Scontri di piazza, lotte popolari, progetti di lotta radicale più circoscritti contribuiscono tutti a dar nuova linfa alle nostre pratiche d’attacco».


Nel tracciare il bilancio di due lustri di attacchi esplosivi in Italia («sono dieci anni che agiamo indisturbati. Il potere colpisce a destra e manca con operazioni repressive sempre più fantasiose, ma finora nessuno di noi è mai stato colpito»), i membri di tre sigle tricolori promuovono il nuovo soggetto (il Fronte internazionale) e rivendicano «i pacchi bomba che nel marzo 2011 hanno portato al grave ferimento del tenente colonnello della folgore A. A., il pacco bomba che ha leggermente ferito le impiegate degli uffici della Swissnuclear, ed il pacco bomba al carcere di Koridallos in solidarietà con le nostre sorelle e fratelli delle “Cospirazione delle cellule di fuoco/FAI/ Fronte Rivoluzionario Internazionale” (un temibilissimo gruppo greco ndr)».

Nel futuro Fronte internazionale, gli anarchici, tradizionalmenteallergici alle strutture verticistiche, sembrano aver individuato in Grecia un modello e un’avanguardia per la nuova organizzazione: «Abbiamo letto con molta attenzione “Il sole continuerà a sorgere” delle “Cospirazione delle cellule di fuoco”, e siamo arrivati alla conclusione che i tre punti chiave per l’accordo informale della seconda generazione delle “Cellule di fuoco” possano diventare i punti chiave della “FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale”. In questi tre punti si rispecchiano le nostre caratteristiche principali» scrivono i compagni italiani. Il primo punto, quello che sdogana l’omicidio, è il più inquietante: «L’azione diretta distruttiva come elemento indispensabile e imprescindibile. Azione che può andare dal lancio di una molotov all’assassinio, senza alcuna gerarchia di importanza, ogni gruppo o individuo deciderà come meglio vorrà, nel rispetto della propria etica rivoluzionaria che sicuramente mai dovrà acconsentire a colpire nel mucchio. Questo punto dovrà dare origine secondo la nostra prospettiva ad una nuova guerriglia anarchica e nichilista, mille e mille fuochi ovunque contro il capitale». Nel secondo punto, dopo la precedente concessione a una sorta di leadership ideologica, i bombaroli rivendicano, però, la propria tradizione individualista: «Non farci mai i portavoce, i rappresentanti di nessuno. (…) la nostra rivolta è individuale ed è lì che il nostro anarchismo si fa nichilismo e rivoluzione attraverso lo strumento organizzativo della federazione informale». Il terzo punto qualificante riguarda il nuovo progetto transnazionale e in particolare «la solidarietà rivoluzionaria internazionale»: «Le compagne-i che aderiscono a questo accordo informale dovranno lanciare campagne di lotta che verranno raccolte dagli altri gruppi del FAI/Fronte Rivoluzionario Internazionale con i loro tempi e modi». Per gli anarco-insurrezionalisti la nuova rivolta è partita dal Mare nostrum e infatti annotano: «Negli ultimi tempi nelle metropoli che si affacciano sulle sponde del mediterraneo le strade sono continuamente animate da sempre più accese proteste e manifestazioni degli oppressi non più disposti a subire l’oppressione del dominio: dalla Grecia alla Tunisia, dalla Spagna alla Libia, la miccia continua a bruciare. In una di queste strade ci siamo incontrati ed abbiamo deciso di approfondire la discussione su quanto si muove negli ambienti dell’anarchismo insurrezionale di mezzo mondo».

Il risultato è questo terribile documento. Dunque le piazze o i boschi in fiamme, da Roma alla Val di Susa, servono a questi aspiranti assassini cammuffati di nero come esplosive conference call.”

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