Grecia – Dichiarazione di G. Karagiannidis

* actforfreedomnow

# cenere
La mia presenza qui non è in alcun modo un segno dell’accettazione del ruolo di accusato. Anche se io ritengo che fino ad ora lo sviluppo del processo ha portato solo prove ridicole riguardo al mio coinvolgimento nel caso. Vediamo tutti le macchine che cambiano colore, i sacchi che cambiano dimensione e altre cose
ridicole. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che con prove di gravità proporzionale è stato spiccato un mandato d’arresto per una persona inesistente.

Nonostante tutto ciò ho preferito non parlare con la corte, sotto i termini di ricatto, e astenermi dalle udienze. Oltre al suo ruolo costituzionale al fine di servire la corte e le intenzioni dei loro
supervisori politici che si sono rivelate chiaramente qualche giorno fa, quando essi immediatamente hanno garantito gli strumenti necessari per proiettare foto irrilevanti con il caso di alcuni accusati, mentre la nostra iniziale richiesta di registrare il processo è stata rifiutata per i costi che comportava!

Questo fatto ovviamente è una goccia nell’oceano di una più grande arbitrarietà giudiziaria, comunque indicativa dei termini sotto i quali si svolge questo processo.

Naturalmente non poteva andare diversamente. E questo perché in sostanza esso rimane un processo politico, nonostante i tentativi di eliminare il suo senso da parte del moderno regime democratico. E’ un
processo dove due mondi collidono.

Da un lato l’insieme di quattro autorità con la magistratura in testa, altezzosa e snob, difesa dal suo codice legale.

Condensazione e giustificazione del codice dominante dei valori della società. E dall’altro lato persone con differenti percorsi, caratteri, comunque con un comune denominatore.

Persone che danno significato all’amicizia, alla vicinanza tra compagni, alla solidarietà e che non esitano a pagare per esse con un costo personale.

Persone che alla fine si sdegnano per questo mondo e che non chinano il capo di fronte ad esso. Tra queste colloco anche me stesso.

Inevitabilmente quindi mi sono rifiutato di testimoniare davanti a voi. Le linee tra di noi sono chiare e niente può confonderle.

E’ la differenza tra i soggiogati e la consapevolezza rivoluzionaria. Ecco perché mi rifiuto di riconoscere il vostro processo e di comunicare con voi.

Potete solo condannarmi e non giudicarmi. Dunque potete solo assolvermi e non giustificarmi.

L’unica crisi che io considero e che mi riguarda veramente è quella che io stesso e gli altri percepiamo nel condividere la stessa repulsione per questo mondo, i suoi organi e i suoi ruoli.

Questa voce è stata pubblicata in presxs e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.