La Procura bolognese ha disposto le perizie sul plico
fonte: stampadiregime
Due anarchici greci sono indagati per il pacco incendiario destinato al premier Silvio Berlusconi che nella notte tra il 2 e il 3 novembre 2010 venne individuato a bordo di un aereo cargo poi fatto atterrare all’aeroporto di Bologna, dove venne reso innocuo. L’accusa è di attentato con finalità di terrorismo. Berlusconi figura come parte lesa.
I due anarchici appartengono alla Ccf, la cospirazione delle cellule di fuoco, organizzazione che ha rivendicato l’invio del plico. I due sono stati arrestati dalle autorità greche in marzo a Volos, in quanto sospettati di aver inviato il pacco diretto a Berlusconi. Ora hanno ricevuto in carcere (dove tuttora sono detenuti) un avviso della Procura bolognese, che ha disposto una perizia sulle impronte digitali e una consulenza balistica per fare luce sull’esplosivo di cui era composto il pacco.
Ma l’invito a comparire della Procura bolognese è stato mal interpretato dal mondo dell’antagonismo. Nel sito di area informa-azione.info è riportata la notizia che la «Procura di Bologna convoca due prigionieri membri della Ccf». E i due – secondo quanto riportato nel sito – ribadiscono «in maniera tassativa che ci rifiutiamo di comparire dinanzi alla Procura italiana, in quanto essendo guerriglieri urbani anarchici non riconosciamo alcun potere che abbia la competenza a processarci». In realtà, quando vanno fatti questi tipi di accertamenti devono essere invitati gli indagati per dare loro la possibilità di interagire nell’accertamento con loro consulenti.
28 giugno 2011