Comunicato dei compagni e delle compagne sulla fine dello sciopero della fame

* libertadalos14a.blogspot.com

Il 21 febbraio abbiamo intrapreso uno sciopero della fame a tempo indeterminato per protestare e esercitare una pressione sulle istituzioni repressive che ci tengono arrestati/e per la farsa denominata “caso bombas”, dopo 65 giorni di inanizione abbiamo deciso di porre fine a questo radicale strumento di lotta.
Frutto di questo prolungato digiuno, meriti della difesa, della solidarietà incondizionata da parte di compagni e di diversi settori, crediamo di aver ottenuto un esito su alcuni punti in modo completo e parziale su altri. Dobbiamo esser chiari, la fine della legge antiterrorista non passa perché alcuni compagni possano morire di fame nelle celle. Non confondiamo la situazione repressiva, questo è un problema collettivo che non riguarda solo noi, gli attuali prigionieri, ma è una figura combattiva di tutti noi che accettiamo la lotta anticapitalista.
E’ per questo che la vostra solidarietà è intrecciata con i vostri stessi interessi rivoluzionari.

1) L’uscita dal carcere di 5 degli accusati, 2 di essi indicati come “leaders” di questa fittizia associazione illecita terrorista, ai quali la corte d’appello ha modificato le misure cautelari mettendo in discussione l’applicazione della stessa legge antiterrorista (18.314).
2) La fine del periodo riservato alle indagini e quindi la riduzione dei tempi per lo svolgimento del dibattimento.
3) La concessione di benefici carcerari per i prigionieri e per i colloqui.
4) La denuncia mediatica della montatura, in diverse fasi durante lo sciopero è stata messa in mostra la farsa della procura, con dichiarazioni e tensioni all’interno dello stesso potere ovvero da parte di deputati, istituti dei diritti umani, chiesa, ecc. che denunciano come il “caso bombas” cada come un castello di carte.
5) in merito al punto che chiede la fine della ley antiterrorista, la fine dei testimoni senza volto e l’unanimità dei voti nella corte d’appello per la revoca della carcerazione preventiva: ci sono 3 progetti di legge che modificano la legge 18.314 e la costituzione di un tavolo che cerca di evidenziare la montatura durante il processo e di denunciare le manovre del ministero degli interni e della sicurezza assieme alla Fiscaía sur per annientare qualsiasi tentativo di ribellione.
Questa mobilitazione non è esente da autocritica, considerando che lo sciopero s’è svolto all’interno di un regime di isolamento con soli pochi istanti di conversazioni, con un vai e vieni di analisi e di risposte, non solo all’interno di un carcere, ma tra il M.A.S. (modulo di alta sicurezza) e la S.E.A.S (sezione speciale di alta sicurezza) e viceversa; un altro ostacolo è stato rappresentato dalla diversità di posizioni sullo sciopero e su alcuni obiettivi che per alcuni erano prioritari e per altri no. Ciò ha portato ad un comportamento ondivago e complesso, pieno di dubbi, e fino all’ultimo minuto le diverse posizioni ci hanno fatto discutere se continuare o meno con lo sciopero della fame. Tuttavia. malgrado le differenze, s’è giunti ad un accordo tra i compagni con la decisione della fine della mobilitazione il 26 aprile.

Rivolgiamo un appello a continuare a mobilitarvi per tutti i compagni prigionieri in tutti gli angoli del pianeta, ad essi la nostra forza ed i saluti rivoluzionari.

Infine, riconosciamo ognuna delle azioni solidali in tutto il pianeta come un sincero contributo al conflitto contro l’autorità.
Comunque sia, dobbiamo stare in allerta, il “caso bombas” non è finito per cui crediamo che non dobbiamo abbassare la guardia.

Un abbraccio a tutti quelli che si ribellano contro la sottomissione.

Andrea Úrzua
Vinicio Aguilera
Carlos Riveros
Omar Hermosilla
Francisco Solar
Mónica Caballero
Rodolfo Retamales
Camilo Pérez
Felipe Guerra
Pablo Morales

Questa voce è stata pubblicata in 14 de agosto e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.