* http://actforfreedomnow.blogspot.com/2011/02/recent-anarchist-news-from-struggle-in_11.html
trad. Cenere
– Simos Seisidis inizia lo sciopero del vitto in prigione
Simos Seisidis oggi, 10 febbraio, ha rifiutato il vitto carcerario in solidarietà con gli accusati per il caso della CCF in sciopero della fame.
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– Azione solidale al tribunale di Salonicco per i 5 accusati della CCF in sciopero della fame. Un’azione ha avuto luogo ieri mattina nel tribunale di Salonicco per i 5 in sciopero della fame (H. Hadtzimihelakis, P. Massouras, P. Argirou, G. Karagiannidis, G. Tsakalos) accusati per il coinvolgimento nella Cospirazione delle Cellule di Fuoco, al loro ottavo giorno di sciopero della fame.
Essi sono usciti con dei volantini che recavano il comunicato di uno dei 4 scioperanti e un comunicato da G. Tsakalos e M. Nikolopoulou, e li hanno gettati in tutti i piani dell’edificio.
In particolare, gli scritti sono stati dati alla gente che è venuta in aula, sono stati messi sotto le porte degli investigatori, accusatori, ecc, sono stati lasciati sui sedili in aula, nelle mense e sulle bacheche, e i corridoi sono stati riempiti con volantini in solidarietà con gli scioperanti e gli accusati della CCF.
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– AGGIORNAMENTO SUL PROCESSO ALLA CCF – UDIENZA DEL 10 FEBBRAIO
Questa mattina, i tre accusati liberi su cauzione Emmanuel G., N. Vogiatsakis, E. Rallis e A. Mitrousias, in attesa di giudizio, sono venuti in aula e i loro avvocati hanno richiesto che i giudici (che ascoltavano con espressioni di incredulità sui loro visi) della Corte d’Appello vengano rimossi, perché, dicono loro, ci sono sospetti di parzialità da parte loro.
Una rappresentativa del Piraeus Bar Association è venuta oggi in aula per intervenire, in conseguenza degli eventi di mercoledì scorso. La PBA ha mandato una rappresentanza dell’associazione per vedere loro stessi le condizioni in cui viene fatto il processo e forse per fare una denuncia. La delegazione ha annunciato questo alla corte attraverso l’avvocato difensivo K. Papadakis, come forma di pressione sui giudici. Li hanno accusati di violazioni procedurali per la decisione di trattenere i documenti della gente che entra in aula per assistere il processo e per il fatto che le udienze non vengano registrate e per la loro nomina degli avvocati difensivi, inviando le note del processo all’Ufficio dell’Accusa e all’associazione di avvocati di Atene. La domanda di esenzione non coinvolge Constantina Karakatsani, visto che lei ha mantenuto i suoi avvocati iniziali. Il processo riprenderà il prossimo martedì per considerare la richiesta di rimozione dei giudici fatta dagli avvocati.
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– Rifiuto del vitto carcerario – Rumy Syrianos
Dal momento del famoso caso di Halandri e dai primi arresti per la O.R. CCF, è emersa chiaramente una campagna senza precedenti per la Grecia di persecuzione politica e criminalizzazione delle amicizie e relazioni tra compagni e il tentativo di depoliticizzare la teoria e pratica rivoluzionaria. Il nuovo teorema antiterrorista è stato elaborato al 12° piano del GADA (dipartimenti antiterrorista della comando centrale di polizia) e costruito dalla falsa realtà dei media, si adatta a quasi tutti coloro che pensano di resistere.
Il processo per lo stesso caso non poteva che suggellare questa campagna. Sicuramente il tentativo ansioso di depoliticizzare i procedimenti del processo è autoeliminato dal regime stesso (dal tipo speciale di tribunale, una stanza speciale per le udienze nella prigione di Korydallos, il rifiuto a registrare i minuti, annotando le informazioni dei documenti di chi vuole presenziare al processo così come la ripetuta nomina degli avvocati per gli accusati). E’ evidente che lo stato sta cercando duramente di mandare un chiaro messaggio ad ogni focolaio di insurrezione e allo stesso tempo vuole piegare il movimento di solidarietà, usandolo per estendere la già esistente lista di sospetti da seguire e le future accuse.
Sotto queste condizioni del contrattacco dello Stato e i meccanismi di repressione, la solidarietà costituisce una delle armi più potenti a nostra disposizione. Quindi dal 9 febbraio ho iniziato lo sciopero del vitto carcerario come segno minimo di supporto e solidarietà agli accusati della O.R. CCF che hanno iniziato lo sciopero della fame, ma anche come azione di resistenza ai metodi dell’autorità, considerando sempre i limiti d’azione che uno ha in prigione.
p.s.: La presente lettera è stata scritta di fretta a causa degli sviluppi del processo dei compagni. Seguirà una lettera dove proverò a comunicare le opinioni e le percezioni che mi hanno portato a fare le mie scelte e ultimamente al mio arresto.
R. Syrianos
11/2/2011
Prigione di Ioannina