Grecia – Sciopero della fame dei compagni della CCF Gerasimos Tsakalos e Michalis Nikolopoulos

* trad. dalla versione in spagnolo, su klinamen.org

Viviamo in Grecia in un periodo che rappresenta uno dei momenti più critici e cruciali, ma che costituisce anche una delle scommesse più grandi per il movimento anarco-rivoluzionario. Il dominio è ostacolato dall’ascesa qualitativa e quantitativa dei nostri attacchi, e sta ancora aumentando la sua tensione repressiva. Gli arresti dei compagni, la pubblicazione delle foto, le perquisizioni domiciliari ed il clima generale di una paura diffusa che si cerca d’imporre, fanno tutti parte di questo contrattacco.

La criminalizzazione delle relazioni tra amici e compagni costituisce un metodo già sperimentato e garantito dalle autorità giudiziarie e di polizia. I compagni anarchici Stella Adoniou, Dimitris Mihail e Hristos Politis* sono gli ultimi della lista delle persone che si trovano in carcere non per quel che hanno fatto, ma per le proprie convinzioni politiche e relazioni personali. Si tratta di una lista in cui le autorità giudiziarie cercano d’inserire anche la compagna anarchica Fee Meyer, con un ridicolo argomento: avere in casa dei testi scritti da prigionieri rivoluzionari. Questo è un “reato”.

In questo clima è iniziato il processo contro i membri della nostra organizzazione, come anche contro delle persone accusate di appartenervi senza che ve ne siano prove. Un processo che, trattandosi del primo di una serie di altri che seguiranno i casi di azione rivoluzionaria, in un certo senso caratterizzerà il trattamento riservato ai prigionieri politici da parte di tribunali eccezionali, specie per quel che riguarda le condizioni in cui si svolgeranno i processi a venire. Dall’inizio delle udienze s’è fatto sentire lo sforzo per isolare ed allontanare gli imputati dai compagni solidali con il ricatto della schedatura di coloro che presenziano al processo.

La solidarietà, trattandosi di una relazione interattiva, non può lasciare che i compagni imputati non intervengano in questa decisione dei giudici. Il fatto che gli imputati abbiano abbandonato l’aula, rifiutandosi di “legittimare” quella schedatura in loro presenza, dimostra che la loro posizione politica è orgogliosa ed è tra le più degne. Si tratta di una posizione che potrebbe costare abbastanza caro ai compagni che sono imputati senza prove di accuse pesanti, e che adesso potrebbero esser processati in contumacia. Si tratta di una lotta in cui è prioritaria la relazione di solidarietà tra gli imputati ed i compagni che vengono in un’aula di un tribunale eccezionale per appoggiarli e dar loro la forza.

Questa lotta la si porta avanti non per ottenere qualche vittoria provvisoria per questo specifico processo, ma per rivendicare un punto fermo ed imporlo in seguito in tutti i processi politici che seguiranno: la possibilità per i solidali di assistere senza ostacoli ad un processo.

Questa lotta si acuisce con l’inizio dello sciopero della fame. La nostra coscienza rivoluzionaria ci detta di stare al lato dei nostri compagni, iniziando da questo sciopero della fam e in solidarietà con la loro posizione.

Il 3 febbraio 2011 ha iniziato lo sciopero della fame, assieme agli altri compagni, Gerasimos Tsakalos, mentre Michalis Nikolopoulos inizierà dopo per via di certe difficoltà pratiche che hanno a che vedere con il fatto che è da poco in prigione.

In questo momento così critico per il movimento anarco-rivoluzionario, noi rispondiamo con un attacco su tutti i fronti. Non facciamo nemmeno un passo indietro. Dichiariamo il nostro rispetto ai compagni accusati in questo processo che hanno scelto un cammino difficile della lotta. La loro posizione fa salire la misura della coerenza rivoluzionaria. Inviamo dei caldi saluti a quelli che in questi tempi difficili stanno agendo e si stanno muovendo per la rottura con le diffuse strutture autoritarie. Caldi saluti a tutti i compagni e le organizzazioni che con azioni e comunicati hanno risposto all’appello per creare la Federazione Anarchica Informale/Rete Rivoluzionaria Internazionale. Di fronte ad essi innalziamo i nostri pugni da dietro le mura. E per finire, dedichiamo ai compagni del Settore Clandestino della nostra organizzazione un estratto -parafrasato- di Jean Marc Rouillan:

Per molto tempo son rimasto lì, come pietrificato, con la testa appoggiata alla parete, le mani in tasca, i ricordi che mi bombardavano, quelli di fuori, quelli delle nostre lotte… L’amicizia e la tenerezza di quelli che lottano abbracciandosi l’un l’altro, si scambiano i sorrisi ed i dibatti disordinati fino a mattina. Certo che siamo stati pieni dell’assoluto, della ebbra libertà degli indisciplinati, ma anche della ferma certezza che abbiamo difeso a qualsiasi prezzo una delle ultime barricate, prima dello schiacciamento totale. E ridevamo. Ridevamo sempre nell’oliare le nostre armi, fino a dire “addio” con un vecchio grido di guerra: PROVA A LOTTARE, PROVA A VINCERE…

VIVA L’O.R. COSPIRAZIONE DELLE CELLULE DI FUOCO

VIVA LA LOTTA ARMATA PER LA RIVOLUZIONE
VIVA L’ANARCHIA

Michalis Nikolopoulos y Gerasimos Tsakalos

membri della Cellula dei Prigionieri della Cospirazione delle Cellule di Fuoco

4 febbraio 2011

*Si tratta dei compagni arrestati durante l’operativo antiterrorista del 4 dicembre 2010

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