Grecia – Tortura nella prigione di Corinto – Lettera dei prigionieri

* http://actforfreedomnow.blogspot.com/2011/01/torture-in-korinthos-jail-letters-from.html

trad. Cenere

Tortura nella prigione di Corinto – Lettera dei prigionieri

Nell’ultima settimana si sono verificati atteggiamenti estremamente fascisti nel “ducato” della prigione di Corinto. Usiamo la parola Ducato, perché presidenti, sergenti, sottosergenti, impiegati sono tutti residenti nella zona di Corinto, alcuni di loro hanno lo stesso cognome, e ovviamente considerano la prigione il loro “privato affare di famiglia”. Il 3 Gennaio 2011 uno dei detenuti che vive nella nostra cella torna da fuori (dopo che l’autorità penitenziaria gli ha permesso di incontrare la sua famiglia per le vacanze di Natale) e invece di tornare in cella, – come sempre avviene dopo i permessi -, dove ci sono tutti i suoi effetti personali, le guardie lo chiudono in un’altra cella dove ha dovuto dormire per terra. Al suo posto (e nel suo letto) hanno condotto un prigioniero che era appena arrivato da un’altra prigione. Abbiamo protestato vivamente, richiedendo che riportassero indietro il nostro compagno di cella. Dopo, il sergente capo Mr. Sotirios Tziavikos ( membro della famosa famiglia di guardie Tziavikos ) per dimostrare “chi è il capo” e che non tollera alcuna protesta o “richiesta” da parte dei detenuti – ordina che altri due di noi lascino la cella e siano trasportati nella cella punitiva. Ovviamente ci rifiutiamo di muoverci, dicendo che l’unico modo di mandarci via è metterci nella cella punitiva … Il sergente capo ci ordina di prendere le nostre cose, mentre ci informa che “lui è il capo”. Per via della Dignità – che le guardie non hanno ed ecco perché loro non comprendono – ci rifiutiamo di obbedire nuovamente ai suoi ordini, contestando le cose ovvie: ossia, la capacità di scegliere ( per quanto qualcuno parla di “scegliere” dentro le miserabili condizioni di prigionia ) le persone con cui viviamo, rifiutando di essere trattati come oggetti messi sugli scaffali nonostante il volere delle guardie. Due giorni dopo, mercoledì 5, nel pomeriggio, quando la prigione viene chiusa, le guardie, dopo aver chiuso le celle, prendono uno dei nostri compagni di cella nel corridoio, lo ammanettano e iniziano a picchiarlo e poi lo mettono nella cella punitiva. Ovviamente, comprendiamo come i risultati e la situazione sarebbe stata se fosse andata al contrario … Il resoconto di questi eventi è il risultato di cosa la nostra dignità ci dice di fare perché non ci aspettiamo niente, né imploriamo qualcosa da qualsiasi ufficiale “autorità al comando”. Inoltre, le autorità hanno dimostrato praticamente … quanto “emotivi” siano verso i prigionieri – reietti, poveri diavoli, immigrati e chiunque dubiti della loro autorità.

I prigionieri della cella 2 nella prigione di Corinto

Charalambos Avramidis

Petrov

Demetres Tsikrikis

Christofors Kortesis

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Lettera del prigioniero Charalambos Avramidis

Appena sono uscito dalla cella, sono stato attaccato senza motivo dalle guardie Mr. Georgios Michos, Mr. Vasilios Kotsis e Mr. Marinos Stavrou. Mentre loro mi picchiavano e io vedevo le manette che avevano addosso, ho capito cosa mi sarebbe successo mentre ero nelle loro mani. Perché negli occhi delle guardie i prigionieri sono solo sacchi per cadaveri. Mentre venivo attaccato da tre guardie, era ragionevole resistergli. So molto bene che altri prigionieri sono passati da qui e sono stati torturati più di me. Dopo mi hanno legato e picchiato “con cura”, ovvero sul busto e sulle gambe e non in faccia. Dopo mi hanno ammanettato e mi hanno trascinato per terra per 3-4 metri come un sacco di concime. Appena mi sono seduto è cominciato il secondo round. Mr. Michos mi ha afferrato per il collo e ha iniziato a darmi pugni sull’orecchio sinistro – che ancora mi fischia e mi fa molto male – e sui fianchi. Mi hanno messo nella cella punitiva piena di sporcizia e rifiuti, con un materasso putrido sul pavimento sporco. L’umidità aggravava la sofferenza per le ferite. Durante la notte non ho dormito perché so, dagli altri prigionieri che hanno vissuto la stessa cosa, cosa può succedere durante la notte … Le guardie hanno cominciato a ridere di me, dicendo “ dai Charalambos, cosa avrebbe dovuto fare Michos, stava solo seguendo gli ordini” – ordini ovviamente dati dal capo-torturatore – sergente capo – o “Avrei dovuto essere in servizio quella notte, allora avresti visto cosa ti può succedere”, mi hanno detto anche “e dai, va bene, hai subito poco, poteva andarti peggio”. La reazione immediata e la solidarietà dai miei compagni di cella visto che le guardie volevano “che il fatto restasse dentro la prigione”, li hanno fatti iniziare ad essere “dolci” verso i prigionieri. Ma, non importa quanto si profumino, puzzeranno sempre come maiali! Dopo tre giorni nella cella punitiva mi hanno trasferito nel dormitorio, dopo invece che 10, c’erano 26 persone, alcuni dormivano due per letto, dicendomi che nel giro di dieci giorni tornerò nella mia cella …

Ieri è toccato ad un mio fratello

Domani a me, domani a tutti noi

BASTA CON LA TORTURA DEI PRIGIONIERI DENTRO I LUOGHI DI TORMENTO CHIAMATI PRIGIONI

Charalambos Avramidis

Prigione di Corinto

7 Gennaio 2011

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Domenica 9 gennaio un presidio di solidarietà si è tenuto fuori dalla prigione di Corinto per Charalambos Avramidis, picchiato dalle guardie e per Christoforos Cortesis, il suo compagno di cella Petrov e D. Tsikrikas. Sono stati urlati slogan da dentro e fuori la prigione e i muri sono stati riempiti di scritte. Il direttore e le guardie hanno avuto un forte messaggio, fare i bulli e picchiare non è tollerato e non lasceremo mai soli i nostri compagni.

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