Grecia – Lettera di Kostas Sakkas del 3.1.2011 dalla prigione di Navplio

* http://actforfreedomnow.blogspot.com/2011/01/letter-of-kostas-sakkas-from-navplio.html

trad. Cenere

A causa della crisi economica mondiale che è conseguenza della bancarotta del modello capitalistico e della politica economica neoliberale degli stati e dei governi occidentali, il grande capitale, internazionale e non, ha sferrato il più grande e massiccio attacco antipopolare nel mondo e certamente contro le società più deboli dell’Europa del nuovo terzo mondo economico.

I cambiamenti strutturali e le misure di austerità che sono state imposte dal meccanismo di supporto dell’economia “malata”, cosi essi pensano di “sistemarla”, avendo come obiettivo e risultato la trasformazione dell’economia mondiale, con esiti ancora più favorevoli per i padroni. Per loro che stanno fuori ma anche dentro i confini nazionali. Per loro che sono espressione del grande e piccolo capitale. Come nel caso della Grecia, l’economia del paese che è incluso nel meccanismo di supporto e applica le misure di austerità, il risultato è la svalutazione del lavoro e del suo potenziale. E questo accade tanto alle grandi imprese quanto a quelle piccole. Sia in quelle con interessi stranieri che nazionali.

Le privatizzazioni e le svendite dei capitali pubblici e gli investimenti delle aziende nel settore pubblico, che non è mai veramente appartenuto al popolo greco e mai esso ne ha tratto vantaggio, non è un caso che non dipendono dalla svendita, né sono causate dal rispetto delle condizioni del memorandum, dalla riduzione del debito dell’economia e delle percentuali del GDP (prodotto interno lordo), che in qualche modo può essere considerato ragionevole, ma visto che bisogna ripagare i prestiti ricevuti, al momento lo stato greco sprofonda sempre di più nella trappola dei sciacalli mondiali dei prestiti (Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea).

D’altra parte la critica posizione economia nella quale è sprofondato il paese, non è difficile solo per il capitale privato, ma anche la possibilità di grandi investimenti, difficile a credersi per chi ritiene che la manipolazione del governo a sfavore dei meccanismi di supporto e l’accettazione incondizionata del memorandum sia casuale. Al contrario essa ha confermato che i padroni greci e internazionali approfittano della situazione economica e i loro interessi, economici, sono comuni.

La maggioranza della società forse non si accorge della crisi economica e delle condizioni del mercato mondiale, il ruolo dello scambio di azioni, le frodi e il cambio euro e dollaro, comunque chiaramente avverta la “crisi” del debito greco, che diventa una crisi dell’indebitamento, che si trasforma nel memorandum, ovvero i tagli agli stipendi, pensioni e ai vantaggi.

L’attacco ai diritti lavorativi e del welfare, la riduzione della spesa pubblica, l’aumento delle tasse, la disoccupazione generalizzata, insieme alla povertà esistente, sono immediatamente percepibili e in crescita rapida.

Comunque il parossismo anti-memorandum dei media è molto importante per il mantenimento della “pace” sociale da parte della sovranità del sistema, così come un anestetico durante un’operazione difficile, tuttavia non può cancellare l’agire corrotto dello stato prima del memorandum e l’ingresso del paese nel meccanismo di monitoraggio (obbligazioni strutturate, fondi assicurativi vuoti, “buchi neri”, scandali economici, licenziamenti ecc) e soprattutto non può rendere libera la società greca, mentre la sua maggior parte, è ostaggio del regime e dei padroni greci prima di tutto, non solo dall’arrivo della triade, ma da prima ancora, da quando lo stato greco esiste.

Le misure di austerità e le direttive del memorandum che sono state imposte cancellano di fatti la stessa costituzione. Questo ha come risultato il dimenticarsi di ogni falsa convinzione riguardo al carattere sociale dello stato, una cosa che crea inevitabilmente la prospettiva di una rivolta sociale di massa.

Spontanea, riflessiva, senza posizioni ideologico-politiche nella sua maggioranza, ma comunque una rivoluzione. Per quelli che combattono per l’assalto e la distruzione dello stato e delle sue strutture, è una sfida. Un altro fronte per il disturbo delle sue operazioni abitudinarie. L’astensione senza precedenti delle ultime elezioni comunali, prendendo in considerazione i sondaggi nei quali dominavano incertezze e “nessun voto”, gli scioperi di massa e le mobilitazioni di stampo violento e aggressivo, il linciaggio dei vari politici di ogni partito per le strade, sono semplicemente esempi di cosa accadrà.

Per quelli che si adoperano nella lotta multiforme per la rivoluzione e la creazione di una sua prospettiva. Per quelli che combattono i padroni e la sovranità dello stato, ma anche la sottomissione che esso presuppone per esistere. Per quelli che combattono senza sosta, al di là dei momenti, stagioni e situazioni economiche, contro il potere e i suoi rappresentanti, qualunque lato del campo sociale si esprime e diffonde, se dalla parte dei potenti, o dal lato dei deboli tramite il consenso, ogni crisi non può che essere un altro motivo, un’altra occasione per la lotta, contro piccolo e grande capitale, contro il potere dell’euro e la svalutata dracma, contro i padroni greci e non, la situazione ostaggio di meccanismi esterni ed interni di sfruttamento.

LOTTA CONTRO LO STATO E IL CAPITALE PER LA RIVOLUZIONE, LA LIBERTA’ E L’AUTONOMIA SOCIALE.

Dal 10/12/10 io sono un altro ostaggio del regime democratico e sono rinchiuso in una delle sue celle in una condizione di emarginazione, insolazione e vendetta dello stato. Dove il cibo non è mai sufficiente, ma l’eroina abbonda. Dove gli psicofarmaci sono più diffusi che nei magazzini degli ospitali. Dove le sentenze disciplinari sono all’ordine del giorno e il riscaldamento è un lusso. Dove la presenza di topi, scarafaggi e roditori è frequente, a dispetto delle norme sanitarie. Dove nelle celle predisposte per due persone, ci sono 4 letti e dormono 6-7 persone, dove il codice di condotta e i diritti dei prigionieri vengono infranti costantemente e sfacciatamente, ma il sistema hi-tech di sicurezza e vigilanza funziona perfettamente e le porte delle celle si chiudono sempre in orario.

Il ministro della giustizia, i pubblici ministeri e i giudici servi dovrebbero sapere che essi gettano via le persone come rifiuti della società, esiste la dignità e la solidarietà e queste non possono né venire giudicate o incarcerate.

LA LOTTA CONTINUA

Kostandinos Sakkas

Prigione di Navplio

Il 7 Dicembre i primi 2 dei 6 arrestati per aver fatto parte di una “organizzazione terrorista” sono stati arrestati.

Alexandros Mitrousias è stato trasferito nella prigione di Patra e Kostas Sakkas nella prigione di Navplio.

Questa voce è stata pubblicata in presxs. Contrassegna il permalink.