Nella notte 7/8 ottobre con dei razzi abbiamo bussato alle porte del Department of Tourism and Commerce of Dubai

traduzione: Marco Camenisch

originale, in tedesco, su: switzerland.indymedia.org/de/2010/12/79252.shtml

Dal 21.11-01.12. 2010, a Dubai si celebrano i “global agenda councils” organizzati dal WEF. Sono circa 70 panel sull’invecchiamento, l’aumento della popolazione mondiale, il riscaldamento climatico, la sicurezza dell’approvvigionamento idrico ed alimentare, catastrofi naturali, stabilita dei mercati finanziari e molti altri temi ancora, che potrebbero portare a frizioni nel sistema basato sul lucro. I 700 esperti, scelti con la massima cura, arrivano dai piani direttivi delle multinazionali, dei governi e delle organizzazioni internazionali. Vale a dire proprio i burattinai dei sistema capitalistico che sempre più evidentemente si rivela la piaga dell’umanità Nello Stato reazionario dei deserto Dubai, con le sue zone economiche speciali dove impera un crudele sfruttamento di lavoratrici e lavoratori dal Sudest asiatico, si nascondono dai movimenti di resistenza.

A questo rispondiamo: il WEF è dappertutto!

Il World Economic Forum e un’impresa mimetizzata come ONG con sede a Cologny presso Ginevra. Si finanzia con quote associative delle multinazionali. Non è solo addetto all’organizzazione del congresso annuale a Davos di fine gennaio ma è presente tutto l’anno sui vari continenti con degli incontri locali, l’ultimo a novembre a Delhi in India. Dove tra l’altro discutevano la possibilità di una “soluzione politica” della guerra popolare dei Partito Comunista Indiano (Naxaliti). Ma anzitutto si trattava di temi su come sfruttare ancora meglio la forza lavoro a basso costo indiana. Il trasferimento della produzione di Rieter (multinazionale svizzera, il trad.) in India ne è una delle tante conseguenze. Negli anni passati il WEF si e dato una massa di strutture attive tutte l’anno nel trattamento di contenuti. Dal 2001 s’incontrano a Dubai ogni anno i cd “global agenda councils”. Che dietro le quinte svolgono la vera e propria attività dei WEF, la cui essenza propagandistica ogni anno è presentata a Davos; vi elaborano e formulano i contenuti. Alla crisi dei mercati finanziari risposero con una “global redesign initiative”, il cui congresso si fece in maggio a Doha. Il mondo capitalistico ovviamente non può essere reinventato.

Un nuovo sistema di preallarme ed intervento d’emergenza progettato per gennaio dovrebbe creare l’illusione che in tempi dove la crisi finanziaria riecheggia ancora s’intende cambiare rotta. Invece per i capitani della borghesia globale vuol solo dire “business as usual”.

Le strutture menzionate preparano i contenuti delle parole d’ordine dei 2011: “shared norms for the new reality” (norme comuni per la nuova realtà). Alla concorrenza più acuta, alla relativa tendenza alla guerra ed alla perdita di credibilità del sistema capitalistico e dei suoi “global leaders” rispondono con un’offensiva ideologica. Socceombono all’illusione che potrebbero mettersi d’accordo su delle norme comuni e che la massa di gente licenziata e precarizzata a milioni e che vaga in cerca di lavoro, la gente malata ed affamata di questo mondo mangerebbe dalle mani le loro norme e stringerebbe la cinghia senza opposizione alcuna.

Facciamo sì che si tornino con i piedi per terra!

Dubai, parte degli Emirati Arabi Uniti, ha messo le entrate ricavate dalle riserve petrolifere in giganteschi progetti d’investimento. Enormi quartieri cittadini sono costruiti su delle isole artificiali nel mare. Una piattaforma come zona franca per il commercio e la produzione faceva di Dubai la terza piazza di trasbordo petrolifero. Da sempre è una piazza finanziaria offshore per i capitali di fuga per i quali in Svizzera la terra cominciava a bruciare troppo sotto i piedi. Nelle zone economiche speciali vigono le condizioni di lavoro più dure per migranti anzitutto dall’area sudestasiatica. Un 80% della popolazione è straniera, di cui circa 2.000 svizzeri. ABB già anni fa si e accaparrata enormi ordini e nel 2009 il volume d’affari svizzero era di 2,2 miliardi di franchi. Fine 2009 la crisi finanziaria provocò quasi la bancarotta dello Stato, decime di migliaia persero il posto di lavoro e ogni tutela assicurativa, e dovettero lasciare il paese.

Con la nostra azione diamo un piccolo contributo alla resistenza contro l’incontro dei ricconi e la sua preparazione ed alla realizzazione della parola d’ordine “Il WEF è dappertutto!”

Per una prospettiva rivoluzionaria!

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