Cile – Ediciones Insurrectas Fanya Kaplan

Fanya Kaplan. Compagna
russa, nasce nel 1883.

Nel 1906 partecipa ad un attentato contro un membro dell’esercito
zarista, fatto per il quale è condannata a vita ai lavori
forzati in Siberia. Per i lavori forzati che è costretta ad
effettuare soffre di cecità intermittente e di emicranie.

Viene liberata nel 1917, quando la cosiddetta rivoluzione d’ottobre abbatte
il governo dell’Impero e liberà i prigionieri.

Il 30 agosto del 1918, dopo aver concluso un discorso, Vladimir Lenin si
appresta a dirigersi al Cremlino (palazzo che ospita il governo
centrale del paese, a Mosca) quando si sente chiamare. Mentre si
gira, Fanya gli spara 3 colpi che gli provocano delle ferite di una
certà entità.

Fanya è arrestata ed interrogata per 4 giorni dalla Ceka, la polizia
segreta creata da Lenin nel 1017. Tuttavia, visto il suo rifiuto a
collaborare viene deciso di giustiziarla. Le uniche parole che si
limita a dire sono: “Il mio nome è Fanya Kaplán.
Oggi ho sparato a Lenin. L’ho fatto con i miei mezzi. Non dirò
chi mi ha dato la pistola. Non fornirò alcun dettaglio. Ho
preso la decisione di ammazzare Lenin da molto tempo. Lo considero un
traditore della Rivoluzione. Sono stata esiliata ad Akatuy per aver
partecipato al tentativo di assassinare un funzionario zarista a
Kiev. Sono rimasta 11 ai lavori forzati. Dopo la Rivoluzione sono
stata liberata. Ho approvato l’Assemblea Costituente e continuo a
sostenerla.” E’ stata giustiziata il 3 agosto 1918.

Le Ediciones Insurrectas Fanya Kaplan: siamo
un gruppo di compagne e compagni che uniti dall’affinità
abbiamo deciso di passare all’offensiva contro questa società
carceraria e capitalista utilizzando un’arma che consideriamo
importantissima e che sarà sempre necessario affilare, allo
stesso modo che diviene perentorio arricchire i molteplici strumenti
che abbiamo a disposizione per assestare colpi più sicuri e
concreti contro i nostri nemici.

E’ nostro desiderio propagare e contagiare la prassi antiautoritaria, il
che vuol dire che cerchiamo di rafforzare l’ambito concettuale e
teorico con l’obiettivo di favorire la comprensione ed una maggior
assimilazione da parte di compagni e di persone non politicamente
attive rispetto al bisogno di attaccare costantemente il capitalismo
dagli aspetti più quotidiani della nostra vita, come la nostra
maniera di relazionarci con i nostri compagni e con il nostro
ambiente; così come la radicalizzazione del nostro
atteggiamento nella guerra contro l’autorità. Ciascuna delle
nostre azioni contribuirà a propagare la rivolta, che diviene
riproducibile e contagiosa solo nella misura in cui decidiamo di
metterla in pratica in tutti gli ambiti della nostra vita.

Crediamo nell’insurrezione, per cui la nostra vita è intrinsecamente
dotata del contenuto della rivolta, ma non siamo degli illusi e
sappiamo che non siamo gli unici né i primi ad assumere una
posizione da guerrieri nello scontro con l’autorità. E’ per
questo rivalutiamo e rivendichiamo la vita di tanti compagni e
compagne che per darsi alla lotta contro l’autorità sono morti
in questa guerra che poco o nulla conosce di tregue, vivendo sulla
propria carne le ineludibili conseguenze di quella posizione nella
guerra che un giorno hanno deciso di accettare. Per questo, abbiamo
dato vita a queste edizioni ricordano una compagna che, stanca della
coesistenza con l’autorità incarnata e difesa da Lenin, decide
di passare all’azione in Russia cercando di assassinarlo. Il
coraggio, il temperamento e l’impegno di questa compagna ci fa
ricordare il suo nome e la sua vita nella miglior maniera in cui
possiamo trarre al presente e mantenere viva la memoria di tutti
quelli che sono passati all’offensiva contro l’ordine sociale.
Ricordare attraverso l’azione. Questo è il nostro miglior
omaggio, ed è questo progetto editoriale una delle tante forme
che abbiamo di lottare e di fare delle nostre vite un attacco
continuo all’autorità e tutto quel che ne deriva.

Tuttavia, c’è qualcosa in più che desideriamo condividere. E’ la
memoria di un caro compagno, al quale dedichiamo ognuna delle parole
qui plasmate, ci riferiamo a
Mauricio Morales.

Fratello, a quasi un anno dalla tua tragica morte, noi che diamo vita a questa
banda non ti dimentichiamo e non lo faremo mai. La tua vita ed il tuo
impegno sono una fiamma inestinguibile nemmeno dalla morte, quella
che tanto ti amava per la tua purezza. Dato che nemmeno la tua
assenza corporea (quella che tanto ci duole nell’anima) spezzerà
i vincoli che ci hanno legato in questa lotta che abbiamo deciso di
portare avanti. Tu ci hai presentato la vita e la storia della
compagna Fanya Kaplan. E’ per questo che salutiamo tanto il suo
passaggio in questa guerra, come il tuo.

Questa pagina web è solo uno dei tanti progetti che cerchiamo di
materializzare e di dare continuità come gruppo, per cui
incoraggiamo tutti quelli che hanno delle inquietudini o desiderino
comunicare con noi a farlo, se lo desiderano, con il materiale che
vogliono condividere, con scritti che vogliono diffondere e con tutto
quel che credono sia un contributo alla lotta. Non cerchiamo di
essere un forum, né un centro di dibattito. Crediamo che ci
sono cose che se non c’è il coraggio di dire in faccia, non ha
senso che si dicano su Internet. Posizioni riformiste o
piattaformiste avranno il nostro ripudio e specifichiamo che non
avranno spazio in questo sito. Il nostro contatto è:

edifanyakaplan@riseup.net

Perché per noi anche la parola è un’azione. Queste e tutte quelle che
tessiamo e propaghiamo si conformano con un ulteriore fronte
d’attacco, come un’ulteriore forma di diffondere la rivolta,
riproducendola in tutti gli ambiti della nostra vita. In modo che
l’ampio spettro degli strumenti che possiamo utilizzare non sia
quantificabile dai nostri nemici, né misurabile in importanza,
perché solo la complementarietà tra tutti essi farà
di noi dei guerrieri integri e puri che, sempre in piedi di fronte al
nemico, gli sferreranno colpi sempre più forti e sicuri.

Considerando che la guerra ed il confronto sociale sono presenti in ogni istante
noi, gli eterni nemici dell’autorità e di tutto il suo tessuto
sociale, dobbiamo esser ogni volta più forti, portando il peso
di una lotta con una storia così vasta e agguerrita, dobbiamo
continuare senza claudicare mai perché non lo facciamo solo in
omaggio alla memoria di quelli che ci hanno preceduto, ma intendiamo
che questa guerra è la nostra unica speranza.

Ediciones Insurrectas Fanya Kaplan

edicionesinsurrectasfanyakaplan.wordpress.com

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