tratto da: Corriere della Sera – 27 marzo 2010
L’addetto delle Poste che smistava le missive investito da una fiammata.
Ricoverato, non è grave
MILANO – Esplosione, che ha ferito un addetto alle poste, nell’ufficio
postale di via Lugano nella zona nord di Milano sabato mattina alle
5,45. Mentre l’addetto smistava le buste una di queste, a quanto
sembra indirizzata alla Lega Nord di via Bellerio, ha provocato una
fiammata. L’addetto ha riportato ferite non gravi al volto e alle
mani. Nell’ufficio postale sono intervenuti gli artificieri che
stanno verificando pacchi e buste e la Digos che si occupa delle
indagini.
NELLA BUSTA FRASE CONTRO MARONI -Nella rivendicazione trovata all’interno
della busta c’era una frase contro il ministro Maroni. Il
particolare, emerso nel corso degli accertamenti, è stato
confermato ufficialmente dalla Questura, che conduce le indagini.
«Nei Cie si stupra – si legge tra l’altro nel un foglio
– Maroni complice di questi fatti».
LARIVENDICAZIONE – L’invio della missiva, secondo indiscrezioni,
sarebbe stato rivendicato dallo stesso gruppo della galassia del
Fai (Federazione anarchica informale)
che ha colpito l’Università Bocconi
il 15 dicembre scorso. Si tratta del gruppo che si sigla «Sorelle
in armi, e che in quell’occasione aveva piazzato in un tunnel
dell’ateneo un tubo esplosivo, detonato solo in parte e in un orario
notturno, forse per errore.
IL TESTIMONE – «Ho sentito un boato, un rumore sordo e gente che
accorreva verso Pietro. Poi ci hanno evacuati. So che lui si è
ferito alle mani e si è bruciato i capelli. Era stordito».
È il racconto di uno dei colleghi di Pietro De Simone, 56
anni, il postino ferito mentre maneggiava un pacco bomba nell’ufficio
di smistamento di piazzale Lugano a Milano. «Era poco prima
delle 6 e stavamo smistando la corrispondenza quando c’è stata
l’esplosione -, riferisce un altro collega che, insieme con tutti gli
altri dipendenti sosta nei giardini antistanti l’ingresso
dell’ufficio postale dopo l’evacuazione -. Poi è venuta
l’ambulanza e hanno portato via Pietro». Gli agenti della
polizia scientifica sono appena andati via dopo aver messo nel baule
dell’auto una busta con del materiale, probabilmente i residui
dell’esplosione. Molti sono preoccupati per il futuro: «A volte
non ci pensiamo, ma quando accade un fatto così vicino a noi è
difficile poi lavorare pensando che ogni lettera può essere un
pericolo».
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Busta esplosiva alla Lega rivendicata dagli anarchici. Proiettile spedito a Berlusconi
tratto da: Blitz del 28 marzo 2010
È un gesto eclatante pre-elettorale, sotto forma di pacco-bomba firmato
Fai (Federazione anarchica informale), quello arrivato,
a Milano. Nella rivendicazione, minacce alla Lega e a uno dei suoi
leader, il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Con un’appendice,
forse disgiunta, ma ugualmente inquietante: una lettera anonima
diretta a Silvio Berlusconi, intercettata ieri a Linate: all’interno,
un proiettile e minacce al premier.
Due episodi allarmanti, che si aggiungono ad altri dei giorni scorsi contro partiti ed
esponenti politici: «veri e propri atti di terrorismo
politico», li ha definiti il ministro Maroni, da «stroncare
senza alcuna esitazione per evitare il rischio di un ritorno agli
anni di piombo». Parole che hanno incontrano la piena
condivisione delle strutture dell’intelligence interna. Tra gli 007
è soprattutto la vicenda del pacco-bomba ad allarmare: un
attentato «serio», viene fatto osservare, non tanto per
le conseguenze che avrebbe potuto provocare, quanto per
«l’attendibilità» del mittente, quella
‘Federazione anarchica informale? che già in diverse
occasioni ha colpito. E un timore: che vi siano in circolazione altri
pacchi esplosivi.
L’attendibilità del gesto, si fa notare, è confermata da due particolari: il
modo in cui era confezionato il pacco scoppiato alle poste milanesi –
un portafogli contenente l’esplosivo – identico a quello scoperto
a dicembre nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) per
immigrati di Gradisca d’Isonzo, e i contenuti della rivendicazione.
In particolare, nel documento viene criticata fortemente la politica
del governo sull’immigrazione («cavallo di battaglia»
della Fai), con parole di analogo tenore di quelle dei volantini
utilizzati per rivendicare gli attentati alla Bocconi e al Cie di
Gradisca. E, ancora, la vigilia elettorale: occasione ideale, da
sempre, per dare maggior visibilità ad un’azione
«importante» e non marginale. Ora, mentre magistratura e
polizia lavorano per far luce sui responsabili del pacco bomba, le
strutture di intelligence hanno ancor più intensificato la
loro attività informativa intorno alla Fai e alla
galassia di sottosigle riconducibili alla Federazione anarchica.
Proprio la Fai – sottolineano le fonti di intelligence, riproponendo argomenti già
portati all’attenzione del Parlamento in una delle ultime relazioni
sulla sicurezza – «ha rappresentato, negli ultimi anni, la
principale minaccia terroristica di matrice anarco-insurrezionalista
a livello nazionale», alternando ad azioni eclatanti periodi di
«silenzio operativo».
Le azioni dello scorso anno alla Bocconi e a Gradisca d’Isonzo e le scritte contro il
commissario Calabresi comparse lo scorso maggio sui muri di alcuni
edifici a Torino hanno segnato la conclusione del periodo di
«prolungata stasi», e ancora più oggi, dopo il
pacco bomba di Milano, si temono nuove azioni criminose di matrice
politica da parte di quell’esercito di circa mille uomini
che ruota intorno alla Fai. Proprio per questo –
sottolineano fonti di intelligence – sono presi in seria
considerazione tutti quei segnali che possono essere ricondotti,
anche solo in ipotesi, ad una ripresa dell’attività
terroristica nel Paese.
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Proiettile a Berlusconi, busta esplosiva alla Lega e lettera minatoria a Nichi
Vendola
tratto da: AdnKronos del 27 marzo 2010
Milano – (Adnkronos/Ign) – Nel plico indirizzato a
Arcore trovato un bossolo. Conteneva polvere pirica la missiva
inviata al Carroccio, ferito un dipendente delle Poste.
L’azione rivendicata dagli anarchici. Nel volantino frasi
contro il ministro dell’Interno. La Digos di Milano: “Nessun
legame con le elezioni, l’obiettivo è la chiusura dei Cie”.
Insulti e minacce al centro organizzativo della campagna elettorale
del candidato del centrosinistra in Puglia. Il presidente
della Camera Fini: “Basta turbare la democrazia”
Milano, 27 mar. (Adnkronos/Ign) – Doppia intimidazione
alla vigilia delle elezioni regionali, nel mirino il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi e la Lega Nord. Una busta
destinata al premier, contenente un proiettile e minacce, è
stata intercettata nel centro postale di Linate, vicino a Milano.
Verso le 22 di ieri nel centro meccanizzato postale di via Archimede
a Linate una busta ha fatto scattare i rilevatori meccanici. Nel
plico, indirizzato alla villa di Arcore del presidente del Consiglio,
è stato trovato un bossolo calibro 7.62. Su un foglio,
manoscritto a matita, c’erano le parole “Farai la fine del
topo”.
Era invece indirizzata alla sede della Lega Nord di via Bellerio
a Milano la lettera contenente polvere pirica esplosa questa
mattina alle 5,52 in un centro di smistamento delle poste di piazzale
Lugano a Milano. Il pacco conteneva un portafoglio imbottito di
polvere pirica e fili elettrici per l’innesco. Il congegno era
chiuso con una molletta da bucato. Un dipendente è rimasto
ferito in modo non grave in seguito allo scoppio ed è
stato ricoverato – e nel pomeriggio dimesso – al Policlinico con
ustioni di secondo grado a braccia e mani, oltre ad aver
ricevuto un forte colpo al collo e al bacino. La Procura di Milano ha
aperto un’inchiesta. Ad occuparsene sara’ probabilmente il pm Massimo
Meroni, del pool antiterrorismo, lo stesso magistrato che si occupa
dell’ordigno esploso, nel dicembre scorso, all’universita’ Bocconi di
Milano.
“Erano le 5.50 – racconta il dipendente delle poste ferito,
Pietro De Simone – e stavo finendo il turno: in fondo al carrello ho
raccolto un pacchettino bianco, con l’indirizzo della Lega in via
Bellerio 41. Quando l’ho preso, come ho tentato di lanciarlo nel
carrello corrispondente si è accesa una fiammata, il pacco
mi è scoppiato in faccia e sono stato sbalzato a terra“.
“La storia non gli ha insegnato nulla, non è né
con la violenza, né con le bombe, che si ragiona – continua il
57enne, da 30 anni dipendente alle poste -. Io sono orgoglioso di
essere un italiano, sono orgoglioso di essere un postale. Dico a
questa persona che è un vigliacco”.
L’azione
è stata rivendicata dal gruppo Fai, Federazione anarchica
informale, lo stesso che lo scorso dicembre rivendicò un
pacco bomba all’Università Bocconi di Milano. Il 16 dicembre
un pacco bomba venne piazzato in un tunnel all’interno dell’ateneo,
ma esplose parzialmente nella notte senza fare danni.
Nel volantino di rivendicazione contenuto all’interno della lettera
esplosiva si legge: ”Al Cie si stupra. Maroni complice di questi
fatti. Ci faremo sentire ancora”. Firmato, Gruppo anarchico
Morales. E si fa riferimento ai fatti avvenuti lo scorso agosto a
Milano, quando quattordici cittadini extracomunitari vennero
arrestati per una rivolta scoppiata nel Cie di via Corelli. In una
delle udienza che ne seguì, una cittadina nigeriana di 28
anni accusò un ispettore della polizia di averla molestata
all’interno del centro. La vicenda è tuttora al vaglio
dell’autorità giudiziaria, mentre sulla donna pende un
procedimento per calunnia.
Di
“nessun legame con le elezioni” parla Bruno Megale,
che guida la Digos di Milano. “L’obiettivo e’ la chiusura dei
centri di identificazione per immigrati”. “Apparentemente
non vi e’ collegamento con le elezioni, anche se la scelta del giorno
prima del voto non e’ casuale ed e’ legata, probabilmente, a ottenere
a una maggiore visibilita’ mediatica”, spiega l’esperto in
antiterrorismo.
“Certamente l’obiettivo di questo gesto terroristico-
sottolinea- e’ la chiusura dei Cie. La lettera era indirizzata
alla Lega Nord e ci sono delle esplicite minacce nei confronti del
ministro dell’Interno, Roberto Maroni nella sua qualita’ di ministro
e quindi di ‘responsabile’ di queste politiche”. La
rivendicazione dell’attentato e’ firmata da ‘Sorelle in armi –
Federazione Anarchica Informale (Fai) Nucleo Mauricio Morales’ una
fazione “anarchico-radicale” che lo scorso dicembre
ha rivendicato gli attentati contro l’universita’ Bocconi di Milano e
il Cie di Gradisca d’Isonzo in Friuli.
Una lettera anonima contenente minacce e’ stata poi recapitata con il
servizio postale a ‘La fabbrica di Nichi‘ di Bari, il centro
organizzativo della campagna elettorale del candidato del
centrosinistra e presidente uscente della Regione Puglia, Nichi
Vendola. Il testo, composto in modo da non essere riconoscibile,
contiene espliciti riferimenti all’arrivo di 500 kg di esplosivo
presso ”i covi e fabbriche di odio” con minacce di morte per ”i
comunisti, i gay e gli ebrei”.
”Dopo i
primi accertamenti tecnici – e’ scritto in un comunicato de ‘La
Fabbrica di Nichi’ – e’ in via di presentazione una formale denuncia
alle forze dell’ordine perche’ siano accertati al piu’ presto gli
autori del gesto”. La Fabbrica di Nichi auspica che ”il clima
sostanzialmente sereno, che ha contraddistinto questa campagna
elettorale, non sia macchiato dagli sconsiderati gesti di ignoti e
confida che possa continuare il libero confronto democratico fino al
completamento del processo elettorale”.
Dal presidente della Camera Gianfranco Fini arriva “la
condanna piu’ ferma contro gli episodi di violenza. Azioni che
puntano a creare un clima di odio e di intolleranza alla vigilia di
un importante appuntamento elettorale per il Paese”. Fini
formula l’auspicio “affinche’ tutte le forze politiche
respingano con forza e intranisgenza ogni tentativo volto a turbare
la vita democratica e la dialettica politica”.
In un comunicato, il presidente del Senato Renato Schifani rende noto di
aver telefonato personalmente al ministro dell’Interno Roberto
Maroni, per ribadirgli “la sua piena fiducia e il suo
profondo sostegno” nell’azione che il ministro Maroni
quotidianamente pone in essere nel contrasto ad ogni forma di
criminalita’.
Il presidente del Senato -prosegue la nota- esprime “profonda
preoccupazione per i fatti gravissimi e intimidatori avvenuti a
Milano. Atti di questo tipo -sottolinea Schifani- sono
inaccettabili e vanno respinti con assoluta fermezza. Auspico il
ritorno ad un clima costruttivo tra le varie coalizioni a partire
dalla condanna unanime di questi inquietanti episodi di violenza
avvenuti alla vigilia di un appuntamento elettorale”.
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ”a seguito dei
gravissimi episodi di intimidazione avvenuti in questi giorni ai
danni di partiti ed esponenti politici” ha convocato per mercoledì
31 marzo alle ore 11,00 al Viminale, una riunione straordinaria
del Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
”Sono veri e propri atti di terrorismo politico – rileva il
responsabile del Viminale – che intendiamo stroncare senza alcuna
esitazione per evitare il rischio di un ritorno agli anni di
piombo e garantire la tutela delle libere istituzioni
democratiche”.
Fonti dell’Antiterrorismo sottolineano all’ADNKRONOS che quella annunciata dalla Fai è
una rivendicazione ‘credibile’. Le stesse fonti mettono in
correlazione la busta esplosiva indirizzata alla Lega con gli ordigni
ritrovati il 16 dicembre scorso al Cie (Centro di identificazione ed
espulsione) di Gradisca d’Isonzo e all’Università Bocconi di
Milano. Alla base di tutti questi episodi, la scelta delle componenti
anarchiche di rispondere con atti dimostrativi alle politiche del
governo in tema di immigrazione.