fonte: Liberación Total
Perché noi anarchici siamo praticamente pratici…
Con il seguente scritto rivendichiamo la responsabilità delle esplosioni che hanno avuto luogo in diversi punti della repubblica messicana:
1. San Luis Potosi: l’esplosione d’un ordigno in un bancomat di Banamex, tra la calle José Galvez e la strada per Queretaro.
2. Coacalcalco, Stato del Messico: un ordigno esplosivo è scoppiato in una concessionaria della Nissan.
3. Ciudad Nezahualcoyotl: un ordigno esplosivo è scoppiato davanti ad una filiale di Telmex.
4. Toluca : una bomba è stata collocata e fatta detonare nel bancomat della BBVA-BANCOMER-, tra Isidro Favela e Gomez Farias. Vogliamo chiarire che non abbiamo scritto nulla sulle mura, né lasciato un volantino e tanto
meno scritto la frase “Europa Comunista”.
5. Metepec, Toluca: scoppio di un ordigno esplosivo composto da quantità limitate di dinamite nel bancomat della Banamex, in avenida Tecnologico, dove non abbiamo lasciato alcun messaggio.
6. Milpalta Df: collocazione d’un ordigno esplosivo che non è funzionato per un errore nel suo confezionamento.
7. Iztapalapa DF: scoppio d’un ordigno esplosivo in un bancomat Banamex, in colonna Juan Escutia e avenida Zaragoza.
8. Tlanepantla, Stato del Messico: scoppio di un altro ordigno esplosivo in una concessionaria Fort.
9. Atizapan, Stato del Messico: esplosione d’un ordigno all’entrata di un macello municipale.
Quel che è accaduto oggi è una piccola dimostrazione di quanto all’interno delle nostre fila non sia penetrata la paura, anzi il nostro odio contro il sistema è cresciuto enormemente per molte ragioni: le torture e gli arresti di giovani che simpatizzano con l’idea libertaria, per l’inganno verso il nostro popolo che con questa attuale “crisi” si mantiene sopravvivendo nella miseria, non conformi si azzardano a licenziare migliaia di lavoratori condannandoli alla fame e all’oblio, per aver ascoltato i contadini morire di fame con l’entrata del T.L.C. (trattato del libero commercio – ndt) per aver ammazzato e fatto scomparire più di 60 persone nel conflitto nello stato di Oaxaca del 2006, per lo sgombero brutale della colonia mano con mano a Tampico e, fino ad oggi, per continuare a massacrare contadini e indigeni nel sud del paese. Per l’assassinio della natura attraverso la produzione di macchine non utili per la condizione umana, per l’assassinio indiscriminato di animali per alimentare il loro sistema capitalista.
Con queste motivazioni potremmo riempire fogli e fogli sia sugli abusi che sugli inganni verso la classe esclusa.
Oggi sono così ipocriti da dire che stanno lavorando per il “benessere della gente” e da fare cose cosi ridicole come dire che abbasseranno il salario di alcuni buffoni (politici) per poter alleviare la fame di milioni di poveri nel paese. Per tutto questo il nostro odio è ancor più grande. Noi non vogliamo riforme, né briciole. E’ finito lo spettacolo, noi scommettiamo per qualcosa di più grande: L’ANARCHIA.
Per questo siamo nati e nulla ci fermerà, non abbiamo paura di morire in combattimento. All’indifferenza, noi preferiamo la libertà!!!
Per lo stesso motivo per il quale circa 100 anni fa migliaia di uomini, donne e bambini hanno perso la vita cercando di radicare gli ideali libertari nel paese e nel mondo intero.
Interessato ed assurdo è il rimprovero che viene rivolto agli anarchici:
“che non pensiamo altro che a distruggere e che non abbiamo alcuna idea positiva o costruttrice”, soprattutto quando viene lanciato da partiti politici di sinistri o di destra e da altre avanguardie rivoluzionarie. Noi anarchici stimiamo, al contrario, che una nuova edificazione sociale esiga dall’inizio dei metodi nuovi, idee chiare ed un preciso orientamento d’azione creatrice. E’ imprescindibile che la società s’organizzi, ma deve farlo liberamente, dalla base. Il principio organizzatore deve sorgere non centro creato in anticipo per esser imposto, ma di tutti i punti, per coordinarsi in centri naturali, destinati a relazionarsi tra sé.
Rivoluzione sociale, significa per gli anarchici una trasformazione sociale al margine di qualsiasi organizzazione o attività politica e statale, senza imporre nuovi governi, capi o costituenti, prescindendo da qualsia caduco sistema sociale, ossia: “distruzione dello stato e del capitalismo” e la nascita di una società basata su un alto modo di organizzazione sociale.
Con questo comunicato emettiamo una dichiarazione di guerra allo stato e vogliamo che sia ben chiaro che questo è solo l’inizio d’una guerra che terminerà fino a che imprenditori, borghesi, militari, governanti e qualsiasi tipo di potere totalitario non saranno sterminati. Il presente e il futuro sono nostri, idem la lotta e il combattimento, gli stessi che utilizzeremo per finirla una volta per tutte, fino a che non resti nulla di quei maiali che hanno pestato le nostre teste e si sono arricchiti sulla nostra disgrazia.
Per ogni prigioniero, per ogni fermato e per ogni morto ci sarà una pallottola per ognuno di voi, occhio per occhio. Se vi azzarderete a toccarci dovrete pensarlo due volte, perché la nostra risposta sarà raddoppiata, con più coraggio, con più rabbia e più sangue, che naturalmente sarà il vostro sangue.
Sono finite le negoziazioni, sono finite le mediazioni col potere istituzionalizzato, se ci assassinano tutti i giorni al lavoro, alla scuola, con la stupida programmazione, con il traffico, con la campagna, perché dovremmo farci colpire il cuore?
Questo è anche un omaggio a tutti i lottatori sociali caduti nella guerra contro questo sistema di ingiustizie e di oppressione che così come i Flores Magon, Librado Ribera, Praxedis Guerrero, Lucio Cabañas, Zapata, Severino di Giovanni, Maurico Morales, Barry Horne, e molti altri lottatori i cui nomi non sono rimasti scritti nella storia e le cui anime vagano nell’anonimato. Noi siamo qui per resistere in questo inizio del 2010 fissato come data commemorativa della rivoluzione messicana, della cui vera storia nelle scuole non c’è traccia, perché? Perché la vera rivoluzione, per una vera trasformazione sociale non l’hanno fatta i piccolo borghesi eroi della patria, bensì tutti quelli che hanno
sacrificato la vita in battaglia nel combattimento contro il nemico, la fece il popolo povero ed oppresso che non solo ha lottato per terra, libertà e giustizia, ma anche per cambiare a livello politico, culturale ed economico questo paese atrofizzato. Come loro, noi siamo qui per affrontare lo stato nel 2010. Anche se non crediamo nelle date uniche, noi ci auguriamo che sia un anno di lotta e di preparazione per quel che verrà, perché questo è solo l’inizio.
Alle persone nella società vogliamo che vadano per le strade, che si mobilitino, che hanno la forza per cambiare quel che vogliono se lo decidono. La crisi è una cosa che non colpisce solo alcuni di noi ma tutti. Se non siamo noi, sono i nostri genitori e fratelli salariati quelli che dovranno pagare il denaro che hanno sprecato nella super-polizia e nelle nuove linee tra gli altri capricci.
Per la distruzione della società carceraria, per l’immediato sabotaggio a favore dell’insurrezione individuale e collettiva…
Ancora una volta spezziamo il loro ordine sociale.
Il capitalismo non si trasforma, si distrugge. Un mondo nuovo non si elemosina, si costruisce!!!
Contro lo stato e il capitale: Guerra sociale su tutti i fronti.
Agli inizi del 2010 abbiamo dato loro il miglior regalo di anno nuovo!
Peña Nieto oggi abbiamo agito sul tuo terreno, il prossimo potrai essere tu!
In Guerra contro lo stato:
Brigadas de Acción Revolucionaria por la Propaganda por el Hecho y la Acción Armada “Simon Radowsky”.
Comando de Ajusticiamiento 25 de mayo de 1910.*
*Il 25 maggio 1910 una squadra di rivoluzionari anarchici del PLM attaccò un treno in cui viaggiava il tiranno di Días, lanciò la dinamite e si scontrò con i militari che sorvegliavano il tiranno. Per essi era evidente: non avrebbero lasciato in vita il dittatore che tanta sofferenza aveva causato al popolo del messico.