sciopero della fame 20 dicembre – 1 dicembre
Comunicato dal Centro di Sterminio di Madrid V – 7 dicembre 2009
Sul digiuno proposto da Gabriel Pombo (dal 20.12.09 al 1.1.10)
Come sapete sia io che un compagno di qui (Centro Penitenziario Madrid V)
non solo appoggiamo, ma assecondiamo e partecipiamo al digiuno (cosa
che abbiamo già fatto con i nostri precedenti comunicati);
abbiamo anche messo in chiaro che, in maniera indipendente ma anche
come contrasto positivo e di complementarità, abbiamo aggiunto
le condizioni specifiche in materia punitiva che subiamo nello Stato
spagnolo. Questo vuol mettere in evidenza che la questione
CARCERE-MORTE colpisce TUTTI I PRIGIONIERI, ma in “Spagna”
la situazione è di autentica pazzia, in cui lo sterminio dei
prigionieri è qualcosa di “naturale”.
L’altro giorno ho ricevuto la lettera di un anarchico italiano. Ha ragione.
Non dobbiamo dimenticare i compagni caduti in questa guerra sociale a
livello mondiale. MAI! Persone come Alfredo Maria Bonanno, del quale
ho letto molti dei suoi testi, soprattutto “La gioia armata”,
Christos Stratigopoulos, gli anarchici serbi, Zoe la compagna caduta
in Francia, Mauricio caduto in Cile, Xosé Tarrío che ci
ha lasciato da alcuni anni, Paco Ortiz al quale dobbiamo tanto.
Questi compagni (e moltissimi altri) sono caduti nella loro lotta
contro il dominio, come conseguenza del loro pensiero. “Agire
come si pensa” senza concessioni. Ricordarli deve servire per
qualcosa. Dovrebbe servire per qualcosa. Tutto questo che vi
commento, non è un ostacolo a che si inquadrino queste
giornate nella guerra simmetrica che manteniamo contro il
carcere-morte perché, a mio avviso, la più grande
offesa sociale che una persona possa soffrire è quella
determinata da altri “esseri umani” che dispongono che noi,
altri esseri umani, dobbiamo esser schiavi. NON DIMENTICHIAMO, NON
PERDONIAMO!
-
Libertà per tutti quelli che hanno già scontato la loro condanna.
-
Libertà per tutti i malati con patologie psichiche/fisiche incurabili.
-
Chiusura dei Centri di Detenzione per Minori (futuri inquilini dei Centri di Sterminio).
-
Libertà e giustizia popolare per le donne vittime degli abusi in prigione,
così come per tutti i compagni perseguitati per esercitare
l’inestimabile diritto del mutuo appoggio verso i prigionieri. -
Abolizione dei “tribunali eccezionali” e delle “carceri nere”.
In definitiva: distruzione dell’oscura industria dell’assassinio
legittimato di massa (istituzionalizzato) “democraticamente”.
-
Fine delle legislazioni, a livello internazionale, in materia
penale/punitiva, il cui supporto ideologico/morale si basa sul
“diritto penale contro il nemico”. Se le cose stanno così,
non ci dobbiamo nemmeno porre la risposta. -
Scomparsa delle strutture dell’oppressione: carcerieri, giudici, poliziotti,
medici-forensi e avvocati che proteggono l’esercizio della tortura e
la praticano con totale impunità. Disprezzo verso quelli che
acconsentono con il loro complice silenzio. -
Scomparsa degli “spazi scuri” (d’isolamento) in cui si praticano
atti sistematici ed esecrabili contro i detenuti. Gli isolamenti
carcerari AMMAZZANO. -
Lascino in pace i nostri familiari e amici. Che cessi il controllo delle
comunicazioni su tutti gli aspetti e cessi anche l’umiliazione che
subiscono i visitanti.
Se consentiamo che continuino a trattare così, amici, non
meritiamo di vivere come liberi esseri umani.
L’estensione della guerra contro la disuguaglianza è un dovere, non un
“picnic”.
Per l’estensione della guerra sociale permanente a livello mondiale! Per
la liberazione in ogni confine di questo mondo di tutti quelli che
subiscono gli effetti dell’autoritarismo/dominio! Per la VITA! Noi
non vi dimentichiamo.
Un abbraccio a tutte e tutti. A Nuria e a Marco Camenisch, a Joaquín
Garcés Villacampa, grazie.
NOI NON CI RASSEGNIAMO, MAI LO FAREMO.
NON USCIREMO GRATIS.
p.s.:
Che sia chiara una cosa. Io escludo completamente dalle mie azioni
individuali i violentatori sistematici/occasionali, i pedofili, gli
assassini di bambini, i maltrattatori, i trafficanti, i gangster
polizieschi/confidenti. La morale di questi dementi è la
morale delle istituzioni punitive borghesi. Si alimentano a vicenda,
per semplice analogia, trattandosi di istituzioni/individui che
disprezzano profondamente il diritto alla vita di altri esseri umani
che sono vittime delle loro pulsioni; inoltre, esercitano tale
attuazione assassina, propria delle istituzioni violenti borghesi,
protetti dall’imperante patriarcato e pertanto sono nemici di classe
e collaborazionisti del sistema carcerario. Il violentatore e colui
che maltratta in famiglia vengono compensanti all’interno del
carcere. Io con questa gente non faccio nemmeno un passo. Inoltre, io
non ho soluzioni per i loro comportamenti, semplicemente mi
provocano schifo e ripugnanza. Bisognerà cambiare molto
rispetto a molte cose, ma io non sono uno “scienziato”.
Juan Carlos Rico Rodríguez