FAI – ancora dai giornali…

Pacco bomba alla Bocconi, il testo del volantino

«Abbiamo scelto di colpire dove meno ve lo aspettate- In una fredda notte d’inverno il fragore di una esplosione illumina la parola solidarietà, che torna al suo giusto significato concretizzandosi nell’attacco a un avamposto del dominio, dove si formano i nuovi strumenti e apparati del capitale, dove si affilano le armi che taglieranno la gola agli sfruttati»

Il volantino di rivendicazione della Fai, Federazione anarchica informale, per il pacco bomba recapitato alla Bocconi di Milano si apre con una citazione poetica tratta da un libro di Gabriel Pombo da Silva, anarchico spagnolo condannato nel 2004 da un tribunale tedesco a 13 anni di carcere nel processo «Aachen 4».

«Con una mano tenera e l’altra armata così esprimo la mia solidarietà guadagnando in ogni battaglia una somma di preziosa libertà»: questi i versi posti in apertura di ‘Diario e ideario de un delincuentè, un testo scritto da Pombo da Silva, che era evaso da un carcere di isolamento spagnolo dove aveva trascorso 14 anni.

«16 dicembre ore 3.00 AM, Milano, 2 kg di dinamite porteranno rivolta e distruzione», si legge ancora nelle prime righe. «Chi non terrorizza si ammala di terrore», continua
il documento.

«Abbiamo scelto di colpire dove meno ve lo aspettate. In una fredda notte d’inverno il fragore di una esplosione illumina la parola solidarietà, che torna al suo giusto significato concretizzandosi nell’attacco a un avamposto del dominio, dove si formano i nuovi strumenti e apparati del capitale, dove si affilano le armi che taglieranno la gola agli sfruttati».

«L’indignazione morale – continuano gli autori del volantino – per la costruzione di sempre nuovi campi di concentramento nel “civilissimo” occidente di inizio ventunesimo secolo, si trasforma in azione. Non coltiviamo eroismi, con questa nostra prima azione condividiamo semplicemente i rischi che sorelle e fratelli migranti vivono quotidianamente sulla loro pelle. Che la paura cambi di segno, siano ricchi e potenti a tremare, noi a ballare».

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