Poesia di Cumo Akif Kerimli, 2009
traduzione dal tedesco, marco camenisch, novembre 2009
Ingannevoli sono le vostre grida “vogliamo pace”
quando i padroni sono armati
fino ai denti
Ed i dominanti non hanno neanche una pietra in mano
per difendersi
per imporre i propri interessi
Perdonaci, Kalashnikov
se non parliamo ancora di pace
Le mie mani
Le tue mani
Le mani di noi tutti
Non tengono il Kalashnikov
ma sono
fatte per amare
teneri, dolci, entusiaste
ed appassionate
Con mille desideri…
Ma, Kalashnikov, racconta
di oppressione, sfruttamento, crisi, razzismo
miseria, fame
e di culture vietate
Parla degli orfani
Racconta delle giovani vedove
Dei vecchi torturati, e dei resistenti
ammazzati nelle galere
Chiedi gli elementari diritti umani
Kalashnikov
Nostalgia,
separazione, lutto e morte
decidono
sul nostro quotidiano opprimente
parla,
Kalashnikov, parla
Gli oppressori e sfruttatori capiscono solo
il tuo linguaggio
Spara, Kalashnikov, spara
Morte, Libertà e la nuova vita