22 maggio 2009-2010 *
Ad un anno dalla caduta in combattimento del compagno anarchico Mauricio Morales
Mauri, cade in combattimento il 22 maggio 2009, a Santiago, mentre manipola una bomba destinata ad attaccare la scuola della polizia penitenziaria cilena.
Noi di Culmine non abbiamo conosciuto Mauri in vita, ma nel corso di quest’anno siamo entrati in contatto con compagne e compagni del Cile che hanno avuto modo di apprezzarne le qualità, che hanno vissuto e lottato assieme a lui.
La pubblicazione dei suoi scritti, lettere e poesie -in “Mauri…La Ofensiva no te olvida“- ci ha permesso di apprezzarne meglio altri aspetti.
E’ sorprendente la grande e forte affinità che abbiamo trovato nel pensiero di questo compagno nell’ultimo periodo della sua esistenza. Da sempre sosteniamo le stesse cose, condividiamo le stesse letture: Stirner, Di Giovanni, Kaczynski.
Lo vogliamo ricordare citando alcuni pensieri che condividiamo pienamente:
“Sai ho letto qualcosa sui Maya e sul tempo… il fatto che questi ‘matti’ abbiano introdotto il concetto dello zero, ossia del nulla, è un qualcosa che m’è parso interessante, perché considero che il concetto del nulla sia fondamentalmente positivo, in quanto ti permette la riflessione e la comprensione dell’insieme, a partire dalla tua stessa individualità.“
Sull’essere umano: “Per me la razza umana dovrebbe esser annientata, anche noi stessi, in quanto considero che sia l’essere umano il maggior nemico della natura. Quale agente distruttore egli è il più nocivo per il pianeta e pertanto meritiamo il nostro stesso sterminio.“
Sulla dicotomia società/comunità: “Io non voglio una società basata sulla paura, non voglio una società, di fatto non voglio una società, perché la società è un qualcosa di imposto, la comunità è invece un qualcosa che uno vuole.“
Ma l’affinità che proviamo nei confronti di Mauri non si limita solo all’estetica nichilista di alcune sue affermazioni, no! Sappiamo che ci troviamo di fronte ad un compagno d’azione, uno che s’è sempre scontrato con il potere, fino alle estreme conseguenze.
Un vero e proprio combattente anarchico!
Le sue riflessioni sull’individuo, sul nulla non l’hanno portato ad isolarsi dal contesto delle lotte; al contrario lo hanno spinto sempre più a combattere contro il sistema Stato/Capitale, in particolare contro il sistema carcerario.
La solidarietà concreta è divenuta un impegno continuo:
“la solidarietà non deve esser mai un slogan vuoto, ma un’azione quotidiana di scontro.“
Per queste ragioni, noi di Culmine apprezziamo enormemente il lavoro svolto dai compagni anarchici cileni nel far sì che Mauri continuasse e continui a vivere nelle azioni dirette, nelle iniziative solidali e negli scritti.
Non si tratta di un martirologio, la nostra iconoclastìa non ce lo permetterebbe; si tratta, bensì, di uno stimolo continuo a proseguire nella lotta senza tregua per l’insurrezione permanente!
maggio 2010, Culmine
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