por Algunxs Antisociales Salvajes
No difícil de notar que en medio guerra social que se ha ido generando entre individualidades conscientes contra la autoridad opresora y su sociedad carcelaria, distintos núcleos descentralizados, autónomos e informales han pasado a la ofensiva manifestándolo e ironizando ante las debilidades del poder, atacándoles sus símbolos de dominación mediante bombazos, ataques incendiarios, entre otras formas de sabotaje. Esto creemos y nos alegraría que se siguiera contagiando a todx quien realmente le interese generar el odio al sistema, el daño a sus estructuras dominantes y el miedo en sus promotores.
“El miedo es una droga alucinante. No dejar que el miedo te controle, usarlo como motor, requiere práctica. Colocarte en una situación en la que te mueres de miedo, al principio te entra pánico, pero al cabo de un rato empieza a funcionar el sistema de autoprotección del cuerpo, y cada vez te atreves a hacer más cosas. Acabas superando tus límites y te sientes capaz de cualquier cosa.” Los Edukadores. (película)
¿Pero que nos detiene, por qué el ataque directo y ofensivo no es cotidiano? Creemos que el único primer paco o generador de la autorepresión y que por consecuencia los actos de insurrección no sean cotidianos, somos nosotrxs mismxs y el sentimiento de la paranoia, así como el mal uso del miedo, creemos que este ultimo no puede controlarnos, nosotrxs debemos controlarle a él, al punto de eliminar todo tipo de pensamiento paranoico, porque también creemos, que esta, la paranoia, en ningún caso sirve de algo, es más, la consideramos nuestra enemiga, porque entendemos que ha sido un sentir que el mismo sistema nos ha impuesto mediante sus medios de comunicación y así poder generar los muros mentales que vayan limitando nuestros actos hasta convirtiéndonos a nosotrxs mismxs en sus pacos involuntarios. ¿Eso eres, un paco?
Porque debemos asegurar nuestras acciones, planificarlas, pero jamás infundir la paranoia. Multipliquemos cada acción; las bencineras y las ferreterías están a la vuelta de la esquina, así como las estructuras del poder.
Aprovechamos de saludar fraternalmente al compañero Tortuga, quien en manos del enemigo se encuentra. También a las individualidades que hacen de la “lucha” reformista una expresión de odio a las policías en Aysén, así mismo el saludo a lxs que agitan y generan odio antiautoritario en lugares donde la revuelta se ha expandido como Chillán, a lxs insumisos de Argentina y España, a lxs salvajes de México y Bolivia, a todxs lxs insurrectos del mundo… y compañerxs, que nuestra palabra sea acción, nuestrxs prexs ya no aguantan ni un minuto más!
Escrito por Algunxs Antisociales Salvajes.
negrosdebialystok[at]riseup.net
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Contro la paranoia e per l’utilizzo della paura
da Algunxs Antisociales Salvajes
trad. parolearmate.noblogs.org
Non è difficile notare che in mezzo alla guerra sociale generatasi tra individualità coscienti contro l’opprimente autorità e la sua società carceraria, distinti nuclei decentralizzati, autonomi ed informali sono passati all’offensiva manifestandolo ed ironizzando davanti alle debolezze del potere, attaccando i suoi simboli di dominio con bombe, attacchi incendiari, tra altre forme di sabotaggio. Lo crediamo e ci renderebbe felici che continuasse a contagiare tutti coloro ai quali interessi realmente generare odio verso il sistema, danno alle sue strutture dominanti e paura nei suoi promotori.
“La paura è una droga allucinante. Non lasciare che la paura ti controlli, usarla come motore, ci vuole pratica. Poniti in una situazione in cui muori di paura, in un primo momento ti sale il panico, ma dopo un po’ comincia a funzionare il sistema di autoprotezione del corpo, e ogni volta osi fare di più. Hai superato i tuoi limiti e ti senti capace di tutto.” Los Edukadores (film)
Ma cosa ci ferma, perché l’attacco diretto ed offensivo non è quotidiano? Crediamo che l’unico primo sbirro o generatore di autorepressione (unica vera ragione per cui gli atti di insurrezione non siano quotidiani) siamo noi stessi ed il sentimento di paranoia, così come l’uso sbagliato della paura, crediamo che quest’ultima non possa controllarci, noi dobbiamo controllarla, al punto da eliminare ogni tipo di pensiero paranoico, perché crediamo anche che questa, la paranoia, in nessun caso serva a qualcosa, e di più, la consideriamo nostra nemica, perché abbiamo capito che è stata una sensazione che lo stesso sistema ci ha imposto attraverso i suoi mezzi di comunicazione limitando e per poter così generare i muri mentali che andranno a limitare i nostri atti fino a convertire noi stessi nei suoi sbirri involontari. Questo sei, uno sbirro?
Perché dobbiamo assicurare le nostre azioni, pianificandole, ma mai infondere paranoia. Moltiplichiamo ogni azione; i benzinai ed i negozi di ferramenta sono proprio dietro l’angolo, così come le strutture del potere.
Approfittiamo per salutare fraternamente il compagno Tortuga, che si ritrova nelle mani del nemico. Anche agli individui che fanno della “lotta” riformista un’espressione di odio verso i poliziotti ad Aysén, così come un saluto a coloro che agitano e generano odio antiautoritario nei luoghi dove la rivolta si è espansa come a Chillán, ai non-sottomessi di Argentina e Spagna, ai selvaggi di Messico e Bolivia, a tutti gli insorti del mondo… e compagni, che le nostre parole siano azioni, i nostri prigionieri non sopportano un minuto di più!
Scritto da Algunxs Antisociales Salvajes
negrosdebialystok[at]riseup.net