fonte: en.contrainfo
trad. ParoleArmate
Martedì, 29 maggio 2012, la compagna Olga Ikonomidou, membro dell’organizzazione rivoluzionaria anarchica Cospirazione delle Cellule di Fuoco, ha raggiunto il 25° giorni di isolamento nella prigione femminile di Diavata, a causa del suo rifiuto di sottomettersi ad una perquisizione corporale, rifiuto realizzato anche da tutti i compagni-membri della CCF.
La compagna è ora nella prigione di Diavata dopo il trasferimento dalla prigione di Eleonas-Tebe, dove ha aggredito una detenuta spia che di proposito era stata spostata nel suo stesso braccio. Come risultato, Olga è attualmente in una cella disciplinare della prigione di Diavata, monitorata 24 ore su 24 da una telecamera, che lei ha poi oscurato, dimostrando ciò che è solo ovvio per la sua attitudine incorruttibile e decisa.
Olga ha ricevuto per ora tre sanzioni disciplinari, includendo il suo trasferimento disciplinare, per il quale è stato inviato un documento ufficiale della prigione di Diavata al ministero della giustizia che lo sta ignorando, prolungando difatti il confino della compagna in una cella disciplinare. Nello specifico, nonostante sia accaduto già diverse volte, il Comitato Centrale dei trasferimenti dei prigionieri estende per vendetta la sua prigionia in queste condizioni.
I meccanismi repressivi non ci sorprendono,visto che essi cercano di distruggere ogni forma di dignità, resistenza e insubordinazione dentro le prigioni di stato. Ciononostante, la solidarietà alla lotta di Olga è la nostra ferma posizione.
Giù le mani dalla compagna Olga Ekonomidou, membro della Cospirazione delle Cellule di Fuoco/FAI-FRI
Siamo dalla parte di chi si oppone alle perquisizioni corporali
Assemblea di solidarietà ai combattenti imprigionati e accusati/Atene
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“Solo allora i ruoli sono distrutti, quando scompaiono tramite una posizione attiva. Io stessa scelgo una posizione attiva in un mondo di passività. Io scelgo di partecipare attivamente in un’organizzazione rivoluzionaria. Non ho seguito nessuno, né mi sono fatta trascinare da qualcosa. Ho fatto una scelta. Ho rivendicato le mie azioni, anche se avrei potuto trarre vantaggio dalla mia identità di donna e ottenere un trattamento migliore. Ma quanto sarebbe dignitoso?
Nella storia, una donna che è impegnata nell’attività rivoluzionaria di fatti annulla due ruoli in una volta sola. Da un lato, abolisce consapevolmente la sua identità come persona legale, mettendo in discussione la legge e l’ordine, dall’altro abolisce la sua identità di donna, sorpassando il concetto di ruoli di genere (madre, moglie, ragazza) che la società le ha attribuito.”
Olga Ikonomidou, membro della O.R. anarchica CCF (Giugno 2011)
Anche nelle difficili condizioni di prigionia, la compagna Olga Ikonomidou continua a resistere nella maniera più risoluta e combattiva. Il suo rifiuto di sottoporsi alla perquisizione corporale è un altro segno di dignità, tra i molti altri che accompagnano la sua condotta dignitosa. Lo stato si sta vendicando di lei, mettendola in isolamento, perché ciò – la vendetta infame – è l’unica cosa che le guardie del regime sanno come imporre alla gente dignitosa, che vede la propria via come un viaggio costante verso la terra dei desideri liberati. Contro quei compagni che seguono il cammino duro dell’insubordinazione totale, rifiutando i ruoli di sottomissioni e scegliendo una condotta dignitosa di ribellione totale, lo stato riserva un ventaglio di politiche nel tentativo di fiaccare lo spirito combattente… Futili sono i tentativi dei padroni. La posizione di Olga non è un modello di ruolo all’interno dell’esistente, ma un esempio di battaglia e dignità, che praticamente contrasta con i vari modelli umani, come tutti quelli che servono e assecondano il dominio. Infatti, solo il potere e la sua civilizzazione si possono trovare nell’isolamento della nostra anima e coscienza, mentre compagni come Olga hanno guadagnato giustamente un posto importante nel nostro codice di valori personale.
Olga, non sei da sola!
SOLIDARIETA’, RISPETTO E ONORE ALL’ANARCHICA RIVOLUZIONARIA OLGA IKONOMIDOU
Coscience Cell “Black Sword”