dalla rete copiamo e incolliamo:
comunicato della Federazione dei Comunisti Anarchici , 24 maggio 2012
La gambizzazione del dirigente dell’Ansaldo di Genova ed il conseguente comunicato di rivendicazione ci lasciano interdetti sia per la vacuità e la nullità delle parole usate che per il gesto, in se stesso controrivoluzionario.
Con l’occasione il potere, con l’aiuto dei media di regime, cerca, come da un vecchio e solito copione, anche questa volta, di rinchiudere l’anarchismo nello stereotipo borghese caro a tutte le polizie del mondo, per giustificare la repressione prossima e ventura di ogni sviluppo della conflittualità sociale e aumentare le risorse dedicate alle strutture repressive statali.
Il comunicato di rivendicazione chiarisce bene che l’atto rivendicato non è a favore del popolo, oppure del proletariato, ma che è stato compiuto in nome di nessuno, nello stile più alienato dell’insurrezionalismo, per il quale non esiste una società divisa in classi, dove l’imperialismo può al più essere una questione geopolitica e il capitalismo viene derubricato ad un incidente di percorso, il tutto per sfuggire all’alienazione individuale senza troppi interrogativi che potrebbero nel tempo incrinare le solide certezze della fine dell’anarchismo postmoderno.
Noi abbiamo sempre rivendicato il nostro ruolo di rivoluzionari dentro il movimento di classe, ne siamo parte, nella nostra prassi non vi è posto per individui spavaldi imbevuti di individualismo borghese.
Non ci appartiene questo tipo di anarchismo nichilista, tutto avvolto su di un mega io spropositato, e ancora oggi, nonostante i colpi inferti dallo Stato e dal capitale ai lavoratori ed ai ceti subalterni, non ci siamo arresi e non ci arrenderemo, continuando la nostra lotta e la nostra battaglia per il comunismo anarchico, nell’impegno sindacale e nelle lotte territoriali che portiamo avanti, alla luce del sole e a viso aperto, da decenni, sempre dalla parte degli sfruttati.
Usare, inoltre, l’acronimo di una organizzazione anarchica, la FAI, con il palese desiderio di arrecarle danno, mostra chiaramente quanto la scelta (consapevole o non consapevole; questo non ci è possibile stabilirlo, anche se pare una non coincidenza l’insorgere di determinati episodi quando il conflitto ha potenzialmente la possibilità di aumentare di tono) sia utile al potere.
Tuttavia, consapevoli o non consapevoli, queste azioni negano l’essenza stessa dell’anarchismo, che non nasce da qualche cervellotico filosofo, trovando sbocco in inutili azioni isolate fisicamente e politicamente dalle aspirazioni proletarie. L’anarchismo nasce nella lotta di classe, nello scontro tra capitale e lavoro, nella lotta collettiva contro l’autoritarismo dello Stato e l’arroganza dei padroni, in un ipotesi rivoluzionaria di costruzione di una nuova società, comunista ed anarchica.
I compagni e le compagne della FdCA per questo ribadiscono il loro ruolo tra le fila del proletariato, fuori da un anarchismo individualistico che non solo non ci ha mai interessato, ma che riteniamo profondamente inutile.
Ed è per questo che rilanciamo l’azione diretta e la crescita della coscienza di classe, convinti che nessuna avanguardia possa sostituirsi all’azione collettiva della classe lavoratrice e degli esclusi dal tessuto sociale produttivo. Un’azione diretta collettiva, dispiegata pubblicamente nei conflitti reali, per una concreta e quotidiana sovversione dell’esistente.
Federazione dei Comunisti Anarchici
24 maggio 2012