(es-it) Uruguay – Carta de David, desde la cárcel La Tablada.

    Compañeros:

    En estos momentos no puedo más que agradecerles y decirles que me encuentro entero física y moralmente. También aclarar para quienes no tienen claro, que yo no me encuentro procesado por ninguna causa puntual sino que intentan escarmentar a quienes siguen luchando sin claudicar, a aquellos que hoy siguen peleando contra un sistema injusto que privilegia a unos sobre otros.
Sistema que genera que los pobres sean cada vez más pobres llevándolos a la marginalidad mientras los ricos siguen siendo cada vez más ricos y dueños de todo.
Compañeros, nuestro compromiso fue, es y será con la lucha de toda la clase explotada y oprimida.
  Nuestro compromiso es con los de abajo sin tranzas y sin hacer de la lucha un negocio.
Nuevamente podemos ver a la mafia patronal, con el conocido y mediático Oscar Dourado a la cabeza, quien hoy intenta maquillarse de progresista cuando todos sabemos que ha sido vinculado a la JUP (Juventud Uruguaya de Pie) y al pachecato y todos los sectores de la derecha más fascista.
Este señor y su patota de provocadores carneros y alcahuetes se encargan de amenazar a los trabajadores organizados, en los medios de comunicación y en lo cotidiano de la tarea, en la calle, al parecer ostentando total impunidad.
Compañeros, nuestra arma más fuerte es la solidaridad y ésta es parte del lenguaje de los pobres, por ésto es que quienes piensen que estamos solos se equivocan, somos miles y miles de millones en todo el mundo.
Y quienes estamos organizados somos cada vez más y más fuertes.
Compañeros, no se dejen fragmentar, sigamos codo a codo, podrán venir tiempos difíciles pero nuestro tiempo se acerca a cada paso que damos, ¡porque llevamos un mundo nuevo en nuestros corazones y porque nuestros ideales son la justicia, igualdad y solidaridad!
¡Unidad para luchar!
¡Abajo los que entregan y arriba los que luchan!
¡Salud!

David Perro Lamarthée.
(Montevideo, 17 de Mayo, desde la Cárcel La Tablada)

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­extraído de periodicoanarquia

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Lettera di David dal carcere

trad. Vesuvio Libertario

Compagni,

al momento non posso che ringraziarvi e comunicarvi che sono ancora fisicamente e moralmente integro. Voglio anche chiarire, per coloro a cui non fosse chiaro, che non mi trovo sotto processo per alcun motivo particolare, bensì nel tentativo di castigare chi continua a lottare senza tentennamenti, chi continua a lottare contro un sistema ingiusto che privilegia pochi sugli altri.

Un sistema che fa in modo che i poveri siano sempre più poveri, marginalizzandoli, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi e padroni di tutto. Compagni, il nostro impegno era, è e sarà al fianco di tutta la classe sfruttata e oppressa.

Il nostro impegno è con quelli che vengono dal basso senza deleghe e senza fare della lotta una contrattazione.

Possiamo nuovamente vedere la mafia padronale, con in testa il celebre e famoso Oscar Dourado, nel tentativo di travestirsi da progressista quando tutti sappiamo che è stato legato alla JUP [Juventud Uruguaya de Pie, movimento studentesco degli anni ’70 di idee tradizionaliste, cattoliche e fasciste, ndt/], al pachecato e a tutti i settori della destra più fascista.

Questo signore e la sua banda di provocatori, crumiri e leccaculo sono incaricati di minacciare i lavoratori organizzati, nei media e nella quotidianità come nelle strade, ostentando a quanto pare una totale impunità. Compagni, la nostra arma più forte è la solidarietà, che è parte del linguaggio dei poveri, per questo si sbagliano coloro che pensano che siamo soli, siamo migliaia e migliaia di milioni in tutto il mondo.

E quando siamo organizzati siamo sempre più forti.

Compagni non lasciamo che ci dividano, proseguiamo fianco a fianco, potranno venire tempi difficili ma il nostro tempo si avvicina a ogni passo che facciamo, perché portiamo un mondo nuovo nei nostri cuori e perché i nostri ideali sono la giustizia, l’uguaglianza e la solidarietà!!!

Unità per la lotta!

Abbasso chi contratta e viva chi lotta!

Saluti!

David Perro Lamarthée

(Montevideo, 17 maggio, Cárcel La Tablada)

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