in pdf: il tempio della profezia
Federico Buono – Edizioni Cerbero
Nella seconda parte sulle impugnazioni è esplicato in materia metaforica-allusiva, l’essere:soggetto imputato.
In una duplice veste.
Il metodico strutturare di questa duplice veste (che è indice_ veste di un indurre alla semplificazione paritetica del se-soggetto) rende il “processo”,un processo di ambigua giustapposizione di esplicitazione programmatica.
La riduzione del se-soggetto a “soggetto”in un induzione a forma strutturata amplia i termini di derivazione in un tempo che è limitato ,dove l’essere se-soggetto, è definito in maniera definita come” soggetto Imputato”,che diventa un “termine” limitante.
Segni Chiarificatori dell’essere soggetto in una definizione data in maniera definita esprimono le proprie clausole procedurali al se-soggetto stesso.
L’antigiuridismo anarchico amorale come premesso nella precedente introduzione va a colpire il sacro altare del “giusto diritto”,dove l”esprimersi dei Segni Chiarificatori imprimono l’annullamento di ogni scelta peculiare andando a rimarginare completamente(e non di striscio)la contrapposizione di un approsimmativa “resa”alternativa dell’uso della forma del diritto e la sua controparte.
L’antiguridismo anarchico amorale estende la propria negazione ad ogni minimo contatto con la “giustizia”,andando a ricercare la sperimentazione della vita stessa all’estremo di questo sperimentare.
La forma composta di una forma conforme alla “giurisprudenza”,stabilisce e redime, occludendo,ogni scelta che appartiene all’individuo .
Nella negazione del “diritto_dovere”,in termini amorali,si annulla ogni profferire di una profetica profezia.
Ad ognuno il suo scegliere..
“L’io senza Limiti,e noi lo siamo originariamente.e restiamo sempre tali nel nostro intimo,è l’insopprimibile criminale dello Stato”1
I Principi generali
“Incompatibilita del giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata a partecipare al giudizio negli ulteriori gradi dello stesso,ed a prendere parte al giudizio di rinvio dopo l’annullamento o per revisione (art 34)”.
DECOMPONIBILE DECORSO:IN SCOMPOSIZIONE
Il decorso da un “decorrere”ai termini in un termine che è un tempo limite percorribile che decorre dal tempo che è “tempo limite”percorre e incorre nel ricorrere ai termini di “termine limite”.
Il termine decorso formula una terapia che è la cura nel decomporre di un termine.
La terapia è un termine nel decretare il decorso che è compimento in un confine teorizzato e composto.
La cura compone un confine nel decomprimere un tempo decorso e la terapia confinata tra teoria e composto.
“L’Art 24 comma 1.cost.afferma che “tutti possono agire in giudizio per la tutela dei Propri diritti ed interessi legittimi”.IL diritto alla tutela giurisdizionale”-Diritto processuale penale2
I mezzi di impugnazione sono tipici (tassatività dei mezzi di impugnazione):
il principio è enunciato nell’art 568,secondo tale norma
_La legge stabilisce i casi nei quali i provvedimenti del giudice sono soggetti ad impugnazione e ne determina il mezzo(cd.tassatività oggettiva).
_Sono sempre soggetti a ricorso per cassazione,quando non sono altrimenti impugnabilii provvedimenti con cui il giudice decide sulla libertà personale e le sentenze
_Il diritto di impugnazione spettano solo a colui al quale la legge espressamente lo conferisce(comma 3), (cd,tassatività soggettiva)
FONDAMENTO:PRINCIPIO:VERITA’
Il confine tra teoria e composto è la terapia che ripercorre il “confine”in un tempo decorso,composto tra decomposto e compimento.
Il decorso metodico porta a compimento una teoria che misura il valore decorso tra un tempo in”decremento” e un termine “decorrente”.
Il parametro di un valore è un valore in decomporre che percorre un confine tra terapia e cura e che termina il decremento deprecativo in un tempo con un termine decorrente.
La tipologia è la percorribilità del termine decorso in un equilibrio dato in un definito termine definibile e definitivamente “definito”.
Il porre un tempo definito tra un tempo percorso e definito in una definizione di percorribilità.
“Sono così:non riconoscendo nessun dovere.
cioè non legandomi né lasciandomi legare.
Se io non ho alcun dovere non conosco alcuna legge”.3
“Il principio del divieto del reformatio in peius al giudice dell’impugnazione è vietato di pronunciarsi in maniera più sfavorevole del primo giudice nei confronti dell’imputato quando solo questi abbia impugnato e non anche il PM(Art.597 comma 354).“
SILLOGISMO IMMEDIATO NEL MEDIATO
La definizione “percorso” è indivisibile in una frazione componibile nel tempo decorso, lungo un confine composto tra tempo decorso e termine decorrente nel passaggio dal limite che dà un confine alla percorribilità.
Confluisce un divergere tra il termine “percorso” e il percorrere un limite in cui il passaggio è dato dal praticabile decomporre.
L’articolazione esprime una meditazione in cui l’itinerario è porre il meditare il percorso “percorribile” in un temporaneo decretare di un tempo determinato dal meditare.
Il meditare fluisce entro i confini tra un tempo decorso e un termine in decremento in una decifrabile e indivisibile composizione tra terapia e cura.
“Appena l’uomo ebbe concepita l’idea che chi violava l’altrui diritto dove incontrare un male in punizione del suo fatto,fù necessità logica che il giudizio,nel suo senso obbiettivo,immediatamente sorgesse,cioè che si eseguissequella operazione intellettuale con cui accertatasi che taluno ha violato un diritto,se ne trae la conseguenza del male da irrogarsi al medesimo”.4
Convertibilità dell’impugnazione
Essa attiene a tre profili logicamente connessi:
_L’errata qualificazione data dalla parte impugnante al mezzo
di gravame proposto non è di ostacolo alla sua automatica conversione,ope legis,nel mezzo appropriato.
_L’impugnazione proposta ad un giudice incompetente si considera come validamente formulata innanzi al giudice competente cui gli atti devono essere trasmessi dal primo(Art 586,comma 5).
_Il ricorso si converte in appello quando contro la stessa sentenza vengono esperiti mezzi di impugnazione diversi poiché prevale l’esigenza di completezza della sequela dei gradi di giudizio (Art 580).La conversione del ricorso in appello è ammissibile ,però solo nel caso sussista la connessione di cui all’Art 12 c.c.p.”.
ASPORTAZIONE E RISOLUZIONE
Il prologo consequenziale è l’epilogo temporale conseguente alla consequenzialità. Preludio alla premessa in un profetico meditare proferendo un :”affinchè”:
Epilogo mediato tra meditazione e medicazione.
L’affermabile “epilogo” è prologo in un affermazione asservita a una consacrazione di una meditazione che aderisce alla mediazione tra prologo e epilogo.
Il profano profferire è analogo alla mediazione tra meditato e medicazione.
Consacrato in una identica medicazione analoga al finale premesso nel preludio profilato al tramite tra meditato e medicazione.
Congruente è la premessa tra preludio e finale mediato tra la meditazione e la mediazione e l’epilogo identico nel prologo premesso.
La proroga tra una medicazione premessa in un analogo prologo e la terapia logica.
La meditazione profetica profila l’essere consequenziale in un analoga mediazione tra terapia e cura.
Assimilabile nell’anteporre è il mediato profetizzare di una profana medicazione in una meditazione che è il finale della temporaneità congruente alla mediazione tra terapia e cura.
La medicazione è la dilazione tra un profferire proferibile in un analogo finale premesso in un preludio nel conseguente limbo “assimilato”.
La controfigura5 che si espone è un imposizione in una locuzione “imputato” di un tempo profetico.
La ricorrenza mediata tra mediazione e medicazione è comparabile alla locuzione “imputato”.
L’allocuzione consequenziale percorre il confine tra tempo limite e termine limitativo.
La controfigura incorre nel decorrere un andamento decorrente tra la mediazione “meditata” e la “meditata medicazione limitrofa in un tempo profetico.
L’allocuzione è “imputato” e penetra un tempo limite in un confine nei termini di un “termine limitato”.
Riedificato in un tempo limite la controfigura ripercorre la degenza nella mediazione tra meditato e medicazione in una temporanea cura.
La terapia è la controfigura riferibile in una degenza che attraversa un confine in cui il termine limite è un tempo limitato tra l’allocuzione “imputato” e l’assimilabile termine limitante.
Dedotto un “termine” lo identifica nella riedificazione che ha dato alla forma una struttura mediata tra la meditazione e la medicazione di un limbo temporaneo in un tempo nel profferire un esigenza di:amputazione.
“La chiamata è chiamata della cura.
L’esser-colpevole costituisce l’essere che noi chiamiamo cura.
Nello spaesamento l’esserci è in un rapporto originario con se stesso.
Lo spaesamento porta l’esserci in cospetto di quell’inequivocabile nullità che rientra nella possibilità del suo poter essere più proprio,poichè nell’esserci in quanto cura ne va del suo essere è dallo spaesamento che dell’esserci, chiama se-stesso,quale si-stesso effettivamente deietto per ridestarsi al suo poter-essere il richiamo è un richiamare indietro chiamando innanzi”.6
Ricorribilità immediata in cassazione
“In base al primo comma dell’art 56B,quando la parte interessata ravvisi nella sentenza vizi di legittimità,può esperire direttamente il ricorso in cassazione,soltanto il grado di appello (cd.ricorso per saltum,è necessario però che al diretto ricorso in cassazione aderiscano tutte le parti che abbiano già manifestato la volontà di avvalersi dell’appello (Art 569,comma )
SINTOMO DI UNA SINTOMATICA PROPOSIZIONE
La prognosi di una locuzione “imputato” è l’inserimento in un allineamento integro e indivisibile nel riconoscere l’identità della controfigura.
La movenza della controfigura esige l’allineamento nella locuzione “imputato”.
Nella premessa “premessa”,in una mediazione tra meditato e medicazione avviene l’identificazione della locuzione “imputato”.
La forma è integra,indivisibile in quanto è formata tra un tempo limite e un termine limitativo.
La controfigura riedifica la forma integra e indivisibile è inscindibile in un integrità strutturale confinata in un tempo limite di una temporaneità profetica e determinata da un “termine”:
Il decorso da una risoluzione al “tempo limite” che determinato da un “termine”,percorre un confine nella mediazione tra meditazione e medicazione di un limbo temporale.
Il termine è la deduzione della meditazione nell’approssimarsi della medicazione.
Percorso il “percorrere” l’allineamento della struttura della mediazione inasprisce la condotta della locuzione “imputato” e la prognosi deducendo il decorso come l’approssimarsi dell’epilogo premesso nel prologo da un segno distintivo dedotto dal deducibile essere ricorrente: l’amputazione.
La coesione è l’analogia nel dedurre il decorso del confine in un tempo limite e un termine limitativo.
La controfigura esprime l’esigenza di un confine tra tempo e limite in un termine.
Il confine è la locuzione “imputato” che dal passare al decorso,ora esprime chiari segni di identificazione struttura e forma in una allocuzione che è “mediato”:
Invocare in un immediato decorso.
Coeso tra identificazione struttura e forma,la controfigura essendo “forma strutturale” esprime la docile deduzione di un significato che corre parallelo lungo un confine tra tempo e limite.
-“Il Labirinto della colpa è il labirinto delle parole,è nei discorsi di questo “incolpevole “che si esprime il tentativo non tanto di attuare una determinata strategia difensiva,quanto di rimuovere la colpa dalla propria coscienza.Lo sviamento e nient’altro è il male e le parole sono appunto lo sviamento come Labirinto. È a questo punto che il tema del giudizio e quello della colpa risultano indissolubilmente intrecciati,tanto che l’uno non può essere compreso indipendentemente dall’altro. L’uno trova nell’altro il suo riflesso speculare”7.
Rinunciabilità dell’impugnazione
“In un processo di parti è naturale che esse possano rinunciare al gravame azionato cosi il PM presso il giudice ad quem,se non può sostituirsi al PM sottostante,può rinunciare al gravame azionato da quest’ultimo non appena il processo arriva in dibattimento o in camera di consiglio(Art 589). In tal caso l’impugnazione viene dichiarata inammissibile(Art 591,lett.d.)”.
ASSIOMA DECOMPOSTO
Il “Paragrafo premesso inoltra una dichiarazione in similitudine a un parametro nella locuzione “imputato”.
La dichiarazione declama e ricorre alla struttura della forma identificativa.
La digressione è il confine scandagliato alla ricerca di una forma strutturale che diviene e estende le sue fondamenta tra un tempo limite e un termine limitativo di un limbo in una temporaneità profetizzata.
La connessione tra una struttura identificativa e una forma strutturale si dipana ripiegandosi in parallelo dove la misura è la soglia in cui il termine è definito nella proposizione “controfigura”.
La procedura della struttura della forma identificativa intercorre il tempo limite nella misura di una proposizione nel profilare di una profilassi.
La mediazione tra meditato e medicazione definisce la forma strutturale fin dalle sue fondamenta in un finale proferibile nel preludio che decorre nel tempo limite alla ricerca del termine limitante profetizzato in un limbo consacrato.
La controfigura definisce la definizione “formazione strutturale”.
La terapia è la mediazione della cura nel decorso che è il preludio di un epilogo.
Il riflesso della struttura identificativa diviene la forma sintetica,del limbo temporaneo di un tempo profetico in una consacrazione temporale.
Lo schema riassuntivo è un simulacro in una invocazione che diviene la composizione della medicazione,in una scomposizione della profezia in una profilassi.
La misura proposta,è l’allinearsi nel percorrere un confine dove il decorso è limite e soggetto a un indivisibile procedimento di uno schema analogo al procedere,nel decorrere al preludio premesso in un finale con una invocazione,in un limbo dove la cerimonia è profetizzata in un’:amputazione.
“Le persone impreteribilmente necessarie al giudizio penale sono tre:accusatore reo giudice”.8
Titolari del potere di impugnazione
“Titolari in astratto del diritto di impugnazione sono le parti e cioè l’imputato (Art 571), P.M(Art 570), parte civile(Art 572).Tuttavia talora il diritto di impugnazione spetta anche a soggetti che non siano parti,casi:
_Alla revisione sono legittimati il prossimo congiunto del condannato (o l’erede in caso di morte).
_All’appello e al ricorso per cassazione è legittimato il querelante condannato alla spese o ai danni.
_Legittimati all’impugnazione sono anche il difensore,i genitori per i figli sottoposti alla loro potestà, il tutore per le persone soggette a tutela. Nel caso di imputato,anche se contumace il difensore è legittimato ad impugnare la sentenza(Art 571,c.3).
ANTINOMIA ALL’APICE DELLA COLLISIONE
Il decorso “premette” in una struttura indivisibile l’epilogo di un amputazione.
La consacrazione è la derivazione della controfigura in cui il segno è l’ideogramma che risale il confine tra un tempo limite e un termine limitativo nel Tempio della profezia.
Un incipit disgregante riduce il segno in una rappresentazione di una rappresentazione simbolica,tra un limbo temporaneo e una temporale cerimonia profetizzata.
Il simbolo immaginativo varca i confini tra tempo e limite alla ricerca dell’amputazione.
La forma esaminata torna a essere una mediazione tra meditato e medicazione.
La controfigura spinge verso il riflusso attraverso la consacrazione definitiva profetica in un limbo limitrofo.
La locuzione “imputato” trasmette al “quanto meno” l’allocuzione di “quantunque”.
Complementare alla struttura identificativa è l’intercalare della consacrazione che definisce il “quantomeno” dedotto dal “quantunque”.
Deducendo dal “quantunque” il “quantomeno” estrinseca il significato del segno intrinseco dentro la locuzione “imputato”.
La rappresentazione di una rappresentazione simbolica è il “quantunque” dedotto dal “quantomeno”.
La degenza ha un effetto di affezione speculare nel dedurre che il “quantomeno”sia sulla linea di rappresentazione di un allocuzione nel “quantunque”.
Il decorso è il simbolo immaginativo che varca i confini alla ricerca tra tempo e limite alla perlustrazione dell’amputazione,e trova la controfigura in un tempo profetico.
Il flusso che spinge verso una risoluzione passa attraverso il confine nel limbo tra tempo e limite.
L’affluire è la deduzione che la consacrazione dia un chiaro segno alla locuzione “imputato”che spinge verso la forma strutturata della controfigura nel profetizzare una temporale consacrazione.
La rappresentazione di una rappresentazione simbolica perviene alla locuzione “imputato”nel dipingere il segno come controfigura di un segno scomposto nella raffigurazione temporale di un amputazione.
La linea di trasmissione tra un locuzione e un segno è l’identificazione nella celebrazione profetica che ritorna a essere la rappresentazione della rappresentazione simbolica della degenza profferita,nella preminenza di un segno composto nello scomporre la deduzione di un profilo profetico.
Il riflusso è l’amputazione consacrata in un limbo del Tempio della profezia.
Diritto:
1°Agg”Che procede,che è fatto secondo un asse,una linea retta,senza piegare né da una parte né dall’altra”.
2°Sm “Di una cosa a due faccie,la faccia che si espone,perché più bella o per qualche motivo più significativa “.
3°Avv”Secondo una linea retta”.9
Impugnazione del contumace
“La recente legge n60,in attuazione di indicazioni comunitarie,ha ampliato le garanzie per consentire l’impugnazione delle sentenze contumaciali. Modificando l’Art 175 c.c.p.,è stato previsto che a sua richiesta l’imputato contumace è restituto nel termine per proporre l’mpugnazione,salvo che non sia provato che egli abbia avuto effettiva conoscenza del processo o del provvedimento(…). La novità rispetto alla previgente è nel fatto che non è più a carico dell’imputato l’onere di dimostrare che l’assenza del processo non è dipesa da sua colpa.”
CORRELAZIONE TRA RICONOSCENZA E RICORRENZA
Le fondamenta di una formazione strutturale che si collocano tra un tempo e un limite,hanno un definito ma elusivo principio in cui la base è il “collocarsi”:in un limbo temporale.
Un livellamento sintetico pone la materia delle basi sintomatiche nell’essenza “elusivo”ma con il principio “definito”.
Il riedificare nella causa la base di un “elusivo definito”,il principio è l’essenza che sta nella causa ricercata tra un tempo e un limite intrinseco alla consacrazione temporanea nel Tempio della profezia.
L’erigere le fondamenta di una formazione strutturale consegue la collocazione dell’essenza in un principio attraverso l’amputazione consacrata.
L’estrinsecazione della locuzione “imputato”,contiene nel principio di individuazione un fondamento che ha nella sua essenza la controfigura.
IL limite del principio è il passaggio tra una mediazione e una medicazione che diventa l’essenza nella consacrazione proferibile composta in una scomposizione decomposta in una struttura decomponibile.
Coerente nel riconoscere la consacrazione la controfigura ripercorre il flusso di una struttura sistematica allo scandaglio del principio e della sua essenza,ma ne disconosce i valori nella riconsiderazione del principio intrinseco al valore stesso.
Il riflusso che è un valore nel suo principio e nella sua sostanza da un valore all’essenza di una amputazione,consacrata con una forma decomposta ripercorrente.
Isolando da una parte un principio nell’essenza “struttura sistematica”e dall’altra l’essenza del principio “consacrazione”,la collocazione della controfigura è definita:
L’essenza nel principio di individuazione:in un affermabile profilare.
Il centro della base si dipana in un flusso constante che rifluisce nei rivoli della sua essenza alla ricerca di un limbo temporale del Tempio della profezia.
Sistematicamente i rivoli affluiscono e rifluiscono dentro e fuori,fuori e dentro,in un circolo continuo alla ricerca constante di una determinata esigenza di intreccio tra un principio con l’essenza in un “fine” e l’essenza del principio “mezzo”.
Il fine nel principio attraversa il mezzo nella sua essenza:
Amputazione consacrata composta in un scomponibile flusso di una cerimonia decomposta.
“Essa va correttamente inteso per non ingenerare equivoci.
Quando si afferma che accusa e difesa nel nuovo processo penale stanno sullo stesso piano(e ciò anche nella distribuzione dei posti in udienza :cfr art 146 disp att)si intende riferire appunto alla fase processuale,quando cioè il confronto fra PM e imputato si svolge davanti al giudice”.10
Inammissibilità (Termini di impugnazione)
“Alla presentazione fuori termine dell’impugnazione consegue la declaratoria della sua inammissibilità.In particolare sono cause di inammissibilità dell’impugnazione:
A)Mancanza di legittimazione o di interesse a impugnare.
B)La non impugnabilità del provvedmento(principio di tassatività).
C)Il mancato rispetto delle forme e termini per impugnare (Art 581,582,583,585.586)
D)In caso di rinuncia presentata ai sensi dell’Art 589
INVOCATIVO
L’invocare un principio con la sua essenza in una cerimonia fatale,è l’esprimersi attraverso un enfatico dogma in una forma strutturale tra il limbo e la decomposizione percorsa nel comprimere la devozione dedotta nel decorrere dell’invocazione.
La diramazione è un equilibrato imprimere alla formale struttura una sintesi del decorso che amplia i termini di condotta nei chiari segni di una cerimonia fatale che colloca la locuzione “imputato”al centro di una rappresentazione di una rappresentazione simbolica.
L’esprimersi dei segni chiarificatori fa emergere dalla locuzione imputato un amorfa forma della controfigura,che è un limbo temporale composto in una forma scomposta tra “decomporre” e “decomposizione”.
L’essenza del nucleo della forma imprime un segno che progredisce e intensifica al crescere dell’inizio della cerimonia fatale nel Tempio della profezia.
Il compimento della cerimonia è l’inizio informe e amorfo del segno chiarificatore che è l’essenza focale del nucleo della forma strutturata nella controfigura,composta e forma scomponibile di un limbo temporale profetizzato.
L’essere del nucleo cresce e incorre tra spiragli di risoluzione di contatto formativo e occlusione negli anfratti percorribili non definiti.
Inserito in un preludio al principio di individuazione:
Composto nel decorrere di una temporale cerimonia profferita in una profanazione.
Più cresce e si intensifica il segno chiarificatore e meno la locuzione “imputato”determina i segni profetici composti in un significanza di raccordi intercorsi tra la scomposizione e il comporre linee guida nella profezia tra una terapia e una cura.
Il nucleo della struttura identificativa emerge e erige nel compimento del suo potere e limita gli spiragli,ne prende in un crescendo l’essenza e il principio stabilisce la “definitività” della materia informe e amorfa in una risoluzione di un amputazione,consacrata e profetica.
“Ciò che non ha più la forma dell’atto del puro lasciar vedere,ma che,per mostrare,ricorre sempre a qualcos’altro e lascia così vedere qualcosa in quanto qualcosa,assume,con questa struttura sintetica,la possibilità del comprimento.
La “verità del giudizio”,comunque non è il contrario di questo coprire cioè un fenomeno di verità che ha un fondamento derivato per più aspetti.Realismo e idealismo falliscono nella medesima misura.”11
Il C.D.Appello incidentale
“Una particolare menzione merita,il c.d. appello incidentale(Art 595),che è proponibile tutte le volte in cui una parte che non si è avvalsa dell’impugnazione, decidendo quindi dalla relativa facoltà,si trovi di fronte all’appello proposto dall’altra parte nel termine che tuttavia conserva sue precise peculiarità,costuite dal fatto che la parte autorizzata a valersi dell’appello incidentale proprio perché agisce a seguito dell’ impugnazione di altra parte, resta in qualche modo legata alle sorti di tale appello.
AFLUSSO DEL CULTO INVOCATIVO IN UN SUFFISSO ANESTETIZZATO
Il nucleo della struttura identificativa misura il principio e l’essenza dei segni chiarificatori e li richiama,li spinge a un propizio quanto infausto evento,profetico.
Al centro della cerimonia fatale la rappresentazione della rappresentazione simbolica induce in attrazione nel flusso di “cerchi concentrici” che cingono la struttura identificativa in cui gli spiragli alimentano la materia delle fondamenta della struttura stessa.
L’essenza del principio degli spiragli ha innumerevoli breccie dove si esce e si tenta di uscire entrando,in un limbo composto in una scomposta predicazione e un “predicato “limbo.
La forma strutturata della controfigura esamina e intravede gli spiragli ma identifica solo il principio e non l’essenza che è la temporanea visione dove l’afflusso è il formativo occludere il tempo_spazio_limite.
Il nucleo della struttura identificativa assorbe gli afflussi della controfigura esprimendo un invocazione richiesta in un prefisso:L’amputazione.
La reciprocità tra forma e struttura inibisce i principi identificativi anche se i segni chiarificatori esprimono l’essere “essenza”del substrato della locuzione “imputato”.
La marginale deducibilità in quanto significante risale il reflusso al confine tra tempo e termine allineati e indotti da limitante e limitativo,composti in una decomposta affermazione di una formativa occlusione della procedura nel Tempio della profezia.
Al “centro” della cerimonia della consacrazione profetica,la controfigura esprime i principi e l’essenza della consacrazione all’essenza stessa della controfigura:la locuzione “imputato”.
L’annodare i segni chiarificatori della struttura identificativa da all’essenza della controfigura la comparazione nel confronto del suo principio:
Forma strutturata.
L’essere assente è l’estrinsecazione con un codice e un accesso.
La locuzione “imputato”nel risalire un confine tra tempo e termine trova le sue fondamenta della struttura in un limite “limitante”,composto nel decorso di una temporale forma scomposta in una trasfigurazione corrente.
Il codice traspone intorno al confine della struttura e nei suoi innumerevoli interstizi.
La locuzione “imputato”ricerca nel principio dell’essenza della controfigura il codice con l’accesso,nel Tempio della profezia in una cerimonia immanente.
L’essere assente nella locuzione “imputato”diverge nel confluire con codice e accesso in una coesistenza tra un tempo e un termine, in un limbo percorso nella composta forma della decorrenza scomposta.
Gli effetti sono adombrati ed elusi dai” cerchi concentrici” che sono i confini di innumerevoli rappresentazioni di rappresentazioni simboliche che imprimono,estendendo il significato della cerimonia fatale dove l’essenza della controfigura è il principio della locuzione “imputato”.
L’essenza della locuzione “imputato”è l’essenza in un principio di una controfigura,che è il limbo che decorre un temporale percorso alla ricerca della trasposizione della decorrente cerimonia nel Tempio della profezia.
“Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia,e tutte queste cose vi sarannò date in aggiunta. Non affondatevi dunque per il domani,perché il domani avrà già le sue inquietitudini.A ciascun giorno basta la sua pena “.12
Rito camerale e “patteggiamento”in appello
L’esigenza di semplificare e,quindi accelerale il corso del giudizio di Impugnazione si rispecchia nella previsione del rito camerale accanto a quello dibattimentale. Il rito camerale oltre che più agile e snello e anche più garantista per quanto attiene alla difesa dell’imputato. Infatti il contraddittorio è meramente eventuale. La scelta del rito camerale,anziché del dibattimento,è imposta dalla legge quando l’appello ha esclusivamente per oggetto la specie o la misura della pena,o l’applicabilità delle attenuanti generiche,di sanzioni sostitutive,della condizionale o della non menzione.
METAMORFOSI
L’approssimarsi della funzione celebrativa da alla locuzione “imputato” una possibile ma opinabile visione della forma strutturale collocata in un confine dove il limite è il tempo in un termine limitante in quanto confine in cui si colloca una struttura identificativa .
La forma è nelle fondamenta dove il principio è l’essenza è “tempo”,e l’essenza del principio è “limite”:
Limbo percorso in una temporanea forma in un tempo con un termine.
La ricerca di un codice e un accesso,avvicina,rende la locuzione “imputato”al principio di una controfigura, la sua essenza,che è “limbo” nel decorrere della decomposizione.
La disposizione in un complesso di norme procedurali induce e riduce,ottunde e manipola la forma strutturale e ne amplia le “ipotesi”,che esprimono la parabola richiesta in un immanenza profetica.
Nel proporre un principio e un essenza alla ricerca di un codice e un accesso,la cerimonia e la funzione hanno nell’ipotesi la conseguenza della forma strutturale.
In un frangente,in un “modo” imprevisto emerge il principio dell’essenza della locuzione”imputato”.
La controfigura pone interrogativi(?),in una miriade di interpretabili allusioni nel porre un ipotesi,tra un “imperativo” imperfetto e un composto determinato.
“Interprete” è la cerimonia fatale in cui il nucleo è la rappresentazione della rappresentazione simbolica,composta nella forma decomposta tra essenza nella ricerca e fatale forma nel profferire di un termine invocato tra la terapia e la cura.
L’itinerario percorso riduce a semplici premesse in una disposizione organica degli interrogativi proposti:
L’epilogo è un prologo premesso.
La controfigura in quanto essenza del principio d1 individuazione della locuzione imputato poneinterrogativi(?)riemergendo nelle trasposizioni della forma strutturale.
L’agente patogeno induce nessi trasmettitori nel celare la moltitudine di ipotesi.
La controfigura si eclissa,espone,”esprimendolo”(in un termine espressivo)nel principio della sua essenza.
Determinate limitate ipotesi,in un canalizzatore che imprime,l’essenza dell'”ipotesi”, condotta in un limbo di una forma temporale tra decomposizione e trasposizione.
Ora emerge(struttura e ipotesi?,struttura è “ipotesi”),in un altro caso si eclissa ma rimane il principio d1 individuazione della locuzione “imputato.”.
Espone,impone e imprime nell’esporre linee marginali del suo principio di individuazione della locuzione imputato consegue come essenza(ipotesie struttura?,ipotesi è “struttura”).
La funzione celebrativa estende il percorso in un attribuzione di devozione, alla ricerca del confine tra tempo e termine dove la struttura identificativa ha le sue fondamenta,composte e decomposte in una forma scomponibile .
“L’azione penale altro non è che lo esercizio delle attività che compete al diritto per la propria rivendicazione:
e questa attività per legge di sua natura deve durare in tutta la sua pienezza finchè non ha raggiunto il suo fine”.13
“Se l’appellante è l’mputato e non anche il PM,nella decisione il giudice incontra il limite del divieto della reformatio in pejus, sicchè in tema di affermazione di colpevolezza e di applicazioni di sanzioni può operare solo a favore dell’imputato .
Pertanto,se non ha anche appellato anche il PM,il giudice non può aumentare la pena,applicare misure di sicurezza nuove o più gravi: prosciogliere l’imputato con formula meno favorevole:revocare benefici
ELEMENTO STRUTTURALE IN PLANITUDINE
L’Intercalare in una cerimonia fatale ripercorre i segni chiarificatori,in un moto progammatico di un estesa compenetrazione nel profferire del preludio al prologo della consacrazione.
La locuzione “imputato”pone verso la cerimonia fatale nell’immanenza della consacrazione.
Al “centro” è presente(essente e essenza)la rappresentazione della rappresentazione simbolica che esprime il messaggio del principio dell’essenza della controfigura.
I “cerchi concentrici” rafforzano,in un intuizione di movimenti, i confini nell’approssimarsi del preludio all’epilogo,in un analogo complemento d1 similitudine tra prologo e epilogo,tra limbo temporale e decomposta allusione della funzione celebrativa nel tempio della profezia.
La locuzione “imputato”è a contatto dell’essenza del principio di una controfigura in una trasposizione posta al reversibile preludio:
La controfigura è l’essenza stessa del pincipio e dell’essenza della locuzione “imputato”.
Un percorso parallelo in cui la trasfigurazione dell’essenza confonde diverge e inibisce la locuzione e la controfigura,assomandosi in un assimilabile forza dove l’uno e l’alterego dell’altra.
La controfigura vuole pretende e imprime nella locuzione”imputato” i significati dei segni chiarificatori con un codice e un accesso,parafrasando il significato nel limbo nella forma composta di una profezia.
La struttura identificativa ora risiede al “centro” di una cerimonia fatale,è visibile ora in maniera percettiva,esprime i segni chiarificatori nell’essenza di una rappresentazione di una rappresentazione simbolica nell’immanenza dell’approssimarsi della profezia.
La controfigura protende(o pretende?)verso i codici,e li esprime in una marginale ma complessa procedura nel principio di individuazione all’allocuzione “imputato”.
Con l’accesso le due parti si scindono e si fondano in un circolo continuo dove la controfigura è l’alterego della locuz1one “imputato”.
La struttura è identificata:
Ha inizio il preludio al prologo premesso,composto in una scomposizione del limbo decomposto.
La cerimonia è mediata in una meditazione e in una medicazione.
Il nucleo è la rappresentazione della rappresentazione simbolica che perviene e fonde il principio e l’essenza tra locuzione e controfigura:
La degenza inoltra l’allusione:amputazione.
“E ricordisi che si deve riconoscere la origine del giure penale non nella necessità della difesa sociale,ma nella necessità della difesa del diritto”.14
Sentenza
A)Inammisibilità
“Viene generalmente proununciata in camera di consiglio su richiesta del procuratore generale della stessa corte.
Essa costituisce una sanzione determinata dalla violazione di norme Procedurali(motivi non consentiti manifestamente infondati,inosservanza,e forme per impugnare),ovvero della inesistenza di presupposti soggettivi od oggettivi)difetto d1 legittimazione ad impugnare, rinuncia al ricorso non ricorribilità del provved1mento),(Art 591.606.comma 3.615 comma 2).
RECONDITO IN UNA PARABOLA
B)Rigetto
“Esso si verifica quando il ricorso sia infondato,nel senso che i motivi dedotti,pur non apparendo manifestamente inconstitenti,si rilevino tali dopo la valutazione del giudice”.
CALCOLABILE IN UN AFFERMAZIONE
C)Rettificazione
“Essa risponde ad una esistenza di conservazione della decisione impugnata che si verifica tutte le volte in cui errori di diritto d1 indicazione di testi normativi inficiano la decisione,ma non la sua esattezza(errori di denominazione,di computo della pena.etc..che possono essere eliminati senza comportare valutazioni discrezionali,spettante al giudice di merito)”.
RE!F!CAZ!ONE
D)Annullamento senza rinvio
“L’annullamento senza rinvio consiste nella cassazione della sentenza nella sua interezza(in talune parti,con definizione del processo)in caso di annullamento paziale,la parte non annunciata diventa definitiva:art( 624).Esso implica come appare evidente,la superfluità del rinvio,sia perché esaurisce il Thema decidendum adottabili dalla stessa corte”.
ESEQUIE DELL’INCOLPABILE
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Note:
1″Parte seconda “IO” “L’Unico e la sua proprietà” Max Stirner
2IL diritto alla tutela giurisdizionale”-Diritto processuale penale
3″Seconda parte” “IO” “L’Unico e la sua proprietà” Max Stirner
4″Origine storica del giudizio penale”.
5Chi sostituisce un attore in scene pericolose o in cui si richiede un’abilità specifica 2 estens. Persona che somiglia molto a un’altra
6″Comprensione del richiamo e colpa” “Essere e Tempo”.M.Heidegger
7Nel labirinto della colpa” introduzione a “Il processo” F.Masini
8″Condizioni essenziali del giudizio penale”.
9″Dizionario della lingua ita..Ano”(Orifizio terminale dell’intestino retto da cui vengono espulse le feci)
10Principio di parità fra accusa e difesa” “Diritto processuale penale”
11″IL concetto di logos” “Essere e Tempo”M.Heidegger
12(Matteo.6.33-34).
13″Opuscoli di diritto criminale”.
14″Origine filosofica del giudizio penale”.