tratto da http://informa-azione.info/torino_lettera_di_alessio
Riceviamo e diffondiamo:
La data è relativa a quando è stata scritta.
10/02/2012
La mia corrispondenza è bloccata. Sono sottoposto a censura, ex art. 18 ter, quindi le mie missive dovrebbero essere controllate e poi spedite. Ma ciò non avviene.
Ho cominciato a spedire lettere il primo giorno di carcerazione, il 24 gennaio quindi, ed al 10 febbraio queste missive sono ancora bloccate. Credono i cani da guardia di poter così isolare un individuo. Tutti gli inutili arroganti che gestiscono anche una sola briciola di potere ipotizzano che le idee, la passione e il desiderio della rivolta possano essere spenti una volta che si viene reclusi ed i legami di reciprocità e solidarietà con chi è fuori vengono rallentati.
Io credo che anche completamente isolato non sarò mai solo.
Porto con me il coraggio, la determinazione e i sacrifici di tutti i compagni e le compagne che mi hanno preceduto sul sentiero della rivolta. Ho ripercorso i loro passi e sono intenzionato con tutta la forza del mio essere ad attaccare questo esistente di sottomissione e umiliazione quotidiana. Nella mia vita sono accorso ovunque ho creduto di poter contrastare l’autorità. L’ho fatto con il mio metodo, costruendomi le mie complicità e quando non ne ho trovate ho fatto da me. Ho avuto la fortuna di viaggiare molto. Tante lingue, tanti individui diversi incontrati sulla via. Ovunque però lo stesso dolore, la stessa fatica, la stessa vessazione. Una maledizione chiamata Stato, un’ingiuria chiamata Capitale. Entrambe sputi in faccia alla dignità degli individui.
Ho deciso allora di non aspettare né tempi maturi, né numeri maggiori. So che non c’è tempo migliore per rivoltarsi che l’oggi, so che non serve nient’altro ad un individuo che la perizia delle sue braccia e la dignità delle proprie idee. Ho praticato quindi l’azione diretta ed ogni volta il mio cuore ha battuto più forte, ogni volta fissando negli occhi i nemici della vita, mi sono detto non è abbastanza, è ancora troppo poco. Ed è veramente così, ancora non hanno pagato nulla. Ed anche dovessero iniziare a farlo, non sarà mai abbastanza.
E’ ora che la passione di ognuno ed ognuna di noi esploda, cerchiamo uomini e donne affini, osserviamo il nemico. Ed una volta pronti andiamo all’assalto. Nonostante il dispiego abnorme di uomini, mezzi e tecnologie repressive ancora in questo mondo camminano spettri di carne e ossa che non si arrenderanno. Quale che sia il rischio, quale che sia il prezzo che il potere ci chiederà.
Ho avuto il privilegio di conoscere uomini e donne che dopo 20 o 30 anni di carcere, una volta usciti si sono rimboccati le maniche e con un sorriso hanno ripreso fuori il loro posto di combattimento. Hanno passato la loro vita nel pieno della tempesta, continuando a dare il loro contributo prezioso.
Spero si evinca da queste righe l’ammirazione e la profonda gratitudine che provo per questi individui, per questi compagni.
E non mi darò pace fino a quando non rimarrà nulla delle istituzioni e delle proprietà dei ricchi.
Questo esistente deve essere sovvertito e non c’è modo migliore che iniziare a sovvertirlo.
Dal carcere de “Le Vallette”
Alessio Del Sordo – Anarchico