Blog incontro anti TAV a Barcellona

tratto da: http://jornadasnotav.wordpress.com/

Incontro contro l’alta velocità e la società che la sostiene.
Esperienze e prospettive a proposito delle lotte contro il TAV nell’Europa del Capitale

Diceva Gunther Anders, pensatore e lottatore antinucleare, che la merce ed i prodotti non sono semplici “strumenti” attraverso i quali soddisfare delle necessità, bensì “decisioni previe” che ci impongono la necessità di sempre più numerose e nuove mercanzie.
Si tratta di un meccanismo molto simile all’estorsione: veniamo obbligati a realizzare delle attività (ad esempio comprare) attraverso l’intimidazione (“questo prodotto è assolutamente necessario!”), per ottenere un qualche tipo di beneficio.
Il Treno dell’Alta Velocità in questo senso è un caso esemplare: al contrario di quello che ci vorrebbero vendere, non si tratta di un mezzo di trasporto che ci porterà più rapidamente da una parte all’altra, bensì di un modello di società che ci si presenta non solo come desiderabile ma anche come l’unico possibile.
Ed è questo modello che è insito nella natura propria del TAV:  la continua mobilità delle persone e delle merci, l’accelerazione dei flussi del capitale e le necessità che impone il mercato mondiale per perpetrare il circuito di scambio generalizzato, devono essere realizzate a qualsiasi costo.
Sotto questa prospettiva si pretende che l’impatto sociale, il deterioramento ecologico irreversibile e la aberrazione tecnologica che suppongono la costruzione di tale infrastruttura,  siano percepite come inevitabili danni collaterali del progresso. Il treno ad alta velocità non è altra cosa che un modello in scala dei mali del mondo in cui viviamo.
Nonostante tutto questo (o chissà proprio per questo), la opposizione che ha generato la costruzione del TAV in diversi luoghi dell’Europa, ha messo a nudo la verità nascosta dietro gli sfarzi dello sviluppo economico ed il progresso tecnologico che rivestono questa infrastruttura.
Tale rifiuto è stato marcato da una grande diversità di forme organizzative, come la rete di assemblee contro il TAV in Euskal Herria o i Comitati di Lotta Popolare No Tav del nord Italia, che a loro volta si sono serviti di una nutrita tipologia di pratiche, dal sabotaggio fino  alla disobbedienza civile, passando per la creazione di “zone libere” in Val di Susa. La eterogeneità del movimento, la idiosincrasia di ciascun luogo e la geografia di ciascun terreno, hanno dato luogo a una interminabile successione di situazioni ed esperienze politiche.
Con queste giornate pretendiamo mettere in comune tutte queste esperienze di lotte, le potenzialità, limiti e prospettive e, infine, aprire uno spazio per il dibattito e lo scambio di esperienze, con l’obbiettivo di raccogliere da altri luoghi, nelle nostre future (e presenti) opposizioni, il piacere della resistenza. 

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