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# cenere
Nella notte di lunedì 10 ottobre, le finestre del Bristol Magistrates Court sono state distrutte ed è stato scritto “CONTRATTACCO” sul fronte dell’edificio. Nella notte di martedì 11 ottobre, le finestre del Bristol Civil Justice Centre sono state rotte.
Uno dei molti motivi per i quali sono stati attaccati questi edifici è la solidarietà con la gente accusata dopo gli scontri. Questi attacchi sono parte della lotta contro il potere, una lotta che è esplosa di nuovo ad Agosto quando la gente ha combattuto la polizia ed ha attaccato caserme, volanti e tribunali cosi come tanto altro.
Ora lo stato sta cercando di fare un esempio della piccola percentuale di ribelli che è riuscito a catturare – e sta minacciando punizioni collettive di famiglie e abitanti. Le falle stanno mostrando nel mito del democratico consenso sociale come l’autorità, sotto attacco, ripieghi sulla nuda forza. Stanno cercando di spaventare il resto di noi per riportarci alla quieta obbedienza– ma non sta funzionando.
Dovrebbe essere ovvio che adesso non stiamo agendo al fine di chiedere qualche tipo di riforma, qualche più “giusto” rimpiazzo – o qualcos’altro – all’interno di questa società democratica. I confini della democrazia sono fatti di violenti attacchi razziali, economici, sociali, sessuali e strutture governative. Polizia, tribunali e prigioni sono solo una parte di ciò. La “Giustizia” ha sempre mantenuto le gerarchie e le disuguaglianze tramite la forza. Il ricco si evita sempre lo schifo mentre il povero viene punito per la più piccola trasgressione.
Attacchi materiali come questi sono solo una parte della lotta per la libertà, che siano fatti con gioia collettiva da un gruppo di sconosciuti o tranquillamente nella notte da un piccolo gruppo di amici. Allo stesso tempo, lottiamo per rovesciare le gerarchie interne e i poliziotti nelle nostre menti. Fare di più è possibile.
Questa azione è stata fatta pensando a N. Maziotis, P. Roupa, K. Gournas, C. Kortesis, V. Stathopoulos, S. Nikitopoulos e M. Beraha, sotto processo ad Ottobre, accusati per la partecipazione all’esemplare contributo di Lotta Rivoluzionaria all’interno dei fuochi che bruciano ad Atene da tanti anni con parole e fatti: la nostra lotta è una. Solidarietà con gli accusati che ancora sono liberi e con ogni combattente sociale costretto alla clandestinità – restate liberi e combattenti! Il potere non ha vinto.
Nulla è finito, tutto è iniziato.
Fronte Rivoluzionario Internazionale – alcuni partecipanti di Bristol