fonte: it.contrainfo.espiv.net
Il 7 luglio 2011, qui nelle carceri di Larissa, dove sono detenuto e condannato per una rapina in banca, mi è stato notificato un nuovo mandato di detenzione per un’altra rapina in una banca a Cefalonia del luglio 2009.
Devo semplicemente ricordare che il tentativo delle autorità di perseguire penalmente me o Alfredo Bonanno riguardo questa rapina risale esattamente al lontano mese di febbraio 2010, quando entrambi eravamo tenuti in detenzione preventiva per la rapina della Banca del Pireo in Trikala.
Era chiaro sia a me che a Bonanno che la precisa orchestrazione da parte delle autorità inquirenti aveva lo scopo di creare delle condizioni negative , soprattutto in vista dell’imminente udienza per la richiesta di rilascio di Bonanno per gravi problemi di salute.
Infatti, nel febbraio 2010, la particolare manipolazione persecutoria fu incanalata in modo appropriato su tutti i mezzi di comunicazione, indicando il nome di Bonanno come autore di quel furto con me come suo complice.
Nonostante le palesi menzogne che furono pubblicate contro di noi, l’obiettivo delle autorità di persecuzione penale finalmente era stato raggiunto,ostacolare cioè il rilascio di Bonanno per gravi motivi di salute.
Tutto è stato dimenticato in relazione a questo incidente del febbraio 2010, come se nulla fosse successo; e improvvisamente (dopo un anno e mezzo) mi è stato notificato qui a Larissa, come ho già detto, un mandato di detenzione con l’accusa per questa specifica rapina.
Dalla lettura del fascicolo, che è giunto nelle mie mani dopo un’avventura, divenne presto chiaro che questa è chiaramente una manipolazione repressiva da parte degli enti locali delle forze dell’ordine, molto probabilmente assistiti da altri apparati per sbarazzarsi del caso irrisolto della rapina in banca a Cefalonia, accusandomi chiaramente del fatto, dato che il loro tentativo di coinvolgere Bonanno, in questo caso è stato più che ridicolo.
In realtà hanno ordinato, a mie spese, un’ulteriore detenzione preventiva che praticamente mi impedisce di ottenere un permesso temporaneo ,di cui ho già diritto ai sensi del codice penale, dal momento che ho scontato più di 1/5 della mia condanna. E lo fanno assolutamente senza nessuna prova seria contro di me, avendo anche orchestrato un falso sostanziale delle presunte prove che naturalmente li ha tenuti occupati un anno e mezzo intero. Questo spiega certamente il motivo per cui improvvisamente si sono di nuovo ricordati di me.
In ultima analisi è più che chiaro che il nuovo tentativo di associare me o Bonanno a questo caso specifico è basato esclusivamente sulla premessa da parte delle autorità di perseguimento penale che, una volta dimostrato di avere commesso una rapina in una banca a Trikala, noi si abbia sicuramente commesso di più, ma senza avere le prove necessarie contro di noi.
Diventa evidente come questa manipolazione persecutoria nei miei confronti sia destinata ad influenzare negativamente le condizioni in vista dello svolgimento del mio appello sul caso della rapina di Trikala del prossimo febbraio, ed hanno come obiettivo finale quello di tenermi in carcere per il più lungo tempo possibile.
Ho quindi bisogno di denunciare pubblicamente questi procedimenti fatti da parte delle autorità di perseguimento penale a spese mie e di Bonanno, perché in fondo – come evidenziato anche dalla breve storia dello svilupparsi del caso che ho citato sopra – la vera e unica ragione della nostra continua accusa è il fatto che entrambi siamo anarchici e rivoluzionari.
Christos Stratigopoulos
Ala dei lavoratori, carceri giudiziarie di Larissa [Dikastikes filakes Larissas], 41001 Larissa, Grecia
fonte: athens.indymedia.org (21 Settembre 2011)