Londra – Manifestazione di solidarietà a Luciano Pitronello “Tortuga” all’ambasciata cilena


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trad. tomo

 

Oggi, 22 settembre 2011, un gruppo di compagni ha fatto visita all’ambasciata cilena a Londra in solidarietà con Luciano “Tortuga” Pitronello, nel giorno in cui sarebbe dovuto apparire in tribunale per essere formalmente accusato riguardo all’attacco contro una banca a Santiago nel quale è stato seriamente ferito.

Un lungo striscione è stato immediatamente srotolato fuori dall’ambasciata mentre altri compagni hanno provato ad entrare. I funzionari dell’ambasciata hanno rifiutato di aprire la porta e in qualche secondo si è potuto sentire il rumore delle sirene. Sono arrivati cinque sbirri motorizzati, seguiti poco dopo da una macchina rossa con speciali sbirri armati. Tutti nel piccolo gruppo sono rimasti ai loro posti, gridando “LIBERTA’ PER LUCIANO PITRONELLO; TUTTI GLI STATI SONO TERRORISTI; GIU’ LE MANI DALLA TERRA MAPUCHE”

Questo ha attirato l’attenzione di vicini, lavoratori edili e passanti, la maggior parte dei quali era curiosa di sapere chi fosse Luciano e perché fossimo lì. Molti hanno preso i volantini e li hanno effettivamente letti, più di qualche augurio di “buona fortuna”!

Come se ne sono andati, i compagni hanno continuato a mostrare lo striscione, camminando (seguiti dagli sbirri in motocicletta) lungo le strade che ospitano alcune delle più grandi mafie del pianeta e i loro scagnozzi – Buckingham Palace, Scotland Yard, il Parlamento, Westminster Abbey, ecc. ecc. Alcuni turisti hanno scattato foto dello striscioni e preso volantini.

Saluti, Luciano, da alcuni spiriti ribelli di Londra, e anche da alcuni stranieri che per un momento hanno scosso la loro routine quotidiana. La tua forza e il tuo coraggio sono l’ispirazione e l’istigazione.

Avanti tutti! E con le armi e il cuore, la spada e la penna, il pugnale e la pistola, ironia e l’imprecazione, il furto, l’avvelenamento e l’incendio, facciamo… la guerra alla società!…” (Dejacque)

IL VOLANTINO DISTRIBUITO OGGI:

DALLA DITTATURA DI PINOCHET ALLA DEMOCRAZIA DI PIÑERA

In tutto il mondo i giovani stanno combattendo per le loro vite, il loro futuro. Sono nati in una realtà che non può più nascondere l’imponente abisso tra la minoranza attiva nel depredare le risorse del pianeta e le grandi masse che sono costrette a pagare per la vorace avidità e le conseguenze dei relativi investimenti e procedure bancarie.

Tutto questo si è svolto nel contesto della democrazia, della sua retorica, delle esortazioni morali e dell’inganno quotidiano dei media volti a perpetuare questo imbroglio.

Le persone subiscono un lavaggio del cervello nell’accettare l’integrazione e la collaborazione in questa “società” come unica prospettiva possibile di vita, mentre allo stesso tempo, dovuto ai veri bisogni del meccanismo del capitale post-industriale, sono esclusi dal fare ciò dalla scuola in poi.

In Cile questo processo è sotto l’attenzione del mondo intero grazie alle massicce proteste che hanno avuto luogo nei recenti mesi e che vanno avanti tutt’ora. Tutti conoscono la spietata dittatura di Pinochet e sono felici e sollevati al pensiero che in Cile, come nelle altre ex-dittature dell’America Latina, si siano ora ben stabilite democrazie. Ma il popolo cileno non è più preparato a soffrire questa nuova forma di oppressione in silenzio. Il popolo Mapuche ha combattuto senza sosta contro il furto della loro terra e lo sfruttamento delle sue risorse per alimentare il capitale internazionale. Dal 2004 l’azione anarchica e antiautoritaria è cresciuta in maniera esplosiva, nelle strade, nei quartieri e nelle università, mostrando il rifiuto dell’autorità, dello Stato e del Capitalismo. Nei recenti mesi studenti di università e scuole hanno occupato i loro istituti e sono scesi nelle strade nel tentativo di rovesciare anni di politiche educative neo-liberali come la privatizzazione di massa e i massicci tagli dei budget educativi. Nelle lotte che si sono estese dagli insegnanti agli alunni e studenti è stata provata ogni sorta di tattica accanto alle dimostrazioni di massa nelle strade nelle quali sono stati uccisi due giovani dalla polizia. Ci sono stati massicci arresti e un enorme supporto pubblico per i manifestanti, incluso lo sbattere di padelle e pentole dai residenti di Santiago.

In questo contesto molti gruppi diversi hanno deciso di passare all’offensiva attaccando banche, stazioni di polizia, chiese, centri commerciali e altre strutture di oppressione e sfruttamento. Così facendo riconoscono chi sono i veri nemici e dove si nascondono, a volte entrando audacemente nel labirinto-panopticon urbano per colpirli, per poi solo scomparire nella notte. Questi piccoli attacchi sono attentamente pianificati a non colpire o ferire nessuno, solo a danneggiare le strutture del potere.

Ma una gelida mattina del mese di maggio 2009, un giovane anarchico, Mauricio Morales, è stato ucciso quando la carica esplosiva che stava portando gli è scoppiata tra le mani. In seguito alla sua morte che è stata grottescamente sfruttata dai media, la polizia ha invaso ciò che lo circondava e la cerchia di compagni. Dopo anni di indagini i diversi organismi di polizia sono stati incapaci di trovare le persone responsabili per gli attacchi. Hanno avuto la loro vendetta attaccando 14 persone e accusandole di formazione di associazione illecita terrorista e di aver eseguito la maggior parte di questi attacchi in un sensazionale caso supportato dai media, il “Caso Bombas”, che si sta visibilmente sgretolando dopo la continua lotta degli accusati e dei loro compagni.

Malgrado un tale tentativo delle forze di repressione di mettere a tacere queste forme di lotta, ci sono ancora coloro che usano tutti gli strumenti possibili per combattere contro il potere.

Tristemente, l’1 giugno 2011, un terribile incidente macchia una nuova data del calendario col sangue. In quella fredda alba il compagno anarchico Luciano Pitronello, 22 anni, subisce il terribile impatto dell’onda d’urto di una bomba artigianale piazzata in una banca.

Luciano è gravemente ferito. La sua mano destra e tre dita della sinistra sono state amputate. I suoi occhi sono seriamente danneggiati e può distinguere solo forme indistinte. Il suo udito è stato danneggiato ed il suo corpo è stato sottoposto a dozzine di innesti epidermici. Lui continua a lottare, spingendo il suo corpo a guarire e affrontare le conseguenze morali e giuridiche.

Infatti oggi, 22 settembre 2011 (data rinviata al 22 novembre 2011 per l’instabile situazione fisica che il compagno sta affrontando), Luciano (Tortuga), affronterà la formalizzazione delle accuse contro di lui di fronte ai giudici cileni. Ancora convalescente dalle sue ferite e indossando abiti speciali per le bruciature, Luciano dovrà apparire prima in una stanza affollata non solo da giudici, avvocati e polizia, ma anche da giornalisti mercenari. La vendetta che riceverà è doppia – giudiziaria ed esemplare per dare un chiaro segnale a tutti coloro che vanno oltre la routine cittadina sottomissiva e la pace dei cimiteri imposta dalla normalità. Il potere vuole trasformare la vita del nostro compagno Tortuga in un esempio di punizione, per instillare la paura e lo stagnamento in tutti i settori dissidenti del teatro democratico.

Libertà immediata per Luciano Pitronello!

Amore e solidarietà. La tua ribellione non si è persa in questo oceano di sporcizia.

Anarchici in solidarietà

 

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