In solidarietà coi due membri della O.R. CCF

da actforfreedomnow

trad. tomo

E ricordate che noi siamo separati da nient’altro che un muro”- grecia

Il 12/9/2011 i prigionieri Gerasimos Tsakalos e Panagiotis Argirou, membri dell’Organizzazione Anarchica Rivoluzionaria CCF, sono stati trasferiti dalla prigione di Korydallos a quella di Domokos. Una volta arrivati gli è stato chiesto di essere sottoposti ad una perquisizione, alla quale si sono rifiutati; sono stati allora condotti alle celle come nuovi arrivati. A quel punto il sergente Christos Kliaris ha invaso la cella, considerando necessario chiarire che “questa è la mia prigione e faccio quello che voglio”; era insieme ad altre tre guardie che hanno provato a separarli portarli uno ad uno nella camera di investigazione. Là, uno dopo l’altro i prigionieri sono stati sottoposti ad un’intensa perquisizione, più violenta dopo aver già rifiutato di farla; i loro vestiti sono stati strappati, quindi completamente nudi, sono stati fatti passare sotto il metal detector insieme agli sbirri. Era quindi naturale che la macchina per il rilevamento si attivasse; così lo stesso processo è stato ripetuto più e più volte. Durante l’intera umiliazione i compagni sono riusciti a mantenere un atteggiamento combattivo e negativo, rispondendo alle minacce nel loro modo bellicoso.

L’attitudine tenuta dai compagni dell’Organizzazione Rivoluzionaria in questo caso è la continuazione di una lotta in corso contro il dominio, la società, la prigione, la società-prigione; sia attraverso le loro azioni fuori le mura e dentro di essere, nel loro continuo rifiuto di sottoporsi ad una perquisizione.

La lotta dei compagni per tutto questo tempo ha avuto un impatto su larga scala dei prigionieri in varie parti del paese. Più specificamente, in risposta agli eventi del 12/09/2011, 275 prigionieri raggruppati nell’“ala A”della prigione Korydallos, così come 90 prigioniere nell’“Ala B” della sezione femminile, hanno attivamente dichiarato la loro solidarietà firmando comunicati, rifiutando di entrare nelle loro celle per tre ore, insieme a tre compagni detenuti nella prigione Avlona che hanno firmato un comunicato e rifiutato di prendere il cibo della prigione come atto di solidarietà.

Uno sguardo alla prigione Domokos:

Possiamo dire che la prigione Domokos ha la caratteristica di essere un’ala di protezione. Questo significa che genuine relazioni cooperative si sviluppano tra prigionieri e guardie, siccome la maggior parte dei detenuti consistono in vigilanti e persone che non sarebbero accettabili in un’altra prigione micro-società. Chiedendo in giro della prigione Domokos saprai facilmente che una licenza costa circa 25.000 euro, 2000 euro un cellulare, mentre il costo della droga e delle prostitute che vanno e vengono nella prigione è variabile e dipende dagli attuali rapporti della guardia.

Il problema fondamentale, o più correttamente la scommessa che si deve fare è se all’interno delle mura di queste istituzioni infernali riusciremo ad organizzare e ad innescare le nostre lotte; durature, forti, potenti lotte. Lotte che possono a volte richiedere o negoziare richieste, ma che hanno una e una sola meta finale; uno scopo non negoziabile ed intransigente: LA DISTRUZIONE DI OGNI PRIGIONE. Perché fino a quando le prigioni esisteranno, nessuno è libero” Michalis Nikolopoulos.

In occasione degli eventi nella prigione Domokos riguardanti i due membri dell’Organizzazione Anarchica Rivoluzionaria CCF indiciamo un’assemblea giovedì 15 settembre alle 19.00 al Politecnico a Salonicco per discutere delle azioni.

DIGNITA’-RISPETTO-SOLIDARIETA’

IN SOLIDARIETA’ Allileguoi/Allilegues

N.B. Dopo quel giorno azioni di solidarietà hanno avuto luogo in molte prigioni greche.

 

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