Cile – Comunicato dei compagni in sciopero della fame dalla sezione di massima sicurezza


* libertadalos14a

Giunti al 45° giorno della nostra mobilitazione sotto forma di Sciopero della Fame contro l’assurda montatura repressiva (creata ed avallata dal pubblico ministero e dal ministero degli Interni), come anche per porre fine alla ley antiterrorista, strumento giuridico utilizzato dallo stato per perseguitare ed annientare tutti quelli che organizzano il malcontento sociale, possiamo sottolineare che i nostri corpi iniziano ad evidenziare dei cambiamenti:

– Perdita del peso corporeo, tra gli 11 ed i 13 chili

– Alterazione dei segni vitali (alta pressione arteriosa)

– Crampi

– Aritmie cardiache

– Prolungate cefalee

– Secchezza della pelle

– Dolori muscolari ed alle articolazioni

– Nausea

– Stanchezza fisica

E’ un dato di fatto che, col trascorrere delle settimane, i problemi fisici aumenteranno, ma siamo consci del lato trascendentale di questa lotta con la speranza di tornare di nuovo per le strade. Per questo il nostro sciopero della fame è a tempo indeterminato.

Riconosciamo che con quest’azione, che pian piano travalica le sbarre e le frontiere, non è solo in gioco il porre fine alle pretese dello stato, incarnate nella figura del p.m.Peña, che vuole mantenerci sequestrati per lunghi anni all’interno delle sue sinistre celle, ma ha anche la pretesa di allertare tutti gli organizzati per la liberazione dei popoli, gli antiautoritari e gli anarchici, gli studenti ed i lavoratori che si scontrano con i modelli di dominazione per rivendicare i propri diritti, che la campagna del terrore a livello politico e mediatico continuerà in maniera spietata e senza etica contro qualsiasi resistenza al sistema di sfruttamento e di depredazione capitalista, e le armi che lo stato di diritto utilizzerà saranno le menzogne poliziesche (prove) e la ley antiterrorista.

Con questo nostro arresto il potere ha voluto dare uno sfacciato messaggio teso ad impartire una lezione a quelli che dubitano dei loro impegni di mutuo appoggio, così come a debilitare progetti di emancipazione. E’ la stessa faccia della moneta che lunedì 4 aprile hanno mostrato il terrorista Peña ed i suoi seguaci con tutto quel parafernale mediatico, di cui è l’attore principale, in spregio della giustizia con l’obiettivo di consegnare -secondo lui- “numerose prove in 600 pagine accusatorie che permettano di continuare con la fase investigativa. Sono oltre 7000 prove, 880 testimoni (quattro di essi ‘senza volto’), tutte prove contundenti per accreditare l’esistenza di una associazione illecita terrorista“, che a quanto pare sono solo il frutto della contorta mente del magistrato. Questo personaggio s’è persino permesso il lusso di affermare che così “si chiudono 5 anni di indagini“. Risultano sorprendenti queste dichiarazioni dal momento in cui noi siamo accusati della collocazione di 29 tra gli oltre 120 attentati esplosivi avvenuti in questo paese.

Il suo spettacolo, le sue condanne all’inferno che vanno dai 10 anni all’ergastolo, non ci sorprendono più, né ci terrorizzano. Siamo consci che fino ad ora s’è trattato di un processo politico in cui diversi poteri di fatto hanno permesso ed hanno giustificato tutto questo show, imbastito settimane prima delle destituzione del precedente p.m., Javier Armendáriz, il quale con le stesse prove non è mai riuscito ad individuare alcun illecito.

Abbiamo la speranza che tutta questa farsa cadrà grazie alle nostre difese e soprattuto grazie all’impegno solidale di tutti quelli che non si lasciano intimidire dalla persecuzione delle forze di polizia, che fanno della strada uno spazio per spingere gli individui a contagiarsi per recuperare la memoria della lotta. Quest’intenzionalità compromessa deve aiutarci a mantener deste, potenziare e moltiplicare le reti d’appoggio necessarie per affrontare l’attuale situazione.

Le nostre forze ed il nostro spirito sono fermi. Ogni azione di protesta, corteo, presidio, occupazione di ambasciate, dichiarazioni pubbliche sulla giustezza della nostra rivendicazione di libertà immediata e che sia un compromesso fraterno con lo sciopero della fame sono uno stimolante alimento per proseguire con il nostro obiettivo. Non ci spaventa nulla. Vogliamo solo esser liberati presto, orgogliosi della nostra storia.

SOLIDARIETA’ COSCIENTE ED IMPEGNATA CON LO SCIOPERO DELLA FAME!!

FINE DELLO STATO TERRORISTA!!

FINO A DISTRUGGERE TUTTE LA GABBIE!!

Prigionieri imputati per il denominato caso bombas.

Modulo di massima sicurezza, Santiago del Cile, 5 aprile 2011

 

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