Grecia – Aggiornamenti sul processo alla CCF – udienza del 15 marzo

* fotanarchyarchivesfromgreece.blogspot.com

trad. Cenere

nella sfera della politica”, come lui ha detto, G. Arsenis (ex ministro dell’istruzione), l’esplosione dell’ordigno incendiario fuori l’appartamento nel 2009, dove lui vive con sua moglie Louka Katseli, testimoniando al processo.

L’esplosione avvenne il 23 settembre 2009, durante il periodo elettorale, e lo stesso giorno i poliziotti perquisirono la casa di H. Hadjimihelakis che portò all’arresto dei compagni. Lui ha detto che l’esplosione è stata grande ma c’era un fumo denso nell’appartamento. Ha detto inoltre che le finestre si erano rotte ma l’accusa ha ricordato che i vigili del fuoco le ruppero per far uscire il fumo.

questo certamente non è positivo per il paese

Ha aggiunto, sebbene lo stato sia troppo forte per essere scosso con azioni di questo tipo, sebbene essi “creano insicurezza per i cittadini”.

Alla domanda dell’avvocato difensivo se in queste azioni, “la presunta vittima ha ottenuto consenso politico”, a causa della simpatia dei cittadini – specialmente visto che è accaduto giusto poco prima delle lezioni, l’ex ministro ha risposto “è molto probabile”.

Ha aggiunto che comunque dal primo momento l’intenzione sua e di sua moglie e anche del Pasok (partito adesso al governo), non era di sfruttare la situazione, ma di sminuirla, come affermano le loro dichiarazioni del periodo.

 

I POLIZIOTTI DANNO VITA ALLE BUSTE!

Le buste di spazzature con “contenuto sospetto”, che sono le prove basilari del caso, da tre diventano quattro, e dopo si moltiplicano. Comunque, i superiori dell’Ufficio di informazione e ricerca dell’unità antiterroristica nazionale, che sono stati sentiti dalla corte martedì, hanno dichiarato che non sanno perché il numero è andato crescendo.

Nello specifico, in accordo con quanto è stato letto in aula, i poliziotti che hanno trovato le buste nel cestino hanno dichiarato che hanno preso tre buste, non particolarmente piene. Il superiore dell’Ufficio ricerca, così come il superiore dell’ufficio Informazione dell’antiterrorismo, ha anch’egli parlato di tre buste. Una di queste buste ha una scritta che dice “Io non danneggio l’ambiente”.

Il 21 settembre 2009, il verbale di sequestro scritto dai poliziotti dell’Ufficio ricerca menziona che tre sono le buste confiscate. Ma, il 22 settembre, il documento che accompagna l’invio delle prove ai laboratori forensi della polizia riporta quattro buste, che contengono 18 buste extra e nove buste con la frase “Io non danneggio l’ambiente”.

La prova basilare di colpevolezza a carica della compagna K. Karakatsani è la sua impronta trovata in una busta con la frase “Io non danneggio l’ambiente”, che conteneva materiale per un ordigno esplosivo. Quando gli avvocati dei compagni hanno chiesto al superiore dell’Ufficio ricerca come è possibile che “le buste si sono moltiplicate negli uffici di polizia” e come è possibile che dentro tre buste piene a metà abbiano trovato “così tante piccole buste da poterci riempire un piccolo camion”, lui ha risposto che non sa perché il numero sia cresciuto, comunque ha dichiarato con certezza che nel suo ufficio “non c’è assolutamente qualcuno che ha “riempito” le buste”.

Il superiore del laboratorio di ricerca ha ammesso che lì non c’erano verbali dei risultati delle prove.

Il superiore dell’ufficio Informazione ha detto che durante la sorveglianza della casa a Halandri, che fu descritta dopo come un “covo”, non c’erano documenti che provano quando e chi usciva fuori dalla casa, mentre lui ha distrutto gli appunti che aveva preso.

Le testimonianza degli amici e colleghi degli accusati, hanno parlato di una normale casa di studenti, nella quale non hanno notato nulla di insolito.

Lo spettacolo continua mercoledì 17 marzo.


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