* http://actforfreedomnow.blogspot.com/2011/02/letter-from-anarchist-comrade-dimitris.html
trad. Cenere
Il 4 dicembre ha avuto luogo una rappresentazione hollywoodiana inserita nel contesto della “caccia alle streghe”, prodotta dall’unità (anti)terrorista, i mass media e come guest star cinque anarchici e me stesso. In un film dove le case vengono trasformate in “covi”, i libri in “stampa illegale”, l’amicizia e le relazioni tra compagni in fabbricate “organizzazioni terroriste”, la gente che lotta in “mostri assetati di sangue”. E ovviamente la ricetta che ne segue è semplice. Non c’è bisogno di prove concrete per mettere qualcuno in una “grande e democratica” cella. Ogni anarchico / persona che lotta ha un amico, un compagno, relazioni familiari o ha mai messo piede in casa di un supposto “terrorista” diventa lei/lui stesso colpevole fino a quando, e se, viene provato il contrario. In ogni modo, loro non riescono a trattenersi dal creare false relazioni e contatti. Mi riferisco al compagno anarchico Christos Politis arrestato e in attesa di giudizio.
Più analiticamente, la cronaca del mio arresto fino al mio imprigionamento in attesa di giudizio:
Per cominciare, alle ore 20 di sabato 4 dicembre sono stato portato nella stazione di polizia di Siteia a Creta con la scusa di un controllo d’identità. Due ore dopo, mi hanno informato che erano arrivati alcuni loro colleghi da Atene e mi chiedevano di consegnare un campione di DNA, cosa che mi sono rifiutato di fare. Dopo qualche tempo, diciotto ufficiali di polizia mi hanno portato nella casa dove vivevo per trovare prove (cicche di sigarette, cannucce, bottiglie di birra vuote, taccuini, cellulari, ecc.). Durante questo tempo io chiedevo di essere informato se ero accusato di qualcosa e se potevo parlare con un avvocato. Loro continuavano a rispondere “questo accadrà, te lo diremo più tardi”. Dopo la fine della perquisizione domiciliare sono stavo nuovamente condotto nella stazione di polizia di Siteia, dove mi hanno detto che c’era un mandato d’arresto nei miei confronti, senza dirmi di cosa ero accusato mi hanno ammanettato e portato ad Atene, e nello specifico al 12° piano della sezione antiterrorista, alle ore 9 di domenica 5 dicembre. Lì mi hanno preso come ostaggio con le mani ammanettate dietro la schiena e ho aspettato in piedi in un angolo per cinque o sei ore. Ad un certo punto, mi hanno portato in un’altra stanza per prendermi le impronte digitali, che io mi rifiutavo di dare. Tornato di nuovo nell’ufficio dove ero prima, stavolta ci sono due uomini senza passamontagna al fine di avere una “conversazione amichevole”. Mi fanno domande su molte cose, sul mio passato, su alcune persone che conosco e non. La mia risposta è stata che non volevo discutere con loro e che volevo un avvocato vicino a me. Un’ora dopo, appare un uomo presentato come il capo e comincia a gettarmi in faccia un sacco di cazzate in stile “ci sono le tue impronte digitali ovunque in alcune case e su molte armi”, posti e oggetti che io sconoscevo, e che “sarà meglio per te che parli, i tuoi compagni hanno già riconosciuto la tua partecipazione all’organizzazione” e altre cazzate. Ovviamente, la mia risposta è stata “Dimmi quello che ti pare, io non ho niente da dirti”. Dopo, sono stato portato in un ufficio lì vicino, nel quale hanno scritto un ridicolo documento con le accuse più false e costruite possibili e da lì sono stato condotto in tribunale.
Ci sono voluti due giorni di ritardo per farmi testimoniare, visto che il mio fascicolo giudiziario è arrivato all’ultimo momento, poi è arrivato il momento di riconoscere i principali ruoli dell’investigatore e dell’accusa i quali erano sordi in quanto io mi rifiutavo di parlare riguardo ai metodi dei poliziotti (5 conversazioni telefoniche e tre appuntamenti con gli amici) che uniti al cannibalismo-tv dei mass media sono stati sufficienti per farmi trasferire in attesa di giudizio alla prigione di Trikala.
Ovviamente, il suddetto evento non è il primo e né mi sorprende. E’ una tattica standard del potere con i mass media come alleati per diffamare, sparlare, vendicarsi e criminalizzare le lotte sociali, le relazioni amichevoli e militanti di gente che lotta ma anche del movimento anarchico con il suo rovesciamento del capitalismo, al quale io partecipo. Specialmente in un momento come quello presente! Mentre il governo, lo stato, il capitale, i mass media, i meccanismi dell’autorità, il rafforzamento e la repressione stanno ferocemente agonizzando per la salvaguardia della pace sociale e contro la prospettiva di un’insurrezione di massa o una rivoluzione, in un periodo come questo dove sta prendendo forma il più grande saccheggio-trasferimento di benessere sociale dalla base alla vetta della gerarchia sociale sotto la copertura della crisi economica globale e sotto la stipulazione del morandum imposto dagli squali-strozzini globali del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea.
Durante un periodo nel quale la gang di rapinatori governativi metodicamente saccheggia il reddito dei lavoratori giorno dopo giorno, con l’abolizione o il disprezzo del lavoro e delle garanzie assicurative conquistate con lotte sanguinose in passato, seguendo sempre gli ordini delle locali e straniere forze del capitale in Grecia e nell’Unione Europea. Nel frattempo legalizzando la violenza contro i manifestanti, gli arresti e gli imprigionamenti senza processo, la campagna dei mass media per bersagliare gli individui e ridicolizzare in pubblico la gente che lotta che non ha mai imparato a chinare il capo e che mantiene le sue posizioni d’attacco contro il sistema.
SOLIDARIETA’ A TUTTI I COMPAGNI IMPRIGIONATI E ACCUSATI, ALLE PERSONE IN LOTTA, ANARCHICI, ANTIAUTORITARI, RIVOLUZIONARI E A TUTTE QUELLE PERSONE CHE CON DIGNITA’ E CONSAPEVOLEZZA CONTINUANO A RESISTERE E A LOTTARE.
Dimitris Michael
Prigione di Trikala