opuscolo: Odoteo/Crisso, MA CHI HA DETTO CHE NON C’E’‏

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Ci sono testi che si preferirebbe fare a meno di scrivere. Ma la miseria dei tempi è tale che non ci sentiamo di tacere, soprattutto quando da entrambi i lati della barricata sociale si tenta di convincerci della irreversibile banalità di ogni rivolta. Da parte dello Stato e dei suoi riformatori, si tratta di un modo come un altro per indurci all’obbedienza: non perdete tempo con i sogni, non ne vale la pena, pensate al lavoro. ma ora, di fronte a un mondo che finalmente vacilla, sono i suoi stessi contestatori a sottolineare questo aspetto e ad invitare tutti a mettersi al servizio dei lavoratori che supplicano di essere sfruttati, a studenti preoccupati di non riuscire a fare carriera, a immigrati che chiedono solo di essere messi in regola…

Se una situazione sociale insostenibile urla la sua urgenza di rivolta, se storicamente quest’ultima ha quasi sempre trovato in futili motivi un pretesto per esplodere, se ne può concludere che bisogna affrettarsi ad accantonare le grandi idee ed accontentarsi delle piccole banalità?

Per quanto paradossale, lo Stato e molti dei suoi nemici si trovano oggi concordi su un punto: bisogna rinunciare ai desideri più folli per badare ai bisogni più immediati.

Ecco cosa ci spinge a scrivere queste righe.

Perché temiamo che, a furia di mimetizzarsi fra gli altri, si finisca col rinunciare definitivamente a se stessi. contro ogni realismo, per riprendere quei sentieri dell’utopia oggi abbandonati e dileggiati, è più che mai indispensabile allontanarsi dall’ombra proiettata della società. Occorre saper riprendere le distanze.

Occorre osare andare contro il proprio tempo“.

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