Grecia – Seconda lettera del compagno prigioniero Christos Politis

* http://actforfreedomnow.blogspot.com/2011/01/letter-from-imprisoned-comrade-christos.html

trad. Cenere

Stylianos Glykofrydis deve essere stato un uomo davvero importante quando ha lavorato come direttore e supervisore generale delle prigioni. E’ stato nominato dal governo per fronteggiare il comunismo “direttamente o indirettamente imitando le azioni di Hitler” quando nel 1936 egli propose che i comunisti in attesa di processo avessero meno visite e momenti di esercizio ( per evitare contatti con altri prigionieri “con conseguenze ben note e indesiderate”).

Le idee, le percezioni e le proposte di Stylianos Glykofridis non sono certo rimaste inutilizzate dallo stato moderno.

Dopo il nostro sequestro, mio e di Kostas Barlis, da Exarchia il 4 gennaio, siamo stati portati negli uffici dell’unità antiterrorismo. Mentre il mio compagno veniva rilasciato, dopo 48 ore hanno annunciato il mio arresto. Nello stesso tempo, il capo della polizia greca ha cinicamente dichiarato che ero stato arrestato “perché ero stato rilasciato nel caso della corte d’appello”.

Vale a dire un caso per il quale sono stato convocato e esaminato dall’ottavo regolare giudice per le investigazioni ed ero stato rilasciato su sua decisione. La verità è che sono interessati a prendermi come ostaggio solo in quanto sono un anarchico.

Perché negli ultimi 15 anni sono stato partecipe di questa area politica radicale. Nel mio caso, non è facile un tentativo di aggiornamento ma anche di sviluppo del metodo repressivo di criminalizzazione delle relazioni con amici e compagni, che dozzine di compagni hanno subito in seguito.

Nel mio caso, l’unità antiterrorismo ha costruito relazioni che non esistono veramente come io non conosco nemmeno personalmente i miei co-imputati.

Dopo essere stato messo in custodia cautelare, mentre agenti travisati dell’antiterrorismo parlavano con il giudice per le indagine più spesso che coi miei avvocati, sono stato trasferito nella prigione di Gravina, una prigione di tipo C. Nonostante il fatto che, in accordo col codice penale, “ Nel tipo C i prigionieri sono rinchiusi senza comunicazione con altri prigionieri di altre categorie, sono rinchiusi prigionieri che scontano ergastoli o a minimo 10 anni di pena e sono considerati particolarmente pericolosi per la normale convivenza in altri tipi di prigioni”.

Una prigione isolata, con edifici e alte mura al fine di isolare qualsiasi cosa dalla zona esterna, con telecamera e sistemi di sicurezza elettronici ovunque.

Un edificio imponente e pietroso che vuole privare di ogni stimolo esterno, per appiattire la tua personalità, per distruggere la tua mente. Ovviamente, seguendo gli ordini mi hanno messo in un settore “di sicurezza”, senza nemmeno avermelo chiesto, senza che nessuno sia stato minacciato e nonostante la mia continua richiesta di uscire da qui. Il risultato di questa scelta arbitraria è di impormi un aberrante status quo di isolamento assoluto, provando a ignorare la mia richiesta per un trasferimento alla prigione di Korydallos.

La politica economica comporta definitivamente una nuova “qualità” di repressione statale come supplemento. Adesso che il capitalismo non può nascondere il suo vero volto, il consenso sociale può essere ottenuto solo tramite la violenza. Tramite le decisioni dei tribunali che giudicano gli scioperi illegali, tramite gli idranti, tramite minacce di arresti di massa, tramite lacrimogeni, tramite operazioni “antiterroristiche”. Tramite richiami all’autocontrollo e tramite le urla dei giornalisti. Solo tramite questi metodi e solo questi metodi, lo stato greco diventerà un esperimento riuscito, trasformando il paese in una regione della Fortezza Europa e rendendolo un paradiso economico per i padroni.

Con un popolo tenuto in ostaggio, aspettando qualcuno che arrivi e salvi loro e le persone considerate avanzi che si affollano per il cibo in prigione o dentro le prigioni. Già, dall’inizio degli anni ’70, la politica “antiterrorista” è subentrata a quella anticomunista. E’ diventata la risposta direttamente proveniente dallo status quo, poi la repressione di un nemico che era presente ovunque, diffuso, flessibile e non specificato e statico come i partiti comunisti o l’esercito sovietico nell’est europa. Già, il nuovo nemico è stato trovato nei movimenti dinamici e multiformi, nelle zone proletarie che non si uniformano, nella guerriglia urbana. Così oggi, quando sempre di più azioni e pratiche politiche sono il bersaglio dell’Autorità per i Crimini e la Violenza Speciale, l’”antiterrorismo” per le autorità è qualcosa di condannabile al fine di contenere la rabbia della gente ingabbiata nei limiti di un conclamato realismo e conformismo.

Ecco il perché delle accuse con incerti campioni di DNA, per la cascata di aggiornamenti della “legge-terrore”, delle accuse speciali contro compagni e relazioni sociali, della continua sorveglianza, di centinaia di combattenti che sono ostaggi della giustizia e di dozzine di persone rinchiuse nelle prigioni, della propaganda dei mass media che parla di “terroristi”. Tutte queste, al fine di dar significato a parole false, di isolare e infine distruggere il nemico interno. Per distruggere tutte queste persone che fomentano l’odio di classe e radicalizzano la divisione nazionale, tutto quelli che portano avanti la solidarietà, l’azione autorganizzata e lo scontro con lo status quo.

La scommessa per noi è allo stesso tempo, più urgentemente che mai, di decidere il corso della storia. Perché il capitalismo, con la sua imposta povertà e miseria, non è una strada a senso unico.

Christos Politis

Prigione chiusa di Gravina

8 Gennaio 2011

Questa voce è stata pubblicata in presxs. Contrassegna il permalink.