Bulgaria – Una lettera di Jock Palfreeman

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traduzione: Cenere

Jock Palfreeman, un 23enne australiano con origini inglesi, che ha trascorso del tempo a Bristol, è stato condannato il 2.12.2009 a 20 anni di reclusione in Bulgaria. E’ rimasto in attesa di giudizio per due anni nella prigione centrale di Sofia. A Sofia, nel Dicembre del 2007, è intervenuto quando ha visto un gruppo di giovani ultras bulgari, di chiara tendenza neonazista, che picchiavano due rom. Il gruppo in seguito ha attaccato Jock con pezzi di cemento, e lui per autodifendersi ha ucciso uno di loro e ne ha ferito un altro. Il morto era di una famiglia bulgara molto conosciuta e politicamente ammanicata. Due anni dopo un lungo processo con molto dubbi pratici e lampanti favori politici, Jock è stato giudicato colpevole.

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Per tre anni la mia dichiarazione di autodifesa non è cambiata. E non cambierà adesso. Questi 3 anni sono stati difficili, ma il fatto che giudici, accusatori, privati querelanti ed io stesso sappiamo che sono innocente mi da conforto.

I falsi accusatori sono spaventati dal fatto che il mio caso venga diffuso. In Bulgaria hanno fatto davvero un buon lavoro di censura del mio caso rispetto al dibattito pubblico bulgaro. Nell’ultimo anno non si è parlato del mio caso né sui giornali bulgari né in TV. A differenza di altre lingue.

La propaganda è stata molto buona, con le dicerie che io ho accoltellato il ragazzo alla schiena, cosa che contraddice il testimone oculare e il rapporto forense. Ironicamente il rapporto forense non solo afferma che Andrei è stato pugnalato frontalmente, ma inoltre che non è stato pugnalato con il pugnale che avevo io. E’ stato pugnalato con un tipo di pugnale che non avevo.

Il Dr Monov è un buon amico dell’ex ministro della sicurezza che era ministro al tempo del mio arresto e del mio primo processo. Ciò spiega chiaramente il cambio delle dichiarazioni della polizia nel 2009, il testimone non è stato trovato e le prove video sono state deliberatamente considerate “fuori luogo”.

Tutte le prove oggettive e neutrali nel mio caso hanno supportato la mia dichiarazione fin dall’inizio. Con solo le dichiarazioni degli aggressori, non solo con la mia dichiarazione, ma tutte le prove. E’ più che evidente che la famiglia Monov ha usato le sue conoscenze con il partito sociale Bulgaro al governo per corrompere i giudici del processo.

Se la corte d’appello non è corrotta, c’è molto di più oltre le prove sufficienti per capire che io ho agito in difesa di una minoranza razziale che era sotto attacco solo per il colore della pelle, e che poi ho agito in difesa di me stesso.

Ogni deviazione da questa decisione, è un disegno di corruzione e irriverenza verso la legge, la morale, la società e la giustizia.

Sono stato condannato per “l’attacco di 15 ragazzi, senza motivo o provocazione, perché non mi piace la società” questo è basato SOLO sulle dichiarazioni degli ultras, NON su prove oggettive o forensi, e io non sono solo innocente rispetto a questa accusa, ma essa è ridicola di suo, visto che sostiene che un uomo sano può attaccarne 15 cercando di ucciderli tutti senza motivo, è assurdo.

La difesa non è un crimine!

Grazie per tutti i gesti amichevoli, di supporto e di solidarietà, mostrati dagli amici, dalla famiglia e da chi concorda con la giustizia sociale. Il vostro supporto costante ha non solo portato alla luce l’ingiustizia, ma mi ha ricordato in primo luogo perché ho difeso i 2 ragazzi. E’ nella natura umana prendersi cura degli altri di fronte alla disuguaglianza schiacciante. A tutti quelli che mostrano il proprio disgusto verso il razzismo e la corruzione, grazie. Non dobbiamo perdere la speranza, non solo per il mio caso, ma per la più ampia lotta contro il razzismo.

Più di tutti, desidero ringraziare pubblicamente mio padre Simon Palfreeman, che per oltre 3 anni è venuto in Bulgaria circa 30 volte per difendermi in aula. Quando mi hanno condannato a 20 anni, lui mi ha tenuto per le spalle, gli ho detto che stavo bene e che non c’era bisogno di addolorarsi, lui mi ha detto, “non è per te, è per me”. Grazie papà per il tuo continuo supporto, ti voglio davvero bene.

Jock Palfreeman

Gennaio 2011

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