* comunicato anonimo sul 14 dicembre, a Roma
Dopo questa faticosa ma gioiosa e ardente giornata nelle strade di Roma la stampa di regime, ad ugual modo della polizia, si sta ingegnando per individuare, incolpare e condannare i facinorosi che hanno “devastato il salotto buono di Roma”. Oltre alle 23 persone fermate e alle tante malmenate in piazza, ora, come ai tempi di Genova, si risente parlare delle infiltrazioni dei cosidetti “Black Bloc” (e neanche si scrive così!) arrivati da mezza Europa per creare appositamente disordini. Solo “qualche studente romano” a quanto pare ha partecipato agli scontri…
E invece no, non è andata così. Ora, non perché sappiamo le verità e intendiamo diffonderla, ma vogliamo esprimere ciò che sicuramente molti di noi hanno percepito in piazza, in mezzo all’odore dei lacrimogeni e ai boati delle bombe carta: ERA LA RABBIA. E si è scatenata come una tempesta per le strade romane. Rabbia contro questo sistema, contro il governo e i suoi servi che non fanno altro che obbedire ciecamente ai suoi ordini. Sì, è stata l’esplosione di un rancore accumulato col tempo e tutti lo abbiamo capito e sentito… e non c’era nessun capo, leader, organizzatore che ha incitato alla violenza o alla non-violenza. Tutti i politicanti, gli attivisti della sinistra, i “disobbedienti” hanno fallito miseramente nel tentativo di coordinare e gestire le masse (come troppo spesso sono riusciti a fare). In Piazza del Popolo, dove ci sono stati gli scontri più duri, hanno prevalso la spontaneità e l’invenzione. Ognuno ha agito come meglio poteva, cercando di resistere ai lacrimogeni e alle cariche dei blindati, col coraggio e la passione di chi vuole mettersi in gioco.
Questo governo, come quello prima e come quello futuro, non accetterà mai una ribellione delle masse, una rivolta che attacchi direttamente e con violenza il potere. Per questo motivo molti di noi sono scesi in piazza senza preoccuparsi del risultato del voto di fiducia.
Abbiamo attaccato i simboli del potere e dell’oppressione, coscienti del fatto che domani le vetrine delle banche saranno sostituite e ai proprietari delle macchine di lusso danneggiate saranno rimborsati i danni, perché entrambi rappresentano il meccanismo del denaro che ci circonda e ci vorrebbe a lui asserviti in silenzio. Nessuna manovra poliziesca, cioè repressiva, riuscirà a toglierci questo profondo desiderio di rivolta. E tale insurrezione non potrà avvenire in nessun caso in modo pacifico perché i padroni, cioè chi possiede e conserva il potere, non lo permetterebbero mai. Il 14 dicembre, così ci auguriamo, è solo l’inizio di una rivolta sfrenata, senza capi né strutture che cercano di rivendicarsi le azioni per i propri progetti politici obsoleti.
Molte persone che con queste teorie e pratiche di “violenza e scontro” non si erano mai confrontate sono rimaste sorprese, incuriosite, ed alcune entusiasmate da questi scenari di guerriglia urbana….
Ed è questo il pericolo che minaccia il meccanismo governativo: il timore che questa scintilla possa diventare un incendio. Molte strutture e organizzazioni della sinistra, che impongono limiti e regole nelle situazioni di piazza per difendere e portare avanti i loro “percorsi” istituzionali, ieri, lo ripetiamo, sono state spodestate a favore di un’esplosione di rabbia focosa e aggressiva che Roma non vedeva da molti, molti anni.
Il fatto che siano state fermate “soltanto” 23 persone dopo scontri del genere non è di certo dovuto a un’organizzazione unitaria e pianificata, ma ciò è accaduto per il semplice motivo che gli sbirri non erano preparati a un livello di aggressività così alto. Questo ha determinato il cosiddetto “effetto sorpresa”…che è stato sfruttato in pieno! Quindi la prossima volta (che ci auguriamo ci sia, e anche molto presto) la polizia sarà di certo più preparata e molto probabilmente attuerà misure preventive per scongiurare fin da subito l’avvio di un’altra protesta così potente, visto che l’arma della repressione gioca sulla paura della gente.
Noi, per contro, ci rivendichiamo il bisogno personale e collettivo di un tipo di organizzazione che non sia basata necessariamente su assemblee infinite e riunioni per rimandare tutto al giorno dopo, ma vorremmo invece che si cominci anche in questo PAESE DI MERDA a concepire come possibile, utile e necessaria la pratica della rivolta, così come la rottura decisiva con le ideologie, pretesto usato da tutte le parti politiche per sopprimere le nostre libertà di espressione individuale, spontanee ed organizzate.
Finché ci sarà uno stato, finché i suoi sbirri/servi continueranno a opprimere, reprimere e uccidere,
finché continuerà lo sfruttamento della terra e degli esseri viventi, nessuna violenza sarà mai gratuita.
Supportiamo l’autorganizzazione.
Supportiamo l’imprevedibile.
Ogni pretesto, da oggi in poi, può diventare un’occasione.
Al fianco dei ribelli, solidali coi prigionieri