traduzione dal tedesco e note, in corsivo, di Marco Camenisch
Articolo tratto da “20 Minuten“, giornale gratuito della Svizzera tedesca del 13 o 14 ottobre 2010, notizia subito ripresa dai teletext TV-nazionale tacendo però i riferimenti di “provenienza e contenuti”, il che corrisponde alla tattica tanto fallimentare quanto rivelatoria adottata da circa due anni dalla contro-insorgenza, consistendo nel tacere possibilmente le azioni militanti e se non è possibile i contenuti e gli autori dichiarati e/o probabili, ma anche vistose ed importanti iniziative di massa quanto extra-istituzionali come per esempio una manifestazione contro il ritorno del nucleare a Zurigo con quasi mille partecipanti, manifestazione organizzata e promossa, tra l’altro, da “persone vicine a Marco Camenisch”:
Bomba davanti all’ambasciata svizzera
Roma – ambasciata della Svizzera
ROMA/BERNA. L’ambasciata svizzera a Roma è in subbuglio: davanti alla porta c’era un ordigno incendiario. Dietro il tentato attentato potrebbero esserci degli estremisti di sinistra.
L’ordigno incendiario fu depositato nella notte del 5 ottobre sul muro che circonda l’ambasciata svizzera a Roma. Anche se non è saltato, ha provocato grande inquietudine. L’ambasciata ha subito allarmato la polizia italiana. Questa ha aperto le indagini.
Secondo il portavoce del dipartimento esteri, l’ambasciata non aveva ricevuto nessun avviso. Parla di un “rudimentale marchingegno incendiario”. Per ulteriori informazioni ci rinvia alla polizia romana. Il portavoce reagisce stizzito alle richieste di “20 Minuten” e dice solo “Erano bottiglie, riempite con un liquido infiammabile”.
Dietro il tentato attacco dovrebbero esserci degli estremisti di sinistra. Su dei forum del genere, si dichiarano dispiaciuti che il pacco bomba incendiario non sia saltato. Vicino all’ambasciata ci sarebbe una scritta che chiede la liberazione di “Billy, Silvia, Costa e Marco” – quegli estremisti di sinistra che il aprile presumibilmente avrebbero pianificato un attentato contro il laboratorio IBM a Rüschlikon.
Due di loro sono italiani. E’ anche compreso Marco Camenisch che, alla fine degli anni ’70, aveva partecipato a vari attentati contro tralicci dell’alta tensione. Tutti e quattro sono nelle prigioni svizzere.
Anche se la bomba non è saltata, queste azioni sono, secondo l’esperto di questi ambienti Samuel Althof del consultorio speciale per la prevenzione dell’estremismo e della violenza, da prendere sul serio. “Spesso gli estremisti di sinistra con azioni minori inviano un messaggio per annunciare una possibile escalation della violenza”.
In ordine di tempo: la notizia del “foro del genere” è girata via internet da “Culmine” al “Soccorso Rosso Internazionale” Svizzera che me l’ha inviata. L’ho tradotta in tedesco e ritornata alle/ai compas CH che l’hanno messa in rete. Il tutto nella settimana che va dal 5 all’11 o 12 ottobre 2010.
articolo di 20 Minuten: http://www.20min.ch/news/schweiz/story/31367204