Culmine – Sullo sciopero della fame mapuche

Da sempre solidale con il popolo mapuche in lotta per la propria autodeterminazione e rivendicazione territoriale contro colonialismi vecchi e nuovi, Culmine riconosce la delicatezza della situazione carceraria dei PPM (Prigionieri Politici Mapuche) in sciopero della fame. Sciopero, dopo 82 giorni, terminato il 1° ottobre per alcuni di essi ma ancora in corso per altri. Con queste poche righe Culmine vuole chiarire alcuni punti considerando che in queste settimane ha dato voce ai vari comunicati dei PPM e dei loro familiari.

– I PPM protagonisti del suddetto sciopero non si definiscono anarchici ma prigionieri politici. Trasformando i loro corpi in strumenti di lotta sono comunque riusciti a rompere il muro del silenzio eretto dai media di regime cileni che fino a pochi giorni fa hanno ignorato la natura politica delle loro rivendicazioni.

– Le divergenze sorte tra i detenuti mapuche scioperanti nelle varie galere hanno portato alla fine dello sciopero della fame solo da parte di alcuni.

– L’accordo (non ancora ufficialmente diffuso), si basa su un compromesso che entra nel merito delle condizioni processuali di ogni prigioniero ma che lascia intatta la macchina repressiva antiterrorista. Il governo fascista di Piñera, coadiuvato dalla chiesa cattolica, ha infatti tratto beneficio da questo sciopero della fame pur non compromettendosi nel modificare nulla in merito allo sfruttamento dei territori mapuche.

– I PPM che sono ancora in sciopero della fame sono coloro che reputano insufficienti le condizioni raggiunte dall’accordo ottenuto attraverso la mediazione della chiesa cattolica. Nello specifico non accettano il rifiuto da parte dell’esecutivo di entrare realmente nel merito delle loro istanze: abolizione della “ley antiterrorista”, eliminazione dei testimoni a volto coperto e doppio processo civile-militare per lo stesso reato.

– Noi di Culmine, come anarchici, ci teniamo a sottolineare che tali istanze non coinvolgono in alcuna maniera tutti i non mapuche attualmente rinchiusi per aver violato la “ley antiterrorista”. Anzi, le modifiche che si stanno apportando nel parlamento cileno a tale legge prevedono un inasprimento delle pene per chiunque osi sfidare lo Stato e il Capitale. Ricordiamo che tra i prigionieri sottoposti alla “ley antiterrorista” ci sono anche i nostri cari compagni anarchici ed antiautoritari arrestati il 14 agosto.

Solidarietà anarchica ai compagni ed alle compagne arrestati/e il 14 agosto!

Libertà per i Prigionieri Politici Mapuche, libertà per tutti/e!

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