Cile – Comunicato dal carcere di Rodolfo el Garza Retamales

Il 14 agosto, alle 6.40, la mia casa è stata perquisita da agenti della Dipolcar assieme al Gope, alla ricerca di prove ed accusandomi di essere il leader di un’associazione illecita terrorista, ordinanza firmata dal procuratore incaricato delle indagini sul caso bomba.

Con il trascorrere delle ore, e dopo esser stato picchiato da agenti della dipolcar e dall’ufficiale Segis Sostomo della RP 3239 del 30° commissariato, sono venuto a sapere che anche la casa dei miei genitori è stata sottoposta a perquisizione, così come 3 centri sociali e 12 case di compagni in diversi comuni tra Santiago e Valparaíso, con un saldo di 14 arresti, tutti accusati di far parte di una cellula anarchica con 2 leader, 2 finanziatori e 10 membri operativi, il tutto nella sinistra fantasia del procuratore Peña. Già prima della formalizzazione delle accuse noi maschi siamo stati trasferiti nel carcere di massima sicurezza C.A.S. e le donne nel Centro de Orientación Femenina, tutti posti in isolamento. Martedì 17 s’è tenuta l’udienza di formalizzazione e lì abbiamo potuto ascoltare ciascuna delle prove contro di noi: intercettazioni telefoniche, foto, video, vestiti sottoposti a perizie ed una sorpresa. Si tratta di un personaggio, noto come el grillo, che ha collaborato e s’è offerto all’accusa come testimone, segnalando nelle sue confessioni alcune persone -che sono state arrestate- responsabili a suo dire di alcune azioni di sabotaggio. Per quelli che non lo sanno, questo personaggio è stato arrestato il 31 dicembre 2008 per aver tentato di assassinare la sua compagna, Candelaria, oggi accusata di associazione illecita terrorista. Al momento dell’arresto Fuentes, alias el grillo, ha dichiarato al procuratore Armendariz che egli, assieme a Candelaria ed altre persone, aveva fabbricato e collocato delle bombe e che conosceva quelli che realizzavano le azioni di sabotaggio, in un evidente tentativo di lavarsi l’immagine e farsi passare come attore di rilievo nella lotta sociale.

Le ore dell’udienza sono trascorse, 15 in totale, ed abbiamo appreso un’estesa quantità di falsi argomenti dell’accusa che si smentiscono da se stessi, provocando persino il sorriso tra i carcerieri, durante tutto lo show mediatico. Nonostante la consistente mole di argomenti presentati dagli avvocati difensori, che in ogni istante hanno delegittimato le prove dell’accusa dimostrandone l’inconsistenza, s’è fatta sentire la pressione del governo attraverso il ministero degli Interni. Alla fine in 8 su 14 siamo rimasti in prigione.

Il potere ha giocato tutte le sue carte ed il suo sinistro procuratore-stella non sarebbe potuto restare in cattiva luce davanti all’opinione pubblica.

Adesso mi trovo un’altra volta a percorrere questi corridoi, pieni di giovani che riempiono le muraglie delle carceri cilene, perché per essi sono state costruite, per ospitare e nascondere l’ingiustizia sociale, la povertà e la disuguaglianza di questo sistema in cui i ricchi guadagnano sempre più ed i poveri s’accontentano delle briciole che il padronato elargisce.

Da oggi ascolto la radio della quale faccio parte, ringrazio e apprezzo il sostegno che mi hanno dato fin dal primo giorno del mio arresto. Sarete nell’occhio del ciclone, da qui tutto il mio appoggio e la mia forza. Un bacio a ciascuno di voi… a tutti i programmi che ascoltiamo, alla gloriosa popolazione de La Victoria ed ai suoi vicini, un bacio a mio figlio ed a tutti quelli che hanno solidarizzato con affetto.

Rodolfo Retamales, programa desde el ovalo reportero in situ

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