Cile – Presxs a la kalle sull’arresto del “fabbricante di esplosivi a pagamento”

Riflessione dei compagni cileni di Presxs a la kalle in merito all’arresto
dell’individuo soprannominato “el Nazi” che secondo
l’accusa avrebbe confezionato degli ordigni artigianali a pagamento
per gli anarchici. Traduzione: Culmine.

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el Nazi

Alcune cose che meritano di esser approfondite sull’arresto di Roberto Gajardo Rubilar, fermato mentre stava fabbricando esplosivi, all’interno del “caso bombas”

I fatti…

Il 6 luglio la Policía de Investigaciones arresta Roberto Gajardo
Rubilar, ipoteticamente individuato per esseri “millantato”
con altri soggetti sulla sua partecipazione ad attentati.
Nell’irruzione nella sua casa, presso il comune di Puente Alto
(Santiago del Cile), la polizia lo becca mentre stava fabbricando due
ordigni artigianali composti da estintori riempiti di polvere nera e bulloni.

A quel che dicono, tale soggetto stava fabbricando le bombe sul tavolo
di casa, mentre il padre, la moglie e le sue figlie gli giravano
attorno.

Il soggetto era noto con lo schifoso nomignolo de “el Nazi” ed il
suo silenzio davanti alla stampa ha fatto da contraltare alla serie
di stupidaggini tartagliate dalla nuova vedette della procura:
Alejandro Peña. Secondo il procuratore, Roberto avrebbe
ammesso che gli anarchici lo pagavano tra gli 80.000 ed i 100.000
pesos cileni (poco più di 100 euro – ndt) per ogni
bomba che fabbricava. Adesso, il suo caso è sottoposto alla
legislazione antiterrorista e per questo è in isolamento nel
carcere di alta sicurezza C.A.S. di Santiago.

I precedenti di tale soggetto sono: tentato omicidio, porto abusivo
d’armi per la protezione di narco-trafficanti ed un paio di rapine,
in cui si faceva passare per poliziotto.

Le coincidenze non esistono

Son 3 settimane che Alejandro Peña s’è assunto
l’esclusività delle indagini sul “caso bombas” e che ha
fissato una data tra i 15 ed i 20 giorni per offrire risultati
concreti. Con una precisione ad orologeria, giunta la data, Roberto
viene scoperto con tutti gli strumenti di cui avevano bisogno per dar
il via alla caccia legale ed alla macelleria giuridica dei compagni
che cadranno nelle grinfie repressive…

Sull’arresto di Roberto

Nonostante quel che pensano alcuni compagni, le bombe non parlano da sole, la
polvere nera non è in sé rivoluzionaria, né gli
estintori dei segnali inconfondibili di rivolta contro l’ordine dei ricchi.

Come “Presxs a la kalle” non abbiamo alcun collegamento
con i gruppi d’azione. Ci sentiamo affratellati con le loro posizioni
ed i loro discorsi ma di essi non sappiamo chi siano, i volti, i
nomi, i domicili. Di fronte all’arresto di Roberto siamo rimasti
stupiti ed abbiamo deciso di valutare il caso con estrema cautela,
con il fine di non giungere ad esprimere giudizi affrettati ed
indebiti, in considerazione delle strane circostanze e del silenzio
regnante. Ma le loro decisioni hanno già parlato per lui,
prima che iniziasse a pronunciare una sola parola.

Il nomignolo de “El Nazi” fa capire nettamente la tendenza
ideologica del tipo, caratterizzato da forti tinte para-poliziesche.
Molto dubbia sembra la fabbricazione degli ordigni in casa con il
pericolo per tutta la sua famiglia. L’ermetico silenzio davanti alla
stampa, che ne parla come colui che “paga per la bomba
fabbricata”, ci parla di un soggetto che non ha mai meritato di
esser chiamato “compagno”, né meritevole della
nostra informale affinità.

Se ci preme diffondere la sua situazione, è solo in funzione dei
giochi repressivi che si avvicinano sempre più, solo per
questo!

Per espropriare il denaro… Bruciarlo o raccoglierlo come una tombola
miliardaria?

I persecutori sostengono la tesi secondo la quale il soggetto sarebbe
legato alle rapine attraverso esplosivi, utilizzando il maldestro
esempio con la perdita di 12 milioni di pesos cileni nella
detonazione di una bomba ai danni di una banca a San Joaquin nel mese
di aprile (
http://liberaciontotal.entodaspartes.net/archives/9213).
La grande potenza della carica esplosiva e lo stato in cui è
rimasta la banca dimostrano che il denaro sia stato polverizzato e
non utilizzabile da “ladroni” in attesa di un qualche
fascio di banconote.

Riteniamo che sia piuttosto complesso e rischioso utilizzare tali metodi per
tali fini. Che senso avrebbe far saltare in aria una banca per poi
raccogliere i soldi con un cucchiaino? Sia in considerazione
dell’assordante boato che certo allerterà la polizia o della
possibilità di restare feriti vista la vicinanza con
l’esplosione, si capisce che si tratta di una strada impercorribile.
Da considerare, inoltre, che la gran parte degli attentati esplosivi
con la polvere nera all’interno di un estintore non ha mai provocato
lo scasso di un bancomat né la sottrazione di denaro; nel caso
più distruttivo con tale materiale si è solo riusciti
ad incendiare il contenitore, oltre a spaccare le vetrate e gli infissi.

La delinquenza ha creato diversi ed efficienti tecniche di esproprio che
sono ampiamente conosciute: fiamma ossidrica, spaccate, asportazione
dell’intero bancomat o agguati in banca. Tutti questi metodi hanno
mostrato un’efficacia maggiore che cercare tra le ceneri
incandescenti dei pezzi di denaro… le cose non funzionano così
e la polizia lo sa.

Niente di meglio per costruire una “asociación ilícita”,
che trasformarsi nella “asociación ilícita”.

Come ben sostenuto da alcuni compagni, la strategia è maggiore e
macabra. Avendo bisogno di mostrare risultati e con uno spreco di
ingegno da parte della procura, si inizia a dar l’avvio alla caccia
in modo che l’esca simuli esser la preda.

Alejandro Peña si identifica con la sua ossessione di delineare la
“Asociación ilícita terrorista”, ma per farlo
ha bisogno di un’organizzazione stabile, piramidale e con ruoli
determinati.

Roberto funziona alla perfezione con questa macchinazione e come hanno
astutamente sottolineato gli investigatori:
“è
una pedina chiave”
.
Infatti, viene mostrato come il collaboratore permanente dei gruppi
anarchici d’azione, in una sorta di contrattazione sovversiva che
rasenta il ridicolo. Le tanto attese e cercate “prove materiali”
sono già nelle mani del nemico: ossia i materiali che tale
soggetto aveva in casa. Adesso mancano solo quelli che hanno
contrattato i “servizi” di quel miserabile soggetto, visto
che lui si è svincolato ideologicamente da qualsiasi
espressione di ribellione.

Le prove d’ora in avanti saranno maldestre e facili da parte dei
persecutori: le fantasiose dichiarazioni di Roberto, qualche
intercettazione male interpretata e le gigantesche condanne che
verranno somministrate dal sistema giudiziario.

Allora… Cosa accadrà a Roberto? Le ipotesi potrebbero esser diverse:
riduzione della condanna, benefici penitenziari, la caduta di alcuni
carichi pendenti ed una miglior fedina penale a condizione di
offrirsi di partecipare volontariamente a questo “reato”.

Oggi, il gioco della repressione è più chiaro. Il ministro
degli Interni ha annunciato 5 riforme alla
legge
antiterrorista
(http://diario.latercera.com/2010/07/09/01/contenido/9_31947_9.shtml)

Se un sovversivo si pente e fornisce informazioni per la cattura di
altri, non sarà sottoposto alla giustizia”. In modo vile
e miserabile si prepara il gioco repressivo.

Un altro punto della riforma riguarda la “cooperazione” di
qualcuno dei sovversivi, con un forte abbassamento della pena, così
come l’utilizzo di agenti sotto copertura (cioè, sbirri che
consegneranno polvere nera ed armi ed inciterebbero ai reati). Infine
si prevede che sarà più difficile per un individuo una
eventuale liberazione durante la fase istruttoria.

Il tempo dirà cosa accadrà con tale soggetto e con i
compagni che il potere deciderà di collocare sotto il mirino.
Ma adesso è urgente esser capaci di osservare le manovre della
repressione in maniera collettiva. Ascoltare i diversi procuratori
parlare di prossimi ed imminenti arresti deve rafforzare i legami
solidali di fronte ad un nuovo processo politico-poliziesco contro
quelli che in maniera irriducibile si scontrano con il dominio.

Compagno non possiamo restare con le braccia conserte dinanzi a quel che si
avvicina, né credere che non arriveranno per te. Oggi è
urgente comprendere la portata del gioco repressivo e capire come si
cerca di sterminare quelli che non s’inginocchiano né baciano
la mano al gerarca di turno.

ABBASSO LA LEY ANTITERRORISTA!

CHE LA NOSTRA FORZA RIDICOLIZZI IL VANO GIOCO REPRESSIVO!

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Ultimo minuto: Con il petto
serrato di fronte alla caccia in Argentina, durante la notte del 9
luglio, del compagno
Juan Aliste, imputato
d’aver giustiziato lo sbirro Moyano durante l’esproprio del Banco
Security. Inviamo un forte abbraccio a lui, ai suoi amici, compagni e
famiglia.

Forza per tutto quel che verrà!

Fuga eterna per Carlos Quiduleo, Diego Ríos e tutti i latitanti!

Coraggio ai compagni cileni in carcere: Marcelo Villarroel, Esteban
Huiniguir
, Freddy Fuentevilla, Axel Osorio, Sergio
Vasquez
e Alberto Olivares

-Presxs a la kalle-

presxsalakalle@gmail.com

www.presxsalakalle.blogspot.com

Questa voce è stata pubblicata in 14 de agosto. Contrassegna il permalink.